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Autore: _Takkun_    08/09/2014    2 recensioni
Una raccolta di flashfics e One shots di diversi momenti tra Ace e Marco:
•Il giorno dei contrari: Marco proprio non capiva, ma non perché fosse lui lo stupido, no di certo...
•Te lo prometto: “Torna con me alla Moby Dick.” Non sembrava essere un ordine, suonava più come… una supplica?
•Voglia di gelato, comandante?: “Ti vedo contento. Buono il gelato, piccolo?”
•Salutami con un sorriso: “Posso farti una domanda?” [...] "Non andare avanti, è sicuramente una domanda stupida."
•La scoperta di Satch: “Forza, dimmi che tipo di ragazze ti piacciono, vedrò di adeguarmi.”
•Happy B-day, Marco!: Non poteva desiderare di meglio se non il suo Piromane preferito per il giorno del suo compleanno.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Marco, Portuguese D. Ace
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Marco&Ace's Moments



Camicia
 

Barbabianca lanciò un’occhiata –l’ennesima- al figlio, messo a braccia conserte vicino al trono.
La cosa, naturalmente, non sfuggì al comandante in prima.
“C’è qualche problema, papà?” Chiese appunto.
Il vecchio Imperatore scosse il capo. “Nulla, Marco. Mi chiedevo solo come mai non avessi addosso la tua camicia. È a lavare o vuoi cambiare stile, figliolo?”
“Uh? No, nessuna delle due, è solo che-“
“Qualcuno sta prendendo le abitudini del proprio ragazzo~…” Spuntò dal nulla il cuoco di bordo che, per puro caso, era riuscito ad ascoltare la conversazione dei due.
“Ragazzo?” Chiese perplesso Barbabianca, aggrottando le sopracciglia.
“Lascia stare, papà, Satch sta delirando.” Marco fulminò con lo sguardo il castano, fingendosi indifferente alle sue parole.
Lui ed Ace non avevano ancora avuto l’occasione di far sapere al padre quanto la loro relazione si fosse spinta oltre la semplice e pura amicizia.
“Dicevo, nessun cambio di stile, è solo che non la riesco più a trovare.” Spiegò.
“Mmh… Satch, è un tuo scherzo?” Lo guardò con fare severo il baffuto, conoscendo fin troppo bene la vivacità e la natura giocosa del figlio.
“Certo che no! I miei scherzi sono molto più elaborati! Che divertimento c’è a far sparire la camicia del Pennuto? Questa volta sono innocente.”
“Non credo stia mentendo.” Sospirò il biondo. “Beh, non è importante, me ne procurerò un’altra quando attraccheremo.”
“Che strano, però.” Borbottò l’Imperatore Bianco.
“Senti, Marco…” Gli avvolse un braccio attorno al collo, Satch. “Magari l’hai dimenticata nella cabina di Ace durante una delle vostre notti di fuoco.” Gli sussurrò all’orecchio, cosicché il vecchio non potesse essere partecipe della conversazione.
Marco parve rifletterci su un attimo. “Potrebbe essere. Dov’è Ace?”
Il comandante in quarta sbuffò. “Se non lo sai tu che sei il suo amante, come posso saperlo io?” Levò il braccio di dosso dal compagno. “Che ne so, sarà andato a farsi un giro con lo striker. Tu va’ a controllare nella sua cabina nel frattempo.” Gli diede una leggera spinta per le spalle.
“Vado.” Si mise le mani in tasca, decidendo di dar retta all’amico.
“E ricorda che se ci ho azzeccato voglio una ricompensa! Il tuo amato mi deve ancora una vagonata di giornalini per un vecchio trauma psicologico!”
Marco scosse la testa, ignorandolo.
 

Una volta giunto davanti la cabina del corvino, diede vari colpi alla porta.
“È permesso?” Chiese, sentendo un profondo russare raggiungergli le orecchie.
Chiuse per un attimo gli occhi, lasciandosi andare ad un profondo sospiro. Quello sciocco, alle undici di mattina, era ancora a letto a poltrire.
Entrò senza troppe cerimonie, già pronto a buttare giù dal letto quello scansafatiche del comandante in seconda, ma ciò che i suoi occhi videro fermarono ogni suo intento.
Chiuse dietro di sé la porta, avvicinandosi lentamente al letto, sedendosi sul materasso.
Ace, messo in posizione fetale e avvolto da un lenzuolo, stava stringendo con forza tra le mani la famosa camicia scomparsa del biondo, tenendola il più possibile vicino al viso, così da poterne sentire chiaramente l’odore del proprietario.
Marco sorrise intenerito, passandosi tra le dita una ciocca corvina, accarezzando poi con il pollice la guancia destra del ragazzo.
“Potevi chiedermela invece di rubarla.”
Il comandante in prima non si mosse da quel letto per un altro paio d’ore, rimanendo a contemplare come ipnotizzato il proprio ragazzo dormire placidamente, con stretto al petto l’indumento, fino al momento del suo risveglio.
Il corvino venne infatti avvolto dalle forti braccia della Fenice, seguite poi dalle calde e carnose labbra e, quando gli fu spiegato il motivo dello strano comportamento del compagno, Ace arrossì di botto, inventandosi qualsiasi cosa pur di provare a far credere a Marco che no, quella camicia si trovava lì con lui solo per colpa di qualche folletto birbone.
Ma ogni sua stupida scusa fu zittita da un susseguirsi di continui baci da parte del biondo, che non gli lasciarono scampo.
 
 

Angolo autrice:

Sono tornataaa! *-*
Il periodo pesantuccio è passato e la raccolta può ritornare più forte di prima (?)!
Allora, è tardi, ho sonno e quindi la farò breve.
Com’è? Vi è piaciuto questo capitolo? Dimentichiamo cosa ho scritto nel capitolo nove e andiamo avanti con del sano fluff! *-*
Chi si ricorda il trauma psicologico di Satch? XD
Ringrazio chiunque vorrà commentare e spero di ritrovare le mia amate lettrici, sperando che siano contente di questo ritorno! ^^”
Un grosso bacione e a presto! :3
  
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