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Autore: percabeth2000    04/09/2014    2 recensioni
Tiene una mia ciocca tra le dita rigirandosela un po’ tra l’indice e il medio, lo osservo e noto che è pensieroso e che si è imbambolato sui miei capelli.
-Will? – lo chiamo.
Sembra riprendersi ma questo non fa altro che portare la sua attenzione su di me e ciò mi rende un po’ a disagio. Perché continui a guardarmi? Cos’ho?
- Sei bellissima – mi sussurra.
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Mentre sul pavimento inizia a formarsi un mucchio di cenere penso che è questo a cui si riferiva Jason, questa è la cosa che stava degenerando, questa è la cosa per cui mia mamma voleva avere il tempo per proteggermi … Non abbiamo più tempo.
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Te ne sei andata, siamo stati sopraffatti. Già me ne sono andata come un coniglio, gli ho lasciati soli e cosa più disonorevole , per un momento ho anche pensato di non tornare.
Lucilla mi osserva e forse dalla mia espressione intuisce i miei pensieri.
- Non intendevo quello Michelle,mi sono espressa male tu non … - la blocco afferrandogli le mani.
- No Lucinda. Hai ragione, rimedierò, te lo prometto – le dico per poi entrare nella sala da pranzo lasciandola sola.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Scusate tanto se non ho pubblicato prima ma l'ispirazione è mancata.
Non sono molto sicura di come sia uscito il capitolo neanche ora che è completo.
Spero solo che vi piaccia, sarei molto contenta se mi diceste che cosa ne pensate. Grazie della pazienza e grazie a tutti quelli che leggono e che recensiscono, buona lettura.
percabeth2000



La stanza è circolare ed è completamente costituita da fredda e rozza pietra grigia.
Sulle pareti sono disposte maniglie e chiodi di ferro arrugginito e sporco di un liquido scuro e denso: sangue rappreso.
Non è tutto questo che mi fa venir voglia di urlare però, anzi, la stanza è la parte meno dura dello scenario che ho di fronte.
Will ha le mani legate da delle spesse catene che lo fanno restare a braccia aperte, i piedi sono legati insieme da una corda mentre le ginocchia restano appoggiate al pavimento.
Tutto è stato fatto per mantenere la schiena tesa e ben scoperta.
- L’hanno trovato sul limitare della foresta, stupido da parte sua.  La pagheranno cara. – racconta Airina.
Non sa che è stato lui a portarmi fuori dal castello quella notte e forse è meglio così perché secondo la mia versione dei fatti mi ha portato via solo per usarmi.
Per quanto cerchi di mantenere un’espressione indifferente i miei occhi non possono fare a meno di staccarsi dall’orribile scena che ho davanti.
Will è veramente conciato male, non so quando l’hanno trovato ma gli hanno tolto la maglietta e i pantaloni sono pieni di strappi e ricoperti di polvere. I polsi e le caviglie sono arrossati ma non tagliati o grattati mentre per terra ci sono sparse delle piccole gocce rosse e vischiose. Sangue.
- Questo cagnaccio però non ci vuole rivelare nulla, neanche un piccolo indizio sulla loro posizione, ma vedrai che Brutus riuscirà ad essere abbastanza convincente … - dice Airina mentre un sorriso malefico le si dipinge in volto.
Una sensazione sgradevole e orribile, un presentimento che cercavo di ignorare, mi fa rabbrividire mentre noto altri particolari.
Brutus è un omone alto sì e no un metro e sassanta ma con due spalle gigantesche e un busto massiccio. Attorno all’avambraccio tiene arrotolata una frusta nera che termina in due lacci con una punta di metallo sottile ma alquanto tagliente.
Non sono sicura che Will mi abbia visto, tiene il voto abbassato e l’unica cosa che posso vedere sono i suoi bellissimi capelli ora ricoperti di sporcizia. Mi accorgo che è sudato e rassegnato, non cerca minimamente di liberarsi.
- Non ve lo dirà mai, è inutile. Il lupi sono fedeli al proprio branco fino alla morte – provo a dire spostando lo sguardo sul volto di quella che si crede mia madre.
- Allora morirà seguendo ciò in cui crede – risponde lei guardano fissa davanti a sé.
Brutus ha sciolto la frusta e in pochi secondi la fa schioccare.
Come fa Airina a restare così ferma? Così composta davanti a questo?
La frusta scatta così velocemente che quasi non riesco a vederla però so che ha c’entrato il suo bersaglio perfettamente. Will caccia un urlo di dolore che però spegne quasi subito , non vuole dare la soddisfazione di essere visto dolorante.
La frusta schiocca di nuovo e anche questa volta va a segno. Will si limita a gemere dolorante.
Ho i nervi a fior di pelle, tutto questo è un incubo. Devo restare immobile e non far saltare la copertura perché useranno Will se gli dico di smettere.
Fino ad ora ho pensato a questo, ma Airina non vuole usarmi infondo, vuole solo che regni e che mantenga il potere così come lo sta facendo lei anche se salvo Will ora non lo userà ma lo terrà come un servo, uno schiavo.
Ho sempre pensato che piuttosto di vivere schiavi sia meglio la morte ma infondo Will al massimo lavorerà per loro solo per un paio di giorni e posso chiedergli di averlo come schiavo personale. Airina sarà contenta di vedere che sono d’accordo con loro e Will si salverà .
Tutto questo senza dover dire niente su quello che provo per lui.
- E se lo teneste per me? Come mio schiavo personale? Sarebbe il giusto pegno per avermi usata e in più sarebbe una prova del nuovo potere – dico voltandomi per osservare la sua reazione.
Airina alza una mano proprio mentre Brutus sta per schioccare un altro colpo di frusta ma al suo comando tutto cessa.
- Non vi darà comunque alcuna informazione, lo sappiamo bene entrambe. Guariamolo e teniamolo come mio schiavo è giovane perché sprecarlo? – chiedo un po’ più sicura.
Ho paura che dica di no ma penso di conoscerla abbastanza bene per sapere che anche lei non ama gli sprechi.
- Bè Michelle, forse hai ragione, ti serve un buon allenamento e devi imparare ad avere più polso perciò sono d’accordo ma bada bene di essere severa e dovrai guarirlo tu. Ne io ne altri dei miei hanno tempo da sprecare con questo cane. E’ tuo, facci quello che vuoi. – mi dice – Brutus, slegalo – ordina all’omone.
Brutus non batte ciglio ed esegue l’ordine. Una volta slegato Will si accascia a terra senza emettere alcun suono e Airina mi fa cenno con la testa di prenderlo.
Cerco di avvicinarmi il più lentamente possibile anche se vorrei solo correre da lui e poi mi faccio girare un suo braccio intorno al collo.
Anche se mezzo svenuto Will riesce a tenersi in piedi e ad usarmi come appoggio almeno per la metà del tragitto che dobbiamo percorrere, poi intuendo che verrà usato come schiavo, prova a rallentarmi in qualunque modo ma è troppo debole.
- Dove lo posso curare? – chiedo .
- In camera tua ma stai attenta, potrebbe trasformarsi anche se è in queste condizioni – mi risponde Airina prima di andarsene chissà dove.
Apro la porta della mia camera e cerco di stendere Will il più delicatamente possibile lasciandogli la schiena bella scoperta per poterla curare.
Ora siamo soli.
-Will. Will. Mi senti? Sono io, Michelle … -provo a chiamarlo ma dalla sua bocca esce solo un rantolo sottomesso.
Spesso ho reputato che tenere in camera un kit di pronto soccorso fosse per lo più inutile … Un grande sbaglio.
Prendo il kit e lo apro sul comodino vicino al letto e per prima cosa apro il disinfettante, strappo un pezzo di una mia maglietta pulita e poi inizio a disinfettargli i tagli.
Will  non urla ma continua a rantolare dolorante e io cerco di essere il più precisa e veloce possibile per alleviare le sue sofferenze.
Vorrei fasciargli la schiena ma per farlo devo girare le bende intorno al busto e ora come ora Will è troppo sfinito.
In piedi, mentre guardo la pelle di  Will e tengo in mano la stoffa sporca del suo sangue mi accorgo di essere stanca come non lo sono mai stata, stanca e spaventata.
Distolgo lo sguardo e vado in bagno a lavarmi le mani e la maglia, poi ricordandomi della tuta per gli allenamenti, torno incamera a prenderla e lavo anche quella. Continuo a sfregare con foga e quando è tutto pulito rimango comunque a pulirmi le mani, non riesco a togliere il pensiero che siano impregnate del suo sangue.
A volte ho pensato di voler Will qui ma non in questa maniera, non per questo motivo. Perché se ne stava sul limitare del bosco? Che voleva fare? Si è quasi fatto ammazzare …
Torno in camera il più silenziosamente possibile e usando la sedia della scrivania mi siedo accanto a Will , devo restare sveglia nel caso si svegli e non capisca dove si trova e in più appena si riprende un po’ ho intenzione di fasciargli le ferite perché in caso contrario ci metteranno molto più tempo a guarire.
Non passa molto tempo, forse circa un paio d’ore, e Will si sveglia sbarrando gli occhi come un gatto davanti ad una macchina . Sembra davvero spaventato e disorientato, è la prima volta che lo vedo così.
- Tranquillo Will, ora sei al sicuro – cerco di rassicurarlo spostandogli un ciuffo che gli è ricaduto sugli occhi.
- Sei davvero qui? Non è un sogno vero? – mi chiede chiudendo gli occhi.
- Sono qui Will , sul serio – lo rassicuro accarezzandogli la guancia.
A volte mi sembra di avere una dipendenza patologica da Will, mi è bastato un solo giorno lontano da lui e tutto ciò che vorrei fare ora sarebbe stringerlo a me.
- Mi sei mancata – mi dice sorridendo.
Quel sorriso mi fa scoppiare un groppo di rabbia in gola. Come può sorridere quando è in queste condizioni? Voglio proprio sapere che diavolo ci faceva sul limitare di quel cavolo di bosco!
- Ti sei fatto catturare … a che cavolo stavi pensando Will?!? – gli chiedo – Se tu fossi morto io … Io … Io non so cosa avrei fatto brutto stupido di un licantropo! – ed è proprio vero, senza di lui non so se sarei riuscita ad andare avanti, non sono sicura neanche che sarei riuscita a respirare come ho fatto fino ad ora, non avrei più avuto appetito  e tutte le notti sarei morta di dolore.
- Non rimproverarmi! Mi hanno trovato questa mattina presto perché girovagavo con in testa gli incubi. Non mi sono accorto di loro, non volevo certo farmi catturare ma tu te ne sei andata e non sapevo cosa ti avrebbero fatto. Ho sognato che ti torturavano e … - Will si blocca.
Calde e grosse lacrime mi scivolano giù sulle guancie. Non so dire per cosa siano esattamente : tristezza, dolore, senso di colpa, spavento, felicità.
- Scusa, ho avuto paura di perderti – gli sussurro asciugandomi le lacrime con il dorso della mano.
Non volevo urlargli contro, non se lo meritava ed io non avevo il diritto di giudicarlo senza neanche sapere i fatti, infondo io avrei fatto lo stesso per lui.
- Lo so, anche io … - dice Will provando ad alzarsi seduto. Si rigira con la pancia verso l’alto, senza appoggiarsi con la schiena, ma appena appoggia le mani sul letto, cade sui gomiti in un gemito di dolore.
 D’istinto cerco di ritirarlo su provando ad alzarlo per la vita.
- Forse è meglio bendarti un po’ – faccio presente e lui annuisce d’accordo con me.
Dal kit di pronto soccorso prendo delle bende e inizio a fasciargli tutto il busto. La tristezza sembra essersi attutita e tra di noi iniziano a formarsi un mucchio di domande sospese.
- Che ti hanno fatto? – inizia Will mentre faccio il secondo giro attorno al suo corpo.
- Nulla di male, tranne quello che hanno fatto a te e che vogliono fare al popolo e alla loro vera regina . Airina mi ha regalato una splendida cavalla nera – gli dico concentrata  sul mio lavoro.
- Ti ha fatto un regalo? – chiede Will sorpreso protendendosi in avanti.
- Sta fermo! – lo rimprovero – Sì, lei … lei crede … - inizio.
Non so come spiegarglielo perché in realtà non ho ben capito nemmeno io che cosa veramente sia successo ieri sera, è stato tutto così surreale e continuo ad essere convinta che lei creda davvero ciò che ha detto.
Will mi guarda interrogativo cercando di intuire i miei pensieri.
- Crede che io sia sua figlia. Non di sangue, questo lo sa, ma dice di avermi protetto e di aver sempre progettato per me potere e ricchezza. – gli rivelo.
- Sul serio? Crede davvero che tu sia sua figlia? – mi chiede lui non solo sorpreso ma anche un po’ sospettoso.
- Le è scappato ieri sera e Will, è stata sincera, devi credermi. Lei ci credeva sul serio mentre lo diceva. – gli rispondo mentre finisco si sistemargli le bende.
- Ma è inverosimile … - pensa ad alta voce.
- Lo so. – stavo anch’io pensando esattamente la stessa cosa.
- Will, tu sei il mio schiavo da questo momento, era l’unico modo per farti sopravvivere. – aggiungo dopo vari istanti di silenzio ansiosa di lasciare l’argomento in sospeso, almeno per un po’, – quindi , non dovrai essere troppo gentile con me, almeno all’inizio –
-Il tuo schiavo eh? – mi dice appoggiandosi al cuscino e sorridendo divertito – E quali sono gli ordini? –
Entrambi siamo ancora piuttosto tesi e Will resterà sveglio solo per poco, ha veramente bisogno di riposarsi.
Ci sono ancora troppe questioni che devono essere risolte, tante persone che dobbiamo proteggere e tanti ostacoli che dobbiamo superare.
In questo momento ho bisogno di lui come ho bisogno dell’aria. Ho bisogno di sapere che è qua vicino a me e che ci resterà .
- Baciami – dico.
Will appare per un secondo confuso, l’ho detto con un tono particolarmente serio e questo deve averlo lasciato perplesso.
- Sono bendato e dolorante, si può avvicinare principessa ? – chiede lui con lo stesso tono serio.
Mi avvicino piano appoggiandomi in ginocchio sul materasso e poi allungandosi verso di lui, arrivata a neanche dieci centimetri Will mi prende il viso tra le mani e in un colpo fa combaciare le nostre labbra.
Will continua ad avere il sapore della libertà e io non riesco a non pensare a quanto mi sia mancato e a quanto voglia stare con lui.
Se potessi scegliere come morire, sicuramente vorrei farlo soffocata da lui, soffocata dai suoi baci e dalla sua stretta.
Will si stacca quasi subito mantenendo però una certa vicinanza.
- Va bene principessa? – mi chiede continuando la falsa.
- In realtà ne vorrei … - mi blocco scattando in piedi. Qualcuno ha bussato alla porta.
- Non posso uscire! Quante volte lo devo ripetere? – chiedo arrabbiata. Non si poteva scegliere un momento peggiore per venire a bussare.
- Airina ha fatto togliere le protezioni, puoi uscire tranquillamente – risponde una voce dall’altro lato della porta. Lucilla.
Velocemente vado ad aprire e me la ritrovo davanti con un vestito rosso scarlatto tra le braccia.
- Vuole che tu metta questo, tra un’ora e mezza c’è la cena ma lei vuole vederti tra dieci minuti nella sala del trono  - mi avvisa.
- Grazie Lucilla. – rispondo mentre lei inizia ad allontanarsi ed io a chiudere la porta.
- Devi andare? – mi chiede Will sbuffando.
- Già … Dormi un po’ tu, hai bisogno di recuperare le forze, io cercherò di tornare con qualcosa subito dopo cena – rispondo mentre guardo il vestito un po’ più attentamente.
- Dopo cena? – mi chiede lui.
- Sì, vado a salutare la mia cavalla Buria, ceno e poi torno. Non ti accorgerai neanche della mia assenza – rispondo dirigendomi verso il bagno per cambiarmi.
- Impossibile non accorgersene- sussurra lui mentre chiudo la porta e il mio cuore fa un balzo.
  
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