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Autore: Lady_Crazy    05/09/2014    1 recensioni
PREQUEL DI FLY WITH ME.
“Potevo sentire il mio cuore battere. Potevo sentire il cuore di tutti. Potevo sentire il rumore che gli uomini fanno da fermi. Nessuno di noi si è mosso. Nemmeno quando la stanza è diventata buia”.
-Raymond Carter
Eleonoire; la sedicenne francese in scambio culturale. La classica bionda con un corpo da sballo, facile e divertente... Questa storia sarebbe troppo banale se si limitasse a questo, se si limitasse alla storia d’amore fra il ragazzo col cuore di pietra e la ragazza facile che diventa una santa… No, Elle non è di certo così. Elle è forte, si, è anche bella, e anche divertente. Ma è proprio quando pensi di conoscerla davvero che devi ricrederti… Harry lo ha sperimentato tante volte, quante volte l’ha persa, e quante l’ha ritrovata… Quante volte la normale vita quotidiana ha perso svolte inaspettate… Una storia d’amore, intrecciata con l’amicizia, vera o falsa che sia, di ragazzi e ragazze ma soprattutto di esseri umani…
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

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Una settimana più tadi
 
-Elle c'è della posta per te!- urla mia madre dal piano inferiore. Non ricevo molte lettere, anche perchè oramai grazie alla tecnologia, è più facile ricevere delle e-mail o dei messaggi in chat su facebook. Discendo velocemente la scalinata di marmo che mi divide dal salotto. Mia mamma è seduta alla scrivania e si passa fra le mani buste e documenti riguardanti la banca ed il suo lavoro. Senza nemmeno guardarmi mi porge una busta bianca immacolata. La volto e trovo stampato in corsivo il mio nome e il mio indirizzo. Con l'aiuto del tagliacarte la apro.

-Chi la manda?- chiede alzando finalmente lo sguardo, le lascio leggere il mittente

-Leggila velocemente, poi buttala, che se la vede tuo padre sono guai!- mi sgrida in tono severo. Apro la lettera e inizio a leggere attentamente le righe. Rimango pietrificata nel leggere "... La invitiamo, dunque, ad unirsi nel dolore della famiglia, parenti e amici il giorno 3 Marzo in occasione dei funerali, seguirà un rinfresco per la commemorazione.." il mio sguardo è vitreo

-C'è qualcosa che non va Elle?- domanda mia madre, ma io non la ascolto, troppo impegnata cercare freneticamente il cellulare sul tavolo, fra le mille cianfrusaglie. Quando finalmente dopo mille imprecazioni lo trovo digito il numero di Abby sperando che mi risponda

-Dai cazzo...- dico fra me e me mentre il cellulare suona a vuoto. Quando sto per mettere giù finalmente mi risponde, quando sento i suoi singhiozzi dall'altra parte del telefono capisco che allora è tutto vero. Cado in un piano disperato. Passano alcuni istanti ma non mi calmo, la mia amica invece sembra tranquillizzarsi un pochino

-Verrai?- domanda con voce flebile, annuisco anche se so che non può vedermi...

-Prendo il primo volo...- noto mia madre portarsi una mano alla bocca,e  sedersi sul divano lievemente sconvolta.

Chiudo la comunicazione con Abby, anche perchè non saprei più cosa dirle e mi rialzo da terra. Mia madre non dice nulla e mi abbraccia cercando di confortarmi. So che infondo, lei non può capire, e penso che se fosse per mio padre non mi permetterebbe neanche di andare al funerale. Quando mi asciugo le lacrime con fare meccanico salgo le scale e mi avvio al computer alla ricerca del primo volo per Londra,  ne trovo uno e nonostante il prezzo esorbitante prenoto i biglietti e li stampo. Poi infilo in una borsa un po' di vestiti alla rinfusa  e cose che possono servirmi per la mia breve permanenza e attendo seduta in silenzio sul letto, senza lasciar trapelare alcuna emozione. Quando percepisco il suono della chiesa poco distante da casa mia, mi alzo e scendo per le scale con la mia borsa in spalla. Mia madre è nel salone che parla con mio padre

-Qualcuno mi accompagna all'aeroporto? O devo chiamare un taxi?- dico seria. Mio padre si alza e mi viene incontro accarezzandomi i capelli 

-Non credo sia il caso che tu vada tesoro..- dice guardandomi negli occhi 

-Io credo di si, invece... Non mi fermerai di certo tu...- rispondo prendendo il telefono in mano

-Hai prenotato almeno un albergo dove stare?- interviene mia madre

-Starò da Abby per qualche giorno...- spigo mentre digito il numero del taxi

 
 *    *    *
 
Dopo circa un ora e venti di viaggio atterro all'aeroporto di London-City e dopo un'altra ora scarsa di viaggio in taxi arrivo a quella che considero la mai seconda casa. Quando suono al campanello passano solo pochi secondi prima che Abby mi travolga in un abbraccio E insieme ricominciamo a piangere. Poi quando ci tranquillizziamo prepariamo un tea e ci accomodiamo in sala da pranzo a chiacchierare
-I tuoi?- chiedo mentre verso dello zucchero nella tazza

-Mia madre aveva da fare in università, mentre papà è di nuovo ad Edimburgo per lavoro...- dice 

-Quando lo avete saputo?- domando ad un certo punto

-Stavo per chiamati, ma mi hai anticipato, non lo vedevamo in giro da un po'... Ma sai com'è... era... fatto... poi lo hanno trovato lì in salotto, e...- incomincia a tremarle la mascella per questo non la obbligo a dirmi altro -È  morto domenica verso le cinque del mattino, era ancora vestito di tutto punto, come la sera precedente...- spiega lasciandosi andare sulla sedia.

Durante il pomeriggio non facciamo molto, ma ci ritroviamo a casa di Chloe per parlare un po’ tutti insieme, dato che il padre ha incaricato tre di noi per fare il discorso commemorativo.

Il mattino seguente alle dieci meno venti io ed Abby usciamo di casa e ci dirigiamo verso la chiesa accompagnate in auto da Dylan. Non sono poche le persone che vi prendono parte. Quando entriamo, alla vista della bara infondo alla navata, scoppio nuovamente in un pianto disperato. Dylan mi abbraccia e mi accompagna a sedermi.

-Siamo tutti qui riuniti oggi di fronte a Dio per dire addio a Dominic, figlio, fratello e amico…- alle parole del pastore la funzione comincia e fra pianti e lacrime arriva il momento del mio discorso. Mi asciugo con un dito le lacrime e mi alzo avvicinandomi all’ambone. Incomincio il mio discorso senza guardare le centinaia di persone di fronte a me

-Conoscevo Dom da parecchio tempo… Lui, era… un ragazzo un po’ strano, era sempre sulle sue, e penso che sia difficile anche per me dire di conoscerlo davvero. In effetti, ci sono ancora molte cose che non so di lui… Cose che al momento possono sembrare importanti, tipo il suo colore preferito o roba del genere. Ricordo la prima volta che lo vidi, parecchio distante da qui, a Phoenix in Arizona, non amo parlare di quel periodo della mia vita, perché furono i mesi nei quali mi avvicinai alla droga… Non penso che fosse un segreto la sua dipendenza…

Non è la prima volta che perdo qualcuno in questo modo, prima di lui c’è stato Jordan, il nostro migliore amico, che è venuto a mancare quasi un anno fa, anche lui per un’overdose… A pensare che lui sia morto, riflettendoci bene,  sarei potuta esserci stata io al suo posto. Si, sabato notte ero con lui, e degli altri amici, alle quattro mi ha portata a casa, e poi, beh, mi hanno detto che è morto fra le quattro e mezza e le cinque e mezza. E sembra inconcepibile che nessuno se ne sia accorto fino a martedì mattina… Ma del resto Dom era così, era capace di sparire per settimane e tornare come nulla fosse… Qualche giorno d’assenza, non era così preoccupante…- i presenti mi guardano, cercando di cogliere il senso del mio discorso. Sinceramente non so neppure io cosa voglio realmente dire.

-Quello che mi sento di dire è, che… è così triste vedere quante persone ci siano oggi, quante persone in realtà gli vogliono bene, quando invece la causa della sua morte sia il suo senso di solitudine. Perché Dom sostanzialmente era solo…. Qualche sera fa, avevamo discusso riguardo a lui, alla sua dipendenza, e a quella che era stata la mia, dovevo immaginare che se lo sentisse.
A volte penso che Dom avrebbe dovuto fare il poeta. Se ne usciva sempre con delle farsi che ti lasciavano spiazzata, e ricordo che quando succedeva mi dicevo sempre “Perché quando non si fa sembra così stupido?” La risposta? Si, la droga lo ha rovinato, ma lo ha anche in un certo senso migliorato.-

 
The End

Ringraziamenti:
Tutte le lettrici
Tutte coloro che hanno recensito
La mia Vane che mi ha insegnato a fare i banner.
Ci rivediamo tra poco con il sequel, recensite in tante <3

Lady Carzy
   
 
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