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Autore: Shadow writer    04/09/2014    4 recensioni
Fuggo oltre il locale con la musica a palla, fuggo sulle strade buie, fuggo nel vento gelido della notte.
Fuggo dagli altri, dai loro giudizi, fuggo da me stessa e da ciò che provoco.
Corro, con le ali ai piedi, per le strade deserte.
Anzi, ai piedi, ho il vento. Vento che mi spinge, che mi solleva, che obbedisce ai miei ordini come se fossi la sua padrona assoluta.
Faccio un balzo e l'aria mi spinge in alto, oltre le cime degli alberi. M'innalzo contro il cielo nero bagnato di stelle.
Apro le braccia, stringo l'orizzonte tra le mani. Inspiro il freddo della notte e tutti i suoi sapori.
Potente, ecco quello che sono.
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Trasferirsi in un nuovo continente è di certo una cosa grandiosa, ma non mi sarei mai aspettata il genio ribelle, il vecchio misterioso, il giocatore di football, una ragazza che sarebbe diventata come una sorella per me, ma soprattuto qualcosa di molto, mollto più grande di me.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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La sera i miei genitori pretendono una video-chiamata.
Racconto loro del più e del meno, senza scendere nei particolari. Se dicessi a mia mamma che lavoro in una sorta di carcere minorile sarebbe capace di salire su un aereo e venire fin qui per impedirmelo.
Mi saluta anche Calvin che ammette che la casa sembra vuota senza di me.
Non me lo sarei aspettata dal mio fratellino, infatti subito dopo il commento sdolcinato ammette:
«Ah, ho prestato alcuni tuoi libri a dei miei amici, spero non ti dispiaccia, tanto tu sei in America»
Devo soffocare la rabbia perché ci sono anche i miei genitori e non potrei sfogarla al massimo.
«Sai quanto odio che gli altri tocchino i miei libri» mi limito a mugugnare e lui fa un ghigno vittorioso.

«Ciao»
La voce mi arriva da dietro l'anta dell'armadietto.
La sposto quando basta per mostrarmi un ragazzo alto e muscoloso.
Indossa una felpa da giocatore di football.
«Ciao» replico con voce minuta.
«Tu sei quella nuova, vero?» chiede guardandomi con gli occhi color cioccolato.
«Non c'è tanta gente nuova in questa scuola o no?» replico.
Abbozza un sorriso divertito.
«Mi chiamo Simon» dice.
«Ciao Simon, sono Luna»
«Ciao Luna» ride.
«Giochi a football?» chiedo accennando alla sua felpa.
Lui abbassa lo sguardo:
«Sono il capitano della squadra della scuola. Non lo sapevi?»
La mia espressione deve essere chiaramente imbarazzata:
«Ehm...no, sono nuova, ricordi?»
«Tutti conoscono i giocatori di football» dice continuando a scrutarmi. Sembra che il suo sguardo mi stia scannerizzando.
Cerco di ricordare se mi sono pettinata bene stamattina e se i vestiti che indosso sono abbinati.
«Hai trovato l'eccezione» riesco a replicare.
«Un'eccezione piuttosto carina direi» commenta con un sorriso sfacciato, come se avesse vinto. Cosa, non lo so.
Arrossisco, ma non dico nulla.
«Che ne dici di uscire con me?» mi chiede.
«Ma se non ti conosco neanche» replico debolmente.
Il suo sorriso sicuro si allarga:
«Un'uscita tra amici, tu non ne hai ancora, immagino, qui»
«Veramente...» faccio per replicare, ma suona la campanella di inizio lezione.
«Ci si vede» dice Simon e sparisce nella folla di studenti.
Mi avvio verso la mia classe confusa.
«Conosci un certo Simon capitano della squadra di football?» chiedo a Clare dopo essermi seduta al suo fianco.
Lei mi guarda di sottecchi, poi commenta sarcastica:
«Che bello! Quel pallone gonfiato piace anche a te!» 
«Cosa?! Ma che dici?! Cos'è questa storia che tutti mi dicono chi mi piace?!»
Clare socchiude gli occhi, però si calma.
«Cosa intendi?» domanda più pacata.
Le racconto brevemente della mia esperienza al centro rieducativo Orwell.
«E come si chiama il ragazzo che ti fissava?» chiedo, perché io per la velocità ho omesso qualche dettaglio.
«Will» rispondo brevemente.
In questo momento entra in classe l'insegnate che ci intima di fare silenzio.
«Lennox?» chiede Clare sottovoce, senza guardarmi per non farsi vedere dall'insegnante.
Sgrano gli occhi:
«Lo conosci?»
«Sei tu che sei nuova e non conosci nessuno» replica.
«Sì, ma Will non frequenta questa scuola» le faccio notare.
«La frequentava»
Mi viene in mente l'espressione che il ragazzo ha fatto quando gli ho detto che vengo in questa scuola.
«Se n'è andato quando lo hanno arrestato?» chiedo.
Clare annuisce:
«Sì e anche lui era piuttosto popolare»
Ancora una volta mi ritrovo con gli occhi sgranati.
Quel Will Lennox dai capelli arruffati e gli occhi spiritati era popolare?
«Non lo sapevo» sussurro.
«Ovvio, sarà anche stato un genio, ma spesso sembrava fuori di testa»
Questa l'ho già sentita. Non aggiungo altro e cerco di stare attenta alla lezione.

Mentre sono in coda per il pranzo mi si affianca Simon.
«Domani pomeriggio?» mi chiede e devo riflettere un istante prima di rendermi conto che parla dell'uscita.
«Non ho accettato» gli faccio notare.
Lui mi guarda come se avessi detto la cosa più ridicola del mondo.
«Comunque domani pomeriggio non posso» replico.
«Sei nuova, che impegni puoi avere?» 
«Faccio volontariato al Centro Orwell» rispondo.
Lui scoppia a ridere:
«Preferisci quei criminali a me? Pensavo avessi gusti migliori»
Si allontana a grandi passi.
Fantastico, la possibilità di avere un anno entusiasmante si allontana da me.
Non che abbia preferito che rimanesse, dopo quello che ha detto ha praticamente perso la mia simpatia.
Mi siedo con Clare che mi guarda ancora di sottecchi:
«Ti ho vista con Simon»
«Sì ho rifiutato di uscire con lui»
La ragazza si mostra vagamente sorpresa.
«Perché?» chiede incuriosita,
«Perché mi ha chiesto di uscire domani, ma devo andare al centro»
Lei inarca le sopracciglia, ma non fa commenti.

«Luna!»
All'uscita dalla scuola una voce mi chiama.
Mi volto e vede Simon in una delle auto parcheggiata nel piazzale.
È cabriolet e dalla vernice splendente.
«Sei sicura della tua decisione?» mi chiede.
Con lui ci sono altri ragazzi alti e muscolosi che mi scrutano.
«Solo perché sono criminali non significa che tu sia migliore di loro» replico, ma mi pento della mia sfacciataggine e aggiungo «Magari un'altra volta»
«Chi ti dice che ci sarà un'altra volta?»
«Se ci tieni, un impegno non cambierà nulla»
Detto ciò mi volto e mi allontano verso la mia casetta.
Scorgo qualche occhiata che mi viene rivolta, poi Clare mi affianca.
«Hai attirato l'attenzione» commenta.
«Non era mia intenzione» replico tranquillamente.
«Adesso non passerai di certo inosservata»
Scrollo le spalle, non sapendo che altro fare.
La ragazza sembra soddisfatta perché non aggiunge altro e se ne va rivolgendomi un rapido cenno di saluto.
Nel pomeriggio devo lavorare in biblioteca, la paga è scarsa, ma non almeno posso racimolare qualcosa.
Dopo aver finito di studiare cerco un libro interessante e mi perdo tra le pagine da dietro la scrivania dove sono seduta.
«Scusa» 
Alzo lo sguardo. Ancora lui.
«Simon?» chiedo come per avere la conferma di ciò che vedo.
Lui scrolla le spalle:
«Sì, lo so, non sono per niente un tipo da biblioteca»
«Okay, non volevo dire quello,ma...cosa ti serve?»
Sbuffa:
«Vedi per una ricerca mi hanno messo in gruppo con un secchione, ma lui è malato e mi è toccato venire a cercare qualcosa»
Annuisco e mi alzo in piedi:
«Cercherò di aiutarti come meglio posso»
Io suo sguardo studia la mia figura da capo a piedi, poi fa un sorrisino che mi fa arrossire:
«Guidami tu allora»
Andiamo nella sezione delle enciclopedie, non una delle più frequentate.
"Come se esistessero ragazzi appassionati di questi tomi" commenta Voce.
Cerco un volume sull'universo, come mi ha chiesto Simon.
«Spero tu non te la sia presa perché ho rifiutato di uscire con te» gli dico mentre gli tendo il libro.
"Mossa brillante" è la sarcastica critica che ricevo.
«Ci sono altre ragazze in questa scuola» replica, poi si allontana ridendo.
Resto di sasso.
Poi cominciò ad elaborare.
Ma chi si crede di essere?!
"Clare ha detto che è un pallone gonfiato"
Torno furente fino alla mia scrivania. Di certo non mi posso mettere a gridare in biblioteca.
Stizzita prendo un il mio libro e cerco di leggere.
Ma il volto sicuro di Simon compare sulle pagine stampate impedendomi di concentrarmi.
«Ne hai un altro?»
Alzo lo sguardo. Il ragazzo è di nuovo in piedi davanti a me e indica il volume che gli ho appena consegnato.
«In questo c'è tanto testo e poche figure» aggiunge.
«Cos'è sei un bambino?» commento velenosa.
Lui fa un sorriso di scherno:
«Non te la sarai presa?»
Apro la bocca, poi la richiudo non sapendo cosa dire.
«Non m'interessa con chi esci» dico infine «Ma forse la gentilezza non è il tuo forte»
«No, io sono bravo a convincere le ragazze ad uscire con me, ma ricordi, tu sei l'eccezione carina, no?»
"Se non avessi avuto un impegno anche tu saresti uscita con lui"
Sta zitta per un attimo, sto cercando di fare la cattiva.
"Ma non ne sei in grado."
Grazie ancora una volta per la fiducia.
«E il libro?» chiede lui accennando al volume.
«Cercalo da solo, sai dove sono tanto» replico brusca, pregando che non insista, perché so che cederei. 
Le mie preghiere non vengono esaudite perché qualche minuto dopo con un umore nero gli sto mostrando altri tomi che potrebbero servirgli.
"Complimenti per la cattiveria" si fa beffe di me Voce mentre lo guardò allontanarsi soddisfatto.
Lo sai che non so resistere quando mi chiedono per favore.
"Per favore, posso ucciderti?"
Non sei simpatica.

Il giorno successivo trascorre tranquillamente, durante le lezioni sono così occupata che ho a malapena il tempo di cambiare classe.
«Non so come tu faccia a frequentare tutti quei corsi» commenta Clare mentre pranzo in fretta perché non posso arrivare in ritardo alla prossima lezione.
«È solo che è difficile rinunciare a qualcuno» replico, poi schizzo via.
Il pomeriggio vado al centro.
Teresa e Brad mi accolgono calorosamente, ma quello più contento di tutti è Marcelo.
Saltella per la stanza affollata canticchiando.
«Se pensi di evitare i compiti con questo balletto ti sbagli!» esclamo ridendo.
Oggi tocca a matematica, purtroppo, ma lui è abbastanza sveglio per capire in fretta, poi dato che mi ha presa in simpatica sembra molto collaborativo.
Brad mi affianca anche altri ragazzini hanno bisogno solo di qualche dritta o consiglio.
«Oggi Will non c'è» mi dice Marcelo malizioso strizzando gli occhi.
«E con questo cosa vuoi dire?» replico con una risata, però un po' mi dispiace, perché mi sarebbe piaciuto scambiare ancora qualche parola con quel ragazzo.
Prima che me ne vada Brad mi prende da parte e mi dice:
«Sabato organizziamo una caccia al tesoro nel centro. Non sei obbligata a venire, ma se vuoi...»
«Va bene, ci sarò» lo interrompo e sorrido. Lui ricambia, incerto.
Quando torno a casa vedo Jim che pota le rose del giardino vicino alla mia casa.
«Luna, buona sera» mi saluta lui educato con un sorriso gentile.
«Buona sera Jim. Ma il tuo lavoro non era solo quello di custode?»
Mi guarda con dolcezza:
«Non mi piace starmene con le mani in mani quando c'è qualcosa che fare»
«Se ti serve il mio aiuto puoi chiedermi» mi offro.
«Grazie Luna, ma credo che tu sia già abbastanza impegnata. Comunque l'offerta di aiuto è reciproca» fa un sorriso enigmatico, come se ci fosse qualcosa di implicito nelle sue parole.
Non so come replicare.
Lui mi saluta, poi si allontana verso casa sua.
Io entro nella mia perplessa. Di certo ho tante cose su cui riflettere.
   
 
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