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Autore: Birbi_alex    04/09/2014    10 recensioni
"- io non sono esattamente.. il ragazzo ideale, insomma ti punzecchio sempre, ti rincorro, ti faccio il solletico, ti faccio degli scherzi.. - cominciò a elencare anche lui strappandomi una risatina a ogni frase, portandomi a stringermi maggiormente alle sue spalle in un lieve abbraccio.
- e io non faccio lo stesso, scusa? - sbottai a quel punto per fargli capire il succo del discorso e riuscendo anche a zittirlo tanto che si girò verso di me confuso.
- il punto è che.. che non vorrei nient'altro se non quello che ho già. Anche io ti prendo a pesci in faccia a volte ma tu dovresti sapere che scherzo, che ti amo comunque - sussurrai riuscendo a vedere un sorriso emozionato tirarsi sul suo viso finché alle ultime parole agganciò gli occhi ai miei felice, guardandomi in un modo che avrebbe potuto bucarmi l'anima.
Qualcosa gli attraversò lo sguardo, quel qualcosa che compariva ogni volta che gli dicevo quelle due paroline importanti, poi come se non potesse farne più a meno si allungò verso di me posando le labbra sulle mie con ardore."
Questa FF è il seguito di "You're different than other else" ( http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1082168&i=1 )
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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EPILOGO


Pov Scarlett
 
Diversamente dalle altre ragazze, non avevo mai fantasticato molto sul mio matrimonio, immaginandolo sempre tanto lontano e inverosimile.
Alzai gli occhi alla specchiera di fronte a me e l’immagine che vidi riflessa mi sembrò a sua volta tanto improbabile, riconoscendo gli occhi cioccolato della ragazza in questione ma non pronta ad associarla all’acconciatura minuziosa e il trucco importante.
I capelli erano in parte raccolti sopra la testa e ricadevano insieme agli altri sciolti sulle spalle in morbidi boccoli, contornando il viso insieme a due ciocche che ricadevano sul viso delicate.
Le guance avevano più colore del solito e la pelle sembrava anche più liscia per il velo di fondotinta che Heather, la ragazza che mia madre aveva chiamato per aggiustarmi i capelli e il trucco, aveva steso come il rossetto naturale e gli ombretti scuri ad allungarmi lo sguardo.
Era intenta ad applicarmi un buon strato di mascara quando io feci effettivamente caso alla data sul calendario appeso oltre la mia scrivania, il 17 Settembre, sincerandomi che fosse davvero arrivato il giorno che avevo atteso con ansia e tante domande.
Guardai i vecchi poster ancora appesi alle pareti della mia camera da adolescente e sospirai pensando di essere cresciuta senza nemmeno accorgermene, sentendo subito dopo bussare alla porta rincarando il suono tambureggiante del mio cuore.
- chi è? – alzai la voce facendo segno alla gentile bionda di fermarsi un attimo dal suo lavoro, attendendo una risposta che arrivò ben presto.
- sono Camille, ci sono anche Niall e Louis, possono entrare? – disse quindi una voce che conoscevo bene, serena di non essere lasciata sola con un’estranea e le mie paranoie.
- venite pure – commentai rimanendo seduta al mio posto con indosso l’abito candido che solo una volta mi ero vista indosso, il giorno dell’acquisto, torturandomi le mani in attesa che i miei amici mi potessero dare un po’ di supporto o al contempo dei giudizi negativi perché davvero non sapevo più cosa pensare.
Mi morsi il labbro non sicura di essere all’altezza e sentendomi incerta nei panni in cui mi ero messa, finché Camille dall’elegante vestitino color pesca aprì la porta e mi sorrise raggiante.
Non feci caso alla pancia in evidenza sotto il vestito da damigella e osservai l’espressione estasiata della ragazza pallida, seguita da Niall e Louis che vedendomi spalancarono gli occhi limpidi.
- non ci credo – abbozzò Louis prima di tutti, parlando quando io avrei potuto fare lo stesso dati i suoi capelli tirati indietro in un ordine mai visto.
- sei uno schianto! – urlò quindi la mia amica sotto lo strato colorato di lucidalabbra, non tardando oltre a compiere il metro che ci divideva e stringermi in un veloce abbraccio che mi fece ridere.
Mentre Camille aveva buttato il capo sulla mia spalla nuda, ebbi l’occasione di guardare gli altri due che sorridenti erano rimasti fermi accanto alla porta in precedenza richiusa.
Erano stretti in due completi eleganti e in un secondo la mia ansia crebbe anche solo per il fatto che avessero perso del tempo a prepararsi per me, sottolineando quanto l’evento fosse importante.
- oh mio Dio.. che capelli! E il trucco, non sembri quasi tu! – prese a farneticare la ragazza chinandosi a guardarmi come se fossi un’attrazione turistica, passando lo sguardo dolce su tutto il mio viso entusiasta.
- Cam non esagerare.. insomma, sì il trucco è fantastico  ma.. sei sicura che vada bene? Sono nervosa – borbottai sospirando e guardandomi un attimo allo specchio lì vicino, osservando una ragazza molto più bella e fine di quella che ero abituata a vedere.
- cavolo sì! Se potessi, ti sposerei io! – ribatté lei senza tentennamenti ricordandomi l’impegno che stavo per prendermi, sentendo le gambe tremare sotto la gonna.
- ehi fammi spazio, largo al testimone! – inveì allora Niall stretto nel suo abito nero sorpassando la ragazza per fare il giro della mia sedia e chinarsi a squadrarmi nel riflesso artificioso delle mie guance rosee.
- che dici? – mormorai tesa come una corda di violino, preoccupata di poter fare brutta figura o di risultare qualcuno che non ero solo per l’occasione, preoccupata di non essere abbastanza degna.
- io dico che sei una bomba – intervenne invece Louis appoggiandosi con le mani allo schienale in legno, circondandomi insieme agli altri due e facendomi tirare un respiro per l’aria pesante.
- però vogliamo vederti con il vestito, dai alzati – disse ancora la moretta prima che potessi voltarmi a saggiare la sincerità negli occhi cristallini del mio amico, rintronata dalle troppe voci intorno a me ma anche felice che avessero rotto il silenzio dei miei pensieri.
- come? Il trucco non è ancora finito e.. non ho le scarpe.. – balbettai presa in contropiede dall’improvvisa iniziativa, non ricordando bene come fossi con l’abito bianco addosso e stranita all’idea che fosse tutto reale.
- ah adesso dopo tutti questi anni ti importa di essere scalza o non essere truccata? Ti ho vista in modi ben peggiori – commentò prontamente Niall riuscendo a farmi ridere e placare per qualche secondo la tensione che mi attanagliava lo stomaco, rendendomi conto che avesse ragione.
- ehi non insultare la sposa, stupido – lo riprese Louis con ilarità guardandolo male dal viso liscio e curato, come anche quello del biondo dal mazzolino di fiori arancioni a spuntare dalla tasca della giacca da cerimonia che doveva indossare anche Liam, il testimone di Zayn. Deglutii al pensiero.
- smettetela voi due, le farete venire il mal di testa – si intromise di nuovo la mia amica tagliando la conversazione un attimo prima che Niall potesse rispondere, alzando una mano tra i due e facendomi scuotere la testa impegnata tra forcine e ricci morbidi.
- ragazzi calmi.. su – esalai controllando l’orologio che segnava le 8:17, serena che mancassero quasi due ore al gran momento.
- visto? Le metti ansia – sussurrò il castano alle mie spalle verso l’altro, distraendomi un poco mentre mordendomi il labbro mi girai verso Camille e aiutata da una sua mano mi tirai in piedi non abituata agli strati di tessuto che mi stavo portando dietro.
- zitto – ribatté Niall quando un po’ barcollante mi ero spostata verso il lungo specchio posizionato accanto al muro infondo alla modesta stanza, trattenendo il respiro agitata.
I ragazzi mi furono subito addosso appena mi fermai davanti al mio riflesso e notai con piacere le tre paia di occhi scivolare curiose su tutta la mia figura, come mi permisi di fare solo una volta assicurata che fosse tutto in ordine.
Il corsetto dalla scollatura a cuore riprendeva la linea della mia vita sottile in dei disegni in pizzo e dettagli argentei fino ai fianchi, lasciando posto alla gonna liscia a ricadere poco gonfia fino ai piedi in diverse balze ornate di orli chiari e piccoli brillanti.
Il leggero strascico non era ingombrante e non dava nell’occhio, così come tutto l’insieme bianco latte che mi segnava come un proiettile finché la curva dei fianchi si perdeva sotto le balze eleganti.
Non era un abito eccessivo, non l’avrei permesso, e dava spazio ai boccoli dei capelli che mi scendevano lungo le spalle fino all’inizio del bustino.
- sei un incanto – mormorò Niall alla mia sinistra immerso nei suoi pensieri, facendomi voltare nella sua direzione e ritrovando così gli occhi oceano emozionati e un sorriso sincero.
- dici sul serio? Va.. vado bene? Non so più cosa pensare, mi sembra tutto.. così nuovo – gli parlai tornando a guardarmi allo specchio e tastando le balze della lunga gonna, risalendo poi a osservare il viso valorizzato dal velo di trucco sugli zigomi e lo sguardo profondo.
- è il tuo matrimonio, certo che è nuovo! – ribatté lui sottolineando quanto fosse reale la cosa, ridacchiando insieme agli altri mentre io mi ero arresa a dover accettare la cosa.
Sospirai sentendo la testa pesante e ripensando di non poter più tornare indietro, trovandomi a essere la protagonista della giornata e della mia vita da quel momento in poi.
- va tutto bene? – si premurò di chiedere Louis accarezzandomi il tratto di schiena scoperto, riportandomi alla realtà dopo diversi secondi nei quali il silenzio riempì l’aria.
- senti so che sei agitata.. è giusto, sarebbe strano il contrario, ma.. devi stare tranquilla. Sai quello che stai facendo e con chi: si tratta sempre di Zayn, non è niente che tu non conosci. Ci siamo tutti buttati in qualcosa di nuovo, sono incinta Scarlett! Louis ha rivoluzionato la sua vita, sappiamo com’è fare un salto nel vuoto. Tu lo farai con lui e sono sicura che sei pronta – prese parola Camille intuendo subito dal mio insolito silenzio che ero caduta in una delle mie paranoie, sorprendendomi dal suono delle parole pesate e convincenti.
Schiusi la bocca ascoltando la verità a cui io non avevo fatto conto e all’improvviso mi sentii tanto infantile e stupida per le mie paure mentre due dei miei migliori amici avevano avuto a che fare con molto altro.
- insomma sei sempre pronta a tutta, non dirmi che Zayn adesso ti fa paura! – aggiunse ancora la ragazza per stuzzicarmi e pungermi nell’orgoglio dove sapeva avrei reagito, riuscendo a strapparmi un risolino consapevole.
- non ho paura di lui, ho solo.. non so, e se non sono.. abbastanza? Io mando sempre tutto a rotoli e questa è una cosa importante – abbozzai continuando a mordermi il labbro appuntandomi mentalmente di dover far ritoccare il rossetto più tardi, torturandomi le mani dalle unghie appositamente curate e sentendo Niall sogghignare.
- non mi pare che lui si sia mai lamentato – se ne uscì il biondo per mostrarmi quello che l’ansia mi aveva annebbiato, usando però la frase sbagliata tanto che alzai un sopracciglio in disappunto.
- okay, nel senso.. a lui non importa, se sei qui vestita da sposa è perché l’ha voluto! Sei sempre la solita testarda, zucchero! – si corresse osservandomi con il suo sorriso contagioso e aggiustandosi veloce i capelli chiari ordinati, accarezzandomi appena il braccio finché gli sorrisi di rimando.
- beh è una fortuna che è testarda, almeno ha messo in riga il nostro Zayn – rise Louis divertito facendomi una faccia teatrale intenerita e io non riuscii a non ridere di nuovo.
- va bene ma mi promettete che se scapperà dall’altare dalla paura, verrà a sposarmi uno di voi due? – sbottai sentendo gli occhi inumidirsi per la realtà della situazione, capendo che non era più il tempo di nascondersi.
- se prova a farlo, lo vado a prendere per i capelli e lo riporto indietro a calci! – promise subito Niall guardandomi in modo allusivo e tirandosi nelle spalle con onore, accogliendomi con affetto quando lo tirai insieme a Louis e a Camille pretendendo un abbraccio che loro in una risata mi regalarono senza pretese. Senza chiedere niente in cambio, trattandomi come la Scarlett che non sarebbe mai cambiata.
 

Pov Zayn

- stai fermo – mi rimproverò Rosaline continuando ad aggiustarmi i ciuffetti di capelli che non stavano in ordine con della lacca, portandomeli indietro senza appiattirmi con un fare chirurgico che mi stava tenendo fermo da diversi minuti.
- fermo Zay! – disse ancora secca quando avevo preso a battere nervosamente il piede destro contro il pavimento del salotto di mia madre, seduto sulla poltrona dove mia sorella in piedi nel suo tubino color pesca da damigella, che indossava anche Jane presa a scorrazzare per casa.
- Rose va bene così, calmati – sbuffai controllando con il solo tatto delle mani che la cravatta grigia fosse bene al suo posto sotto il panciotto e la giacca del completo nero.
- amico è il tuo matrimonio, per una volta lasciala fare – si intromise Liam in piedi stretto nelle spalle larghe dal suo abito da testimone con i dettagli arancioni che aveva scelto Scarlett.
Gli lanciai un’occhiata storta e sospirai, prima di alzare lo sguardo a Harry davanti allo specchio intento ad aggiustarsi a sua volta i capelli comunque ricci e libertini sopra la giacca color cenere.
- se arriviamo tardi, giuro che.. – borbottai continuando a fissare il grande orologio sopra il televisore che segnava le 9:32, mezzora prima della cerimonia più importante della mia vita.
- non arriverai tardi, brontolone – mi canzonò lei prima di chiudere la lacca e lasciare il mio capo, camminando poi sui suoi alti tacchi verso Liam alle prese con il colletto della camicia.
- siete dei bambini, mamma mia – sbottò bonaria aiutando anche il castano che le sorrise grato, spostando l’attenzione su di me appena mi tirai in piedi nervoso per sincerarmi di persona che fosse tutto in ordine.
Camminai precipitoso verso lo specchio accanto a Harry e lui subito mi fece spazio, continuando ad aggiustarsi il ciuffo dietro di me per la sua altezza ma lasciando che mi controllassi tutti i bottoni del panciotto e il viso senza un filo di barba.
- Zayn va tutto bene – esclamò di nuovo Liam dandomi una pacca sulla schiena e buttando un occhio che la giacca fosse tirata bene anche dietro, affiancandomi e risultando molto più sereno e autoritario di me in un completo del genere.
- hai le fedi? Ricordale, eh! – parlai subito al contatto tastandogli il petto con una mano e guardandolo negli occhi marroni, abituato a rovinare le cose per piccole dimenticanze ma volendo essere sicuro che quella volta non sarebbe successo.
- ho tutto. La macchina è parcheggiata qui sotto, è tutto pront.. – rispose specificando subito quanto si fosse organizzato al posto nostro, quando il cellulare prese a squillargli dalla tasca dei pantaloni scuri e in un cenno si scusò.
- sì? – chiese appena accettò la chiamata con tono sbrigativo, sentendo nel frattempo Harry sospirare alla mia sinistra.
- ehi Camy.. sì, sì qui siamo pronti, prontissimi – pronunciò poco dopo rilassando visibilmente i tratti sapendo di parlare con la ragazza, promettendole un ordine che però non c’era – da voi tutto bene? Non è ancora svenuto nessuno? – ribatté quindi tranquillo facendomi alzare gli occhi al cielo in un gemito d’ansia, guardando un attimo il riccio che ridacchiò nella sua imponente eleganza.
Sentii quasi la voce di Camille dall’altra parte della linea ma preferii concentrarmi sulla mano che l’altro mio amico mi aveva posato dietro il collo in segno di supporto.
- beh direi che è tutto nella normalità allora – commentò con ironia a un’osservazione della moretta, facendomi storcere la bocca tirata – e qui ci sono giusto un paio di persone che muoiono dalla voglia di vederla, quindi non fate aspettare troppo Zayn dopo su – continuò a dire lanciandomi uno sguardo allusivo quando capii che stesse parlando di Scarlett e della mia voglia di finire tutto solo per poterla avere con me.
- certo, ti faccio lo squillo quando arriviamo – si accordò ancora sereno, come se stessero parlando di andare a comprare al supermercato, mentre il pensiero di Scarlett all’altare mi fece salire il cuore in gola.
Non sapevo come sarebbe stata vestita e neanche il resto, ma ero certo che in ogni caso l’avrei trovata perfetta.
Appena Liam concluse la telefonata con un bacio a Camille, lo fissai sperando in qualche dettaglio che mi facesse sentire meno incompreso e sopravvalutato – Niall e Louis sono lì insieme a Camy, stanno mettendo a posto le ultime cose – abbozzò distrattamente senza anticiparmi altro, costringendomi ad aggrottare le sopracciglia scure in un respiro teso che lo fece ridacchiare.
- e un uccellino mi ha detto che Scarlett è splendida, se vuoi saperlo – aggiunse quindi divertito dall’espressione agitata in cui mi piegai, domandandomi se mi meritassi tanto al mondo – anche se c’è un po’ di trambusto, ma sono ragazze.. penso sia normale – continuò a dire quando io avevo smesso di ascoltarlo, cercando di creare un’immagine nella mia mente che potesse reggere il confronto con ciò che mi aspettava.
- dove c’è lei, c’è sempre trambusto, che domande – borbottò Harry in modo ilare descrivendo a grandi linee ciò che esternamente si percepiva della ragazza – infatti i migliori sono qui, i casinisti di là – disse ancora con tono orgoglioso tirandosi nelle spalle e facendoci ridere, strizzandomi un occhio in complicità mentre riuscii solo a pensare che però mancava all’appello la persona migliore per me.
- e io vi prendo tutti a calci nel sedere se non la smettete di fare gli splendidi, così magari usciamo e rischiamo di arrivare in orario – se ne uscì mia sorella Rosaline dal nulla seguita da Jane che prese a braccetto il riccio con fare sbrigativo, aprendo la porta di casa e illuminando l’ingresso dove la più grande delle due ragazze accompagnò me e Liam in un sospiro.
- cos’è, un matrimonio o un battesimo? – brontolò questa affiancandomi per prendermi in giro mentre uscivamo tutti dall’appartamento, finendo poi per sorridermi emozionata e raggiante al pensiero che il fratello che aveva sempre sottovalutato stesse invece diventando un uomo.
 

Era quasi un quarto d’ora che eravamo ormai arrivati nella chiesa che io e Scarlett avevamo scelto diverso tempo prima, ornata in tutta la navata da bande di tessuto arancioni e fiori colorati dello stesso colore.
In prima fila sedevano le nostre famiglie tranne il padre della giovane, nella panca subito dopo avevano preso posto Louis e Harry insieme a Nicole e Stephanie, dato che Liam era in piedi oltre i gradini dell’altare insieme a Niall nello stesso tipo di abito da testimone.
I due ragazzi erano giunti prima delle ragazze che ancora si facevano attendere, comprese le mie sorelle che sarebbero entrate in seguito con Camille, e sebbene l’intera sala fosse gremita di facce conosciute mi sentivo quasi a mio agio accanto ai miei amici fidati.
Tra le varie file potevo scorgere volti di compagni dell’università o delle superiori, colleghi del bar che avevo lasciato, familiari lontani e conoscenze d’infanzia, anche solo conoscenti che si erano presi la briga di essere presenti. Riconoscevo la figura di Charlie Follow e di quella che doveva essere sua moglie dai capelli ramati, un mio professore di Economia e quella che Lucas mi aveva presentato come sua zia dall’Italia.
Tirai un sospiro per alleviare la tensione e strinsi le mani per impedire che prendessero a tremare, cercando di mantenere una postura ferma e autoritaria sotto i sorrisi che parecchi dei presenti mi mandavano in solidarietà.
Deglutii agitato e levai lo sguardo verso il portone appena questo si schiuse e una melodia conosciuta riempì l’aria in un mio sussulto.
Tutti i presenti si voltarono sul posto per guardare la scena che mi si presentava davanti, stringendo gli occhi per la luce improvvisa ma tendendo un ghigno spontaneo quando insieme al vociare degli invitati scorsi nel chiarore due figure ben distinte.
In un completo scuro Richard teneva a braccetto la figlia che io presi subito a guardare ingordo di dettagli, studiando la linea della sua pelle fasciata dall’abito bianco che la costringeva alla classica cerimonia nella quale lei si era improvvisata risultando comunque incantevole.
Se fosse stato per me, avrei accettato di sposarla anche con un paio di jeans e le sue Superga, l’avrei scelta in una basilica più modesta e avrei saltato tutti quei momenti convenzionali che non facevano per lei, ma Scarlett aveva voluto fare da tradizione e ora si stava avvicinando a me in un sorriso agitato che arricchì qualsiasi vestiario.
I capelli scuri le ricadevano lungo il collo scoperto e teneva legata verso il torace la collanina che le avevo regalato per il compleanno, ne ero certo, e i suoi occhi cioccolata sembravano anche più vivi grazie a qualche linea di trucco che io non conoscevo.
La lunga gonna arrivava fino al pavimento e pensai di non averla mai vista così, di non averla mai vista tanto perfetta contornata dal velo sottile che le partiva dalle ciocche di capelli che aveva tirate sul capo con attenzione.
Sentii il cuore accelerare a dismisura e feci fatica a controllarmi per non correrle incontro e invece aspettare che mi raggiungesse lentamente come si usava fare, spostando lo sguardo sul suo viso emozionato e impaurito che non abbandonai più fissandola indietro e capendo quanto fosse essenziale averla al mio fianco.
 

Pov Scarlett

Mi ero ripromessa di essere forte e impassibile a quello che sarebbe successo, avendola pensata solo come una rituale cerimonia per sancire un amore che io conoscevo già fin troppo bene, ma fui costretta a stringermi meglio al braccio di mio padre per non cadere guardando la figura di Zayn ad attendermi come se non potesse fare altro.
Era bello, lì fermo a farsi guardare come una statua tanto che trovai strano il fatto di vederlo stretto nel suo abito nero ed elegante attento a non far scorgere alcun tatuaggio che io sapevo a memoria.
I capelli erano tirati indietro con ordine e sorrisi immaginando che non potesse essere tutta opera sua, abituata a vederlo con il suo ciuffo ribelle e sentendomi già in colpa a dovergli disfare la pettinatura curata prima o poi sapendo del mio odioso vizio di toccargli i capelli mori.
Appena mostrai sovrappensiero il sorriso oltre il rossetto, lui fece lo stesso destabilizzandomi e facendomi salire il cuore in gola notando lo sguardo perso a studiarmi come spesso faceva ma mai così attentamente e tanto a lungo.
Di solito l’avrei rimproverato indispettita per le occhiate insistenti eppure mi emozionai tanto fu intenso il piglio delle iridi scure addosso, finalmente con la minima certezza di essere adeguata per il momento dato che Zayn mi stava guardando estasiato.
Non ero abituata a vederlo tanto preso, di solito ero io che mi scioglievo per un suo ghigno di troppo, ma per una volta mi sentii davvero felice di renderlo fiero di me.
Non avevo mai capito a fondo cosa trovasse di davvero bello nel mio comune aspetto o perché si fosse innamorato di me, ero un casino vivente e non poteva negarlo, eppure era lì in piedi ad aspettarmi all’altare in uno dei giorni più belli della mia vita.
Aveva scelto me, tra la miriade di ragazze che vedeva ogni giorno, per qualche fortuito caso aveva deciso che io fossi abbastanza.
E mi ci sentii, finalmente, ancora grazie a lui; mi sentii degna di qualcosa, ma mai sarei stata certa di essere all’altezza del ragazzo che ormai troppo vicino aveva teso la mano verso la mia.
Incrociai il suo sguardo vibrante e appena mio padre allentò la presa su di me sentii le gambe tremarmi, come anche il mio cuore al sorriso caloroso che il moro mi fece trattandomi in quella maniera importante che solo da lui avrei accettato.
Mi sbilanciai tremolante e trattenendo il respiro colsi il palmo del giovane che mi aiutò a salire i tre gradini che ci dividevano, scaldandomi le dita con la sua mano calda e trattenendosi al volermi tirare a sé.
- sei davvero bellissima – esalò attento che nessuno ci sentisse, parandosi alla mia destra e parlandomi con sentita sincerità tanto che credei sul serio di esserlo.
Per quanto potesse pensare di me stessa, tutto d’un tratto ogni volta che lui mi diceva che fossi bella io credevo di esserlo. Era lui a rendermi bellissima.
Non seppi cosa rispondere ma Zayn capì il sorriso grato e forse eccessivo che gli regalai, avvertendo gli occhi inumidirsi anche solo per la vicinanza con il suo sguardo pieno e la gioia pimpante che emanava dall’espressione di pura serenità.
Probabilmente era l’unica cosa a cui feci caso per la mezzora seguente, costretta ad abbandonare la mano al giovane ma piegandomi di continuo a scorgere il suo profilo e serrare un sorriso.
Finché il prete non ci interpellò, avrei potuto sbirciare nella sua direzione per tutta la vita contenta di ricevere di tanto in tanto dei cenni dalla sua parte che mi sciolsero il cuore.
- Scarlett Jonson e Zayn Malik, siete venuti a celebrare il matrimonio senza alcuna costrizione, in piena libertà e consapevoli del significato della vostra decisione? – ci chiamò in causa l’uomo dai pochi capelli e gli occhi chiari che io non avevo praticamente mai guardato, elaborando la sua domanda e trattenendo quindi un risolino pensando al fatto che no, non ero certa a cosa sarei andata in contro dopo quella giornata ma ero certa che per lui l’avrei rifatto altre mille volte.
-– rispondemmo sia io che il giovane chinandoci a parlare sullo stesso microfono, dandoci l’opportunità di avvicinarci un poco e avvertire il respiro agitato l’un dell’altro.
- siete disposti, seguendo la via del matrimonio, ad amarvi e a onorarvi l’un l'altro per tutta la vita? – domandò ancora e per l’amore incondizionato che nutrivo per Zayn, non immaginai come avrei potuto smettere di farlo un giorno quindi risposi anche quella volta – – senza tentennamenti.
- se dunque è vostra intenzione unirvi in matrimonio, datevi la mano destra ed esprimete davanti a Dio il vostro consenso – pronunciò il prete e fui davvero grata di poter avere un nuovo contatto con il ragazzo che prontamente si voltò e mi afferrò la mano di nuovo stringendomela con calore.
Mi ritrovai di fronte a lui, sotto il suo sguardo, e raggiunsi la convinzione che se non sarei morta proprio lì in quel momento per l’ansia nulla più avrebbe potuto farlo.
Deglutii e il moro si passò la lingua sulle labbra probabilmente assetato come me dal nervosismo, trovando la forza per ricambiare la linea dei suoi occhi senza pretese e competizione, semplicemente riprendendo a osservare la cosa più bella che avessi mai visto.
- Zayn Malik, vuoi accogliere Scarlett Jonson come tua sposa, promettendo di esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarla e onorarla tutti i giorni della tua vita? – disse l’uomo la cui voce rimbombava per l’intera chiesa, ma che per me risultava solo un bisbiglio, assordata dal fiato impercettibile del ragazzo che mi guardò prendendosi carico di tutto ciò che volesse significare accettarmi.
- lo voglio – rispose come sempre senza timore, sicuro di ciò che stava facendo più di quanto credessi.
- Scarlett Jonson, vuoi accogliere Zayn Malik come tuo sposo, promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della tua vita? – ripropose lo stesso quesito anche a me, tanto che la mano che Zayn stringeva nella sua prese a tremare improvvisamente e lui fu costretto ad accarezzarmi il dorso con il pollice come era abituato a fare nella normalità.
Ero pronta? Sapevo a cosa stessi andando incontro mentre il giovane con qualche punta di preoccupazione mi fissava in attesa? Ero certa che avrei seguito le promesse ma era la cosa giusta da fare? Era davvero arrivato il momento di crescere?
In silenzio spostai lo sguardo ai presenti e in prima fila guardai Trisha e il padre di Zayn, che avevo conosciuto varie volte, i miei genitori e Lucas che affiancava Louis e oltre Harry dai visi emozionati. Oltre all’altare vidi Liam e Niall tesi in un’educazione esemplare e subito il biondo mi fece l’occhiolino per rassicurarmi, come l’altro che sorrise intenerito dalla mia attesa.
Ritornai a guardare il ragazzo che mi stringeva la mano e lo vidi piegare appena il capo in un silenzio frustrante, confuso da me e con la vivida preoccupazione che potessi abbandonarlo.
- lo voglio – ammisi e lui rilassò subito i tratti visibilmente, tirando un respiro a cui io sorrisi scusandomi per l’ennesima volta delle mie immature paranoie.
Il prete chiamò allora i due testimoni che slanciati ci raggiunsero e ognuno affiancò il proprio sposo, consegnando a entrambi la fede l’uno dell’altra in un sorriso.
- Scarlett, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà – seppe prontamente recitare Zayn prendendomi la mano sinistra e infilandomi nell’anulare la fedina in oro bianco che notai avere incise delle parole che non riuscii a capire per la fretta del momento.
Mi rigirai tra le mani il suo anello e poi alzai gli occhi dalla mia mano, afferrando la sua grande tra le dita come mi lasciava fare la sera in dolci carezze, non abituata a non vedere la rondine stilizzata che invece era sull’altra mano che per l’occasione avrei lasciato in disparte.
- Zayn.. ricevi questo anello, segno del mio amore e della.. mia fedeltà – ripetei agitata infilandogli la fede con cura, afferrandogli subito dopo la mano in un sospiro di aiuto che lui colse continuando a guardarmi rapito e sorridendomi facendomi mancare qualche battito.
- con la benedizione del Signore e l’autorità conferitami, vi dichiaro marito e moglie – sentii dire in un prossimo applauso scrosciante che interruppe improvvisamente il silenzio scandito dai nostri respiri sottili, stupendomi dell’affetto che potessimo attirare.
Mi girai questa volta a guardare le intere panche piene di gente e notai con piacere molte persone tirate in piedi dall’entusiasmo, come mia madre che asciugandosi una lacrima di troppo mi sorrise fiera come rare volte l’avevo vista, facendomi ridere più serena e sbilanciandomi appena in avanti per la risata sicura che in ogni caso Zayn mi avrebbe sorretta.
Infatti senza fare attenzione, con la testa voltata verso le persone presenti, sentii chiaramente la presa del ragazzo tenermi per la vita stretta nel vestito bianco tenendomi a sé finché distratta a sorridere a Harry e Louis con le mani verso il cielo, non mi accorsi del bacio che il giovane mi stava depositando sulla fronte dolcemente.
Alzai allora il capo e ritrovandomi con il braccio allacciato al suo fianco, non feci fatica a ritrovare gli occhi scuri del ragazzo tanto vicini come il suo sorriso luminoso e incondizionato ad ammirarmi con sentita attenzione.
- ti amo – parlai spinta dalle due parole che tenevo dentro da tutta la mattina, aspettando solo di attendere il suo palmo con la fede sulla guancia per essere guidata contro il suo viso.
Io riuscii solo a tenermi con una mano alla sua giaccia e l’altra appena sopra la cinta, nonostante non ce ne fosse bisogno perché con il braccio libero Zayn mi stava stringendo accurato, piegandosi a baciarmi e facendo aumentare l’applauso generale in qualche fischio proveniente dalle prime file.
Ricordai le parole di mia madre sul fatto di non imbarazzarmi a baciarlo in pubblico o davanti a lei e papà e ricambiai serena il bacio unendo il naso al suo, avvertendo la sua mano accarezzarmi lo zigomo giù verso il collo fino a rigirarsi una ciocca dei miei capelli sciolti tra le dita portandomi a sorridere sulla sua bocca felice.
Riaprii gli occhi e immersa nei suoi occhi fui certa di essere nel posto giusto, tra le sue braccia, e con la sentita convinzione che ci sarei rimasta per molto tempo.
 

- dai la porto io la tua valigia – abbozzò Zayn quando l’ascensore del piccolo albergo francese si aprì al nostro piano, ricordandomi di essere già stata lì prima ma essere salita per le scale.
- ce la faccio, sono giovane su – ribattei contrariata che si sentisse costretto a fare quei gesti di cortesia, soprattutto data l’ora tarda dopo il viaggio in treno sotto la manica che ci aveva intrattenuti per le ore precedenti.
Feci per afferrare il mio bagaglio rosso ma il ragazzo mi precedette stringendo la maniglia tra le dita, uscendo dall’ascensore con una valigia per mano in un mio sbuffo teatrale.
Era stata una giornata lunga, finita la cerimonia avevamo passato il pomeriggio tra il pranzo nuziale e i vari festeggiamenti incluso il taglio della torta e il ballo che avevo fatto stretta nell’abito lungo che mi ero poi sfilata a casa nostra mettendomi in panni più comodi per il viaggio che ci attendeva.
Forse Parigi era scontata come meta, ma per me andava più che bene.
Zayn aveva voluto organizzare la luna di miele insieme a Harry come regalo di nozze e non mi aveva detto nulla fino al nostro arrivo sul suolo francese, finendo per portarmi nel vecchio hotel che mai avrei pensato di rivedere se non nei miei ricordi.
Mi aveva spiegato che avrebbe potuto scegliere qualsiasi altro albergo per passare la settimana di vacanza che ci aspettava ma fare un viaggio nei ricordi era di sicuro più originale, e io avevo concordato ritrovando ferma nel tempo la tenuta che ci aveva ospitati tutti nel viaggio con la scuola che ancora mi sembrava tanto vivido.
- tu non ti arrendi mai, eh? – borbottai divertita seguendo i passi di Zayn diretti con sicurezza per il corridoio lungo, ancora una volta senza darmi troppe spiegazioni.
- non mi sono arreso con te e guarda dove siamo! Dovresti essere felice – abbozzò sarcastico arrestandosi a un certo punto davanti a una porta che io riconobbi con diversi dubbi, voltandosi a scrutarmi con lo sguardo pieno e lanciando un’occhiata allusiva all’anello che tenevo alla mano sinistra e del quale mai mi sarei disfatta.
- sì ma non fare l’eroe, è stata.. una lunga giornata – sospirai ripensando all’orario del cellulare che poco prima aveva segnato le 21:03, arrendendomi a posargli un palmo sulla spalla con complicità quando i miei occhi vennero attratti dal numero della stanza che lui stava aprendo e che mi riportò a una realtà lontana.
Ma era amore il nostro? Il mio sì. Potevo finalmente dire di essermi innamorata, ci ero cascata dentro con tutte le scarpe.
- ti amo – mormorò Zayn serio facendomi mancare il respiro per qualche secondo. Probabilmente se non l’avesse detto lui l’avrei detto io.
Mi amava.. e aveva appena firmato la mia condanna.
In ogni modo sarebbe andata tra noi alla fine mi sarei ricordata di lui per sempre, avrei paragonato ogni ragazzo a lui e tutti sarebbero risultati inferiori.
Nessun altro avrebbe avuto quegli occhi, quel sorriso meraviglioso, quei capelli, quella risata..
Nessun altro avrebbe sopportato il mio carattere come faceva lui, non avrebbero risposto alle mie frecciatine, non sarebbero riusciti a farmi perdere il fiato solo sfiorandomi.
- ti amo Zayn – risposi solenne con gli occhi lucidi per poi tornare alle sue labbra in un sospiro arrancato.
Quelle parole non sarebbero andate sprecate come spesso facevano tutti i ragazzi, noi le avremmo dette quando i sentimenti avessero superato ogni altra cosa, e così era successo.
- la 118? Questa è la camera 118? – balbettai incredula che fosse arrivato a tanto, anzi sicura che non sarebbe stato fattibile, e il moro si voltò a sorridermi soddisfatto annuendo alla mia espressione colpita.
- ehi non potevo permettere che ci dormisse qualcun altro qui, è la nostra camera – se ne uscì lui sbarazzino strappandomi una risata emozionata, sorridendo allo scattare della serratura e spingendo la porta che si schiuse mostrando esattamente lo stesso scorcio sull’interno che ricordavo.
Quasi mi parve di rivedere il viso assonnato di Liam da più piccolo e di dovermi preparare il discorso per scambiarci di stanza, ma tutto mi apparve al buio se non per la finestra illuminata che permise al ragazzo accanto a me di spingere veloce le due valigie all’interno.
- non ci credo.. – mormorai riconoscendo le pareti color mostarda e il piccolo bagno lì a destra, non facendo in tempo a procedere che due mani si ancorarono attorno ai miei fianchi da dietro trattenendomi.
- dove credi di andare? Devo fare una cosa prima – sentii il tono sicuro di Zayn dire tirandomi a sé senza difficoltà, stranendomi prima che rigirandomi a guardarlo confusa lui potesse piegarsi appena e sollevarmi dalle ginocchia prendendomi così tra le braccia come una bambina.
Scoppiai a ridere all’istante e cercai di sfuggire alla sua presa, sicura però che non ci sarei riuscita, e solo dopo il ragazzo avanzò ridacchiando lasciandomi la prospettiva della sua mascella squadrata e della maglietta che strinsi divertita.
Con il piede accompagnò la porta a richiudersi dietro di noi e ci si appoggiò con la schiena per far scattare la sicura, continuando in seguito a camminare sereno come se non pesassi affatto.
Mi aggrappai alle sue spalle e nel frattempo diedi finalmente un’occhiata all’ambiente sempre uguale, notando poi con piacere i due letti singoli essere stati rimpiazzati da uno solo matrimoniale a dare sul panorama notturno della città.
- lo stiamo facendo sul serio? – borbottai ilare che mi avesse davvero portata in braccio oltre la soglia come dice una vecchia tradizione, buttando il capo all’indietro leggera ritrovando anche i due comodini ai lati del materasso.
- ti ho abituata troppo bene – commentò lui in scherzo tenendomi a forza nonostante non fosse troppo massiccio ma trattenendomi lo stesso pur di farmi sentire importante.
- cretino – esalai ridacchiando per la sua affermazione, rendendomi conto che in effetti aveva ragione e tirandomi in avanti con il busto per farmi più vicina al suo viso e mordicchiargli parte del mento in un gesto di gioco.
- ma sei proprio una peste! – esclamò tenendo il filo dello scherzo, ridendo sincero e mostrando così i canini che a me piacevano per qualche motivo strano – Marion non morde così – aggiunse ancora per stuzzicarmi e io non riuscii a non ridere ancora, stanca di prendere la parte della sostenuta perché la verità era che amavo Zayn come nessun altro.
Gli diedi un colpo sul petto mentre il ragazzo si accostò al letto e infine si mise a sedere sul bordo attento a non farmi cadere, continuando a stringermi e finendo quindi per accogliermi sopra le gambe e permettersi di circondarmi meglio con le braccia.
- mi stai paragonando al cane? – borbottai fintamente arrabbiata, spalancando gli occhi e vedendomi riflessa in quelli grandi del moro a cui infilai tra i capelli un palmo rovinandogli la pettinatura accurata.
- beh ti ho appena sposata, non conosco così bene Marion per farle la proposta – rispose con improvvisata serietà che mi fece ridacchiare ancora, seguendo la linea del suo sguardo che si era allontanato dal mio fino a che mi allungai per baciarlo facendo più pressione sul labbro inferiore e morderlo appena.
Zayn sorrise nel bacio e si rilassò appena gli accarezzai il volto con l’altra mano, sistemandomi più comoda sulla sua gamba destra e ricambiando il contatto più profondo che lui mi chiese tirandomi a sé complice e bisognoso di me come sempre per qualche ragione a me ancora sconosciuta.
Allacciai meglio le braccia lungo il suo collo e respirai il suo profumo fresco, avvertendo alcune sue dita allungarsi dietro la mia testa passandole tra i capelli lunghi e più curati del solito.
- ti ho già detto che sei bellissima, vero? – mormorò tra i baci facendomi arrossire e portandomi a sorridere di nuovo, ricordandomi di quando me l’aveva sussurrato all’altare e appena usciti dalla chiesa, durante il pranzo e in attesa del nostro treno.
- può essere – dissi vaga con tono ilare, stringendolo più forte e concedendogli l’amore che potevo dargli.
- ah aspetta un attimo! – trillai però poco dopo quando una pura ed eterna curiosità mi colse, sfuggendo a un uso bacio che si fermò nell’aria e facendolo stranire nell’espressione accigliata.
Sfuggii dalla sua presa seguita dai suoi occhi curiosi e salii sul materasso, muovendomi a carponi fino a raggiungere con le mani il comodino sinistro e il primo cassetto che non tardai ad aprire frenetica.
- cosa stai cercando? – bofonchiò Zayn non capendo il mio gesto, allungandosi sul letto al mio fianco per cercare di cogliere quello che non avevo saputo spiegare.
Guardai meglio dentro il cassetto in legno e lo trovai vuoto in un sospiro consapevole, immaginando per qualche vago sogno che potesse ancora contenere il pacchetto delle caramelle di Liam che io e Zayn avevamo condiviso quella sera lontana e che era stato dimenticato lì dentro.
Non potevo continuare a vivere nel passato, erano passati anni e quando in una strana delusione non vidi il sacchettino di liquirizie mi rigirai a guardare Zayn che se ne stava a squadrarmi ignaro, rendendomi conto che almeno una cosa era rimasta ferma nel tempo.
- cosa c’è? – sussurrò stranito sentendosi osservato, non riuscendo subito a reagire quando lo baciai di nuovo spinta da un desiderio lontano.
L’amore per il ragazzo che avevo sempre avuto accanto era l’unica certezza che mi era rimasta, ritrovando lo stesso sguardo vivido dopo gli anni e le sfide che avevamo passato.
- grazie di esserci – risposi sincera contro il suo viso, capendo che fidarmi delle sue parole in quegli anni era stata l’unica cosa buona che avessi mai fatto in tutta la vita.
Le labbra piene si aprirono in un sorriso imbarazzato dopo qualche secondo perché lo stavo fissando in silenzio.
- che c’è? – chiese confuso notando forse la mia tensione, accarezzandomi appena una guancia scendendo fino alla mascella.
- grazie – mormorai dopo qualche secondo spiazzandolo probabilmente.
- per cosa? – domandò non capendo, aggrottando le sopracciglia scure.
- per essere qui – risposi semplicemente e lo vidi trattenere il respiro – per non essertene andato come tutti gli altri – continuai vedendolo poi accennare un sorriso comprensivo.
- non me ne vado da nessuna parte Scarlett – affermò avvicinandosi più al mio viso facendomi perdere un battito, anzi forse anche più di uno.
- e grazie per tutte le attenzioni.. – dissi ancora quando fu ad un centimetro dalle mie labbra - ..perché anche se non lo faccio vedere mi fai arrossire ogni volta – ammisi guardandolo negli occhi, riuscendo ad aprirlo in un sorriso.
Si allungò sul mio corpo fino ad arrivare col viso sopra il mio e affondò i gomiti sul materasso a lato dei miei fianchi per non pesarmi addosso.
- credi che non me ne accorga? – chiese stupendomi. Sapevo di arrossire spesso, ma non credevo si vedesse tanto.
- speravo non così tanto – mormorai un attimo prima di ricevere il suo bacio.
Posò le mani sulle mie guance mentre premette le sue labbra sulle mie lentamente, e come poche volte nella mia vita mi sentii felice.
Il suo profumo mi inebriò e quando il suo respiro s’infranse col mio, le sue guance sfiorarono le mie, il suo naso strusciò contro il mio, credetti di essere la donna più fortunata della terra. E in un certo senso lo ero. Non ero  ricca, non ero immortale, ma avevo al mio fianco qualcuno che mi amava che era la cosa più importante. Perché quando ero giù di morale, quando tutti mi davano contro, lui c’era sempre stato e mi aveva fatta sentire unica e speciale ogni volta.
















  

Buonsalve!
Siamo arrivati all'epilogo di questa storia.. giuro, mi sento male.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto perché è venuto più lungo di quello che mi aspettavo ahahah
I miei bambini si sono sposati, posso piangere? No, scherzi a parte, volevo precisare che al di fuori di tutto non trovo molto sano il matrimonio a 21 anni *riferimenti casualmente non casuali* perché c'è tempo e finchè si è giovani si deve pensare a divertirsi ma questa è una ff e insomma, ci sta ahahahah
P.S. i capelli di Zayn da sposo sono tipo quelli della gif in bianco e nero, ma dettagli.
Voglio seriamente ringraziare tutte voi per essere arrivate fin qui e per avermi lasciato nel tempo recensioni e messaggi stupendi, è anche per voi che sono riuscita a concludere la ff e di mettermi alla prova.
Molte di voi hanno notato ciò che volevo trovaste nella storia, ovvero la cresciuta dei personaggi pur restando comunque sempre gli stessi, che è ciò che andrebbe fatto nella vita *fa un discorso quasi serio* ovvero fare errori, comprenderli, prendere nuove consapevolezze e diventare più maturi pur rimanendo fedeli a sè stessi. Essere un po' infantili e spensierati non vuol dire essere immaturi, questo è il messaggio fondamentale.
Farò delle one-shot Zarlett ogni tanto magari ma adesso mi concentrerò sulla nuova ff su cui lavoro da un po' (qui c'è il "trailer" se volete, potrebbe non vedersi sui cellulari ma dal pc sì
 https://www.youtube.com/watch?v=khNsDnFFV4w&list=UUaeQAbQGFQkP-zZ3yeWb-rg ) sempre su Zayn ma comincerò a postarla tra qualche mese in modo da poter avere più capitoli anche se ne ho già scritti una decina e sono entusiasta, vi farò sapere!
Davvero vi mando un bacio immenso, potete trovarmi su twitter come @hiseyesonmine se volete.
Grazie ancora per aver letto le umili cose che provo a scrivere, siete fantastiche.
Ci sentiremo ancora, un abbraccio a ognuna di voi!
   
 
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