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Autore: Zola_Vi    08/09/2014    10 recensioni
-A lui interessa un altro genere di ragazze- dissi distogliendo il viso dal suo e mantenendolo basso. 
Sorrise. 
-Questo é tutto da vedere- 
-Cioè?- 
-Potresti chiederglielo- 
-A quale scopo?-
-Magari siete anime gemelle- mi fece un occhiolino. 
Si alzò poco dopo, lasciandomi ai miei pensieri, tornando in camera sua. 
“Anime gemelle” aveva detto. 
“Figurati” 
.........................
“Che ci sta succedendo?” pensai. 
All’improvviso, era cambiato tutto. 
Perché lui mi aveva evitata?
Perché lui non mi aveva più parlato?
Era tornato ad odiarmi, come in passato?
Voleva lasciarmi, di nuovo?
Come sempre, dipendeva tutto da lui. 
E io mi sentii debole, incapace di agire, come anni prima. 
-Ti prego. Non andartene un’ altra volta, non riuscirei a sopportarlo- lo supplicai.  
..........................
“Sai… quello che mi fa più rabbia é che io continuo a tenere a te, nonostante tutta questa merda” mi fermai alcuni secondi, per trattenere le lacrime.
“Mentre tu ti sei dimenticato di me da un pezzo”
“É così” disse semplicemente, dopo aver distolto il suo sguardo dal mio.
Quelle parole mi ferirono.
Il mio cuore si frantumò.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra: Harry. 

 

Odiavo quel maledetto posto.

Ero appeso ad un filo, sopra il nulla, tra un ramo di un albero e un altro. 

Mi chiedevo come tutti si potessero davvero divertire. 

Ero l’ultimo della fila. 

Gli altri erano già andati avanti di parecchio, persino Zoe. 

Tirai un pugno al tronco di un albero, strappando leggermente la corteccia, irritato. 

Il mio umore era decisamente di traverso. 

Fare un solo passo mi costava una fatica esorbitante. 

Più mi voltavo indietro, più sentivo il bisogno di correre verso l’entrata del percorso e saltare giù, mettendo i piedi per terra.

Maledette le idee stravaganti di Ploon. 

Lei adesso era alla fine, ci avrei scommesso. 

E io, invece, ancora all’inizio.

Corrugai la fronte, guardando verso il basso. 

Circa venti metri mi separavano dal suolo. 

Deglutii, cercando di farmi coraggio.

Poi, passo dopo passo, aggrappandomi ad il filo di ferro sopra la mia testa, tentai di raggiungere l’albero successivo.

Più volte, il signore del parco avventura era venuto a chiedermi se avessi avuto bisogno di un aiuto: ovviamente l’ avevo guardato male e questo si era allontanato, senza far nulla. 

Un gruppetto di bambini mi aveva appena superato, mi sentivo maledettamente idiota. 

-Non ti chiederò se vuoi una mano perché so che riceverei indietro solo una risposta negativa… Ma io sono qui, Harry-

Ploon, sorridente e con molta premura, era sbucata fuori all’improvviso, mentre io guardavo il percorso che ancora avrei dovuto affrontare. 

Aveva rifatto tutta la solo per me?

-E, per la cronaca, non me ne andrò. Sei qui a causa mia- 

Poi, molto lentamente, mi aveva detto cosa fare e aveva cercato di rilassarmi. 

-Non puoi farti male qui, Harry. Vedi? Sei legato?- disse indicando il cavo di ferro. 

Tuttavia ero ancora titubante, molto.

Il mio corpo rifiutava categoricamente di spostarsi, nonostante ci provasse.

-Vuoi una dimostrazione?- 

La guardai accigliato, non capendo come potesse darmela. 

Si allontanò dal mio corpo, sorridendomi apertamente. 

Poi spinse il suo all’indietro, lasciandosi cadere di spalle. 

-Ploon!- 

Mi sporsi immediatamente, allontanandomi dal tronco a cui ero abbracciato, troppo preoccupato per pensare alla mia stupida paura.

Vidi il corpo di Piccola Peste oscillare avanti e indietro, in aria. 

Lei rideva, divertita. 

-Sei completamente impazzita?- le urlai contro, severo.

-Tu però hai fatto un passo avanti verso il vuoto, allontanandoti dall’albero- 

Indicò, con lo sguardo, le mie braccia: pendenti lungo la mia vita. 

Per un attimo sorrisi, stupito, poi tornai a fissarla. 

-Sei pazza- bofonchiai. 

-E tutto solo per te- mi fece un occhiolino e prese con le proprie mani il filo su cui era attaccato il suo moschettone.

-Non hai abbastanza forza per tirarti su- 

-Allora aiutami- 

“E come?” pensai.

Lei si spostò orizzontalmente, portando il filo verticale sempre più vicino a me. 

-Adesso afferralo e cerca di tirarlo su-

Feci come mi aveva detto, molto lentamente.

Le afferrai una mano, dopo alcuni minuti. 

Lei sorrise. 

-Hai superato la tua paura adesso?- mi chiese quando ancora era a metà in aria e metà con il piede sulla piattaforma attorno all’albero.

Non le risposi, ero concentrato sul suo corpo: dovevo mettere la massima forza nel movimento delle mie braccia per tirarla su completamente. 

Ad un tratto, sentii una leggera pressione sulla mia mano, me l’aveva stretta ancora più forte. 

Dopo alcuni momenti, con un sorriso malizioso, si era buttata all’indietro un’altra volta, coinvolgendo anche me. 

Urlai.

Lei rise, divertita. 

Ma ero appeso al filo, ancora tutto intero. 

Tirai un sospiro di sollievo. 

-Non ti sembra di volare?-

La guardai, attentamente, mentre girava il suo volto in qualsiasi direzione.

Adesso ero tranquillo, lei era con me. 

-E’ fico- ammisi. 

Sorrise, soddisfatta.

-Perché mi guardi in quel modo?- chiese, curiosa.

-Come?-

-Mi stai fissando serio-

Lo facevo quando la mia mente si concentrava solo su di lei.

Il più delle volte la guardavo in quel modo. 

-Ti devo parlare, lo sai- 

Sospirò.

-Proprio qui?-

-Anche qui-

-Ho già detto stamattina che non voglio sapere nulla…-

-Beh, non mi sembra che tu abbia molte vie d’uscita- dissi guardandomi intorno.

-Sei in trappola, Piccola Peste- risi. 

Mi guardò per alcuni istanti, minacciosamente. 

Poi si tranquillizzò, rilassando il volto.

-Ce la puoi fare, allora?-

Scosse il capo.

Sorrisi, portando le mie labbra ad un movimento laterale verso sinistra e distogliendo il suo sguardo dal mio, abbassandolo lentamente.

Nonostante fossimo già vicini, mi avvicinai maggiormente al suo corpo.

-Ascoltami, per favore, pesciolino-

-Avevi detto volessi dirlo prima a lei, fallo-

-E’ quello che sto cercando di fare da giorni-

Poi la vidi rassegnarsi, non oppose più resistenza. 

I suoi meravigliosi occhi color ghiaccio, adesso, erano posati sui miei, smeraldo. 

Evidentemente aveva ceduto alla curiosità. 

 

Narra: Ploon. 

 

Quando mi focalizzai su di loro, i suoi stupendi occhi verdi, mi fu impossibile aggiungere altro: avevo già detto abbastanza. 

Se Harry voleva dirmi il nome della ragazza di cui era innamorato, io non potevo più fare nulla per fermarlo. 

Tutto quello che riuscivo ad affrontare in quel momento era il suo sguardo, così dolce e sicuro allo stesso tempo.

Il suo corpo era di fronte al mio, eretto e più bello che mai. 

Le sue mani, così calde, erano posate sulle mie braccia. 

Sentivo la sua pelle toccare la mia, sembrava lo stesse facendo per la prima volta: pareva un gesto talmente protettivo ed importante, come se da quello dipendesse la sua vita. 

Fui subito percossa da una forte scarica di brividi, gelidi e paralizzanti. 

Balbettai qualche parola senza senso, quasi sussurrando.

Posò un suo dito sulla mia bocca, avvicinandosi a me sempre più. 

-Ti chiedi ancora chi sia quella ragazza?- domandò con tono basso, sorridendo. 

Annuii ingenuamente. 

-Sei tu, pesciolino-

 

-Perché non vai con Harry, in moto?- 

-Zayn, non mi va di parlarne- 

Tenni le mie mani incrociate attorno alla sua vita, silenziosamente. 

Stavamo andando a prendere, nuovamente, il battello che conduceva all’isoletta: si ritornava alla partenza!

“Sei tu, pesciolino” 

Queste erano state le sue parole per dirmi che provava qualcosa per me. 

Mi aveva colta di sorpresa. 

Appesa ad un filo, avevo scoperto che il ragazzo che amavo da diciotto anni ricambiava i miei sentimenti. 

E non gli avevo risposto. 

Grazie all’aiuto dell’addetto alle arrampicate, eravamo scesi da lì. 

Poi non lo avevo neanche più guardato. 

Come potevo?

Adesso era tutto diverso, un’altra volta. 

Sospirai. 

-Tutto bene, Ploon?-

-In teoria, alla grande- 

-E in pratica?-

-Uno schifo- 

Vidi, dallo specchietto della moto, sorrise. 

-Sei sempre così complicata?- 

-Più o meno- risi. 

Zayn riusciva sempre a farmi divertire, nonostante qualsiasi problema avessi. 

Non lo conoscevo da molto tempo, ma potevo giurare di tenerci davvero a lui.

-Mi dispiace, forse avresti voluto Perrie qui accanto a te- 

Sghignazzò. 

-Guardala, solo per un attimo, per favore- 

Mi girai nella sua direzione. 

Era in moto con Harry e guidava. 

Urlava dalla felicità. 

-Mi piace vederla anche da qui, riesco a farlo meglio- 

Gli spazzolai i capelli e tornai a fissare il panorama di fianco a noi: il mare si faceva sempre più vicino, era leggermente mosso. 

-Non ti ho mai visto fare il bagno- annunciai ad un certo punto. 

-Per forza, non so nuotare- 

Sbarrai gli occhi. 

-Stai scherzando?- 

Scosse il capo, divertito dal mio stupore. 

-Ti devo insegnare, assolutamente- 

-Come hai fatto con Harry oggi, facendolo precipitare da un albero?- sghignazzò. 

-E’ stata una mossa tattica- 

-Per…?-

-Per fargli passare la paura- dissi convinta. 

-Data la sua faccia quando vi abbiamo visti, non ha avuto un gran successo il tuo piano- 

Forse avrei dovuto dirgli che non per quel motivo lui non sprizzava felicità da tutti i pori.

Tuttavia decisi di star zitta. 

-Siete strani, comunque- 

-In che senso?- 

-L’attimo prima vi abbracciate e l’attimo dopo non vi considerate minimamente o litigate- 

Sorrisi, sapendo che quella era la pura verità.

Forse eravamo pazzi. 

-Sai, prima che ti conoscessimo, Harry non faceva altro che parlare di te-

Corrugai la fronte, sbalordita. 

-Davvero?- 

Annuì. 

-Eppure avrebbe dovuto parlarci di Liz, non ti pare?- 

Non gli risposi, ma sapevo benissimo avesse ragione. 

-Siamo sempre stati ottimi amici- 

-Non per lui-

E neanche per me. 

-Ma é stato lui a decidere di allontanarsi da me, tanto tempo fa. Per cinque anni non si é fatto vivo. Perché, se era innamorato di me, l’ avrebbe fatto?-

-A volte, preferiamo allontanarci da ciò che, in realtà, desideriamo più di ogni cosa- 

 

-Tutto bene?- 

Ormai eravamo saliti sulla barca da più di mezz’ora e praticamente tutti i presenti stavano soffrendo le onde lunghe. 

Harry, in particolare, era seduto in disparte, con le mani conserte attorno allo stomaco. 

Quello non era il suo giorno fortunato, evidentemente. 

Fece un leggero cenno di testa e, corrugando la fronte, mi fissò mentre mi sedetti accanto a lui. 

-Forse dovresti ascoltare musica, a me aiuta sempre- sorrisi. 

-Sto bene così- troncò il discorso. 

E poi, senza alcun motivo, poggiai il mio capo sulla sua spalla, iniziando a cantare una canzone lenta e dolce. 

Chiusi gli occhi, pensando alla nostra storia: da quando lui mi aveva preso la mano, nel lontano 1993, diciotto anni prima, ad adesso. 

Speciale, travagliata, pazza, tormentata, profonda, confusa, vera. 

E, secondo Zayn, fin dal principio era stato amore. 

-Da quanto, Harry?- 

-Da sempre, Ploon- 

Furono le uniche frasi che ci scambiammo fino all’arrivo. 

 

Le nostre tende erano lì, nel bel pezzo della spiaggia, poco distanti dal bosco.

Sorrisi ripensando a tutto il caos che avevamo fatto per montarle. 

Poi, velocemente, tutto il gruppo si mosse per raggiungerle. 

Mi tolsi le scarpe per stare a stretto contatto con l’acqua tiepida del mare. 

Il sole era appena sull’orizzonte, pronto per calare. 

Liam diede i compiti: lui, insieme a Faith, si sarebbe occupato di accendere il fuoco, visto che era l’unico in grado di farlo e la mia amica voleva imparare, io sarei andata a cercare la legna con Harry, Perrie ed El avrebbero cucinato, Zayn e Hayley sistemato tutte le valige ai loro posti, nelle tende, mentre Louis, Niall e Zoe avrebbero lavato gli abiti sporchi delle due giornate precedenti. 

Il compito che mi era stato assegnato era di gran lunga il mio preferito.

Adoravo recarmi nel bosco, perdendomi ad ammirare il silenzio e la quiete. 

Solitamente era Eleanor che veniva con me, ma questa volta fu diverso. 

 

Il silenzio, tra me ed Harry, era diventato imbarazzante.

Come sarei riuscita a dirgli che ero innamorata di lui anche io?

Non sapevo come riordinare e pronunciare le frasi: non ero brava in quello. 

Dopo aver raccolto legna a sufficienza, decidemmo di andare a dare un occhiata alla nostra casetta. 

Era lì, dove l’avevamo lasciata. 

L’ultima volta che c’ero stata, lui non mi aveva rivolto parola e, ancora adesso, non capivo il perché. 

-Avevi detto, quella note, che per te non ero niente, se non un amico- 

Corrugai la fronte, cercando di ricordarmi. 

-Ad Hayley- 

Il suo sguardo, penetrante e fermo, era rivolto verso la casetta. 

Dopo alcuni momenti, riflettendoci attentamente, mi ricordai. 

-Tu eri nel bosco…- dissi confusa. 

-Poi sono tornato e ti ho sentito dire quella frase- 

Abbassai il volto. 

Ora era tutto chiaro. 

-Mi dispiace…-
Non disse nulla.

Non mosse ciglio. 

-Per questo me ne sono andato cinque anni-

Così, all’improvviso, finalmente ricevetti la risposta che da troppo tempo aspettavo. 

Ma non mi procurò sollievo saperla: non provai nulla, se non tristezza.

-Avevo paura capitasse quello che é successo oggi, che tu te ne andassi senza dirmi nulla. Quando mi sono accorto dei miei veri sentimenti ho avuto paura che tu mi lasciassi solo. Avevo paura di perderti- 

-E piuttosto che essere abbandonato da me, hai deciso di abbandonarmi tu?- 

Sapevo di star dicendo la verità. 

Era stato egoista. 

Ma l’aveva fatto per timore. 

Per amore. 

E anche se, forse, sbagliando, riuscii a sentire solo dolcezza all’interno del mio cuore. 

-Io non avevo idea… Non avrei mai immaginato questo. Dovevi dirmelo- 

-Per cosa?-

-Magari anche io provavo qualcosa per te- 

In quell’istante si voltò, finalmente, verso di me. 

-Era così?- 

Era ancora serio. 

E, anche se non voleva darlo a vedere, teso. 

-Si…- 

Cinque anni. 

Cinque anni sprecati per un’ incomprensione. 

-Pensavo amassi davvero Liz, tu me l’hai detto- 

-Ho detto tantissime stronzate, Ploon- 

-Nel tema, allora, parlavi di…- 

-Te- continuò. 

Ero stata stupida a non accorgermene: tutti me lo avevano detto, ma io avevo negato l’evidenza per non illudermi, come sempre.

-Tu mi parlavi di mille ragazze ogni giorno, come facevo ad immaginare?- 

-Mi dispiace- 

Sospirai, pensando a tutti quei ricordi.

E adesso? Cosa succedeva?

-Ho bisogno di sapere da te, Ploon- 

Si avvicinò al mio corpo, lentamente e con cautela, fino ad avermi a pochi centimetri di distanza. 

-Io… sono sempre stata innamorata di te, Harry- 

Ehyyy <3 
Finalmente, eh?
Si sono dichiarati *0* 
Non ce la facevo più a farli traballare qua e di là C': 
E ora? Cosa succederà? Ed Arya? 
Secondo voi cosa combinerà la rossa? <3 
A voi le idee, sono cuoriosa :3 
E, adesso, visto che molte di voi aspettavano da tempo questo momento, voglio sapere le vostre opinioni a proposito. 
Recensite, bellezze <3 
Sapete che mi fate felicissime se lo fate *0*
Alla prossima e un bacio, 
-Zola. 

 

   
 
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