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Autore: Anonimadaicapellibiondi    04/09/2014    4 recensioni
Amber era uscita dal tunnel, era cambiata. Ma nessuno se ne era accorto, aveva perso tutto ciò che amava per colpa dell'eroina. Ma voleva ricominciare e la sua città non glielo permetteva. Così prende un aereo per Parigi. Una decisione che le ha cambiato la vita. Una decisione presa perchè vuole tornare ad essere felice, vuole tornare ad essere forte. Più forte di prima.
Genere: Mistero, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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cap5

Mi svegliai circa sei ore dopo. Era ormai tardo pomeriggio. Ripensai a ciò che era successo a scuola e di conseguenza la mia mente tornò ai giorni scorsi e alla vita che stavo facendo. Un grande schifo. Mi misi a riflettere. "Valeva davvero la pena sopportare tutto questo?" la risposta arrivò subito "No, assolutamente no".

Quando mia madre tornò dal lavoro rimase stupita dal fatto che le avevo cucinato la cena.

-Amber?-

-si mamma?-

-devi dirmi qualcosa? Come mai hai preparato tu la cena?-

-Boh..non lo so.. non avevo nulla da fare..- forse mia madre si aspettava un'altra risposta. Si aspettava che le dicessi che l'avevo fatto per mostrarle che le volevo bene e che desideravo fare qualcosa per lei. In fondo era proprio la verità ma non riuscivo a dirglielo, non sono mai stata troppo dolce con mia madre e mostrarle il bene che provavo per lei non era mai stato da me. Preferivo farle credere che era per noia, una cosa un po' più normale per me. In fondo io non ero mai stata brava a dimostrare amore, affetto alle persone. Non mi definivo una persona fredda, più che altro timida. Ho sempre avuto un po' di paura del contatto fisico. Non con tutti ovviamente. Con una persona sola riuscivo davvero ad essere me stessa e a non essere sempre sul punto di chiedermi se "disturbassi". Quella persona però l'avevo persa. Non potevo più tornare a dimostrarle affetto fisico. Ma nemmeno a parole. Quella persona era Dylan. Proprio quel Dylan che mi prendeva in giro, un tempo avrebbe ucciso per chi mi avesse fatto soffrire. Era il mio ragazzo e lo amavo da impazzire. Passavamo tanto tempo insieme e con lui potevo essere davvero "me". Potevo dire e fare qualsiasi cosa senza preoccuparmi di essere giudicata. Lui amava i miei difetti e questo mi aveva fatto sempre pensare. Diceva che le mie imperfezioni mi rendevano speciale.

Poi però ho iniziato a drogarmi. Ho iniziato a trascurarlo, trattarlo male. E tutto questo non lo meritava. Così ci siamo lasciati. All'inizio non provai nulla, non mi mancava. L'eroina mi aveva fatto dimenticare cosa significasse amore, amicizia, affetto. Ero diventata senza sentimenti, incapace di provare emozioni. Poi però, guarendo capii quanto stupida ero ad averlo lasciato. Capii che non sarebbe stato lo stesso senza di lui. Che lui contava davvero molto nella mia vita. Ma ormai era troppo tardi. Ormai era arrabbiato, soffriva. E non gli davo torto, gli avevo fatto davvero male. Così iniziò a vendicarsi. Ma non dovevo più pensare a Dylan: la vita andava avanti con o senza di lui. Ora dovevo pensare a me stessa, al mio futuro. Quel pomeriggio, dopo scuola presi molte decisioni e giunsi a delle importanti conclusioni.

Quella sera sarebbe stata l'ultima volta che bbe vista. Avevo in mente un progetto: partire in segreto. Via da quella città.Avevo pianificato tutto:quella notte partii. Sarei stata lontana chilometri e chilometri da casa. Avevo diversi risparmi ancora nascosti sotto al mio letto. Erano soldi rubati, presi nel periodo dell'eroina. Mi servivano per comprarla all'epoca. Partii appena mia madre si addormentò. Presi il treno, passai la notte in una panchina in una città molto lontana dalla mia e poi il giorno dopo avevo deciso di prendere un volo per l'Europa: un aereo mi avrebbe portata a Parigi.


Hai presente quella sensazione che provi mentre prepari la valigia per partire? Hsi presente camminare per strade dove nessuno ti conosce, dove puoi essere chi sei veramente? Ecco, io mi sento libera. Non rimpiango ciò che mi lascio dietro, al contrario, temo il ritorno.

cap5

  
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