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Autore: Vichy90    06/09/2014    8 recensioni
Isabella ed Edward vengono promessi sposi alla loro nascita.
All’età di 7 anni per aumentare il prestigio delle proprie famiglie convolano a nozze senza però comprendere nulla di ciò che in realtà accade, ed essendo ancora giovani ritornano successivamente a vivere ognuno con i propri genitori nell’attesa dell’arrivo dell’età matura.
Isabella, dopo lungo tempo, raggiunge i 17 anni ed è venuto il tempo per lei per cominciare la propria vita con suo marito che però non vede dal giorno delle nozze.
Genere: Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ch. Five
-Dealing with a Crisis in Marriage-

<< Oh, santo cielo!! Angela! Angela!! >> Lady Alice, accorsa al fianco della giovane Isabella, chiamò concitata la serva mentre cercava con non poche difficoltà di aiutare l’amica accasciata al suolo.
<< Oh mia signora!! >> scoppiò anche Angela quando entrò nelle stanze della padrona e la vide piegata su sé stessa con una macchia di sangue che le imbrattava le gonne, andando sempre più ad ampliarsi con il passare dei minuti.
<< che cos’è? Cos’è? >>
<< Chiamate il medico Angela! Presto!! >>
<< Alice.. Alice cosa mi succede?? >>
Ma non ebbe risposta. Ebbe solo un forte abbraccio che la tenne salda anche quando i sensi vennero meno.

<< mi..mi dispiace tanto >> sussurrò Isabella sentendosi costernata per quello che era successo quello stesso pomeriggio. Aveva deciso di incontrarsi con la sua amica, la Contessa Alice, ma poco dopo il suo arrivo aveva iniziato a sentirsi poco bene e ad accusare forti dolori al ventre finchè non aveva iniziato a perdere sangue copiosamente.
<< oh non preoccupatevi amica mia. Purtroppo queste sono cose che accadono.. venite, vi aiuto a sollevarvi. >>
Lady Alice era una compagna fidata e Isabella ne ebbe conferma anche quel giorno quando ancora sfiancata, l’amica le rimase accanto per bagnarle la fronte con pezze fresche.
<< Bella voi lo sapevate di aspettare un figlio? Io era già da qualche giorno che non vi vedevo in forma, volevo parlarvene ma temevo di non essere appropriata ad espormi tanto con voi. >>
<< no, non lo sapevo. E’ vero che mi sentivo strana ma.. non sapevo che fossero questi i sintomi di una gravidanza. >> sussurrò lei mentre attendeva che la sua serva personale finisse di ripulire il pavimento. Solo quando la porta della stanza fu chiusa e le due dame si ritrovarono con la giusta privacy, Isabella decise di aprirsi alla sua cara amica.
<< Il Dottor Thomas sostiene.. >> le sembrava così difficile confidarsi in quel momento << che c’è possibilità che io lo abbia perso per eccessivo stress. >>
Lady Alice come ci si aspettava reagì con stupore << stress? E perché mai vi sentite in questo modo Isabella? Avete qualche pensiero di cui non mi avete resa partecipe? >>
<< Non ve l’ho detto perché me ne vergognavo… la verità è che io ed Edward abbiamo discusso molto animatamente ed è da moltissimi giorni che non proferiamo parola l’uno con l’altra. >> Nel pronunciare quelle parole gli occhi di Isabella si velarono di lacrime.
<< oh sono così dispiaciuta amica mia! Anche io ho discusso con Jasper di sovente.. è brutto. Anche perché gli uomini non sono fatti per chiedere perdono, siamo sempre noi donne a dover fare il primo passo. >>
<< ma è lui che ha sbagliato. Ha fatto una cosa brutta che io.. ho difficoltà ad accettare. Ero quasi arrivata al pensiero che io e lui non fossimo fatti per stare insieme >>
<< e a questo pensiero ha corrisposto l’arrivo di un erede nel tuo grembo. Non c’è nulla che può portare nuovamente la pace di una nuova vita che arriva o di una che se ne và. Parlate con lui Isabella e cercate di dimenticare. Questo è ciò che il nostro ruolo di mogli ci condanna a fare. E voi adesso avete necessità di avere vostro marito al fianco per aiutarvi a superare questo duro momento. >>
E Isabella prese a caro le parole di incoraggiamento della amica. Il giorno successivo in cui riuscì ad alzarsi dal letto lo trascorse passeggiando per i giardini in compagnia della sua serva Angela, nell’attesa dell’ora di cena per poter discorrere nuovamente con il suo sposo.
Pensò e ripensò a quali parole usare per cominciare il discorso. A come fargli capire che nonostante non avesse accettato il comportamento violento da lui avuto e l’allontanamento di Jessica aveva deciso di voltare pagina. Di andare avanti. Pensò anche a come informarlo di quella gravidanza disattesa. Si immaginò come lui avrebbe reagito. Ma i pensieri si interruppero quando attraversando il cortile gli occhi calamitarono su un terrazzo occupato da due figure. Un uomo e una donna.
Edward e Rosalie.
Isabella ingoiò un fiotto di bile, cercando di non agitarsi.
<< voi conoscete quella donna Angela? >> domandò con scioltezza alla serva che la accompagna a braccetto nella passeggiata.
<< no, di chi si tratta mia signora? >> chiese la donna arrivata nel palazzo da solo una settimana e ancora ignorante sulle personalità che di sovente frequentavano l’edificio.
<< è la Marchesa Rosalie McCarty >>
<< ah sì? dalla scollatura e i capelli sciolti avrei detto una prostituta. >> rispose lei spudorata facendo trattenere ad Isabella una risata amara.
<< già, è la stessa impressione che dà a me. >>
<< forse non è bene che voi rimaniate qui a guardare.. non fa bene alla vostra salute mia Signora. >> la intimò la serva spingendola delicatamente per il braccio per condurla lontana dall’immagine del Duca che scherzava con quella donna svergognata.
Ma Isabella non si mosse. Rimase ferma con lo sguardo fisso su di loro, finche la coppia non rientrò nel palazzo continuando a conversare.
<< dovete farmi un favore Angela. >>
<< ciò che desiderate! >>
<< entrate nel palazzo e controllate mio marito. Voglio sapere per quanto tempo si trattiene con quella donna, di cosa parlano e se la porta nelle sue stanze. >>
<< ma mia signora io non posso… non posso spiare il Duca! >>
<< potete invece. Entrate nella stanza in cui è con quella donna e spolverate, pulite, servite da bere, fate quello che vi pare. Ma fatelo. >>
La serva ingoiò a vuoto sapendo che se i Duca l’avesse scoperta ad origliare l’avrebbe con molta probabilità fatta frustare come era accaduto alla donna che lei era andata a sostituire. Tuttavia non poteva nemmeno rifiutare di eseguire l’ordine della sua padrona, così riluttante annuì.
<< vai ora.. io rimarrò fuori finchè quella donna non uscirà da casa mia. >>
Isabella attese fino a tardo pomeriggio nei giardini finchè Angela preoccupata per la sua salute non la venne a chiamare, informandola che la donna se ne era andata e con lei si era allontanato anche il suo sposo.
Per la giovane Isabella fu un’altra cena solitaria. E mentre Isabella mangiava cercando di capire perché il fato le remasse contro, il Duca si trovava al palazzo dei McCarty ad una cena d’affari.
Aveva pensato a lungo di invitare Isabella ad accompagnarlo, ma sapeva che lei non avrebbe mai sopportato di passare una serata intera nella dimora della sua vecchia amante, e di certo questo non era il modo migliore per ristabilire la pace con sua moglie.
Non si parlavano ormai da settimane e quel silenzio in casa, al tavolo, nel giaciglio, stava diventando per il Duca sempre più pesante e sofferente.
Non aveva mai desiderato che la relazione tra lui e sua moglie si rovinasse in tal modo. Aveva fatto tutto per proteggere lei e la loro storia ma a quanto pare lo aveva fatto nel modo sbagliato. L’aveva spaventata, e lei non conoscendolo ancora in profondità chissà quali pensieri aveva ora su di lui. Edward si sentiva morire all’idea che la sua dolce Bella lo credesse un uomo crudele e violento e magari anche capace di picchiare persino lei. Aveva cercato di dirle la verità, di spiegarle il motivo delle sue azioni ma lei aveva avuto più fiducia in quella serva che in lui, e non poteva nemmeno condannarla per questo, infondo si conoscevano da così poco..
Alla fine lei si era allontanata e lui dopo qualche tentativo andato a vuoto di riavvicinarsi, aveva gettato la spugna, considerando che spesso certe cose solo il tempo era in grado di guarire.
E ora si ritrovava in quel salone da solo, con il Marchese McCarty e sua moglie Rosalie a parlare di come migliorare i suoi affari. Di come guadagnare di più. Di come salvare quella sua situazione economica precaria in cui la sua famiglia versava, senza però farlo sapere a nessuno.
<< Ho ricevuto un’offerta Duca, riguardo ad alcuni possedimenti nel Berkshire. >>
<< colture? >>
<< no, allevamento. Pecore, vacche, porci.. tutto quanto. La tenuta a quanto pare si è sviluppata troppo, e certo porta buon guadagno ma anche ingenti somme per il mantenimento. Mi è stato chiesto di comprare ma non vorrei mai investire tanti denari da solo su un terreno tanto vasto.. quindi cercavo un socio. >>
<< e vi sono venuto in mente io? >>
<< i terreni che mi avete dato in usufrutto mi stanno giovando più di quanto mi ero aspettato. Siete bravo negli affare Edward e credo che potremmo giovarne entrambi lavorando insieme. >>
Edward rifletté per alcuni minuti e il Marchese lo lasciò fare. Da una parte investire su un’attività redditizia era un modo onesto per riuscire a coprire i debiti della sua famiglia, evitando così oltretutto che suo padre continuasse quel tentativo di guadagno a spese sue e dei suoi futuri figli. Dall’altra però diventare ufficialmente socio di Emmet McCarty significava legarsi ancora di più alla sua famiglia e quindi a Rosalie.. e Isabella non sarebbe stata mai felice di ciò.
Non voleva ferire nuovamente i sentimenti di sua moglie, e ciò che provava per lei lo spingeva a rifiutare quella vantaggiosa offerta nella speranza di un nuovo affare, ma la minaccia poco velata che suo padre gli aveva fatto tempo addietro veleggiava ancora nelle sue orecchie e nella sua mente. E lui da marito aveva il compito di proteggere la sua sposa e di evitarle qualsiasi dolore. Fu per questo motivo che senza pensare altrimenti, proruppe con un << Accetto >>, convinto di aver fatto la scelta giusta.
La serata proseguì con chiacchiere colloquiali, giochi di carte e grandi quantitativi di whisky ingurgitati per festeggiare la nuova collaborazione. Il Duca uscì da casa del Marchese a notte inoltrata, pronto a dirigesi verso il suo palazzo, scortato dalle sue guardie, ma proprio mentre passava davanti ad un postribolo e due donne dai seni enormi e scoperti lo invitarono ad entrare, lui sentii le sue gambe deviare, le mani spingere la porta di legno grezzo e il tanfo di vino e sesso riempirgli le narici.
Aveva voglia di una donna.
Era da settimane che non si sfogava da quel punto di vista e a casa Isabella era intoccabile. Aveva qualche volta cercato di ottenere la sua compagnia tra le coltri, ma ogni volta si era sentito rifiutato attraverso la voce della sua nuova serva, Angela, che inventava ad ogni occasione una scusa più o meno fantasiosa per lasciarlo da solo nel giaciglio freddo.
Edward camminò cozzando tra i tavoli, finchè nella marea di uomini e donne trovò un viso familiare e gli si sedette di fronte.
<< Duca!! come state? È da tempo immemore che non vi vedevo da queste parti, credevo aveste perso il vizio di simili compagnie! >>
<< E io Sir Thomas credevo che i medici disprezzassero certi luoghi di peccato. >>
<< ah, ma che vi devo dire? Pure le puttane necessitano di cure ogni tanto! >>
<< vi domanderei il nome del farmaco che gli prescrivete, ma credo di conoscerlo già. >> rispose mordace Edward facendo ridere forte il cerusico ubriaco seduto di fronte a lui.
Una prostituta dal seno generoso e scoperto si apprestò a loro, strusciando le mammelle contro il braccio del Duca.
<< volete del vino miei signori? >>
<< vino e la tua compagnia, bellezza! >> rispose Sir Thomas afferrandola con forza e facendola sedere sulla sue ginocchia. << Come ti chiami, mia piccola dea? >>
<< Verusta, nobile signore! >>
<< Lui non è nobile, è solo un medico da quattro soldi e ubriaco! >> lo prese in giro Edward facendo ridere tutta la tavolata.
<< è così davvero? Ma allora siete voi a necessitare di buona compagnia.. vi faccio subito chiamare la più bella delle mie cortigiane! >> e detto così corse veloce a cercare una donna, sapendo bene di non doversi in alcun modo perdere i denari del nobile.
Il medico ridacchiò << quindi anche voi siete qui per una bella scopata.. vostra moglie non si è ancora ripresa che necessitate sesso a pagamento? >>
<< ripresa? >> chiese il Duca confuso.
<< sì, ripresa… ma che fine ha fatto il mio vino? >>
<< ve lo siete bevuto tutto Sir Thomas! >>
<< tutto?! Beh necessito altro da bere. >>
<< ora ve lo faccio portare, ma tornate a quanto detto prima. >>
<< Verusta? >>
<< mia moglie! >>
<< ah! La bella Isabella.. povera figliola.. ma non è dismessa, potrà procreare quando vuole. >>
<< ma che diavolo state blaterando? >>
<< il bambino.. ah, che sfortuna! >>
<< quale bambino? >>
<< suvvia Duca, non ditemi che non lo sapevate. Ehi tu.. con le tette grandi? Portami del vino! >>
<< quando è successo? >>
<< successo cosa? >>
<< la perdita del bambino Sir Thomas!! >> ringhio furibondo il Duca iniziando a perdere la pazienza.
<< oh, non so.. forse 2 giorni fa. Il tempo è confuso… >>
Aveva perso un bambino e non glielo aveva detto.
Era rimasta incinta e lui non lo aveva nemmeno saputo.
Ma la cosa che faceva infuriare più di tutte il Duca fù che erano successe queste cose e lui non se ne era accorto.
Non se ne era minimamente accorto.
<< Maledizione! >> imprecò a bassa voce prendendo dalla giacca una moneta d’argento e posandola davanti al Medico.
<< Sir Thomas questi affari rimangono tra noi, siamo d’accordo? >>
<< quali affari? >>
<< esattamente! >> rispose veloce Edward infilandogli la moneta nella tasca del panciotto e fuggendo via dalla locanda.

Quando Isabella la mattina dopo entrò nel salone per la colazione rimase sorpresa di vedere Edward al tavolo. Quando si era coricata la sera prima, lui non era ancora tornato al palazzo e lei si era addormentata con la certezza che si fosse fermato a trascorrere la notte con Rosalie McCarty. Forse si era sbagliata. O forse lui aveva giaciuto con lei senza però condividere il letto per la notte. Cercò di non pensarci e si diresse dall’altro capo del tavolo dove l’attendeva una tazza di the fumante. Si sedette, nel più completo silenzio, e iniziò a sorseggiare la sua bevanda calda senza considerare la presenza del suo sposo.
<< eri incinta. >>
Isabella per un momento si fermò, punta nel vivo, e poi continuò a bere il the senza alzare lo sguardo fingendo che le parole di suo marito non fossero mai state pronunciate.
<< eri incinta. >> ripeté lui leggermente più forte, alzandosi dalla tavola imbandita e avvicinandosi lentamente a lei.
Isabella ebbe per un momento paura, ma poi penso che se lui avesse anche solo osato alzare una mano su di lei lo avrebbe colpito con il candeliere in argento posto a poca distanza dalla sua tazzina.
Lo avrebbe colpito più forte che poteva.
<< rispondimi. >> riprese lui, ormai giunto al suo capezzale, senza però modificare l’inflessione della propria voce.
Il silenzio cadde nuovamente nella stanza.
<< PARLAMI!!! >> e la tazzina che stava per portare alle labbra venne afferrata con forza e scagliata dall’altra parte della stanza frantumandosi in milioni di cocci.
Le serve spaventate corsero fuori dalla stanza e le guardie ferme all’uscio fecero un passo indietro e si voltarono dando la schiena alla scena.
Sola.
L’avevano lasciata sola con lui.
<< Isabella.. >>
<< sì. Ero incinta. >> fine. Non disse altro.
<< Q-quando? >> balbettò lui al suo fianco.
<< l’ho scoperto solo quando l’ho perso. Due giorni fà. >>
<< e non me l’hai detto. Nessuno me l’ha detto. >>
<< e quando avrei potuto? Quando eri fuori casa o quando ti intrattenevi con quella donnaccia. >>
<< non cominciare Isabella. >>
<< sei tu ad aver voluto parlare. Ma tanto parlare di cosa? Non c’è più. Non c’è più niente. >>
Edward rimase immobile per qualche tempo. Stanco, infiacchito da quella situazione di costante tensione che in casa respirava da ormai troppe settimane.
Voleva solo tornare come prima. Quando la sua sposa lo accoglieva con abbracci e caldi baci alla fine della giornata. Quando sua moglie lo accarezzava e sussurrava parole d’amanti all’orecchio.
Quando era felice.
Si piegò su se stesso e poggiò le ginocchia a terra aggrappandosi alla sedia dove Isabella era ancora seduta immobile.
<< che è accaduto? >>
<< quello che accade spesso.. non ha attecchito come doveva. >>
<< sei così fredda nel dirlo >>
<< e come dovrei dirlo? Piangendo? Pregando, urlando?! L’ho fatto Duca, ma voi non c’eravate in quel momento. >> e vedendo il volto allibito di suo marito a quell’ennesimo affronto, l’aver preso le distanza usando volontariamente il voi invece che il noi, si alzo dalla sedia e uscì dalla stanza.
Edward rimase invece lì, ancora inginocchiato sul marmo lucido della sala da pranzo.
La testa china, per non mostrare il dolore.


Perdonate il ritardo, ma immagino sappiamo tutti com'è l'estate no? Tra vacanze, mare, montagna, amici, alla fine passa il tempo e nessuno se ne accorgerge! (che poi il capitolo era pure già scritto, come una scema ho dimenticato di pubblicarlo!)
Comunque giurin giurello che non farò più penare i nostri "Promessi Sposi".. insomma, dagli errori si imapara no? Ed Edward ha già capito quali sono stati i suoi errori, ora deve solo rimbboccarsi le maniche e riprendersi la fiducia della piccola Bella.. e pure lei, chissà che questa situazione non l'abbia fatta maturare e fatto capire che le storie d'amore sono ben lontane da quelle descritte nei romanzi.
Dal prossimo capitolo inoltre rientrerà in gioco la figura di Carlisle e si metterà in luce parte della natura di questi "problemi economici" che affliggono la famiglia Cullen.
Grazie a tutte quelle che mi seguono in questa storia, chi legge e recensisce, mi fate davvero felicissima!! e scusate ancora per il ritardo, ma non temete che non ho alcuna intenzione di abbandonare la storia!;)
  
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