Epilogo
George
rimase per qualche minuto in silenzio in quell’aula, non
sapeva cosa pensare.
Si
passò una mano tra i capelli prima di sbattere il pugno
sopra il tavolo.
Uscì
di corsa dall’aula, nervoso e arrabbiato come non mai.
Non
rispose a tutti quelli che durante il tragitto lo salutarono o lo
fermarono per
complimentarsi per la partita.
Arrivò
nella sala comune e si buttò sul divano.
Ad
un tratto dai dormitori scesero Harry e Ginny.
-Quindi
alla prossima gita me la comprerai quella fantastica sciarpa?- chiedeva
lei.
-Certo…
le promesse sono sempre promesse…- rispose ridendo
l’altro.
I
due notarono il rosso disteso in silenzio sul divano.
-Ehi
George che ti è successo?- gli domandò la
sorellina, inginocchiandosi, per
avere il viso allo stesso livello del fratello.
-Niente
Ginny…-.
-Non
ci credo che non hai nulla…-.
-Non
capisco cosa sia successo… stava andando tutto
così stranamente bene…- iniziò
alzando le mani al cielo prima di riappoggiarle senza delicatezza sulla
fronte.
-Ma
cosa? Spiegati meglio…-.
-Pansy…
stava andando così bene…- ripeteva quello.
Ginny
sentì lo stomaco stringersi.
-Perché
c’era qualcosa tra voi due?- domandò Harry, mentre
la sorella si accomodava
sulla poltrona col volto chino.
-C’era
hai ragione! C’era! Perché senza motivo
è tutto finito… non capisco…-
sbottò il
rosso, mettendosi seduto.
Mise
la testa tra le mani, con i gomiti appoggiati alle ginocchia.
-Forse
so io cos’è successo…- fece per dire
Ginny.
-Come?-
le chiese il fratello, facendo spuntare il viso dai palmi.
-Ieri
io e la Parkinson abbiamo avuto una discussione… e mi sono
fatta sfuggire il
fatto della scommessa…-.
-Cos’hai
fatto tu??- urlò George alzandosi.
-Scusami…
non pensavo che fra voi ci fosse seriamente qualcosa…
pensavo la stessi solo prendendo
in giro…- si difese la sorella, sul punto di mettersi a
piangere.
-Prenderla
in giro? Lei ha pensato questo di me… devo
andare…- concluse il rosso.
-George
è tardi.. fra un poco verrà servita la
cena…-.
Ma
il rosso era già uscito e il quadro si era chiuso alle sue
spalle.
-E
quindi tu e Draco siete tornati ad essere una coppia felice?- domandava
Millicent a Pansy, che però aveva altre cose a cui pensare.
-Come
scusa? Non ti stavo ascoltando…- disse sinceramente,
sperando di togliersela
dai piedi.
-Ti
vedo strana Pansyna…- continuò quella.
-Evita
di deturpare il mio nome... e comunque sto benissimo…-.
-A
me non sembra…- continuava quella mentre addentava un pezzo
di pane.
La
Serpeverde non rispose, si voltò verso il tavolo dei Grifoni
e per qualche
secondo sperò di vederlo mentre si avvicinava per chiederle
scusa.
Ma
quel pensiero si dissolse quasi immediatamente.
-Ehi
Parkinson complimenti per il voto con la Mcgranitt…-.
-Grazie
Dra…- le aveva risposto lei, baciandolo.
Il
baciare quelle labbra fredde non aveva nulla a che fare con lo baciare
quelle
stupende del suo Grifone.
-Ragazzi…
io ora salgo…-.
-Ma
non hai mangiato nulla…- constatò il biondo,
notando il suo piatto pieno di
pietanze.
-Sì,
è che non ho fame..-.
-Okay
piccola… ci vediamo tra poco…-.
Uscita
dalla sala grande si trascinò verso i sotterranei,
sbadigliando un paio di
volte.
Dopo
aver sceso le due rampe di scale non poté non notare un
ragazzo appoggiato alla
porta dell’aula di pozioni.
George
l’aspettava da qualche minuto ormai nel quale si era provato
un discorso che
sapeva di aver già scordato.
Quella
lo fissò per qualche secondo prima di passargli accanto
senza voltarsi.
Il
Grifondoro la prese per un braccio e la bloccò.
-Mollami
Weasley…-.
-Hai
frainteso…- iniziò lui, mentre lei cercava di
liberare la manica.
-Cosa
ho frainteso?? Che mi hai preso in giro tutto questo tempo! Immagino la
grande
festa che hanno organizzato in tuo onore quando hai detto a tutti di
essere
riuscito nel tuo intento…- disse lei, fulminandolo con uno
sguardo freddissimo.
-È
vero l’ammetto… è iniziato tutto per
una stupida scommessa…-.
Quella
sbuffò.
-Aspetta
fammi finire… io ringrazio continuamente di aver accettato
quella scommessa…
perché mi ha permesso di avvicinarmi a te…-.
-E
di spezzarmi il cuore…-.
-No,
non dire così… io non ho mai voluto spezzarti il
cuore…!- continuò il rosso,
mentre lei asciugò velocemente una lacrima, prima che questa
potesse continuare
il suo percorso sulle guancie rosse.
-Beh
mio caro… l’hai fatto… io mi sono
mostrata vulnerabile… è questo è il
ringraziamento per averti dato fiducia…-.
-Pansy…
ascolta…-.
-No,
basta. Ho sentito abbastanza per oggi. Buonanotte Weasley-.
Si
divincolò dalla presa e si allontanò.
-Parkinson…
ti prego ascolta solo una cosa permettimi di dirti ciò che
avrei già dovuto
dire da tempo… e poi te ne potrai andare… ti
lascerò in pace…-.
Quella
si voltò, con le mani sui fianchi.
-Pansy…
ti amo….- sussurrò quello.
-Come
scusa?- chiese lei, strabuzzando gli occhi, facendo un passo verso di
lui.
-Sì,
ti amo… niente di più semplice…-.
-Era
questo quello che volevi dirmi l’altra volta?-
domandò.. ormai erano
vicinissimi.
-Sì,
è la prima volta che lo dico… sono uno stupido lo
so.. ma…-.
-Anche
io ti amo George…- lo interruppe lei, sorridendo.
-Davvero
stai dicendo?-.
-Non
mentirei mai su cose del genere…-.
-Quindi…
faccenda chiusa?-.
-Chiusissima…
sei il primo ragazzo che mi dice una cosa del genere… ed
è la prima volta che
io provo un sentimento come questo…-.
Lui
le passò una mano tra i capelli corvini.
-Grazie
per avermi perdonato…-.
-Grazie per tutto…-.
The Princess vi saluta.