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Autore: Uptrand    08/09/2014    12 recensioni
Le vicende sono ambientate dopo Antiche Minacce. Dasha ha finalmente raggiunto il suo scopo diventando una delle donne più potenti della galassia, ma deve guardarsi le spalle perché il Consiglio le è apertamente ostile. Problemi arrivano anche da Omega dove muovendosi nell'ombra qualcuno vuole far scoppiare una guerra tra Aria e Dasha, un conflitto dalle conseguenze impossibili da immaginare considerando le risorse di entrambe.
Nel frattempo Olivia e Steve scoprono che l'Alleanza, che hanno fedelmente servito, potrebbe trasformarsi nel loro peggior nemico.
Sono presenti descrizioni prese dal codex del gioco.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mass Effect Legacy'
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Isabella si destò all'improvviso e si mise a sedere, troppo in fretta, lo stomaco protestò e l'ambiente circostante parve sobbalzare improvvisamente. Si guardò intorno e giudicò il posto un’infermeria, ipotesi rafforzata dalla camicetta da ospedale che indossava e si trovava nello spazio, in una nave. Le ampie vetrate della stanza non lasciavano dubbi, così come le navi che riusciva a vedere. Su di esse, in bella vista, il logo della Noveria Corps.
Saltò giù dal letto, il fatto di non essersi svegliata legata era già qualcosa, doveva trovare Dasha sapere e....
« Isabella! » Disse una voce, lei si girò di scatto notando solo adesso una tendina che faceva da separè e i suoi occhi si illuminarono quando una mano la scostò.
Un attimo dopo si stava lanciando sul letto accanto al suo, abbracciando Dasha « Piano...mi hai infilzata come un pollo, solo qualche ore fa. » Borbottò la Weaver dopo che con un tonfo le cadde nel letto.
« Scusa…scusa...scusa » - mormorava Isabella senza smettere e alla fine chiese - « Restare con Dasha? »
Lei la guardò con aria strana, poi comprese la sua domanda « Sempre.» e premette il pulsante dell'interfono. Dopo pochi istanti Galba fece il suo ingresso.
« Ho faccende da sbrigare e non posso risolverle rimanendo a letto. » Disse Dasha
« Preferirei che ci rimanessi invece, non sei in pericolo di vita ma sarai dannatamente debole per i prossimi giorni e lo stesso vale per Isabella. Abbiamo eliminato tutta la droga che aveva in circolo, non so come abbia evitato di andare in overdose ma il suo fisico è stremato se so leggere i risultati dei test. » Commentò il medico.
« È sufficiente. Se va bene, questa volta non ci sarà bisogno di uccidere nessuno. » Affermò lei.

Olivia si trovava sulla nave ospedale della Noveria per varie ragioni, non ultima per accertasi delle condizioni del fratello.
Avevano trovato Steve e Pars sotto un mucchio di detriti. La quarian se l'era cavata con solo qualche graffio, lui aveva il fianco sinistro, quello rivolto verso le macerie, con numerose ossa rotte.
Se l'erano cavata grazie a Pars, mentre Steve la stringeva a se per proteggerla usando come scudo la sua ben più solida armatura da distruttore, aveva collegato fra loro le rispettive fonte energiche potenziando gli scudi. Questo li aveva salvati.
Olivia era rimasta stupita dalla prontezza della quarian, sapeva che era un buon elemento ma aveva avuto davvero una mente gelida per fare tutto quello mentre attorno a loro regnava il caos.
La porta si aprì e Steve uscì su una sedia a levitazione. Gamba e braccio sinistro erano ingessati e aveva un collarino intorno al collo. Fortunatamente la medicina moderna gli avrebbe permesso di guarire in appena due settimane da quelle fratture.
« Non fare commenti. » Ammonì il fratello chiaramente di pessimo umore. Odiava stare fermo troppo a lungo e ora lo sarebbe stato per due settimane su una sedia.
« Gli altri come stanno? » Chiese lui.
« Bene, ci siamo guadagnati solo qualche nuova ferita da mostrare a casa. Tu eri quello messo peggio.» - spiegò Olivia e aggiunse ridendo - « Il mio povero fratellino che si è fatto la bua. » e allungo la mano a scompigliargli i capelli.
Steve alzò la testa nel gesto di volergli mordere la mano, giusto per fargli cosa pensava del suo umorismo.
« Ti lascio con qualcuno che si occuperà di te. La tua sorella maggiore deve andare a mediare la pace tra Dasha e Aria. »
« Davvero? Aspetta, con chi mi lasci? » Prima che potesse avere risposta, una figura arrivatagli di spalle gli si piazzò davanti, due braccia gli cinsero il collo e un paio di labbra si posarono sulle sue.
« Ciao bellezza. » Disse Steve.
« Ciao tesoro. » Rispose Ilary.
« Pare che non abbiate  bisogno di me. Ilary, ritornate sulla Normandy, io vi raggiungerò con Dasha e Aria. » Ordinò Olivia.
« Ti incontri con loro sulla SR3? » Domando Steve sbigottito.
« Avevano bisogno di un luogo neutrale, non hanno molta fiducia l'una verso l'altra. »
Prima che Steve potesse aggiungere altro, Ilary abbasso due pedane sul lato posteriore della sedia e ci salì sopra « Non ho mai pilotato una di queste.»
« È una sedia per invalidi, non un'astronave. » Commentò Steve.
« Ha un motore e vola, è la stessa cosa. » Affermò lei e prima che il suo ragazzo potesse dire altro, la sedia fece un'improvvisa inversione a U e schizzo via.
Steve maledisse il fatto che non avesse cinture.

*****

« Voglio sapere se Myhtra Zon è viva, se è così non permetterò che lo rimanga. » Dichiarò Aria.
Olivia e Dasha parvero incerte ma Isabella annuì con fermezza.
« Cosa?...Oh, capisco » Il cipiglio di Dasha a questa notizia si distese, pareva aver intuito qualcosa.
« Aria, se non ti secca avere indirettamente la vendetta che desideri credo che l'avrai. Isabella è a caccia, glielo visto fare un paio di volte quando si vuole divertire. Fa scappare la sua preda concedendogli alcuni giorni di vantaggio e poi la insegue. Se tu riuscirai a trovarla per prima nessun problema, sarà sempre meno di quello che le farà Isabella. »
Aria contemplò con una certa dose di divertimento l'idea di Mythra nella mani di Isabella. Lei e Dasha è uccidevano per affari, Isabella per piacere.
« Anch'io ho intenzione di arrestare Mythra possibilmente viva e preferirei che voi due non interferiste. È una criminale ricercata dal Consiglio. » Affermò Olivia.
« Allora è una gara. » Commentò Aria. Finalmente poté incominciare la trattativa vera e propria.
Dasha ruggiva e gridava contro Aria.
Aria batté un pugno sul tavolo con tale vigore da rovesciare una caraffa d'acqua. Si insultarono a vicenda chiamandosi con i peggiori insulti che conoscevano, imprecarono e Olivia ebbe la sua prima dimostrazione di bestemmie Asari. Dovette trattenersi dal ridere.
Per due volte si tirarono a vicenda i bicchieri che Olivia aveva messo a loro a disposizione, dopo la prima volta aveva fatto sostituire i bicchieri in vetro con altri di plastica.
Isabella, anche lei nella stanza, aspettava sbadigliando dondolandosi su una sedia come se si trovasse davanti a uno spettacolo che aveva visto molte volte.
Olivia le lasciò sfogare e non alzò mai la voce né rispose con minacce alle minacce, alla fine riuscì a strappare un accordo da entrambe.
« Alla fine siamo d'accordo. Per quanto la cosa mi disgusti. » Commentò Aria.
Dasha strinse la mano che le veniva tesa « Crediti in cambio degli appalti sulla ricostruzioni e di una buona pubblicità. » Rispose.
La versione ufficiale sarebbe stata che la Noveria Corps aveva usato vecchie navi in disarmo per allestire una missione umanitaria su Omega, quando aveva saputo che un disastro era scoppiato sulla stazione. Dasha si dimostrava sicura che gli addetti stampa del Consiglio e il Consiglio stesso non avrebbero fatto obiezioni.
Olivia avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere se stava facendo la cosa giusta a mantenere la pace tra loro due. Se Dasha e Aria avessero trovato il modo di collaborare fra loro, se la Noveria Corps e Omega avessero fatti affari insieme cosa sarebbe potuto succedere?
Fu allora che nella stanza si udì dall'interfono la voce di Ilary « Scusi tenente...» il fatto che Ilary la chiamasse per grado e lo facesse nonostante avesse detto di non voler essere disturbata, le fece capire che doveva trattarsi di qualcosa di grave «...una nave civile umana è appena arrivata, ha un codice di identificazione di livello cinque. »
Olivia sussultò a quelle parole, la presenza di quel codice indicava che la nave trasportava un ammiraglio ma era assurdo che uno di loro si presentasse lì, proprio adesso, ad anni luce dal confine dello spazio umano e su una nave civile.
« Signore, chiedono il permesso di salire a bordo e vogliono parlare con Dasha Weaver. Cosa devo rispondere? » L'interpellata fece spallucce, quando lei la guardò con aria interrogativa.
« Permesso accordato. » - rispose e all'ultimo chiese - « Qual è il nome dell'ufficiale? »
Ilary non rispose subito, evidentemente lo stava chiedendo e quando lo disse il suo tono non sarebbe potuto essere più stupefatto « Amm. Hannah Shepard »
« Nonna! » Esclamò stordita Olivia -- Non può essere è in pensione – pensò

Come aveva dimostrato più volte nel corso della vita, Hannah Shepard amava smentire quello che le altre persone pensavano.
Anche se aveva superato gli ottant'anni la figura che avanzava dal portellone di attracco era magra e dritta come un chiodo, gli occhi verdi, come quelli della nipote, attenti indicavano una mente ancora pronta e manteneva un ciuffo di capelli rossi che testardamente si rifiutava di cedere al grigio che dominava il resto della capigliatura.
Olivia, con tutti quelli della sua squadra e chi dell'equipaggio era sul ponte, scattò sull'attenti in un perfetto saluto militare. Steve si limito al saluto, immobilizzato com'era sulla sedia levitante.
« Olivia, ho saputo che ti sei tenuta impegnata. Dasha Weaver è qui? » Chiese Hannah, con un sorriso
« Sissignore, vi è anche Aria T 'Loak. Quando siete arrivata avevano appena raggiunto un accordo, ma c'erano ancora alcuni dettagli di sistemare. » Spiegò Olivia e alla fine travolta dalla propria curiosità « Perché siete qui? »
« Noi siamo qui in maniera non ufficiale perché l'Alleanza vorrebbe, anche il Consiglio, assicurarsi che un simile pasticcio non capiti più e per fare in modo che Dasha Weaver accetti le nostre richieste che lo voglia o meno. »
« Noi? » Domandò Olivia.
Un rumori di passi risuonò sul ponte e Hannah si mise di lato per permettere a chi arrivava di presentarsi.
« Piacere di rivederla Tenente. » Disse il nuovo venuto
« Felice di averla bordo signore. » Rispose Olivia eseguendo un altro saluto, mentre gli occhi tradivano la sua emozione. Cosa diavolo ci faceva Valentina Quenny, la direttrice della Hackett, con sua nonna, sulla sua nave?
La donna dovette leggerle quella domanda in faccia, perché disse « Ho avuto l'onore di servire sotto sua nonna per diversi anni quando ricoprì i ruoli come Ammiraglio e Ammiraglio di Flotta. Anche dopo essere assegnata a incarichi diversi, ho avuto il piacere di aiutarla in diversi compiti. »
« Signora, non siamo parenti ?» Domandò Olivia. Questa volta fu Valentina a mostrarsi stupefatta e cogliendo nuovamente di sorpresa Olivia, scoppiò a ridere in una risata cristallina.
« Capisco i suoi dubbi Tenente. Si riferisce a questi vero? » Disse indicando i propri capelli di un rosso accesso, lo stesso colore di quelli di Olivia e di sua nonna quando era più giovane. Un colore più unico che raro. « Le dico la verità, la prima volta che incontrai sua nonna pensai la stessa cosa e quando vidi lei per la prima volta all'accademia Hackett quel dubbio mi assalì di nuovo. A meno che non abbiamo qualche oscuro antenato in comune, la risposta è no, non siamo parenti. »
Olivia tirò un sospiro di sollievo, avrebbe trovato complicato una simile parentela e poi Valentina aggiunse « Quando avremo finito farò un ispezione della nave, eventuale mancanze saranno segnalate. » Olivia in teoria avrebbe potuto dire di no.
« Sissignora » rispose, la pratica era tutt'altra cosa.
Hannah salutò brevemente gli altri componenti della squadra Arturus, Mordin, Asiria. Aveva avuto occasione di fare da balia ad ognuno di loro mentre era in pensione.
« Steve, cosa hai combinato? » Domandò quando fu di fronte al nipote sulla sedia levitante e con addosso i gessi.
« Eh!...Un muro mi è venuto addosso, non sto scherzando. » Rispose il nipote. Pars si fece coraggio si presentò e raccontò come Steve l'aveva salvata.
« Mi farai venire un crepacuore un giorno nipote. » Commentò Hannah. Steve sorrise a quelle parole.
« So anche che ti sei dimostrato testardo come al solito con Valentina, al corso N7. » il sorriso era scomparso « Come Olivia a preso molto da vostro padre, tu hai preso molto da tua madre...e da me. Nipoti parlerò con voi dopo, con più calma. Olivia conducimi da Dasha. »
Una figura si parò davanti all'ex Ammiraglio.
« Sottotenente Okiyua  Jumishu è un onore conoscerla di persona ammiraglio. Perdoni l'insolenza, è qui per arrestare Dasha Weaver e Isabella? Ho proposta l'idea a sua nipote e ha rifiutato. Ho mandato un rapporto, ma non ho ancora avuto risposta. »
Olivia grugnì di frustrazione, non l'aveva avvisata di nessun rapporto e aveva spiegato i motivi che per lei erano evidente sul perché non si poteva arrestare Dasha, sebbene lo meritasse. Però il suo primo ufficiale ragionava solo tramite i propri valori, rifiutando di scendere a compromessi o valutare come le cose funzionavano nel mondo reale.
Hannah lo guardò dritto negli occhi e gli puntò contro un dito rinsecchito e appuntito « Ho letto il suo rapporto ma soprattutto ho parlato con vostro padre, l'Ammiraglio  Jumishu. So perfettamente qual è l'idea che ha in testa il vostro genitore dell'Alleanza e quella di tutte quelle vecchie cariatidi che lo seguono ma che come me sono pronti per la pensioni anche se morirebbero piuttosto che ammetterlo. Un’Alleanza dove chi agisce per proprio conto è visto più come un problema e dove anche solo pensare di piegare al bisogno il regolamento è sufficiente per subire una punizione e una collaborazione tra specie non è vista di buon occhio. Noi Shepard potremmo rappresentare un problema all'affermarsi di questa idea “ortodossa”. Dopo il mio discorsetto sono sicura che suo padre abbia imparato la lezione e anche chi lo appoggiava, ora figliolo le consiglio primo di svegliarsi e secondo di spostarsi. Mi sta facendo perdere tempo. »
Okiyua Jumishu ubbidì e rimase impassibile quando Olivia passandogli davanti gli sorrise.

« Hannah sei vecchia. » Commentò Aria quando la vide entrare.
« Hai ragione e non ho neanche tutto il tuo tempo a disposizione Aria e...quella deve essere Isabella. Ragazzina non ti hanno insegnato ad alzarti in piedi a salutare. » Disse rivolgendosi direttamente a Isabella che stava seduta su una sedia messa all'incontrario e che fino a quel momento pareva annoiata. Lei si limitò ad inarcare un sopracciglio e ad assumere un'aria perplessa.
Olivia si chiese come facessero sua nonna e Aria a conoscersi, quella era una storia di famiglia che ancora nessuno le aveva raccontato.
All'entrata di Valentina, Isabella si fece più attenta ad Olivia ricordò un gatto in agguato.
« Ho bisogno di parlare in privato con Dasha e Isabella, quindi a parte Valentina gli altri sono pregati di uscire e lasciare questa sezione della nave. »
Olivia rimase fuori a vedere, anche se aveva fatto uscire tutti lei era rimasta, chiedendosi se sua nonna e Valentina fossero al sicuro.
Da dov'era non poteva sentire cosa veniva detto ma poteva vedere.
Sua nonna stava parlando, Quenny era immobile accanto a lei come una statua di marmo.
Dasha camminò per la stanza, puntandole più volte contro il dito.
Isabella si era alzata dalla sedia, come un cane che percepiva la rabbia del proprio padrone. Non le piaceva.
Poi parve che gli animi si calmassero allora sua nonna si rivolse direttamente a Isabella, lei però guardò Dasha e si limitò ad annuire un paio di volte. Poi si scatenò l'inferno.
Vide Isabella balzare avanti ed estrarre una spada, troppo veloce e vicina a sua nonna perché Dasha potesse fermarla.
Quenny l’afferrò per un polso, il phantom riuscì a compiere un mezzo movimento in aria appoggiando un piede su un tavolo e l'altro sulle pareti a vetro.
Quando ricadde al suolo si trovò, con suo stupore, priva di una delle sua spade e sotto un attacco così rapido che incalzata da Valentina, fu costretta a indietreggiare per non esserne travolta.
Poi Olivia non riuscì a dire cosa accadde, vide una luce accecante e quando riaprì gli occhi c'era un buco nella parete a pochi centimetri dalla testa di Isabella, parte della sua spada era fusa.
La divisa di Quenny sembrava attraversata da piccole scariche elettriche.
Dasha e Hannah che per quei brevi ma intensi istanti non si erano mosse scambiarono alcune parole, lo sguardo del presidente della Noveria Corps. sembrava tutto tranne che soddisfatto ma era evidente che aveva accettato qualche forma d'accordo.
Sua nonna e Valentina uscirono pochi istanti dopo, precedute da Isabella che uscì di corsa piangendo seguita da Dasha.
« Cosa diavolo è successo? »
« Sbaglio o non dovresti essere qui. Ora non importa, abbiamo trovato un accordo e quella piccola dimostrazione è servita a smorzare l'entusiasmo eccessivo di Isabella. » Spiegò Hannah.
« Accordo? Accordo su cosa? Voglio sapere tutto. »
« In ogni caso verresti a saperlo. Questa storia è nata perché Isabella è un punto debole per Dasha, troppo grande e lei lo è per Isabella e adesso che ha altre tre come Isabella...»
« Ti riferisci ai cloni? Volevo discuterne con Dasha dopo aver sistemato le cose con Aria ma tu sei arrivata prima che potessimo farlo. Come fai a sapere dei cloni?»
« Brava ragazza, hai sempre avuto cervello...so dei cloni grazie al tuo primo ufficiale che ne parla nel rapporto che ha inviato...pare che Isabella stessa non sapesse bene cosa farne, così gli ho offerto un'alternativa. Libereremo quelle ragazze dall'indottrinamento, se sarai così gentile da convincere Samara ad aiutarci te ne sarei grata anche se abbiamo altri metodi e le manderemo in una struttura sicura dell'Alleanza. Sono ancora giovani e se si riprenderanno potranno vivere normalmente la maggior parte della loro vita e portando dentro di se eezo 19 rappresentano una risorsa non trascurabile, in un campo dove si sa praticamente nulla e le manderemo in una struttura adatto alla scopo e il Consiglio potrà mandare proprio personale. Quando ho detto che però volevo che anche Isabella le seguisse...»
« Aspetta, hai proposto di separare Isabella da Dasha! Non mi sorprendo che abbia reagito in quel modo e da quello che ho visto non è grazie alla fortuna se sei ancora viva. Cos'era quel fulmine? » Olivia pose la domanda guardando verso Valentina.
Nonostante quello che era appena successo la figura della direttrice della Haccket rimaneva impeccabile ma fu su nonna a rispondere
« Qualcosa che non dovevi vedere! Anche l'Alleanza ha i suoi segreti,  ammetto di essere rimasta sorpresa dalla violenza della reazione, sapevo che non l'avrebbe accolta bene ma non mi aspettavo in questa misura. Ho chiesto a Valentina di accompagnarmi proprio per una simile eventualità. »
Olivia non poté evitare di guardarla con ammirazione, non solo tenere testa ma mettere in posizione d'inferiorità Isabella non era qualcosa che un soldato qualsiasi poteva fare per quanto ben addestrato.
« In ogni caso sono riuscita a fargli accettare la proposta. Isabella sarà dei nostri. »
« Cosa ? Come hai fatto? » Chiese stupefatta la nipote.
« Le ho fatto notare una cosa ovvia, il tempo non risparmia nessuno e cosa accadrà a Isabella quando sarà vecchia come me, dubito potrà fare le sue mosse senza rompersi qualche osso oppure se lei dovesse morire? Le ho detto chiaramente che non ci penseremo due volte ad abbatterla come un cane rabbioso se perdesse il controllo o al massimo la useremo come cavia nei nostri laboratori. Dopo la sfuriata di Isabella ha capito che avevo ragione, ha accetto ma ha voluto alcune garanzie che non mi aspettavo e ha chiesto un mese di tempo. Pare che Isabella sia impegnata in una “caccia” ma non ha specificato di cosa si trattasse. »
Olivia si mosse a disagio talloni « Sai qualcosa ? » Domandò Hannah
Lei spiegò che la “caccia” a cui si riferiva Isabella era quella in cui la preda era Mythra Zon ma non sapeva in che modo il phantom intendesse procedere. « Anch'io ho intenzioni di arrestare al più presto Mythra, se ne avrò occasione. »
« Dubito che potrai arrivarci per prima, quell'asari si è mossa per più di trent'anni in clandestinità e se anche ci riuscissi non penso che una prigione la proteggerebbe. Ascolta le mie parole, risparmiati questa fatica e un giorno avrai la sua testa senza faticare. » Dichiarò sua nonna assolutamente seria. Poi il viso si addolcì e comparve un sorriso.
« Adesso che abbiamo svolto quest'incarico lasciamo da parte i gradi e raccontami come stai Olivia e chiama anche gli altri, è da molto che non ci vediamo e voglio sapere tutto quello che avete combinato...ah…si... Valentina di alla nave di rientrare alla base, se vuoi puoi andare con lei, io tornerò indietro con Olivia. »
« La ringrazio Ammiraglio ma tornerò anch'io sulla Normandy SR3, ho detto che avrei ispezionato la nave e il suo equipaggio. » Quelle parole furono una vera doccia fredda per Olivia.
Durante il viaggio di ritorno alla Cittadella sua nonna fornì altri particolari. Il governo asari declinava ogni responsabilità, pareva che il supporto che Mythra aveva ricevuto provenisse da solo una delle repubbliche che costellavano il panorama politico di Thessia, Questa rendeva la questione puramente interna e vietava al Consiglio di intromettersi.
Olivia chiese ulteriori dettaglia a sua nonna sulla sua presenza. Il Consiglio, appena ricevuto il rapporto di Olivia sulla cessazione delle ostilità e quello di Jumishu, voleva mettere la mani sui cloni.
Il fatto che Dasha avesse Isabella era già considerato con preoccupazione, non avrebbero permesso che avesse il controllo di altri biotici con eezo 19. Una risorsa energetica a cui molti guardavano con desiderio.
Tuttavia l'Alleanza aveva fatto notare che essendo umani rientravano sotto la loro giurisdizione e non avrebbero permesso che fossero tenuti prigionieri, alla fine si erano accordati che sarebbero state ospitate in una struttura dell'Alleanza ma solo scienziati del Consiglio avrebbero potuto esaminarle.
Rimaneva da stabilire solo chi inviare, John e Ash non andavano bene perché troppo conosciuti e i giornalisti sempre pronti a seguirli, in casi come questo era un problema non trascurabile. Si voleva infatti tenere nascosta la vera identità dei cloni e negare che il Consiglio e Alleanza fossero a conoscenza della loro esistenza. Così si era offerta lei dopo che, per “caso”, un rapporto in cui i suoi nipoti venivano citati le era stato recapitato. Si era quindi imbarcata su una nave dell'Alleanza senza ricevere nessun tipo di ordine, almeno ufficialmente

*****

La flotta di Noveria era sulla rotta di ritorno.
Isabella era ferma davanti a una delle camere della nave infermeria, era ancora offesa con Dasha perché aveva accettato che anche lei sarebbe stata mandata via, appena l'aveva saputo era corsa via piangendo. Aveva avuto paura che Dasha la odiasse per quello che le aveva fatto, anche se le aveva detto “Per sempre.”  e lei aveva capito che non mentiva dal suo linguaggio del corpo. Non che le servisse quella dote per fidarsi di Dasha.
Alla fine l'aveva rassicurata che quello che faceva era per il suo bene, sarebbe stata libera di contattarla sempre e non sarebbe mai stata in un laboratorio. Si erano già divertiti troppo con le loro menti sia Cerberus che altri, nessun altro l'avrebbe fatto.
Le credeva ma non era contenta della sua decisione.
Ora però aveva altri problemi. Dalla vetrata in corridoio poteva vedere le tre giovani phantom suoi cloni che aveva deciso di salvare ma non sapeva neanche lei perché. Il giorno prima la stessa asari che l'aveva liberata, aveva fatto il possibile con loro ma proprio come per lei il loro indottrinamento era troppo vecchio perché lo si potesse rimuoverlo del tutto ma aveva comunque ottenuto dei risultati.
Quelle ragazze avevano almeno riacquistato il libero arbitrio, non sarebbero più state marionette ma come per lei e Dasha parte della loro mente sarebbe stata per sempre “inaccessibile”, non trovava un termine migliore per descrivere quello che provava.
Il quel momento le ragazze, non avevano neanche un nome, erano semplicemente ferme nel letto. Erano state indottrinate appena possibile, non avevano idea di cosa volesse vivere o anche pensare con la propria testa.
Isabella guardò la mano stretta attorno a tre spade e sospirò, anche lei era un phantom e forse poteva capirle inoltre non riusciva a togliersi dalla mente le parole di Mythra che le aveva definite sue “sorelle”, non si era mai sentita così insicura in vita sua. Qualsiasi decisione volesse prendere le sembrava quella sbagliata. Alla fine decise di entrare. Tre teste molto assomigliate fra loro e a lei la fissarono mute e immobili.
« Prendete. » Disse e porgendo tre spade, quelle che lei aveva sottratto a loro dopo averle sconfitte su Omega. Si mossero verso di lei, si chiese se di loro libera scelta o per un impulso incondizionato.
Chiaramente intimidite si fermarono, non osavano andare oltre. Lei si inginocchiò e nuovamente gliele porse, accennando un sorriso.
Alla fine una di loro si fece avanti, con un movimento fulmineo prese una spada e la strinse a se quasi avesse paura che qualcuno gliela potesse portare via.
Isabella le fece cenno di togliere le bende di carta attorno all'impugnatura, la ragazza capì e fece quanto le venne detto. Man mano che le bende venivano tolte delle linee comparvero sulla spada, queste ne incrociarono delle altre e formarono una lettera e le lettere una parola.
La ragazza seguì con il dito in solco di ogni lettera e alla fine provò a pronunciarla 
« A...A.. Ale...Alexya » e guardò Isabella con sguardo interrogativo.
«  Alexya, nome, tu » Spiegò Isabella. Lei la guardò con aria interrogativa e puntando un dito verso se stessa ripeté «  Alexya? »
« Si » disse Isabella. Alla ragazza gli occhi brillarono, quando intuì di avere un nome.
Le altre due ormai capito che non c'era da temere ripeterono il gesto e lessero i propri nomi incisi sulle spade: Diana e Trish.
Poi con sorpresa di Isabella tutte e tre assieme dissero « Nome? » e la indicarono. Solo allora lei si rese conto che non avevano motivo per conoscerla o ricordarsi di lei mentre erano indottrinate, quel ricordo poteva semplicemente essere andato perso come molti altri.
« Isabella » Disse rimettendosi in piedi, estrasse una delle sue spade e fece un breve gesto, veloce ma semplice. Le ragazze si guardarono fra loro e imitarono il suo gesto alla perfezione.
Forse non avevano niente ma erano phantom e avevano una spada, lei sapeva cosa volesse dire esserne privi ma serviva altro.
« Mythra, caccia, morte.» Disse e di nuovo le ragazze si guardarono fra loro e nuovamente ripeterono all'unisono « Mythra, caccia, morte.» mentre un sorriso di ghiaccio appariva sui loro volti.
Isabella rispose con lo stesso identico sorriso. Erano phantom, erano parte di lei, avevano una spada e una preda da cacciare.
Aprì la porta e le condusse fuori, sulla nave c'era una palestra dove avrebbero potuto usare le spade, tenendosi per mano la seguirono ma solamente quando Isabella prese per mano la prima delle ragazze, lei avvertì una strana sensazione mai provata prima.

*****

Mythra era scappata da Omega o per meglio dire Isabella l'aveva lasciata andare ma come lei stessa aveva detto “per il piacere delle caccia”, si era nascosta, aveva usato tutti i suoi contatti ma più volte aveva visto ombre muoversi dove non vi era nessuno, anche all'interno di quelli che sarebbero dovuti essere rifugi sicuri ed era sola o udiva improvvisamente qualcosa fendere l'aria.
Alla fine era stata presa o si erano decisi a prenderla, una parte di lei ne era sollevata perché sarebbe tutto finito.
Quando si riebbe si trovò in quella che doveva essere una grotta naturale, ma che persone aveva dotato di porte e luci ed era legata a una sedia.
Di fronte a lei, in piedi, vi erano Isabella e i suoi cloni in armatura da phantom. Un aspetto che era rimasto inalterato nonostante le migliorie genetiche erano i loro occhi , come quelli di Isabella erano di un azzurro difficile da descrivere quasi celeste.
Occhi di ghiaccio che fissavano, occhi da predatori.
Isabella le indicò una a una dicendo ogni volta un nome « Diana, Alexya, Trish »
Loro sorrisero a sentire i propri nomi. - No, anche il sorriso è lo stesso - pensò Mythra guardando la scena.
« Liberatemi è un ordine! » Ordinò l'asari, anche se intuiva che in qualche modo il suo indottrinamento era stato annullato. Invece con sua sorpresa venne slegata e la porta che dava all'esterno aperta.
Lei guardò verso di loro e vide Isabella che le faceva segno di andare, corse fuori non avendo niente da perdere. Le sue speranze svanirono quando sentì l'aria gelida e la sua gamba destra sprofondò nel primo metro di neve.
Noveria, era su Noveria. Il pianeta di Dasha, la casa di Isabella, una trappola perfetta, mosse ancora qualche passo davanti a se e trovò una cassa al suo interno armi clips e provviste.
Non sapeva cosa volesse Isabella, ma avrebbe fatto di tutto per salvarsi la vita e corse nella neve.
Un’ora dopo stava urlando dal dolore china a terra, con la mano attorno alla ferita dove prima aveva avuto un dito.
« Brava Alexya. » Commentò Isabella rivolgendosi al phantom che con piacere le mostrava il dito che aveva amputato.
« Cosa vuoi ? » Gridò Mythra.
« Caccia, insegnare, allieve. » Spiegò Isabella che le si era avvicinata e le disse « Un'ora » e se andò seguita dalle sue allieve.
Lei riprese a fuggire, usando del medigel del kit d'emergenza per medicare le ferite, se aveva interpretato bene le parole aveva un’ora di tempo.
Quando venne riportata alla grotta era viva, il giorno dopo, perdeva sangue da innumerevoli ferite su tutto il corpo e aveva un principio di ipotermia. La medicarono e per un giorno la lasciarono riposare.
Quando si riebbe scoprì di essere incatenata al centro di una stanza e nuda, le braccia immobilizzate da catene e tremò quando la porta si aprì.
Isabella, Diana, Alexya e Trish erano tornate.
I cloni si misero dietro di lei, Isabella le si avvicinò e le iniettò qualcosa nel collo dicendo « No dolore, no svenire, no morte » Disse con l'idea di divertirsi.
Il farmaco fece subito effetto e lei senti diminuire il suo senso del tatto, riuscì a malapena a percepire i cloni avvicinarsi da dietro e qualcosa pungerla al centro della nuca, poi urlò sentendo un dolore sordo che le correva lungo tutta la schiena, abbassando la testa vide le proprie gambe e il pavimento macchiati dal suo sangue e urlò di nuovo.
Si chiese cosa avrebbe provato senza farmaco, se anche così aveva difficoltà a resistere.
Una seconda sensazione come quella di prima ma questa volta da spalla a spalla, la fece urlare di nuovo.
Udì un rumore di qualcosa che veniva tagliato e altre urla riempirono la stanza, mentre avvertiva un dolore atroce ma non abbastanza da svenire.
Quando smisero, stremata abbasso la testa verso il pavimento, vide qualcosa sporgerle dai fianchi e si chiese cosa fosse quella stoffa blu. Poi comprese, era la sua pelle.
« NNNoooooo, NNNooooo, ti prego uccidimi...uccidimi. » Disse con la voce sconvolta dal terrore.
« Vendetta. » Le rispose sorridendo Isabella, che si era messa comodamente seduta.
I cloni cominciarono a occuparsi delle gambe lavorando con calma, apparentemente incuranti delle urla della loro ex-padrona, finché ebbero staccato tutta la pelle della parte posteriore dell'asari: busto, braccia e gambe. A quel punto si spostarono davanti. Una di loro fece un taglio intorno alle caviglie, un'altra ai polsi e l'ultima staccò la cute in modo da farla pendere dalle spalle e dai fianchi della vittima. Ben presto non ci fu altra cute attaccata al corpo se non quella della testa.
Mythra respirava ancora, ma la mente era ormai distrutta.
Fecero una serie di incisioni tutt'intorno al collo e tutte e tre assieme afferrarono la pelle di Mythra e diedero un improvviso strattone verso l'alto. La faccia e lo scalpo furono le cole cose a rimanere attaccate alla testa.
Sollevarono in alto la pelle come se fosse un trofeo di caccia, Isabella applaudì ma non si mosse, quello era solo l'inizio, poco per volta il farmaco avrebbe cessato il suo effetto e il dolore avrebbe travolto l'asari. Era uno spettacolo che non avrebbe mai voluto perdersi.
Davanti a lei il corpo di Mythra, incapace di svenire, era preda di violenti spasmi.

*****

Steve non riusciva a capire per quale motivo avesse ricevuto l'ordine tassativo di presentarsi per quel giorno a quell'ora alla Grissom e addirittura dall'Ammiraglio di flotta Francesco Duncan, il che significava che l'unica alternativa per dissentire quegli ordini era abbandonare l'Alleanza o andare incontro a un processo militare.
Nessuna delle due idee lo entusiasmava, per questo si era presentato come chiesto, non che la cosa gli dispiacesse in fondo. Conosceva diverse persone alla Grissom come Jack, Taiga figlia di lei e di James, i gemelli Henry e William Coats figli di Miranda Lawson e Martyn Coats, due autentici geni che non davano retta a nessuno.
« Grazie del passaggio Olivia.» Disse rivolto alla sorella.
« Figurati, mi spiace solo che come ha detto nonna non puoi tornare sulla SR3 e poi non potevo non essere presente, quando al mio fratellino veniva affidato un nuovo incarico senza preoccuparmi che gli diano una fregatura.» Spiegò Olivia.
Purtroppo il regolamento parlava chiaro sul fatto che persone imparentate fra loro servissero sulla stessa nave, era risultato impossibile riottenere l'assegnazione di Steve alla SR3.
« Ah,ah,ah...divertente » Commentò lui e si mise a scrutare tra i presenti, certo era commosso che tutti i suoi amici e compagni di squadra della SR3 fossero con lui, per vedere quale nuovo incarico avrebbe ricevuto ed era stato contento dei saluti ricevuti da Jack e Taiga e si chiese dove fossero finiti i gemelli. Ma sapeva già la riposta, dove potevano causare più scompiglio possibile.
Quello che veramente si domandava era perché ci fosse anche Miranda, ma soprattutto sua sorella Orianna con Kelly Chambers.
Dalla fine della guerra le due donne avevano fondato, usando le risorse economiche del padre di Miranda e Oriana, un organizzazione che aiutava i meno fortunati e in particolare gli orfani e avevano da tempo una relazione stabile fra loro.
L'ultima volta che avevano visto Kelly, era stato quando avrebbe dovuto aiutare a tracciare un rapporto psicologico di coloro che partecipavano per essere scelti come nuovo equipaggio della Normandy SR3. Poi la nave era stata rubata da Dasha e la storia aveva preso tutta un'altra piega.
Anche se sapeva che era sbagliato pensarlo, una parte di lui riteneva che stesse per ricevere una fregatura per il fatto che lei era presente. Come se non bastasse anche Jack non aveva fornito indizi, anche se come direttrice della Grissom doveva saperne qualcosa ma pareva chiaro che non poteva o voleva parlarne.
Alla fine come previsto una nave attraccò all'accademia e come ordinato lui si presentò al personale che scendeva.
La bocca gli si spalancò dallo stupore quando due donne, una mora e una bionda, assieme a tre ragazzine e un piccolo cane scesero dalla nave. Tutti gli altri della SR3 erano altrettanto sorpresi.
« Che diavolo succede? » - esclamò lui - « Dasha, Isabella! Che ci fate qui ? » La sua voce che normalmente si sentiva sui campi di battaglia, risuonò ancora più forte nel silenzioso attracco della Grissom abbastanza da spaventare le ragazze al seguito di Dasha e Isabella che si nascosero dietro di loro. Dasha rise, Isabella lo guardò male. Sia Isabella e le ragazze erano in tenuta sportiva ma mentre la prima aveva al suo fianco due katane, le ragazze avevano la classica spada corta da phantom. Dietro di loro degli uomini stavano scaricando delle valigie.
« Bene, adesso che sono qui posso spiegarti tutto Steve. » Annunciò Jack.
« L’Alleanza ha ottenuto che Isabella e quelle ragazze passino del tempo in una struttura. È stato deciso che dovesse essere la Grissom, si è pensato che in una struttura non militare si sarebbero adattate meglio, anche perché vi sono persone della loro età. Kelly è qui per aiutarle nel reinserimento nella società, con il suo lavoro da psicologa. »
« Si, Olivia e nonna mi hanno detto qualcosa e capisco la presenza di Kelly. Io che centro? » Chiese lui ancora sbigottito.
« Tu sei qui come condizione stabilita da me. » Spiegò Dasha.
« Parlando con Olivia ho saputo che eri alla ricerca di un nuovo incarico e quando tua nonna ha avanzato la sua richiesta, ho chiesto espressamente di te come capo della sicurezza. »
« Prego? »
« Hai affrontato Isabella in passato e sei vivo, non sembra che tu le sia antipatico e non hai poteri biotici. Non riesco a pensare a nessuno migliore di te come capo della sicurezza della Grissom se dovessero insorgere problemi. »
« Insorgere problemi? Un bel eufemismo per indicare cosa accadrebbe se Isabella decide di fare tutti a fette. »
« Le ho detto chiaramente di non farlo e mi ha promesso di ubbidirmi, lo steso faranno Diana, Alexya, Trish. Mi danno retta anche se ascoltano di più Isabella. »- spiegò indicando le tre ragazze -« Inoltre, non ci sono biotici sulla stazione così forti da far venire voglia ad Isabella di divertirsi a ucciderli. »
Per tutta risposta Steve puntò il dito contro Jack e Miranda.
« Ehi, con chi credi di parlare! Non è ancora giunto il momento che un poppante come te debba proteggermi. » Rispose la prima.
« Esatto, un'assassina biotica non è una novità per noi. » Disse la seconda.
Un’idea attraversò la mente di Steve e si rivolse di nuovo verso Dasha « È per questo che non ho ricevuto altri incarichi, tranne questo? »
La donna gli fece segno di si con la testa.
--- Bene...magnifico....posso scegliere se disubbidire agli ordini e subirne le conseguenze oppure fare da guardia a Isabella e...e... “sorelle” --- pensò, ma in quel momento si accorse di avere anche un altro problema. Si guardò indietro e vide Ilary che lo fissava con sguardo torvo.  L'ultima volta che Isabella era stata alla Grissom per la crisi dei Grigi, la phantom si era infilata nella sua camera e se anche non aveva fatto sesso e lui si era trovato immobilizzato con una mano attorno alla gola, Isabella aveva dato tutta l'impressione di essere rimasta appagata e lui non aveva potuto evitare certi comportamenti del suo corpo, quando a separare i loro sessi c'erano solamente i boxer di lui e gli attillati pantaloncini d'allenamento di lei.
Proprio in quel momento due figure arrivarono di gran corsa gettandosi ai piedi di Isabella e porgendole due mazzi di fiori. Su di loro spiccava l'alta uniforme della Grissom.
I gemelli avevano fatto il loro ingresso.
Concentrati solo su Isabella, si erano inginocchiati davanti a lei e le porgevano i loro mazzi di fiori mentre declamavano la sua bellezza.
Lei dava l'idea di non capire cosa stesse succedendo, Dasha sembrava divertita dalla scena. Diana, Alexya e Trish spaventate dalla loro entrata in scena, si erano nascoste dietro le due donne e guardavo incuriosite. Jack e Miranda  avevano il volto paonazzo e sembravano pronto a esplodere contro i propri allievi l'una e i propri figli l'altra.
Gli altri stavano assistendo alla scena, curiosi di cosa sarebbe successo.
Veloce, netto, freddo un rumore metallico riempi la sala per un secondo.
I fiori dei mazzi caddero recisi e si udì un “click” quando Isabella rinfoderò la spada.
Due mani presero i ragazzi da dietro e li sollevarono « Non avete idea della punizione che vi aspetti. » Disse gelida Miranda.
« Questa volta vi assicuro che ve la ricorderete! » Li minacciò Jack, mentre una vena sul collo sembrava pulsare di vita propria.
« Ma...ecco...volevamo solo dare il benvenuto a Isabella... non capita sempre di ricevere qualcuno così sexy alla Grissom e sappiamo di cosa parliamo dopo che l'abbiamo vista nuda sul lettino. » Rispose Henry dando di gomito al fratello che si dimostrò d'accordo.
« No...aspetta...Cosa? Quando sarebbe successo? » Domandò Miranda.
« Quando ci siamo intrufolati nella nave di Dasha, nella crisi dei Grigi, siamo stati portati in infermeria e li c'era Isabella mezza nuda sdraiata su un lettino. Certe cose non si possono dimenticare. » E stavolta fu William a cercare la conferma del fratello alle proprie parole, che giunse immancabilmente.
Miranda però stava guardando Dasha.
« Non è un mio problema, se hanno visto un bel paio di tette. » Rispose lei.
Ma fu Jack, come direttrice della Grissom aveva sopportato le trovate geniale dei gemelli molto di più di Miranda, a notare dell'altro.
« Piccole pesti...avete intercettato nuovamente le comunicazione dell'accademia, ecco perché vi siete presentati agghindati in questa maniera. »
Questa volta però i gemelli rimasero in silenzio, sapevano bene di non avere una scusa adeguata. Non che la presenza di Isabella e delle altre ragazze dovesse rimanere celata agli altri studenti, anche se lo era la loro identità ma almeno la data del loro arrivo avrebbe dovuto esserlo.
Loro erano però abituati a sgridate e punizioni, sembrava anzi che le consideravano un premio per ogni loro idea che portavano a termine.
Fu così che William alzò un braccio di scatto interrompendo sua madre e chiedendo « Chi sono? » Riferendosi a tre giovani ragazze le cui teste spuntavano da dietro Isabella e Dasha.
« Possiamo dire che sono le sorelle minori di Isabella » Rispose Jack, era la scusa più credibile e semplice che l'Alleanza si era saputa inventare, per spiegare alcune cose come la loro somiglianza e altri tratti che avevano in comune --- Definirle le sue figlie forse sarebbe più esatto. --- pensò Jack ma rendeva la spiegazione molto più difficile.
« Staranno anche loro alla Grissom? Dove ? » Domandò Henry.
« Hanno una stanza la blocco C...e smettetela di interrompervi quando vi parlano. Ragazzini malefici. » Ma prima che potesse fare altro i gemelli erano nuovamente partiti alla carica.
« Sono Henry Coats, piacere » « Io, invece William Coats. » Dissero presentandosi e senza aspettare risposte Henry prese Alexya per una mano e lo stesse fece Williams con Diana e Trish.
« Vi facciamo vedere la stazione e la vostra stanza. » Dichiararono, senza indugi e attendere risposta le strapparono dal loro rifugio dietro la schiena della due donne, intenzionati a mettere in atto quanto avevano detto.
Fu allora che successe il primo incidente. Non erano neanche cinque metri quelli per cui erano state trascinate che Trish incominciò a piagnucolare, estrasse di scatto la spada menando fendenti davanti a se senza mirare a nessuno. Sembrava stesse scacciando delle mosche tanto teneva la spada alta e mentre lo faceva scintille bluastre cominciarono a scoppiettare intorno a lei.
Alexya e Diana cominciarono ad agitarsi, una luce bluastra le avvolse e strinsero l'elsa delle loro spade.
Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, una figura colpì con un diretto in faccia sia William e Henry che caddero doloranti a terra.
« Idioti! Le avete spaventate con i vostri modi di fare. » Urlò Taiga. La figlia di Jack e James Vega aveva ereditato il carattere di entrambe i genitori, nonostante d'aspetto apparisse delicata. Aveva un viso che ricordava quello della madre, la pelle scura del padre e dei bei capelli color corvino.
La più giovane tra quelli che erano i figli degli eroi della Normandy, veniva quasi sempre coinvolta nei piani dei gemelli ed era l'unica che a volte li frenava.
Essere figlia della direttrice le concedeva alcuni privilegi, come prendere a pugni Henry e William senza che ci fossero problemi disciplinari.
Taiga guardò Trish continuare ad agitare la sua spada contro l'invisibile esercito di insetti nemici, a giudicare dalla sua faccia stava avendo la peggio.
« Abbassa immediatamente quella spada. » - ordinò, marciando verso la ragazza - « Potresti fare del male a qualcuno. »
Trish la fissò immobile per un momento, la spada puntata verso l'alto le faceva assumere una posizione leggermente idiota, con i suoi occhioni lucidi e tirò su rumorosamente con il naso.
Taiga le porse la mano « Metti via quell'affare e andiamo a vedere dove vi hanno sistemate.. » e disse « e scusa questi due idioti. Sono inoffensivi, solo stupidi. »
Trish le prese la mano. Vedendola calmarsi anche Diana e Alexya fecero altrettanto.
« Voi due! Scusatevi e aiutatele o vi darà un altro paio di schiaffi, altro che le punizioni dei nostri genitori. » Gridò Taiga contro i gemelli.
Miranda aveva fatto in modo che i suoi figli conoscessero tutto quello che c'era da sapere sulla buona educazione, che però decidessero di usarla era un altro paio di maniche.
Tuttavia i ragazzi si lanciarono nei gesti e nei modi più educati, quasi fossero ad una serata di gala e da perfetti accompagnatori scortarono Alexya e Diana, con Taiga in testa seguita da Trish al blocco C.
A distanza, un paio di agenti della sicurezza li seguirono su invito di Jack.
Superata la piccola crisi Jack rivolta a Dasha e Isabella chiese « Quale problema aveva ? »
« È inutile rendere l'uomo libero, se prima non si insegna all'uomo cos'è la libertà. » Rispose Isabella, stupendola perché le aveva rivolto la parola, esponendo un concetto filosofico risalente all'antica Grecia.
Dasha si affrettò a spiegare « Quelle tre finora non hanno mostrato molto spirito d'iniziativa, saranno libere dall'indottrinamento ma non sanno che fare di loro stesse. Una volta le abbiamo osservate per un giorno intero attraverso le telecamere della sicurezza mentre erano sole nella loro stanze, non si sono mai mosse dai loro letti o si sono parlate. Se però gli dici di fare qualcosa la fanno e hanno l'idea di divertirsi con Isabella mentre si allenano con lei con la spada o le coinvolge in altra attività. »
« Davvero ? Di che tipo? » Chiese Olivia alle loro spalle
« Ieri, noi cinque ci siamo viste un film. »
« Ok, aspetta … ho difficoltà a immaginarmi la scena... »
« Non che io passo tutto il mio tempo a cospirare o Isabella a uccidere. Tutti hanno bisogno di momenti di relax. Ti posso assicurare che il detto “ nessuno è il cattivo della propria storia” vale anche per noi. »
« È questo il motivo per cui le abbiamo volute qui e quello della mia presenza » - affermò Kelly - « Speriamo che stare in un ambiente come quello della Grissom le possa in qualche modo scuoterle, io avrò il compito di aiutarle in questo passaggio. Ed è anche parte del motivo per cui abbiamo chiesto di Isabella, la presenza di una figura a cui loro tengono renderà tutto più semplice oltre a sperare che anche lei decida di aprirsi vero gli altri. »
In tutto quel discorso Isabella si era limitata a una veloce occhiata a Kelly, senza dimostrare che niente di quello che le era stato detto potesse interessarla.
« Questo ci riporta al perché ci serve un buon cane da guardia, nel caso che questo “scuoterle” possa avere effetti imprevisti come quello di prima. » Rispose Jack voltandosi verso Steve.
Sentendosi lo sguardo di tutti su di se lui sbuffò, passandosi una mano fra i capelli.
« Il problema è che anch'io mi ero fatto dei progetti e non li posso semplicemente accantonare, perché non riguardano solo me. »
Ilary si mise di fianco a lui e gli strinse la mano e parlarono a così bassa voce che gli altri non sentirono. « Mi sa che dobbiamo dirlo... » continuò lui traendo un profondo respiro mentre si rivolgeva tutti i presenti. « Abbiamo deciso che saremo andati a convivere, appena avessimo trovato entrambi un pianeta dove Ilary avesse potuto servire come pilota e io come istruttore di fanteria specializzato nel ruolo di Distruttore. »
Seguirono istanti si silenzio, la prima riprendersi dalla sorpresa fu Olivia « Perché? Quando? e... » e dopo un istante aggiunse « Mi stai rubando il pilota! »
« Hai presente la licenza da istruttore che volevo? Quella di cui non capivi il perché? » Chiese Steve. Olivia annuì « Girare per sempre su una nave non mi attira, pensavo che forse fare l'istruttore non sarebbe stato così male, avessi voluto sistemarmi un giorno. Nel frattempo avrei girato sulla nave migliore della galassia guidata dalla mia ragazza, comandata da mia sorella e come compagni di squadra gli amici. Dopo però che sono stato costretto a lasciare la SR3 ho deciso di accelerare i tempi, sono andato da Ilary e abbiamo parlato. »
« Io mi sono subito detta d'accordo. » Rispose il pilota dalla Normandy SR3
« Scommetto che era questo quello che dovevi sistemare quando mi avevi chiesto un po' di tempo, quando ti dissi che eri stato lasciato a terra. Ilary ecco perché eri sempre allegra anche senza Steve a bordo. Bella amica a non dirmi niente e io che mi preoccupavo per te. Anzi, per voi visto che mi chiedevo dove avrebbero mandato il mio fratell-ino. » Affermò Olivia.
« Scusa. » Dissero all'unisono.
Miranda si fece avanti, lei aveva subito colto qual era il problema e la sua possibile soluzione. « Sono contenta per voi e lo sono anche gli altri, presumo che a Joker avrà un infarto quando verrà a sapere che la sua “bambina” voleva andare a convivere. John e Ash, lei in particolare, non ci perdonerebbero se vi costringessimo a rivedere i vostri piani per i nostri interessi. Ma  stare alla Grissom presenterebbe alcuni vantaggi. Non è distante dalla Terra né dalla Cittadella, penso che tu e Ilary non avreste difficoltà a incontravi, inoltre lei rimarrebbe pilota della Normandy SR3. Ho difficoltà a credere che non le dispiaccia cedere i comandi della nave ad altri. No, se è la degna figlia di Joker. »
Ilary si mosse con un certo imbarazzo « Be...ecco... sarei contenta di continuare a pilotarla. »
« Quindi problema risolto. » Asserì Miranda alzando la voce, ormai sicura della vittoria.
Lui ci pensò un attimo. Un incarico alla Grissom era di tutto rispetto, Ilary era chiaramente contenta di rimanere pilota della Normandy SR3, tutti sarebbero stato soddisfatti ma lui si sarebbe beccato il problema di mantenere Isabella e le altre tre ragazze calme o di intervenire se avessero perso il controllo.
Dasha poteva dare tutte le raccomandazioni che voleva ma per quello che ne sapeva lui solo Isabella le dava retta ciecamente, non le altre tre. Alla fine si accorse che tutto dipendeva da Isabella, poteva gestire Diana, Alexya e Trish e se lei non gli dava problemi avrebbe potuto aiutarla a mantenere calma la situazione ma se lei avesse perso il controllo... --- Avrò un problema tra le mani --- pensò.
« Accetto! » Disse a voce chiara e forte.
Tutti sorrisero alla sua risposta « Molto bene! Ora perché non raggiungiamo i ragazzi e non facciamo vedere la stazione tutti insieme alle nuove arrivate.» Propose Kelly.
Mentre il gruppo si avviava Ilary disse parlando in un orecchio a Steve « Ti adoro, perché così potrò continuare a pilotare la SR3. » e aggiunse « Siccome ripartiremo senza di te, penso che meriti un premio per la tua decisione e magari qualcosa che ci faccia ricordare a vicenda l'uno dell'altra. » disse con occhi che non lasciavano dubbi sulle sue parole.
Olivia si era avvicinata a Dasha mentre il gruppo procedeva « Circa una settimana fa è stata recapitata la testa di Mythra in condizioni orribili. Era scuoiata e Aria, invece, ha ricevuto la sua pelle conciata. Ne sai qualcosa ? » Chiese
« Come potrei sapere qualcosa di questi fatti terribili. Il presidente della Noveria Corps ha un'immagine da difendere. » Rispose lei in tono indifferente.
Olivia era sicura che mentiva, ma non aveva prove.
« Come te la sei cavata con il Consiglio, dopo la tua piccola guerra? Ti odiavano prima e ora non dovevano essere troppo contenti che un privato cittadino avesse allestito un esercito privato. »
« Qualche sanzione e controlli a tappeto in tutta la compagnia, i contratti riguardanti il disarmo di vecchie navi sono stati annullati e ho dovuto pagare una grossa penale. I loro ispettori avranno accesso a qualsiasi locale o informazioni. So che potevo cavarmela con peggio, ma nessuno vuole vedere l'economia galattica in recessione perché non abbiamo raggiunto un accordo. » Rispose Dasha.
C'era un'altra cosa di cui Olivia voleva informarla « Ho saputo un dettaglio interessante dai dati recuperati da Mythra sul lavoro di Cerberus. Riteneva che il dottor. Gaz Al-Asad avesse denominato Isabella Alpha perché era il suo primo esemplare. Non era esatto, il termine si riferiva al suo uso in zoologia, che serve per indicare quel predatore che si trova in cima alla catena alimentare nel suo ambiente naturale. Vengono chiamati predatori alpha o superpredatori. »
Dasha si fermò « Penso avesse ragione, ma vorrei che la gente smettesse di considerare Isabella un'arma...per questo ho accettato. » Spiegò lasciando stupefatta Olivia.
Prima che potesse rispondere, un rumore allegro proveniente da una stanza le interruppe, al suo interno Diana, Alexya, Trish e perfino Isabella stavano ridendo. Henry e William erano riusciti a farle ridere, dopotutto si meritavano veramente l'appellativo di geni.

   
 
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