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Autore: prongs95    25/09/2008    1 recensioni
Deve ancora cominciare il settimo anno per Lily e le vacanze sembrano non finire mai, quando finalmente la sua best la invita a trascorrere il weekend in una spiaggia magica molto famosa, in cui per Lily ci sarà una sorpresa...
Ad Hogwarts sarà come sempre perseguitata da James Potter e scoprirà molte cose sul suo conto. Intanto anche la guerra comincia a diventare sempre più pericolosa. Che cosa accadrà a Lily e James? Leggere per sapere!!!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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 AL MARE… CON LUI???


Sabato mattina, la sveglia suonò puntuale, come Lily l’ aveva puntata. La rossa, sbadigliando, si voltò a guardarla. Dopo alcuni secondi riuscì finalmente a distinguere le posizioni delle lancette. Erano le sette.
Le sette?
La ragazza decise che doveva darsi una bella mossa: lenta com’ era, sarebbe stato un miracolo essere pronta per le nove come le aveva detto Miley, e rimpianse di non essersi svegliata almeno mezz’ ora prima.
Si precipitò in bagno con la velocità di chi è inseguito da un branco di cani randagi e, per la fretta, poco ci mancò che andasse a sbattere contro lo spigolo della porta. Aprì il rubinetto e immerse il viso nell’ acqua gelata per assicurarsi di essere completamente sveglia.
Dopodiché si diresse verso le scale, dove constatò che evidentemente non si era spruzzata acqua a sufficienza, visto che non poté evitare un bel ruzzolone.
Niente da fare, era proprio agitata.
Con la schiena ammaccata e dolorante, entrò in cucina. Decise che per quella mattina avrebbe rischiato di far saltare in aria la casa, pur di cucinare qualcosa. Di solito ai fornelli se la cavava piuttosto bene, però aveva sempre un po’ il timore di sbagliare, forse perché, essendosi abituata con la magia, la tecnologia non era più il suo forte, e in verità non lo era mai stato. Pensò a qualcosa di semplice e veloce da preparare. Se fosse stato per lei, avrebbe anche cucinato abbastanza da sfamare un branco di lupi, ma il suo problema era il tempo, la cui nozione le sfuggiva sempre. Alla fine optò per l’ insalata di riso, per i tramezzini col prosciutto e per la pizza. Tuttavia, credette di non aver preparato abbastanza, e per lei era meglio portare troppo, che troppo poco. Quindi tagliò tutta la frutta che c’ era in casa, chiedendosi se Miley avrebbe apprezzato i suoi spiedini. Per quanto la riguardava, era ghiotta di frutta come suo padre, per cui preparò più spiedini che poté e ne lasciò metà nel frigorifero, pensando che anche lui li avrebbe mangiati con grande piacere. Infine, ficcò tutti i viveri in una borsa frigo, in cui mise anche delle patatine, delle bottiglie d’ acqua e bibite varie.
Ebbe persino il tempo per concedersi un quarto d’ ora, che passò a trangugiare latte e cereali, anche se non finì la colazione. Stava masticando in fretta una cucchiaiata di cornflakes, quando il suo sguardo si posò sull’ enorme orologio sopra la televisione. Il boccone le andò di traverso quando lesse l’ ora: le otto e mezzo.
I preparativi del cibo avevano richiesto più tempo di ciò che aveva calcolato, e ora doveva sbrigarsi.
Andò in camera sua e salì in soffitta. Quando fu là sopra frugò freneticamente dentro a un baule e ne estrasse il suo zaino preferito.
Poi tornò dabbasso, e lo riempì con due teli da mare, un accappatoio, dei cambi, dei vestiti, un bagnoschiuma, uno shampoo, una spazzola, dei fazzoletti di carta, delle salviette, un materassino (che aiutò ad allargarsi in modo da farci salire anche una mezza dozzina di persone), un sacco a pelo e una tenda. Ovviamente fece un incantesimo che rimpicciolì gli oggetti, tanto che nello zaino ce ne potevano entrare altrettanti e di altrettanto peso e dimensione.
Aveva appena spalancato le ante del suo armadio per scegliere con calma quali vestiti indossare, quando sentì un’ energica scampanellata in stile Miley Jones.
Per fortuna, nel frattempo sua madre si era svegliata, perciò, vedendo che sua figlia era in difficoltà, andò lei ad aprire. Accolse Miley con un sorriso, facendola accomodare in cucina e invitandola a mangiare dei biscotti al cioccolato appena sfornati.
-Grazie, signora Evans, è davvero troppo gentile- la voce squillante e familiare di Miley giunse fino alle orecchie della rossa, -A proposito, ha ricevuto la lettera che le ho spedito?- s’ informò, e Lily non poté fare altro che domandarsi cosa diamine dovesse dire Miley a sua madre.
Miley Jones era davvero una bella ragazza: alta, magra e slanciata, con lisci capelli dorati che arrivavano fino a metà schiena e vivaci occhi di un azzurro scintillante. Era di carattere molto semplice, allegra ed estroversa, sempre pronta alla battuta e ad affrontare la giornata con il sorriso. Molto probabilmente era proprio a causa di quelle sue caratteristiche che aveva tanto colpito Lily, la quale si ritrovava con un carattere del tutto differente. Invidiava Miley, perché era esattamente come lei avrebbe voluto essere: sempre felice e spiritosa, anziché timida ed introversa. Tuttavia, anche i numerosi pregi di Miley causavano numerosi svantaggi. Infatti, la ragazza era terribilmente fragile e vulnerabile. Insomma, la sua infinità bontà la rendeva una preda incredibilmente facile. Comunque, Lily si ritrovò a riflettere anche sul suo modo di essere. La sua aria sicura e decisa non era altro che una maschera che si era creata per nascondere agli altri le sue debolezze, cosicché tutti la credevano forte, fiera e altezzosa, maledettamente convinta di ciò che faceva e con la piena coscienza delle sue azioni, nonostante fosse l’ esatto contrario. Le due ragazze andavano tanto d’ accordo perché erano le due metà perfette di una mela, anche se in realtà il loro carattere non era così opposto, e nemmeno le loro debolezze. Semplicemente, ognuna vedeva la vita sotto una diversa prospettiva.
In tutti quegli anni a Hogwarts, solo Miley aveva deciso di esserle amica, grazie alla sua mania di non fermarsi mai all’ apparenza, e solo lei ci era alla fine riuscita. Era riuscita a scoprire (anche se impiegò un sacco di tempo, e dovette ricorrere all’ uso delle pinze) chi fosse davvero Lily Evans. E, pur sapendo che mostrava solo la falsa parte peggiore di sé, l’ aveva accettata così com’ era, e riusciva a leggerle negli occhi e nel cuore.
Lo stesso valeva per Lily. Dopo tanti anni, ognuna era per l’ altra un libro aperto, ormai, e anche se avessero voluto, non sarebbero state capaci di nascondersi nulla.
-Certamente, cara, per me va bene- Lily udì la risposta di sua madre, -E poi se li frequenti tu, sono sicuramente dei bravi ragazzi, per cui non mi preoccupo- in quel momento, la rossa si convinse di non aver afferrato bene ciò che sua madre aveva detto, -Comunque dammi pure del tu, e chiamami semplicemente Susan- proseguì, e a Lily scappò una smorfia: sua madre era sempre la stessa, e avrebbe continuato a detestare i registri formali.
-Come vuole, signora… Ehm, come vuoi, Susan- si corresse subito Miley.
-Così mi piaci, cara- sorrise Susan.
-A proposito, Susan, ti ringrazio per la tua ospitalità e mi auguro di non disturbare troppo- aggiunse dopo un po’ la bionda.
-Ma figurati, cara, nessun disturbo, ci mancherebbe...-  rispose affabilmente la signora Evans, lanciando un’ occhiata alle scale, -Scusami un attimo… Lily!- chiamò, vedendo che la figlia ci metteva un po’ troppo.
-Arrivo!- esclamò una voce dal piano di sopra. Miley la riconobbe subito.
Poco dopo, Lily Evans apparve sulla soglia della cucina.
Se Miley era bella, di Lily non si poteva di certo dire il contrario.
La ragazza portava uno zaino verde militare in spalla, decorato con varie spille e tutto ricoperto di scritte fatte con dei pennarelli indelebili di diversi colori. Indossava una canottierina sintetica bianca, che aderiva perfettamente con il suo ventre piatto, una minigonna in jeans e delle infradito blu con sopra disegnata la bandiera brasiliana. Il sole che entrava dall’ enorme finestra faceva brillare i suoi lisci capelli rosso scuro, che ora ricadevano sciolti sulle spalle, chiazzati qua e là da striature di un rosso più chiaro, e donava ai suoi occhi una luce nuova, facendo risaltare il bellissimo verde delle sue iridi.
La ragazza era davvero contenta di rivedere la sua migliore amica, e le sarebbe sicuramente corsa incontro per abbracciarla, se solo il suo pessimo carattere non l’ avesse frenata. Purtroppo tra il cuore e la ragione, riusciva a riporre fiducia solo in quest’ ultima. Comunque la sua compostezza fu del tutto inutile, perché fu Miley a correrle incontro non appena la vide, sapendo che se avesse aspettato che la rossa facesse la prima mossa, con buone probabilità, a Pasqua sarebbero state ancora ferme immobili nella stessa posizione.
-Lily!- esclamò la biondina, gettando le braccia scoperte al collo della rossa, la quale rispose con entusiasmo (non manifestato, ma che Miley colse lo stesso), all’ abbraccio, -Quanto mi sei mancata!- la rossa non rispose, anche se una vocina dentro di sé disse che anche per lei era così.
Susan fece finta di essere occupata ad impastare altri biscotti, ma quando vide con la coda dell’ occhio che le due amiche si scioglievano dall’ abbraccio, disse:
-Lily, perché non porti con te questi biscotti che ho appena fatto? Sono ancora caldi…-
-E così voi rimarrete senza?- rispose la rossa, decisa, -No, grazie, mamma, ma credo che piuttosto rinuncerò io-
-Non preoccuparti, cara, ne sto già infornando degli altri- la rassicurò la madre, mentre metteva i biscotti appena sfornati in una teglia, per poi porgerla alla figlia.
La rossa la prese e la fece entrare nella sua borsa frigo. Anche quella risultò così gonfia che Lily dovette fare un altro incantesimo per farci stare tutto il necessario.
Ovviamente, la bacchetta di Lily, come del resto quella di Miley, finì in una tasca super protetta dello zaino accessoriato della rossa.
Infine, Susan schioccò un bacio sulla guancia della figlia, dicendo:
-Mi raccomando…-
-Su, mamma, è tutto sotto controllo- la rassicurò Lily, -Dai un bacio a papà da parte mia-
-Certo, certo…- annuì sua madre, -Voi fate le brave, e non cacciatevi nei guai…-
-Intenzionalmente, non lo facciamo mai- rispose Lily, -Casualmente… Beh, sono i guai che trovano noi-
-Non ti preoccupare, Susan, saremo due angeli- scherzò Miley, mentre una falsa aureola le spuntava sulla testa.
Susan baciò anche lei, poi le ragazze uscirono.
-Ciao, mamma! A lunedì!- la salutò Lily, e si avviò con Miley al suo fianco.
 
Quando furono fuori dalla portata di orecchie indiscrete, Miley stritolò Lily in un altro di suoi abbracci soffocanti e disse: -La mia rossa! Oh, Lily, avevo così tanta voglia di vederti…-
-Certo, e di sicuro ne avrai per tutta la vita, se non la smetti con i tuoi ingenui tentativi di soffocarmi…- commentò la rossa, prima di sorridere e di dire: -Comunque, io di te mi fido poco…-
-Perché?- domandò Miley, che non aveva capito a cosa alludesse l’ amica.
-La sorpresa…- disse una Lily Evans piuttosto irritata. Era evidente che essere tenuta sulle spine non le faceva un grande piacere.
Miley capì, e cominciò a ridacchiare ininterrottamente.
-Oh, quello- disse, senza smettere di sghignazzare con perfidia.
-Avanti, adesso penso di avere il diritto di sapere di che si tratta- la spronò Lily, stizzita.
-Eh, cara la mia Lily, non mi posso proprio pronunciare- si limitò a dire Miley, facendo il gesto di chiudersi le labbra con una cerniera invisibile, e trattenendosi dall’ aggiungere: “Anche perché se lo sapessi, non vorresti più venire”. Tuttavia non pensò nemmeno di esprimere a voce alta quel pensiero, sapendo che se l’ avesse detto, la sua migliore amica si sarebbe bloccata finché non lo avesse saputo.
-Va bene, andiamo, allora- sospirò Lily, -Tanto so che non me lo dirai- si arrese.
-Oooh, Lily Evans che si tira indietro subito?- cantilenò Miley, -Comportamento alquanto strano…- commentò, con l’ imitazione perfetta di un detective dall’ aria sospettosa.
Lily le fece la linguaccia e sorrise, finché la biondina riprese:
-Allora, rossa, come hai passato queste sei settimane senza di me? Come hai fatto a privarti dell’ ingrediente fondamentale della tua vita?- scherzò.
Lily abbozzò un sorriso, poi i suoi occhi verde smeraldo si fecero più cupi.
-Adesso cammineremo per un po’, poi nel bosco ci sarà la Passaporta che ci condurrà alla spiaggia- spiegò Miley, credendo che Lily prima non avesse sentito la sua domanda, -Parte ogni dieci minuti-
-Ehi, Lily, ma che è quella faccia?- si preoccupò, vedendola particolarmente giù, -Che ti succede? Non mi hai sentito, prima? Ti ho chiesto come hai trascorso le ultime settimane-
La rossa non si prese la briga di aprir bocca.
-Lily?- la chiamò Miley, visibilmente in pensiero, -Lily!-
La rossa fissò l’ amica, in modo quasi assente, poi, sempre cupa, continuò a camminare concentrando il suo sguardo sull’ erba morbida e profumata.
-Lily… Perché non me ne vuoi parlare?- la incitò la bionda, -È andato tutto storto, eh?-
Lily annuì.
-Petunia- disse in un sussurro.
-Avete litigato?- Miley si fece attenta. Conosceva la situazione che si era creata tra lei e la sorella, da quando Lily frequentava Hogwarts, e da come la rossa gliene parlava, aveva dedotto che Petunia dovesse essere un’ insopportabile pettegola, una di quelle persone nate per seminare zizzania.
-Ovvio- rispose Lily, -Ma questa volta sento di averla persa per sempre, Miley, lo so-
-Non è colpa tua, Lily- la consolò Miley, nonostante facesse fatica a capire come Lily riuscisse a perdere ancora tempo con quell’ opportunista di sua sorella, -Se le vostre strade erano destinate a dividersi, anche se non avessi mai messo piede a Hogwarts, non avresti potuto fare niente-
-Ma lei mi odia, Miley, e io non riesco a capire perché!-
-Te lo dico io perché- rispose con semplicità Miley, -Perché è gelosa. Di un po’, da bambine vi capitava mai di litigare?-
-Certo, come tutte le sorelle, ogni tanto bisticciavamo per un nonnulla-
-E che genere di litigi erano?- s’ informò la biondina.
-Mah, di solito capitava a Natale- raccontò vaga Lily, -Petunia sosteneva di ricevere sempre i regali più brutti e di valore inferiore ai miei-
-Lo vedi?- disse Miley, -È come dico io: Petunia è gelosa. Le da fastidio che tu faccia una cosa che lei non sa e non può fare. Insomma, non vuole essere superata da te in nessun campo, desidera essere la figlia perfetta e superiore in tutto-
-Tu dici?- chiese la rossa con stupore, -Non avrei mai creduto che Petunia fosse così- aggiunse, sinceramente offesa.
-Beh, di solito tutte le persone sono diverse da ciò che sembrano- concluse la biondina, con un’ alzata di spalle, -Comunque, noi oggi dobbiamo divertirci, ok?- aggiunse, per cambiare discorso, -Quindi non devi assolutamente pensare a Petunia o ad altre cose, pensa che finalmente siamo insieme e ci divertiremo un mondo, al mare!- concluse, con un sorriso incoraggiante.
Lily ricambiò, poi Miley la esortò:
-Forza, la Passaporta!-
Lily si voltò appena in tempo per afferrare al volo un frisbee rosicchiato, e lo stesso fece Miley. Entrambe sentirono il solito e familiare strappo all’ ombelico. Nonostante avessero ormai preso parecchie volte una Passaporta, trovavano che abituarsi a quella spiacevole sensazione era impossibile.
Le due ragazze vennero catapultate a terra, e il primo pensiero di Lily fu quello di trovarsi in Paradiso.
-Benvenuta alla Magic Beach Summer, una spiaggia completamente magica- spiegò Miley, per nulla sorpresa che lei rimanesse incantata, -Bella, no?-
-Se è bella?- ripeté Lily, incapace di smettere di guardarsi intorno, -Ma è favolosa! È…è…-
-Magica- le venne in aiuto Miley, con un sorriso compiaciuto stampato sulle labbra, e Lily annuì, pensando che non ci poteva essere aggettivo più adatto per definirla.
La sabbia era molto chiara, quasi bianca, e pareva risplendere sotto i raggi del sole. Fino alla spiaggia c’ era molta vegetazione, costituita soprattutto da palme di banane, noci di cocco e datteri. La Passaporta le aveva proprio condotte in mezzo al bosco, perciò Lily si ritrovò ad ammirare tutte queste cose da lontano. Miley le fece strada, e le due imboccarono un sentiero ben tracciato tra gli alberi e i vari arbusti, e alla fine uscirono da quella macchia che ben s’ intonava con gli occhi verdi della rossa, lasciandosi il bosco alle spalle.
Non appena misero i piedi sulla sabbia, Lily si tolse le ciabatte e chiuse gli occhi, assaporando la meravigliosa sensazione che provava ogni volta che camminava a piedi nudi. Poi, sotto gli occhi stupiti di Miley, lasciò cadere per terra la borsa e lo zaino, e cominciò a correre verso il mare, facendo qualche ruota e sentendosi finalmente libera.
Quando toccò l’ acqua con le punte dei piedi si voltò, e si accorse che la sua migliore amica le stava correndo incontro. Solo in quel momento, osservando in giro, notò le “case rettangolari” che erano state costruite nella spiaggia.
In realtà si trattava di alti pali di legno tra cui erano stati legati dei teloni che fungevano da parete, e infine un telo posto orizzontalmente con le estremità legate ai quattro pali faceva da soffitto. Tuttavia, vi erano solo tre pareti per ogni casa, perché la faccia della casa rivolta verso il mare era stata lasciata scoperta. Chi vi passava davanti poteva scorgere enormi tavolate che occupavano quasi tutta la stanza, attorno alle quali erano sedute delle persone che giocavano con gli scacchi magici o che chiacchieravano.
Inoltre, nella spiaggia vi erano piccoli bar circolari posti a intervalli regolari, di solito ce n’ era uno ogni due “case”. Al loro interno, un unico cameriere di colore serviva la gente preparando ogni sorta di cocktail e inventando nuove acrobazie con le bottiglie vuote per stupire i suoi clienti.
-Oh, è magnifico qui!- si lasciò sfuggire Lily, mentre si guardava intorno, incuriosita.
-Altroché!- confermò Miley, -Però quando vai in acqua, fai molta attenzione- l’ avvertì.
-Perché?- chiese la rossa, -Ci sono gli squali?-
-Squali?Magari!- ripeté Miley, ridendo, -No, qui ci sono i mostri marini più pericolosi della zona-
Lily non se ne preoccupò: il mare non riusciva a farle paura, e lei si sarebbe tuffata lo stesso, indipendentemente dai mostri che avrebbero potuto esserci.
Le due amiche, camminando, passarono davanti ad una delle “case”, e Miley spiegò all’ amica che erano comunemente chiamate “baracche”.
La curiosità di Lily la spinse a sbirciare all’ interno della baracca, e con sua sorpresa notò che, oltre alla grande tavolata, non c’ era nient’ altro, se non dei grossi chiodi sporgenti sulle travi, utilizzati per appenderci borse, asciugamani e vestiti.
Quella baracca era vuota, e Lily si chiese perché l’ amica non fosse andata ad occuparla.
-Dove stiamo andando?- domandò, perplessa.
-Vedrai- disse la bionda, con un sorrisino.
-Quella baracca era vuota- continuò Lily, temendo che l’ amica non l’ avesse notato, -Perché non ci mettiamo là?-
-Non possiamo- rispose prontamente Miley, -Le baracche sono di proprietà di chi le costruisce- spiegò.
-Infatti, come puoi ben vedere, ognuna è diversa dall’ altra- aggiunse, additandone due per far notare a Lily le loro differenze.
Mentre le due si avvicinavano alla seconda baracca, Lily sentì delle voci ridere e scherzare allegramente. Lanciando un’ occhiata al suo interno, la rossa poté scorgere una decina di giovani che pranzavano insieme, chiacchierando animatamente tra loro.
In prossimità della terza baracca, qualcosa riscosse Lily dai suoi pensieri.
Si trovavano ad una decina di metri dall’ abitacolo, quando una smorfia attraversò il viso della rossa, visibilmente infastidita. Da quella distanza, infatti, poteva sentire benissimo le risa dei ragazzi che vi erano all’ interno, ed erano più forti e intense rispetto a quelle della baracca precedente, e appena sopportabili per una come lei. Addirittura, sembrava ci fosse un gran caos.
La cosa che Lily trovò alquanto strana, fu che quelle voci e quelle risate avevano un che di, come dire… familiare.
Poi, tra le capriole sconcertate del suo stomaco, la sentì.
Una lunga e fragorosa risata simile ad un latrato giunse alle sue orecchie e le rimbombò nella testa.
Non era possibile.
Non potevano esserci proprio… loro.
Sentì Miley farsi sempre più eccitata passo dopo passo, e questo peggiorò il suo stato d’ animo, facendo sorgere nuovi dubbi nella sua testa.
Alla fine si convinse: aveva solo immaginato, era l’ unica soluzione. Perché si mettesse in testa tante strane idee, poi, non seppe spiegarselo.
Chiunque ci fosse all’ interno della baracca, continuò a ridere e scherzare.
Mentre vi passavano davanti, Lily non poté fare a meno di lanciare uno sguardo in quella direzione, per scoprire chi l’ avesse fatta tanto preoccupare per niente.
Guardò all’ interno della baracca, ma prima che potesse rendersi realmente conto di ciò che aveva appena visto, un tuffo al cuore le fece mancare l’ aria.
Le sue gambe divennero molli, e lei temette di cedere e svenire, solo che probabilmente, una volta in completa trance, la sua mente si sarebbe categoricamente rifiutata di svegliarsi.
Non poteva essere. Non poteva proprio essere.
In quel momento le sarebbe tanto piaciuto poter dire di avere le allucinazioni, ma di sicuro non era così.
Infatti, quando spostò nuovamente lo sguardo verso la baracca, ebbe un altro, spiacevole tuffo al cuore.
Un tuffo al cuore? Mmmh… da quando Lily Evans ha tuffi al cuore? La ragazza maledisse la coscienza e i fastidiosi momenti che sceglieva per farle visita.
Comunque, restava il fatto che quella stridula e insopportabile voce aveva ragione. Lei non aveva mai avuto tuffi al cuore, non prima di quel giorno.
Allora, Lily Evans, perché non rispondi?
Perché non ho niente da dire.
Sicura? Le chiese insistente la sua coscienza. Io invece credo che tu ti debba spiegare alcune cose…
Ah, mi devo spiegare alcune cose?
Certo! A chi vuoi dire, altrimenti, che appena hai visto James Potter hai avuto un tuffo al cuore? Dì un po’, Lily Evans, non è che ti sei presa una cotta per Potter? Non eri tu che lo detestavi?
Io NON mi sono innamorata di Potter!
Ne sei davvero sicura?
Certo! E comunque, io non lo detestavo, lo detesto tutt’ ora!
Certamente. Beh, se lo credi tu…
Dopo quel piccolo e snervante dialogo con la sua odiosa coscienza, Lily afferrò Miley per un gomito e la strattonò indietro bruscamente, costringendola a voltarsi verso di lei.
Peccato che l’ amica non sembrava affatto sorpresa, a differenza di lei.
-Miley, torniamo indietro, ti prego!- disse, in un sussurro terrorizzato, -Là c’ è Potter!-
La biondina non abbandonò il suo sorrisetto compiaciuto, che questa volta mise paura a Lily: -Lo so- rispose, guardandola con i suoi grandi occhi azzurri, -Su, vieni- la mano di Miley cercò la sua, poi l’ amica cominciò a trascinarla verso la baracca in cui si trovava –a Lily vennero i brividi al solo pensiero- James Potter.
-M…Miley, sei impazzita?- Lily aveva l’ aria di una che ha appena trangugiato due litri di olio di ricino in seguito ad una scorpacciata di uova di rana, -Che diavolo stai facendo?!- domandò, incredula, -Andiamo via, prima che ci vedano!-
A quel punto Miley fece uno dei suoi sorrisi innocenti che irritavano tanto Lily, poi esclamò, allargando le braccia e ridendo di gusto: -Sorpresa!-
La verità si presentò chiara e tonda agli occhi di Lily.
Come poteva farle questo? Miley sapeva benissimo che detestava quel scemunito di un Potter…
Mentre si avviavano verso la baracca, sperò che un dolore atroce le spuntasse dal nulla, o che un conato di vomito la colpisse all’ improvviso. Poi, ripensandoci, concluse che il dolore atroce lo avrebbe sentito allo stomaco non appena si fosse trovata davanti Potter, e il conato sarebbe arrivato quando il ragazzo le avrebbe rivolto la parola.
Entrò titubante e per nulla contenta nella baracca, e la prima visione che ebbe fu quella di due gruppi di ragazze riuniti intorno a qualcosa. O meglio, a qualcuno.
Una chioma di capelli neri arruffati le fece capire che il primo gruppo circondava James Potter, per cui l’ altro doveva essere riunito attorno a Sirius Black, e in quel momento constatò che quelli dovevano essere il “James Potter Fan Club” e il “Sirius Black Fan Club”.
Wow, Miley aveva avuto proprio una bella trovata, pensò Lily. Per lei, passare il weekend con i due Malandrini più stupidi in assoluto e le loro ammiratrici sfegatate, non era affatto il massimo del divertimento.
Si stava chiedendo dove fossero Remus Lupin e Peter Minus, gli altri due membri del famoso gruppo, quando li vide avanzare verso di loro.
-Ben arrivata, Lily! Anche tu, Miley!- le salutò Remus sorridendo.
Solo in quel momento, Lily comprese. Era quello, dunque, il motivo per il quale la lettera che lui le aveva spedito accennava al mare. Che sciocca! Come aveva fatto a non capirlo subito? Se si fosse sforzata un po’ avrebbe di certo fatto due più due…
-Oh, ciao, Remus- rispose cordialmente lei, -Sono contenta di vedere almeno qualcuno di competente, in questa baracca. Non sarei mai potuta vivere due giorni con… Beh, hai capito- aggiunse, disgustata.
Remus e Miley risero, divertiti.
Con grande rammarico della rossa, quel breve scambio di battute non sfuggì alle orecchie di James Potter, il quale si fece subito largo tra le sue fans per fronteggiarla.
-Evans!- esclamò, con un sorriso radioso. A quanto pareva lui era felice di vederla. -Come va la vita?- chiese, ma non le diede il tempo di rispondere e disse: -No, non mi dire che ti sono mancato: lo so già, come so che hai trascorso l’ ultima settimana impazzendo di gioia all’ idea di rivedermi in anticipo-
Lily lo squadrò, pensando che a James Potter fosse sfuggito qualcosa. Se lei avesse saputo che al mare ci fosse stato anche lui, non ci avrebbe di certo pensato due volte, prima di rifiutare l’ invito di Miley.
Poi però si ricordò che Potter aveva un’ insopportabile eccesso di autostima.
-Sai, Potter, mi stavo giusto chiedendo fra quanto sarebbe avvenuto il deplorevole momento in cui avrei dovuto risentire la tua voce dopo sei settimane di pace- gli rispose, acida, -E comunque credimi: vederti anche fuori da scuola mi elettrizza come trovarmi davanti a un Dissennatore…-
-Certamente, Evans, comunque ti consiglio di non perdere troppo tempo sotto il sole- s’ intromise Sirius, -Sei così fredda che i suoi raggi non attaccano, su di te-
Quando terminò la battuta, il suo Fan Club scoppiò in risatine isteriche, e le ragazze che appartenevano a quello di James fecero altrettanto, dato che Black aveva difeso il loro idolo.
-Grazie mille per il consiglio, Black- ribatté Lily, tutta uno zucchero, -Anche se non posso fare a meno di chiedermi come un tale imbecille sia in grado di dispensarne- aggiunse, -Comunque, non ti preoccupare: il fatto che sia totalmente inutile fa rientrare tutto nella norma-
Remus e Miley scoppiarono a ridere tra il disappunto di Sirius e l’ indignazione delle sue ammiratrici, che voltarono loro le spalle, imbronciate.
Anche James si unì alle risate, e Sirius parve piuttosto contrariato.
Mentre i due Malandrini cercavano di sbarazzarsi dei rispettivi Fan Club, un’ impresa molto difficile e impegnativa, Lily e Miley aiutarono Remus e Peter ad apparecchiare la tavola, parlando delle vacanze e di ciò che li avrebbe aspettati ad Hogwarts.
Verso l’ ora di pranzo, con grande piacere di Lily, le ochette starnazzanti che facevano parte dei Fan Club tornarono nelle loro baracche, eccetto le cinque che avrebbero pranzato con loro. Erano due Corvonero e tre Grifondoro che la rossa conosceva di vista, e per fortuna non erano particolarmente antipatiche, anche se un po’ ottuse.
Poco dopo, si unì a loro anche un gruppo di ragazzi di Corvonero.
-Ci sono molti ragazzi di Hogwarts, qui- commentò Lily a bassa voce, in modo che solo Miley potesse sentirla.
-Certo, è una spiaggia molto conosciuta- rispose la biondina, -Sai, Lily, non vedo l’ ora di farti conoscere la mia famiglia, e soprattutto i miei fratelli!- aggiunse, entusiasta.
-Sono tutti maschi?- s’ interessò Lily.
-No, due femmine e due maschi. La più piccola è davvero terribile…- concluse Miley, mentre Lily rideva della sua espressione cupa.
-Direi che possiamo cominciare a mangiare- disse ad un certo punto Sirius, -Ho una fame…-
La rossa pensò che il giorno in cui Black non avesse avuto fame, potevano stare certi che sarebbe successo qualcosa di straordinariamente insolito.
Ognuno di loro aveva portato qualcosa: chi della verdura, chi della pasta, chi della carne. Il cibo venne posizionato al centro del tavolo, in modo che ciascuno potesse servirsi di ciò che voleva, e Lily si affrettò ad aggiungere ciò che aveva preparato.
I ragazzi e le ragazze presero posto, e Lily si sedette tra Miley e uno dei ragazzi di Corvonero. Scelse il suo posto in modo di trovarsi di fronte a Remus, per non rischiare che Potter le capitasse davanti e le rovinasse il pranzo. Per una volta, rimpianse il lungo tavolo di Grifondoro che si trovava nella Sala Grande di Hogwarts: almeno lì avrebbe potuto sedersi il più lontano possibile da lui, cosa che faceva sempre.
Purtroppo, il ragazzo fece spostare l’ amico, che si ritrovò di fronte a Miley, e si sistemò esattamente davanti a lei, proprio come se le avesse letto nel pensiero.
Solitamente, Lily non era una ragazza che mangiava molto, e quel giorno, la presenza di Potter la rese così nervosa che quasi non toccò cibo.
Inoltre si sentiva osservata. Non le sfuggivano le occhiatine che James le lanciava di sottecchi, e ad un certo punto le sorrise in quel modo che la faceva tanto irritare e disse, indicando il suo piatto semivuoto, a parte le due foglie di insalata che la rossa vi aveva messo:
-Paura di ingrassare, Evans?-
-Nient’ affatto, Potter- scattò subito lei, con la risposta pronta, -Soltanto paura di diventare un pallone gonfiato come te-
-Dici tanto di disprezzarmi, Evans- continuò lui, con un sorriso beffardo che gli arricciava le labbra, -Però non hai resistito di fronte all’ opportunità di avermi a portata d’ occhi durante tutto il pranzo!-
-Proprio- rispose Lily, facendo un enorme sforzo nel tentativo di mantenere la calma, -Peccato che quando ho deciso di sedermi qui, di fronte a me ci fosse Remus, solo che qualcuno l’ ha costretto a cambiare posto!- sbottò, irritata, -Ma ti senti mai, Potter? Sei patetico!- Lily si alzò in piedi, mentre le sue mani erano serrate in pugni tanto stretti da far sbiancare le sue nocche.
-Ehi, ehi, calma!- anche Remus si era alzato, e tratteneva con la mano Lily lontana da James, anche se sembrava che la rossa non avesse alcuna intenzione di fare una mossa in più, e James non si prese nemmeno la briga di alzarsi.
-Tranquillo, Lunastorta- disse James, facendogli cenno di tornare a sedersi.
Remus obbedì, e anche Lily si sedette, e, rossa di rabbia, scosse la testa, concentrandosi sul suo piatto.
James, invece, pareva trovasse la cosa estremamente divertente, in quanto non la smetteva di sorridere.
Per un momento si incantò a fissare quella ragazza dai capelli rossi, tanto vicina, ma altrettanto distante.
Era così bella, la sua Lily. Sperava di riuscire a diventarle almeno amico, prima o poi.
Erano passati sette anni da quando l’ aveva vista per la prima volta, ed era stato subito attratto da lei.
Da quella volta le aveva sempre corso dietro, accumulando rifiuti e sentendosi rivolgere parole sprezzanti, tutte pronunciate da quelle soffici labbra rosse che da qualche minuto fissava imbambolato.
Eppure, per lui Lily Evans non era tanto dura e distaccata come voleva far credere agli altri. Tante volte l’ aveva studiata da lontano, mentre era intenta a ridere e scherzare con Miley, l’ unica persona che, a quanto pareva, possedeva l’ insolito dono di riuscire a strapparle dei veri sorrisi. Sembrava che Lily trovasse solo in lei qualcosa che la faceva, anche per un secondo, diventare una ragazza qualunque, una ragazza come tante, capace di ridere e di fare battute. E poi, pensandoci bene, Lily parlava solo con Miley. Agli altri non diceva qualcosa di più di un “ciao” pronunciato a fatica, o magari dava un’ informazione, nel caso le venisse chiesta. Con Miley, invece, sembrava confidarsi. Almeno con lei lo faceva. La bionda riusciva persino a farla partecipare ai suoi discorsi, seri o meno che fossero.
Se c’ era un’ altra persona con cui Lily scambiava raramente qualche parola, quella persona era Remus. Anche con lui riusciva ad aprirsi un po’ di più, anche se i loro discorsi riguardavano più che altro i compiti o le lezioni, e Lily non andava di certo a raccontare le sue faccende personali ad un ragazzo.
Già, le sue faccende personali.
La sua famiglia, i suoi interessi, che cosa le piaceva leggere, come la pensava su un determinato argomento, cosa detestava… Queste erano tutte cose a lui sconosciute.
Chi era Lily Evans? Com’ era la sua voce quando non urlava e non era arrabbiata? Lui l’ aveva sentita solo in quelle situazioni… Che cosa diceva, oltre agli insulti velenosi che gli sputava addosso per i corridoi? Che cosa pensava veramente? Che idea si era fatta della vita? Che cosa provava? Tutto questo, per lui restava un vero e proprio mistero.
 
Lily non toccò l’ insalata, ma passò la mezz’ ora successiva a sforzarsi di non incrociare lo sguardo di chi le sedeva di fronte.
Il cuore martellava nel suo petto così forte, che il fatto che nessuno lo sentisse la stupì non di poco.
Ma perché batteva così forte?
Ah, già, perché era agitata.
Quell’ idiota di un Potter doveva proprio metterla in imbarazzo davanti a tutti? Perché faceva sempre così? Lo divertiva così tanto, rovinare tutto?
Le sarebbe piaciuto, per una volta, conoscere un James Potter garbato, gentile, dolce e premuroso.
Una parte di lei la indusse a reprimere una risatina al pensiero di ritrovarsi a dover presentare James Potter ad uno sconosciuto pronunciando quelle parole. L’ altra parte, invece, era convinta dell’ esattezza dell’ affermazione precedente. Però, dopo sette anni che quel ragazzo la perseguitava, era stufa. Stufa di essere presa in giro da lui, stufa che lui la umiliasse davanti a tutti. Il motivo che poi l’ aveva resa ancora più arrabbiata con lui, era il fatto che ogni volta in cui ad Hogwarts infrangeva una regola, se la cavava. Per un pelo, ma se la cavava.
Invece lei, studentessa modello, non poteva assolutamente infrangere le regole per tre semplici motivi.
Uno, perché, vista la grande fortuna che aveva, l’ avrebbero beccata subito.
Due, perché era stata nominata prima Prefetto, e ora Caposcuola, quindi doveva dare il buon esempio.
Tre, perché altrimenti quel maledetto ragazzo fastidioso come un moschino avrebbe riso compiaciuto, credendo sicuramente che la perfetta Lily Evans aveva ceduto facendo il suo gioco.
 
Il resto del pranzo proseguì tra scherzi e ristate, e tra James e Lily non ci furono più battibecchi…almeno fino a che ognuno di loro mise in tavola ciò che aveva portato di dolce.
La rossa sistemò al centro del tavolo gli spiedini di frutta e i biscotti che aveva preparato sua madre.
Non fece in tempo ad appoggiare la teglia stracolma di biscotti al cioccolato sul ripiano del tavolo, che James ne afferrò subito uno e lo addentò con voracità.
Lily storse il naso, ma fece finta di nulla.
-Ehi, Evans, squisiti questi biscotti al cioccolato!- si complimentò il moro, ingoiando il secondo, -Li hai fatti tu?-
Lily lo fissò con uno sguardo che era tutto fuorché amichevole: -Credimi, Potter, se li avessi fatti io, mi sarei impegnata per non farli passare sotto i tuoi occhi- rispose, tornando rossa e quanto più acida.
-Ciò non toglie che siano ottimi, Evans- replicò il ragazzo, -Chi li ha fatti?- domandò sorridendo, come se la loro fosse un’ amabile conversazione tra cugini.
-Perché mai dovrebbe interessarti, Potter?- domandò di rimando la rossa.
Miley si sbatté una mano sulla fronte. Possibile che la sua migliore amica ci tenesse così tanto ad apparire insopportabile e a mettersi in continuazione in cattiva luce?
-La mia era semplice curiosità- rispose James, tranquillissimo.
-Se dubiti che ci abbia messo del veleno con la speranza di farti fuori, cosa che avrei fatto molto volentieri se avessi saputo che saresti stato tu il primo a mangiarli, puoi sempre fare a meno di ingoiarne uno dopo l’ altro, così ne rimarranno di più agli altri-
-Sì, beh, dev’ essere allettante mandarne giù tre alla volta- constatò James, -Comunque… Ci vuoi forse tutti morti entro un’ ora, Evans?-
-Si dà il caso, Potter, che l’ unica persona che mi renderebbe felice se dovesse lasciarci le penne entro un nanosecondo, questa sei tu- disse una Lily esasperata.
-Stai deviando per non rispondere alla mia domanda, Evans?- la provocò James, con un ghigno beffardo.
-No, Potter, comunque non vedo perché mai dovrei prendermi il fastidio di risponderti- lo mise a tacere la rossa, con le braccia conserte.
-Tornando al discorso iniziale, Evans- s’ intromise Sirius, -Sarebbe sciocco da parte tua impedire a Ramoso di mangiare i biscotti quando non ha fatto altro che servirsi di quello che hai portato tu dall’ inizio del pranzo-
Lily tacque, a corto di parole. In effetti, Black non aveva tutti i torti, e per la prima volta in vita sua, Lily Evans rimase senza parole.
Miley, intuendo che l’ amica stesse sprofondando nel più totale imbarazzo, cambiò di scorso, e Lily, ringraziandola mentalmente, scelse subito uno spiedino di frutta e lo mangiò, tanto per non restare lì impalata a fissare il vuoto.
 
Quando tutti furono sazi, le due Corvonero e le tre Grifondoro racimolarono tutte le loro cose dentro le borse, poi salutarono il resto della compagnia per andare a fare un giro in barca con i ragazzi di Corvonero.
Lily e Miley, rimaste sole con i Malandrini, cosa che non contribuì a risollevare l’ umore della rossa, uscirono dalla baracca e si sedettero su un tronco impiantato nella sabbia.
Nessuna delle due sembrava urgente di proporre un argomento su cui discutere, e Lily s’ incantò a guardare i Malandrini, i quali erano rimasti seduti a tavola a chiacchierare allegramente.
A capotavola c’ era Sirius, un ragazzo attraente, con capelli scuri, ondulati e leggermente lunghi, profondi occhi blu mare e un fisico magro e muscoloso. Lui e James facevano coppia fissa: insieme architettavano gli scherzi più diabolici e persuadevano con incredibile facilità tutti gli insegnanti della scuola. Persino la professoressa McGranitt, estremamente severa, faceva fatica a tenere loro testa, cosa che li rendeva particolarmente fieri di se stessi. Black, come Potter, era un ragazzo arrogante e pieno di sé, e l’ unica cosa di cui non si vantava era la sua famiglia Purosangue. Tutti i membri che la componevano, dal primo all’ ultimo, avevano la mania del sangue puro, e ad Hogwarts erano stati smistati nella Casa di Serpeverde. L’ unica eccezione, ovviamente, era lui.
A sinistra di Sirius, c’ era Peter Minus, un ragazzo grassoccio e paffuto, con due enormi occhi acquosi e perennemente impacciato e maldestro in ogni cosa che faceva. Di solito non parlava molto, perché passava la maggior parte del suo tempo a fissare James e Sirius. Era evidente che li venerava, pendeva praticamente dalle loro labbra, con gli occhietti acquosi incollati su di loro. Sembrava che si ritenesse particolarmente fortunato ad essere entrato nel gruppo, come se per lui fosse impossibile essere considerato da persone tanto stimate.
Poi, di fronte a Peter, era seduto Remus Lupin, un ragazzo biondo con gli occhi color miele e molto magro. Anche se presenti, i muscoli in lui erano meno evidenziati, rispetto a quelli di Sirius e James. A differenza degli ultimi due, era molto timido e decisamente più responsabile. Inoltre, la sua aria malaticcia lo rendeva un po’ misterioso, dato che nessuno all’ infuori dei Malandrini e di Silente era a conoscenza del suo… Ehm, piccolo problema peloso.
Infine, a completare il quartetto, seduto alla destra di Remus c’ era James Potter, un ragazzo davvero mozzafiato, anche se Lily non era la più accanita sostenitrice di questa affermazione. I suoi capelli corvini erano sempre spettinati e ribelli, poi aveva due occhi color nutella, con calamita incorporata se si trattava di controllare ogni minima mossa della sua rossa preferita, e un fisico scolpito e possente, ma al tempo stesso magrolino, che faceva cadere tutte le ragazze ai suoi piedi, anche se sfortunatamente non quella che voleva lui.
Lily dovette ammettere che in fondo li ammirava. Anche a lei sarebbe piaciuto avere molti amici, ma il muro che si era creata tra lei e il resto del mondo, le impediva qualsiasi tipo di contatto con le altre persone.
E lei sapeva che, per quanto quei quattro ragazzi si mostrassero spesso e volentieri superficiali, erano uniti da un legame forte e indistruttibile, perché sapeva che ogni singolo membro di quello strano gruppo si sarebbe fatto squartare piuttosto che tradire o non aiutare i propri amici.
Anche lei voleva molto bene a Miley, però non glielo aveva mai dimostrato, né ricordato, malgrado non avesse avuto esitazioni a sacrificarsi a costo di salvarle la pelle. Sapeva che senza Miley non sarebbe sopravvissuta a lungo, però esprimere i suoi sentimenti era un’ impresa impossibile, per lei. Ci aveva provato, ma aveva ricevuto troppe delusioni quando, anche solo per un poco, aveva aperto il suo cuore a qualcuno. Si sentiva diversa dagli altri, e si chiedeva come mai Miley si ostinasse a frequentarla. Tuttavia, era a conoscenza del fatto che se non avesse avuto la sua migliore amica, sarebbe stata completamente sola. Ciò non contribuiva ad alleviare i suoi sensi di colpa nei suoi confronti. Si sentiva un’ ingrata perché, nonostante lei non si sforzasse nemmeno di dimostrare all’ amica il vero affetto che provava verso di lei, la bionda le stava sempre vicino, e Lily temeva che prima o poi l’ avesse persa.
Si ricordava che all’ inizio, quando si erano conosciute alla fine del primo anno, una Lily Evans più piccina e fragile piangeva silenziosamente la notte, per questo motivo. Adesso, una Lily Evans più grande e troppo matura per la sua età, stava altrettanto male per il solito motivo, con la differenza che le lacrime non scorrevano più lungo la sua guancia. La vita l’ aveva resa forte, o almeno solo all’ apparenza.
In realtà, era lei che si era trasformata, decidendo di essere come un’ arma: pronta ad affondare la lama affilata nel corpo dell’ avversario prima che lo facesse lui, e sempre impermeabile ad ogni insulto e pregiudizio.
Pian piano, sopra queste basi aveva costruito la sua maschera inossidabile.
Questo era uno dei motivi per i quali nessuno aveva mai visto piangere Lily Evans.
Perché quando Lily Evans soffriva, non lo dava a vedere.
Lily Evans soffriva in silenzio, si corrodeva l’ anima, il suo cuore urlava di dolore.
Ma lei era troppo abituata ad ignorarlo per capire quando stesse male.
Ormai non lo sentiva più, come se fosse un muscolo capace solamente di pompare sangue in tutto il corpo, e solo i suoi continui battiti l’ avrebbero tenuta in vita.
I suoi occhi di ghiaccio, il suo sguardo altero e severo, il suo temperamento freddo e distaccato, e il suo disprezzo verso tutti, l’ avevano resa intrattabile.
Solo due persone, a parte Miley, erano state attratte da lei. Una delle quali, ovviamente, era James Potter, che pareva la perseguitasse sempre solamente per il gusto di provocarla e farla arrabbiare, come se ci trovasse qualcosa di divertente nella sua voce parecchio più alta del normale, anche se in realtà per quella ragazza dai capelli vermigli provava un sentimento profondo e sincero, solo che non se ne era ancora reso conto, o forse non voleva rendersene conto.
L’ altra persona era Remus Lupin.
Il ragazzo era in buoni rapporti con lei, e qualche volta aveva avuto modo di valutare che il suo comportamento abituale in realtà fosse diverso da quello che spesso assumeva.
Dal canto suo, Lily, seppur raramente, riusciva ad essere se stessa con lui, perché le trasmetteva una certa sicurezza, e in qualche modo sentiva che anche lui soffriva per qualcosa, un qualcosa totalmente differente dai suoi problemi, però l’ alone di tristezza e frustrazione che percepiva accanto a lui, era lo stesso che abitava dentro di lei.
I due si frequentavano per via dei loro compiti di Prefetto, infatti una volta a settimana dovevano pattugliare insieme i corridoi di notte, e, tra una camminata di perlustrazione nelle aule, e una nuova rampa di scale, cominciavano a fare conversazione partendo dagli argomenti più banali.
 
Lily si alzò in piedi. Era stufa di mantenere la sua posizione composta, voleva un po’… evadere.
Anche la biondina si alzò, e, come se intuisse i pensieri dell’ amica, prese a farle il solletico, sapendo che era il suo punto debole.
Lily, infatti, che soffriva il solletico praticamente dappertutto, entro breve si ritrovò stesa supina sulla sabbia a contorcersi per colpa di Miley, che non le dava un minuto di tregua.
-Ahaha…Mi…ley…aaah…- disse Lily, con un enorme sforzo, -Ti prego, sme…aaaah-
Intanto, i Malandrini avevano interrotto la loro conversazione per voltarsi a guardarle e non perdersi l’ avvenimento del secolo: Lily Evans che rideva.
James, fissando imbambolato il soggetto principale dei suoi sogni, la trovò più bella e semplice che mai.
Mentre era stesa sulla sabbia a ridere e scherzare con Miley, James capì che la ragazza che per l’ ennesima volta stava guardando non era la stessa rossa seduta di fronte a lui a pranzo.
Quella ragazza dai capelli rosso scuro, il fisico perfetto che non metteva mai in mostra, gli intensi occhi verde smeraldo ora invasi da una bellissima luce di vivacità, la ragazza che in quel momento indossava un semplice bikini bianco e azzurro e rideva spensierata, era la vera Lily Evans.
Rimase colpito da quella nuova Lily, una Lily Evans che aveva sempre sperato di incontrare.
James Potter sentì il suo cuore accelerare i battiti, fino a superare la velocità di un missile.
 
Nel frattempo, Lily era finalmente riuscita a rialzarsi, e prese a correre verso il mare.
Sembrava un gabbiano che stesse per prendere il volo e fuggire lontano…
Ma James Potter non avrebbe permesso a quel gabbiano di andarsene…
Sul volto del ragazzo comparve il tipico ghigno malandrino, e, prima che Miley corresse verso l’ amica, scattò dalla panca su cui era seduto e si lanciò all’ inseguimento di Lily.
Correva rapido, ma anche silenzioso, per paura che Lily si voltasse e… Beh, non voleva nemmeno pensarci.
Miley si bloccò quando una figura la superò veloce. Sorrise: voleva proprio vedere che cos’ avrebbe combinato il bel Malandrino questa volta.
In quel momento, Sirius si alzò in piedi:
-Ragazzi, ecco a voi il mitico ed ineguagliabile Ramoso!- esordì, con un gesto teatrale della mano che indicava il Malandrino nominato, -Francamente, posso assicurarvi che nessuno saprà mai quale parte oscura della mente di James abbia un piccolo difetto, ma la cosa certa è che adesso si sta rivelando mostruosamente pericolosa per la sua incolumità- commentò, con aria falsamente triste, -Tuttavia, non posso assicurare con altrettanta certezza che lo rivedremo vivo, per cui mi auguro che chiunque sia capace di fare due cose contemporaneamente, non si dimentichi di recitare una preghiera mentre lo guarda!-
Remus fece una smorfia, mentre Peter rise divertito, poi i Malandrini trattennero il fiato, imitati da Miley.
Infatti, Sirius non aveva fatto in tempo a terminare la sua breve cronaca che James si trovò alle spalle di Lily e, con un movimento sicuro e agile, l’ afferrò per la vita, la sollevò, e la fece sedere sulle sue spalle.
 
Lily stava correndo verso il mare, convinta che Miley l’ avrebbe seguita.
Per la prima volta da quando si era accorta che avrebbe dovuto passare due interminabili giorni con James Potter, si sentì sollevata.
Cosa le importava di James Potter?
Quanto poteva interessarle che in quel momento la stava di sicuro osservando?
Niente.
Poi le sentì.
Due mani forti e robuste le cinsero i fianchi e la sollevarono da terra, così, all’ improvviso.
Sarebbe stata anche una sensazione piacevole, se lei non avesse sofferto di vertigini.
Fu invasa da una sgradevole sensazione, come se ogni sua sicurezza scivolasse via, o restasse impigliata al suolo…
Il perché alla fine fu ovvio.
Inaspettatamente, si ritrovò seduta sulle spalle di… James Potter.
Era chiaro che il ragazzo non si era limitato a fissarla da lontano...
Ovviamente, la sua reazione non fu delle migliori.
-AAAH!- il suo urlò echeggiò per un breve istante, prima che lei si convincesse che mostrarsi terrorizzata non era la cosa migliore, -POTTEEEEEEEER!!!- sbraitò, più furiosa che mai, -Rimettimi giù! Subito!-
-Sh, tranquilla, Evans. Se non te ne fossi accorta, la tua bocca è pericolosamente vicina alle mie orecchie e, sai, ci tengo ad averle ancora sane, quando ti rimetterò a terra- la sua calma fece ribollire la rabbia della rossa, la quale non ebbe il tempo di rispondere, perché lui proseguì, con il suo solito tono strafottente: -Dì un po’, hai mai pensato che se non la smetti di agitarti come un’ anguilla finiremo per spaccarci l’ osso del collo, Evans?-
-Beh, Potter, questo non fa altro che facilitarmi il lavoro, visto che l’ osso del collo te lo romperei io in ogni caso!- ringhiò lei, -Se non mi fai scendere entro tre secondi, io…- stava pensando a una minaccia abbastanza persuadente, quando James la interruppe:
-Tucosa, Evans?- la schernì, -Che vorresti fare, togliere cinquanta punti a Grifondoro? Beh, sono spiacente, ma non ho ancora trovato il modo per portare con me la clessidra con i punti della nostra Casa, e non la rimpiango affatto, se permetti- concluse con un sorriso che Lily trovò immediatamente insopportabile. Altrettanto insopportabile era vederlo più divertito che mai.
Tuttavia, Lily non poté negare a se stessa che aveva vinto lui.
-Questa me la paghi, Potter!- sbraitò la rossa, mentre una strana sensazione di impotenza la pervadeva, -E bada bene: non ti ho mai tolto tanti punti come avrei desiderato solamente perché appartieni alla mia Casa!-
L’ unico problema era che quel giorno Potter aveva ragione.
Lì, in quella spiaggia lontana da Hogwarts, lei non aveva spille puntate al petto, non c’ era la clessidra con i punti, e nessun professore la autorizzava ad infliggere punizioni.
Quel giorno c’ erano soltanto Potter e lei.
Lui, palesemente compiaciuto della riuscita del suo piano, lei, altrettanto nervosa per la sua espressione tronfia.
In quel momento, la ragazza constatò che, se a scuola non fosse stato per il suo titolo di Prefetto, avrebbe sempre vinto lui.
Comunque, la cosa più sorprendente, fu che, piano piano, una nuova sensazione si fece strada dentro di lei, un qualcosa di incredibilmente simile a felicità.
-Blatera pure quanto vuoi, Evans- la canzonò James, -Tanto la tua sfuriata oggi non mi impedisce di avere il coltello dalla parte del manico… Dura non poter essere Caposcuola a partire dalle vacanze, eh?- sorrise il Malandrino, sempre con quel suo ghigno beffardo che gli incurvava le labbra.
In effetti sì, dovette ammettere la rossa, se c’ era una cosa che in quel momento rimpiangeva, era proprio quella.
Lily non seppe in che modo ribattere, per la seconda volta in una giornata, se i suoi conti tornavano.
La seconda volta in una giornata?
La sua coscienza non avrebbe potuto scegliere momento peggiore per farsi sentire.
Comunque non le diede retta, perché un’ altra cosa, ben peggiore, attirò la sua attenzione.
Era il mare, che si avvicinava pericolosamente…
James Potter, infatti, stava correndo, tenendola saldamente sulle sue spalle.
Correva verso il mare…
 
 
Jaily: grazie mille per la recensione, sei stata proprio carinissima XD…hai ragione, mi sono confusa per la storia dei Caposcuola, però sono andata subito a correggermi ;D…grazie per avermelo fatto notare, e spero che tu venga a recensire ancora!KISS
 
 
 
 
 

   
 
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