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Autore: acielsereno    08/09/2014    3 recensioni
Dai suoi occhi cominciarono a scendere delle lacrime, che le rigarono piano il volto, sbiancato al solo pensiero che Fred fosse morto. Nessuno poteva consolarla, nessuno poteva farla sentire meglio. Poteva solo piangere e ricordare i bei momenti passati con lui. Ricordava ogni sorriso, ogni battuta, ogni abbraccio!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, Fred Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Non posso perderti Fred Weasley

Capitolo 2

Un Weasley ottiene sempre quello che vuole

 

La voce di Harry la riportò alla realtà. Non era alla Tana, non era in compagni di Fred. Era all’esterno di quello che rimaneva del castello di Hogwarts, la battaglia era appena finita, avevano vinto. Avrebbe dovuto essere felice, ma invece non lo era.

«Va tutto bene, Hermione?»

Lei non rispose. Aveva sentito la voce dell’amico, sapeva che avrebbe dovuto rispondergli, ma preferiva non farlo. Non voleva dover affrontare l’esito della battaglia. Non voleva che Harry che le chiedesse come stava. Non voleva rispondergli perché avrebbe dovuto dirgli che non stava bene. Non stava per niente bene. Voleva soffocare, voleva solo buttarsi a terra e morire.

«Hermione?» ripeté lui

«No, Harry, non sto bene!» rispose lei urlando e piangendo «Non sto bene per niente. Non voglio parlare. Voglio essere lasciata in pace!» aggiunse poi prima di correre lontana dall’amico

Il Lago Nero le sembrava il posto migliore dove andare, anche se sapeva che non sarebbe stata proprio al sicuro. Teneva la bacchetta stretta in una mano. Sperò di non incontrare nessuno. Non voleva dover combattere per salvarsi la vita. Non voleva dover combattere per salvare una vita che non voleva più vivere. Aveva combattuto tanto, aveva combattuto per lei, per Harry e per tutti i maghi del mondo. Voleva essere d’aiuto. Voleva che la guerra finisse, ma ora si chiedeva che senso aveva avuto tutto quel combattere? Ora cosa avrebbe fatto? Avrebbe dovuto dimenticare la sua vita, avrebbe dovuto dimenticare quello che provava per Fred!? Non voleva farlo. Ma doveva.

Arrivò vicino al lago e si sedette sotto un albero. Aveva gli occhi pieni di lacrime e non appena si sedette, le lacrime uscirono. Cominciarono a rigarle il volto. Non riusciva a smettere. Continuava a pensare a lui. Se n’era andata. Fred se n’era andato. Se n’era andato e non sarebbe più tornato. Hermione avrebbe tanto voluto poter tornare indietro nel tempo. Avrebbe voluto tornare a qualche ora prima. Lo aveva visto arrivare insieme al resto dell’Ordine della Fenice e lo aveva salutato. Non aveva avuto il coraggio di dirgli cosa provava per lui. Sapeva che c’era una minima possibilità che uno dei due si facesse male, ma non pensava che Fred sarebbe morto. Fred non doveva morire! Avrebbe voluto dirgli tutto in quel momento. Almeno sarebbe morto sapendo che qualcuno lo amava. Tante persone lo amavano, ma in ogni caso non era un amore paragonabile a quello di George. Solo l’amore che provava Hermione poteva essere paragonato al suo. Era un amore silenzioso, nascosto, celato dietro falsi sorrisi, lacrime e litigi. Era un amore incondizionato. Hermione aveva provato più volte a dimenticare Fred, ma non c’era mai riuscita. Non ci sarebbe mai riuscita.

Lei non avrebbe più potuto dirgli cosa provava per lui. Non avrebbe più potuto vedere il suo sorriso, non avrebbe più potuto sentire la sua voce e la sua risata penetrante, non avrebbe più potuto sgridarlo. Non avrebbe più potuto vedere i suoi occhi. Non avrebbe più potuto passare una serata con lui come quella passata nello stesso posto in cui si trovava ora, tre anni prima.

 

A Hermione quella sembrava una giornata come tante altre. L’inverno non era ancora arrivato ad Hogwarts, ma le temperature cominciavano a scendere vertiginosamente. La pioggia cadeva sempre più spesso, quasi ogni giorno e lei preferiva passare le sue giornate in biblioteca. Aveva molti compiti da fare e molte cose da studiare e non voleva passare le sue giornate fuori al freddo. Anche quel giorno Hermione si trovava in biblioteca. Si era recata lì dopo aver seguito le lezioni della mattina e dopo aver pranzato in compagnia di Harry e Ron. Era seduta sul suo banco preferito quando lo sentì.

«Pssss» qualcuno la chiamava, ma lei non riusciva a vedere nessuno «Psss, Hermione. Sono qui dietro!»

La voce proveniva da dietro uno degli scaffali pieni di libri. Qualcuno la stava cercando e stava cercando di attirare la sua attenzione. E non era un qualcuno qualsiasi. Hermione non vide il viso del ragazzo, ma notò i capelli rossi dietro ad uno dei libri. Capì subito di chi si trattava.

«Cosa ci fai in biblioteca, Weasley?» gli chiese lei

«Ti cercavo, Granger!»

«E si può sapere perché ti nascondi lì dietro!?»

«Ho una reputazione, io! Non posso farmi vedere in un posto come la biblioteca» disse lui abbassando il tono di voce per non farsi sentire da nessuno

«Cosa vuoi?»

«Te l’ho detto. Ti stavo cercando» ripeté lui

«Per cosa mi cercavi?» disse lei sbuffando

«Ti avevo promesso che ti avrei portata a guardare le stelle. Il grande momento è arrivato!»

«Io non vengo da nessuna parte con te e con questa pioggia!» sbottò lei rimettendosi a leggere

La risposta non piacque molto a Fred perché Hermione lo vide uscire da dietro lo scaffale che aveva usato per nascondersi da occhi indiscreti. Aveva il viso corrucciato in un’espressione strana. Probabilmente non capiva perché Hermione gli aveva risposto in quel modo.

«Che c’è Weasley, ti si è annodata la bacchetta?» domandò lei senza alzare il naso dal libro

«Tu vieni con me»

«Non ci penso neanche!» insistette lei «Ho un sacco di compiti da fare, poi andrò a cena, poi ho da controllare i corridoi della scuola, sai sono un Prefetto!»

«Lo so che sei un Prefetto, Granger. Dopo il giro di controllo dei corridoi tu vieni con me!»

«È contro le regole!» fece notare Hermione alzando lo sguardo dal suo libro «E non ho intenzione di far perdere dei punti a Grifondoro, quindi non verrò con te»

Fred la lasciò sola nella biblioteca. Hermione sapeva che il gemello non si sarebbe arreso. Era un Weasley, dopotutto. Era risaputo che i Weasley erano accomunati da una cosa in particolare: erano tutti tremendamente insistenti. Volevano sempre ottenere quello che volevano. E la cosa buffa e divertente era che spesso ci riuscivano. Ottenevano sempre quello che volevano. Hermione sorrise pensando che per una volta uno dei Weasley non avrebbe ottenuto esattamente ciò che voleva.

Il pomeriggio in biblioteca passò anche abbastanza velocemente. Hermione riuscì a finire il libro che stava leggendo e ad iniziarne un altro. Chiacchierò qualche minuto con Madama Prince e poi, verso ora di cena, decise di raggiungere Ginny e gli altri nella Sala Grande. Si sedette accanto all’amica e cominciò a mangiare. A pochi posti da lei erano seduti i gemelli con alcuni loro amici tra cui Lee Jordan e Angelina. Hermione poteva vedere molto bene Fred, che era seduto dall’altra parte del tavolo rispetto a lei. A volte le rivolgeva degli sguardi e altre volte addirittura dei sorrisi, che lei non ricambiò.

«La smetti di fare quegli occhi da troll lesso?» le chiese l’amica a bassa voce, in modo da non farlo sentire a nessun altro oltre ad Hermione

«Occhi da troll lesso? Ginny di che parli?»

«Guardi Fred come se fosse una torta di zucca. Comincio a spaventarmi!»

Hermione non seppe dare una risposta, così alzò leggermente le spalle e la sua amica tornò a mangiare le alette di pollo in pace. Per il resto del banchetto, Hermione cercò di non guardare più Fred. Non incrociò più il suo sguardo, ma più volte si sentì osservata. Si sentiva i suoi occhi addosso e questo la faceva arrossire. Probabilmente Ginny se ne accorse, ma non glielo fece pesare.

Finita la cena, Hermione fu felice di poter tirare un sospiro di sollievo. Si era seduta sulla solita poltroncina rossa della Sala Comune con Harry e Ron e avrebbe passato un po’ di tempo con loro. Poi, sempre in compagnia di Ron, avrebbe controllato i vari corridoi del castello e infine sarebbe andata a dormire. Nonostante la giornata abbastanza tranquilla, Hermione era veramente stanca.

«Cos’hai alla mano, Harry?»

«Niente» disse lui mostrandole la mano destra

«L’altra mano!» precisò Hermione

«Non è niente, Hermione!»

«Quella vecchia megera ti sta torturando. Silente vorrebbe essere informato e tu lo sai!»

Harry non voleva ascoltare Hermione. La Umbridge lo stava mettendo alle strette, ma non aveva alcuna intenzione di farla vincere. Non sarebbe andato a fare la spia con Silente. Non sarebbe andato nemmeno a piangere dalla McGranitt e Hermione disapprovava.

«Dovrebbe dirlo a qualcuno!» disse lei mentre con Ron controllavano l’ultimo corridoio

«Sai com’è fatto Harry…» rispose il rosso

«Se lui non ha intenzione di fare niente, allora lo farò io!»

«Hermione sono stanco. Non mi va di parlarne adesso!»

«Tu vai tranquillo nella Sala Comune e non dire a Harry che sto andando dalla McGranitt. Qualcuno deve dirle cosa sta combinando la Umbridge o continuerà a farlo!»

Ron annuì e tornò nella Sala Comune. Hermione non voleva vedere il suo migliore amico soffrire. Non voleva vedere nessuno soffrire. Andare a raccontare tutto alla McGranitt era la cosa giusta da fare. Harry non voleva farlo, allora lo avrebbe fatto lei. Si era appena incamminata, quando improvvisamente divenne tutto nero. Rimase spaesata per qualche secondo e poi sentì una mano afferrarla dolcemente per la vita. Hermione si scostò d’impulso, ma quelle calde mani la ripresero.

«Avresti dovuto dire di sì. Avresti dovuto dirmi che saresti venuta a guardare le stelle con me!» disse una voce che Hermione sentì così vicina da farle ribollire il sangue nelle vene

«Fred! Maledizione, ma che fai?» chiese indicando le sue mani

«È buio. Non vorrei mai perderti di vista!»

«Scommetto che il buio è opera tua, Weasley»

«Polvere buio pesto peruviana!» fu la risposta del ragazzo «Ora vieni con me, che tu lo voglia o no!»

Hermione fu costretta a camminare. Se non lo avesse fatto, probabilmente Fred l’avrebbe portata di peso nel posto in cui stavano andando. Ben presto uscirono dalla nube nera causata dalla polvere buio pesto peruviana di Fred ed Hermione cominciò ad intravedere qualcosa. Stavano uscendo dal castello.

«Fred, fuori piove!» disse lei fermandosi sul posto

«Lo so, ecco perché ho questo!» disse lui indicando un ombrello rosso che teneva nella mano sinistra «Si chiama ombrello!»

Hermione non poteva fermarsi neanche un secondo. Fred se la strattonava dietro. Era abbastanza facile per lui tirarsela dietro, sia per la figura esile della ragazza, sia per il fisico robusto di lui. Avrebbe potuto prenderla in braccio e portarla fino a Hogsmeade e non sarebbe stato stanco. Decise di non fermarsi. Tanto in un modo o nell’altro avrebbe dovuto seguirlo. Non appena uscirono dal castello, Fred aprì l’ombrello e si avvicinò pericolosamente ad Hermione per farla stare sotto con tutto il corpo. Non era un ombrello particolarmente grande; riusciva a malapena a tenere sotto entrambi, ma dovevano stare vicinissimi l’uno all’altra. Smise di strattonarla solo quando si trovarono di fronte al Lago Nero. Si sedettero sotto un albero solo dopo che Fred fece apparire dal una coperta a quadrettini rossi e marroni. I rami dell’albero riuscivano a coprirli dalla pioggia. Era una bel posto dove ripararsi dalla pioggia.

«Ora posso parlare?» chiese lei

«Non rovinare questa bella atmosfera, Granger!»

«Lo sai che con tutte queste nuvole che coprono il cielo, di stelle ne vedremo ben poche?!»

Fred cominciò a ridere. Stava ridendo di gusto, come di solito faceva insieme a George. Hermione non capiva. Non aveva detto niente di divertente.

«Cosa c’è di divertente, Weasley?» gli chiese alla fine

«Sono stato così impegnato a trovare un modo per rapirti che non ho nemmeno pensato alle stelle! Dovevo farti capire che un Weasley ottiene sempre quello che vuole!» disse tra una risata e l’altra «Ma sai che ti dico, Granger!? Ormai siamo qui, godiamoci il momento!»

«Che bel momento!» sbottò lei

«Mi stai dicendo che non ti piace stare qui al riparo con me!?» chiese in tono ovvio lui

«Preferirei stare sotto la pioggia che stare qui con te!» rispose lei incrociando le braccia al petto

«Bene» aspettò un po’ prima di continuare a parlare «Ti accontento subito, Granger!»

Si alzò dalla coperta, la prese in braccio e la portò sotto la pioggia. La mise a terra poco dopo. Entrambi erano sotto la pioggia. Le gocce d’acqua cadevano piano sui corpi di entrambi. I capelli di Hermione cominciarono a gonfiarsi e quelli di Fred cominciarono a gocciolare. Inoltre i vestiti di entrambi erano fradici.

«Va bene, così?» alzò la voce lui per sovrastare il rumore della pioggia che cadeva

«Così è perfetto!» disse lei in tono ironico

 

Hermione aprì gli occhi. Stava sorridendo. Ora la pioggia non cadeva più dal cielo, ma aveva comunque il viso bagnato. Le lacrime le rigavano le guance, ma la sua bocca stava sorridendo. Era vero, era perfetto. Non ci sarebbe mai più stato un momento così perfetto per loro. Niente di più perfetto di Fred Weasley.

 

Angolo dell’autrice

Ecco a voi un altro bel ricordo di Hermione :) che ne dite di questo? Mentre scrivevo mi veniva da piangere, ve lo giuro ahah comunque spero non ci siano errori troppo palesi (o errori in generale), ma se doveste trovarne, vi prego di farmeli notare così posso correggere :)

A presto,

Celeste Weasley

   
 
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