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Autore: Tomocchi    06/09/2014    7 recensioni
Prendete un vampiro, il classico vampiro bello e tenebroso. Fatto?
Bene, ora lanciatelo via!
Niklas, vampiro per necessità, nerd a tempo pieno e con seri problemi d'immagine, è quanto di più lontano possa esserci dai vampiri scintillanti dei libri per ragazzine. Scontroso, musone e fissato con i giochi per pc.
Addizionate all'equazione Jackie, una bimbaminkia fan di Twilight, One Direction e testarda come un mulo.
Niklas vorrebbe conquistare la bella della classe e Jackie renderlo un "vero" vampiro.
Riusciranno nell'impresa?
"Niklas! Sei un vampiro! Dovresti essere un figo della madonna e invece guardati! Sei brutto, scusa se te lo dico, davvero brutto!"
"Ma a te cosa importa? Sarò libero di fare quello che voglio!"
"No! Cavoli, no! Non posso permettere che un vampiro con grandi potenzialità si butti via così!"
"Grandi potenzialità? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo? Vattene da casa mia subito!"
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Another Way- Un altro modo di essere vampiro'
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ANOTHER WAY
UN ALTRO MODO DI ESSERE VAMPIRO

 

Capitolo 39
Malattia

 

 

 

Irlanda, Provincia di Dublino, Venerdì pomeriggio.

Quanto era durato?
Un giorno?
Il colloquio di lavoro l’aveva fatto Mercoledì…
Giovedì aveva iniziato…
E ora stava già agonizzando a letto.
La mattina Niklas non si era presentato a scuola, così Jackie, preoccupata, aveva deciso di andare a trovarlo a casa per capire cosa gli fosse successo.
Era entrata e lo aveva trovato rintanato sotto le coperte.
Si era avvicinata per pungolargli la schiena con un dito e lui aveva lanciato un lamento, mugolando che stava così male da non poter probabilmente andare al lavoro.
La brunetta aveva inarcato il sopracciglio e lo stava fissando da allora con le mani sui fianchi.
“Stai male? E cos’hai, sentiamo.”
“La febbre.”
Era un bugiardo assurdo.
“I vampiri non si ammalano e non hanno la febbre! Niky, questo è ridicolo!”
“Eh, io invece sì.”
“Come fai a sapere che hai la febbre?”, domandò lei, allungando una mano per sentirgli la fronte e verificare ciò che diceva, ma lui si chiuse a riccio e nascose anche la testa insieme al resto del corpo sotto le coperte.
“Uhm, male alle ossa, freddo, caldo, le solite cose…”,  borbottò, prima di fingere un falsissimo starnuto.
Ridicolo.
Jackie sospirò pesantemente, prima di sedersi alla fine del letto a baldacchino e stendersi.
Non ricordava che fosse così comodo e le lenzuola erano stranamente pulite: forse era passato Stoyán a dirgli di cambiarle, e meno male.
“D’accordo. Stai male. – tanto valeva dargliela vinta – quindi non preoccuparti, Niky! Rimango qui ad accudirti!”, cinguettò la ragazza, palesando il suo entusiasmo battendo le mani a tempo.
Ci fu un minuto di silenzio.
Un lunghissimo minuto di silenzio, prima che giungesse un chiaro e tondo: “No. Sto meglio.”
“Su, su… non preoccuparti, sono brava! Ho accudito il mio gemellino idiota quando stava male ed è guarito in un batter d’occhio! Fidati di me! Se fai il bravo e non ti ribellerai troppo non riporterai alcuna ferita…”

***

Maledizione, maledizione, maledizione.
In che guaio si era cacciato?
Aveva finto di star male per non andare al lavoro, ma Jackie aveva preso la cosa sul serio. Fin troppo.
Il ragazzo deglutì a vuoto, mentre il suo cervello cercava disperatamente una via d’uscita.
Quel Se fai il bravo e non ti ribellerai troppo non riporterai alcuna ferita poi, l’aveva allarmato non poco.
Maledizione, maledizione, maledizione.
Iniziava a pentirsi di non essere andato al lavoro.
Jackie, nel frattempo, si era alzata dal letto e, a giudicare dal tempo in cui sentì i suoi passi, si era recata in cucina.
A fare cosa?
Diamine, era un vampiro! Una bella bevuta di sangue sano sarebbe bastato a rimetterlo in sesto.
E invece era andata a combinare chissà qualche diavoleria.
Il rumore delle pentole lo inquietava.
Voltò il capo e sbuffò, trovandosi faccia a faccia con Jo, la sua furetta.
L’animale lo guardò un attimo, prima salire sul suo corpo e zampettare fino alla sua testa e adagiarsi tra i suoi capelli, felice.
Beata lei…
Sospirò, rimanendo lì nel letto senza muovere un muscolo.
Jackie, in cucina continuava a spadellare. Sentiva un lieve odore di bruciato…
Maledizione, maledizione, maledizione.
Non poteva incendiare la sua casa!
Con un leggero colpo del capo si levò Jo dalla testa e si alzò, avvolto completamente nella coperta.
C’era ancora il sole fuori, era meglio non rischiare.
Attraversò il piccolo corridoio, gettò un’occhiata alla sua destra – la camera degli ospiti dove stava riposando Stoyán – e proseguì fino al salotto, dove poi entrò in cucina.
La brunetta stava rimestando quello che sembrava un brodino, un brodino bruciato visto l’odoraccio che emanava.
“Che fai?”, grugnì, tra il curioso il guardingo.
“Preparo un brodino per il mio amorino!”, miagolò la ragazza, portando il cucchiaio di legno alle labbra per assaggiare.
La vide fare una smorfia disgustata e ributtare la brodaglia dentro il pentolino.
“Ehi! Jackie, quella roba io non la mangio! Vam-pi-ro, succhia-sangue, cosa non ti è chiaro?”, esclamò, additandola con l’indice.
“Sì, sì, ma una malattia umana necessita di cure umane, e tu mangerai questa roba calda! Ti farà bene allo stomaco!”, ribatté lei perentoria, prima di recuperare un piatto e buttarci dentro quella schifezza che voleva propinargli.
“Jackie, ripeto: sul serio, questo brodo di dubbia provenienza – perché era sicuro di non aver mai avuto del brodo in casa – non lo mangio! Non so nemmeno cosa c’è dentro!”
“Vuoi sapere cosa c’è dentro?”
“Sì!”
“Allora, acqua, sale, un cubetto di dado e della verdura che ho trovato nel cassetto del frigo, tipo insalata…”
Insalata?
Insalata, sul serio?
Si prese la testa tra le mani e chinò il capo, facendo mente locale. Da quanto era lì, quella roba?
Tenendo conto che spesso la usava Taylor per farsi le maschere di bellezza naturali… quella verdura doveva averla da almeno un mese.
“Jackie, sul serio, NO.”, ringhiò raggomitolandosi nella coperta ancora di più, come se fosse stato uno scudo.
“Ti posso imboccare? Tipo coppietta! Dai, per festeggiare anche il tuo ritorno facciamo qualcosa di carino…”, cinguettò, prendendo un cucchiaio e riempiendolo con un po’ di quella brodaglia letale.
“Fai aaahhmm.”
“No.”
“Mamma mia, il solito scorbutico!”, sbottò lei, attaccandolo con il cucchiaio; il ragazzo lo schivò, piegandosi verso sinistra.
Gocce di brodo macchiarono la coperta in modo irreparabile.
“E dai! Porca miseria, la mia copertina!”, si lagnò lui, dispiaciuto.
“Chissene della copertina, Nik! Il brodino, forza!”
“No!”
Ancora tutto questo rumore…”
Una voce che sembrava provenire dall’oltretomba interruppe quella discussione, facendo cadere un pesante silenzio.
Stoyán era in piedi all’entrata della cucina con le mani chiuse a pugno e una faccia terribile.
Possibile che voi piccini non capite che un vampiro anziano come me necessita delle sue dovute ore di sonno? Non sono come te, incapace giovanotto che gironzola di giorno, senza ritmi né orari…”, sibilò, con un tono talmente basso e calmo da incutere paura fin dalla prima parola.
Niklas e Jackie si bloccarono: lui, ancora leggermente piegato; lei, col cucchiaio a mezz’aria. Gli occhi di entrambi erano sgranati e le bocche semi aperte per la sorpresa.
Accidenti, l’avevano combinata grossa.
Gli occhi dell’uomo si posarono sul giovane pupillo, lampeggiando d’ira quando realizzò che lui era effettivamente lì.
“Cosa ci fai qui? Perché non sei al lavoro?”, ringhiò il bulgaro, avvicinandosi all’austriaco.
“Ecco… io… sto male…”, rispose Niklas con un filo di voce, facendosi ancora più piccolo.
Non ci fu bisogno di dire altro.
Stoyán lo prese di peso, camminò fino alla porta di casa, la aprì e lanciò il ragazzo sul vialetto con tutta la forza che aveva.
“Vai a lavorare!”, ruggì il più anziano, prima di chiudere la porta con un sonoro sbam.


***

Jackie si era saggiamente nascosta sotto il tavolo.
Il maestro così non lo aveva mai visto e sinceramente non avrebbe mai più voluto vederlo.
Se lo sarebbe tenuto sempre bene a mente, da quel momento in poi: mai disturbare il sonno di un vampiro anziano.
Dopo aver chiuso la porta, l’uomo ringhiò tra sé e tornò a passo di carica nella propria camera, sbattendo ancora una volta anche la porta di quella stanza e dando pure un giro di chiave.
Uh.
La brunetta si guardò in giro e uscì dal proprio nascondiglio per raggiungere l’uscio e vedere se Nik era ancora vivo, visto che era stato lanciato fuori col sole bello alto nel cielo.
“Niky?”, chiamò, mettendo fuori la testa per sbirciare quella palla di tessuto fuori.
Il vampiro grugnì un lamento, probabilmente indolenzito per l’atterraggio, e strisciò di nuovo dentro casa al sicuro.
“Hai fatto proprio un bel volo, eh?”, commentò la ragazza, con le braccia incrociate sotto il seno.
“Bello non proprio…”, borbottò l’austriaco, mettendo fuori la testa per mettersi a posto gli occhiali.
Non riuscirono ad aggiungere altro perché si sentì un urlo agghiacciante di Stoyán, seguito da parole indefinite nella sua lingua madre.
I due ragazzini si voltarono in direzione del corridoio, osservando la scena.
Il bulgaro aveva riaperto la porta e stava ancora urlando qualcosa a qualcuno dentro la stanza.
Quando videro zampettare fuori Jo, fu tutto più chiaro.
L’uomo ringhiò ancora, alterato, e fissò con astio il proprio pupillo.
“Questa. Maledetta. Furetta. Va. Nella. Gabbietta.”, scandì, prima di rinchiudersi di nuovo nel proprio spazio, finalmente solo.
Jo corse verso il padrone, lanciandosi tra le sue braccia nello scatto finale.
“Ma guarda te… per fortuna quel bruttone non ti ha fatto nulla.”, mugugnò il ragazzo, accarezzandola con dolcezza.
Jackie doveva ammettere che in quei momenti provava davvero invidia per la furetta.
Possibile che lui fosse più dolce col suo animale domestico che con lei?
La trovava una cosa assurda.
“Dai, fila a letto, hai bisogno di riposo.”, sospirò, dandogli un colpetto con la mano sulla parte in cui doveva esserci la schiena.
“Mh, non posso stare al pc a giocare sul divano? Insomma, bisogna coccolare un malato, no?”
No.
Detto con quel sorrisetto sulla faccia poi, men che meno.
“Fila a letto, Niky!”, ordinò ancora, dandogli un piccolo calcio.
“Ma io…”
“Fiiilaaa!”

***

La miseria nera, perché era così manesca?
Lo stava portando in camera a suon di calcioni, praticamente.
Jo, per sicurezza, si era fiondata nella propria gabbietta. Brava furba.
“E ora, qui, buono e fermo!”, ripeté per l’ennesima volta la ragazza, una volta raggiunto il letto.
Gli sistemò amorevolmente le coperte e gli accarezzò la fronte.
Probabilmente aveva sentito che non aveva la febbre, ma si era limitata a sorridergli divertita e a tornare in cucina.
Che noia.
Niklas rimase in silenzio per un po’ di tempo, facendo ordine tra i propri pensieri.
Alla fine doveva andare a lavorare, se voleva avere dei soldi e poter stare con Jackie.
Magari farle qualche regalo, per ringraziarla di tutto.
Per averlo aspettato, per averlo accudito.
Sentì nuovamente rumore di pentole e sorrise.
Chissà cosa stava combinando.
Decise di andare a controllare che non incendiasse casa – il terrore era sempre presente in fondo – trascinandosi fino alla cucina. Non era mancanza di fiducia, no, assolutamente.

 

La brunetta aveva appena lanciato per aria quella che doveva essere una frittata.
O una crêpe? O un pancake? Non si capiva molto bene.
Si sedette al tavolo e stette ad osservarla in silenzio, aspettando che si accorgesse di lui.
Solo quando si voltò per mettere quella roba indefinita in un piatto, la ragazza lanciò un urletto e arretrò di qualche passo.
“Da quanto sei qui?”, domandò lei, avvicinandosi di nuovo con la padella.
“Un po’.”, rispose lui con un ghignetto.
Quando la vide prendere un barattolino di crema alla nocciola e iniziare a spalmarla sulla cosa, capì che era una malriuscita crêpe.
Ma chissà, forse era buona. Al massimo avrebbe leccato tutta la crema.
Sicuramente meglio della brodaglia di prima.
Allungò le mani per prendere il piatto e servirsi ma Jackie lo afferrò per prima e lo alzò in alto.
“No, Niky, no! Questo è per me!”
La solita egoista.
“A te do un po’ del mio succo di frutta...”
… ok, iniziava a rivalutarla.
La ragazza si sedette e con una smorfia si incise il polpastrello dell’indice, per poi porgerlo a Niklas.
Il vampiro sorrise appena e se lo portò alle bocca, per poter succhiare quel sangue così dolce che amava alla follia.
Seppur poco, era capace di mandarlo in estasi.
Il liquido caldo e leggermente corposo che gli scorreva lungo la gola gli regalava una rinnovata vitalità, un’energia che nulla poteva eguagliare.
Questa era la sua natura, e sempre lo sarebbe stata.
Alla fine di quel piccolo e delizioso pasto, si leccò le labbra alla ricerca di eventuali e preziosi rimasugli.
Jackie era appena rossa sulle guance e lo fissava con certi occhi languidi che lo stavano mettendo in agitazione.
Oppure un’altra emozione?
La ragazza si allungò sul tavolo per rubargli un bacio, prendendogli il viso tra le mani per impedirgli di fuggire.
Ma perché avrebbe dovuto?
Quell’agitazione si era trasformata in un qualcosa di piacevole, o forse lo era sempre stata e lui non se ne era mai accorto.
Quando si staccarono, appoggiarono le fronti l’una contro l’altra.
“Allora, il mio Niky sta meglio?”, domandò la brunetta con un sorriso compiaciuto.
“Beh, sì.”, mugugnò lui, mentre il sangue recente gli affluiva sulle guance.
Jackie infermiera alla fine non era così male.
Ma avrebbe messo una porta all’entrata della cucina e chiusa a chiave, la prossima volta, altroché!

 

 

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Parla Tomocchi: capitolo partorito da me e i miei fratelli, una super collaborazione di idee x°D E pensare che l’idea per questo capitolo risaliva ancora a dicembre… e sono riuscita a realizzarla solo ora! All’inizio non ero molto convinta, non volevo fare l’ennesimo capitolo di passaggio, ma man mano che parlavamo e scrivevo penso di essere riuscita a sfornare l’ennesima cavolata un po’ divertente per strappare qualche sorriso a voi lettori.
Non preoccupatevi, le cose iniziano a farsi di nuovo movimentate tra qualche capitolo! Pazientate un pochetto <3
Ma passiamo ai ringraziamenti! Un grazie a  Blue_angelofthedeath, EllaRoberts e marcomoratto88 per aver messo la storia tra le seguite, a Luna Werewolf e Winterwings per averla messa tra le preferite, a LoveRain e PEZZAGIRL per averla messa nelle ricordate, e a Titania, Winterwings, Manny_chan, Soheila, DarkViolet92, Bijouttina, Mojita_Blue (con Alex e Caroline <3) e PinkyRosie FiveStars per aver recensito! <3 Grazie sempre sempre per il sostegno che date a questa storia anche se zoppica un po’ ç_ç <3
p.s. sto facendo un lavoretto (lavoretto pagato- si spera lol- ) e fino a mercoledì sicuro non ho tempo…  spero di poter postare un capitolo anche sabato prossimo, altrimenti si rimanda a quello dopo, mi dispiace TwT ma almeno vi avviso per tempo!
Alla prossima!




 

 

 

   
 
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