Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Mirty_92    08/09/2014    9 recensioni
E' solo un semplice stratagemma per impedire ad Hermione di non ostacolare le vendite dei Tiri Vispi Weasley ad Hogwarts o è qualcosa di più? Cosa si cela veramente dietro IL piano dei gemelli? Riusciranno Fred ed Hermione ad uscire indenni dal diabolico suddetto piano oppure chissà, uno dei due (o tutti e due) rimarrà incastrato in qualcosa di molto più grande?
“Ok, mettiamo che Ron non interferirà con i vostri piani ma il problema rimane. La Granger. Lei non sarà di certo così clemente! È un osso duro la ragazza.”
Fred e George si scambiarono uno sguardo d’intesa.
“Avete un piano segreto anche per la Granger del quale non sono al corrente?” chiese sottovoce Lee.
“Non è un semplice piano segreto” iniziò George.
“È IL piano!" confermò Fred.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
5

Perché il loro AMORE è…

E.ccezionale & E.pico

 

La Umbridge ci mise un attimo ad elaborare ciò che era appena accaduto nella sua classe. Un gemello Weasley -perché era sicura si trattasse proprio di uno di loro dato che aveva visto quegli inconfondibili capelli rossi- era appena entrato senza alcun permesso nella sua aula e aveva rapito una ragazza. La Granger. Quella ragazzina impertinente che pretendeva di sapere sempre tutto. Ma l’avrebbe cambiata lei alla fine dell’anno. Oh, sì che l’avrebbe cambiata! Ma per il momento il problema più grave era quello che si era appena verificato proprio sotto il suo naso, o meglio, proprio davanti ai suoi occhi. Gli studenti avevano incominciato a parlottare freneticamente tra loro commentando l’accaduto e lei non poteva permettere che nella sua classe si diffondesse il caos.

“Silenzio!” sbraitò. I ragazzi ammutolirono.

La Umbridge attraversò veloce l’aula e uscì. Guardò da una parte all’altra del corridoio con gli occhi ridotti a due fessure e il respiro affannoso. Dove erano finiti la Granger e quel pestifero di un Weasley?

“Gazza!” chiamò con la voce di un’ottava più alta del normale.

Il custode si concretizzò nel corridoio alla sua destra, seguito immediatamente dalla sua inseparabile gatta, Mrs Purr. Gazza era diventato una sorta di schiavetto personale della Umbridge: quando la professoressa era nei paraggi si poteva star certi che anche Gazza sarebbe sbucato fuori da un momento all’altro.

“Professoressa, cosa succede?” chiese Gazza preoccupato.

La Umbridge era stravolta, con  il viso a chiazze e il respiro affannoso. “Vada subito a cercare uno dei gemelli Weasley. È appena entrato nella mia classe portando via una studentessa. Li trovi, Gazza e li porti immediatamente da me.”

“Ma certo, signora. Provvedo subito” rispose in tono ossequioso.

La Umbridge aspettò che il custode avesse svoltato l’angolo e poi si concesse un attimo per riprendersi. Mai e poi mai avrebbe dovuto capitare un simile atto di indisciplina nella sua classe. Ecco a che livello era l’ordine a Hogwarts. Pessimo, davvero pessimo. Ma a questo avrebbe ben presto posto rimedio. Un ghigno malvagio le si stampò in volto. La lettera di Cornelius, il Ministro, sarebbe arrivata presto e lei avrebbe riformato Hogwarts. Si accomodò un po’ la pettinatura e rientrò in classe dove, nel frattempo, il chiacchiericcio era ripreso.

 

“Hai visto? Ma chi era secondo te? Fred o George?” Una ragazza di Corvonero parlava con la sua compagna di banco.

“Non ne ho la minima idea. Sono identici quei due” le rispose facendo spallucce.

“Era George, ovviamente! Non hai visto quanto era bello?” Calì, che sedeva dietro di loro, si era appena intromessa nella conversazione. Accanto a lei, Lavanda annuiva con aria sognante. Probabilmente stava ripensando all’entrata improvvisa del ragazzo.

“Non dire idiozie” la aggredì Ron seduto con Harry nella fila accanto. “Quello era Fred!”

“Sicuro?” Calì sembrava davvero perplessa.

Ron si girò verso Harry come per avere una conferma e gli sussurrò a mezza voce: “Mi ha appena chiesto se sono sicuro di quale gemello è entrato? Per Merlino, Harry! Non può essere davvero così stupida. Io sono suo fratello, è ovvio che sappia distinguere Fred da George!”

Harry fece spallucce e incitò l’amico a rispondere. “Sì, Calì. Quello era sicuramente Fred.” Ron esibì un sorriso irritato.

“Oh, beh. In tal caso era bello anche lui. Nulla da obiettare, non trovi?” e si rivolse nuovamente a Lavanda che annuì sicura.

Ron scosse la testa incredulo. Poi tornò a concentrarsi su Harry. “Che diamine voleva Fred da Hermione?”

“Non ne ho idea.”

“A dire la verità piacerebbe molto saperlo anche a me.” La voce zuccherosa e falsa della Umbridge era così vicina all’orecchio di Ron che il ragazzo sobbalzò.

“L’ho forse spaventata, signor Weasley?” chiese, fingendosi preoccupata. Ron negò. “Allora, è sicuro di non sapere per quale motivo suo fratello Fred -come l’ha identificato un attimo fa- ha portato via la signorina Granger?”

“No, professoressa. L’ho appena chiesto ad Harry” si azzardò a rispondere.

La Umbridge arricciò le labbra e lanciò uno sguardo maligno a Harry. “Bene, in tal caso lo scoprirò da me” e si allontanò andando verso la cattedra. “Ora riprendiamo. Andate a pagina 394 e riassumete il capitolo che trovate lì. Non voglio sentire una mosca volare. Intesi, miei cari?” squadrò la classe con il suo solito sguardo stucchevolmente falso.

Si sentì un fruscio di fogli e tutti, con un po’ di disappunto, repressero la loro curiosità per quello che era appena successo e si misero ad eseguire il compito assegnato.

 

Gazza si muoveva a fatica per i corridoi borbottando tra sé. “Oh, certo! Quei dannati gemelli combinano guai e sono sempre io quello che deve correre di qua e di là come un matto per cercarli. Vieni Mrs Purr, non possono essere andati tanto lontani. Li troveremo.” Svoltò un angolo e si affrettò a prendere le scale diretto al piano superiore ma qualcuno, non visto, aveva appena ascoltato le sue lamentele.

“Si riferiva certamente ai gemelli Weasley. Quei ragazzacci! Sarà meglio che li avverta prima che possano far perdere altri punti alla nostra casa!” Nick-Quasi-Senza-Testa si accomodò meglio la gorgiera e sparì attraverso il soffitto.

 

Il fantasma di Grifondoro oltrepassò diversi piani finché, giunto al settimo, gli parve di vedere un ragazzo dai capelli rossi che se ne stava in piedi con il viso rivolto verso il muro. Gli si avvicinò fluttuando, costatando che si trattava proprio di uno dei gemelli.

“Signor Weasley” lo apostrofò.

Fred sobbalzò, smise di fare quello che stava facendo e si girò in direzione della voce. “Oh, sei tu, Nick. È un piacere vederti” disse Fred cercando di assumere un’espressione normale e non di disappunto. Dopotutto il fantasma non poteva sapere a quale occupazione, assai stimolante, si stesse occupando prima di essere interrotto.

“La stavo proprio cercando. Volevo solo avvisarla che il signor Gazza sta venendo qui. Si può sapere che diavolo ha combinato questa volta? Cosa nasconde dietro la schiena?” Nick si era appena accorto che c’era qualcosa alle spalle del ragazzo e si era fatto sospettoso.

Fred diede una rapida occhiata alle sue spalle tanto per controllare Hermione. La ragazza accennò un sorriso timido e Fred lo preso come un consenso a spostarsi. Hermione emerse da dietro le ampie spalle da battitore di Fred e salutò il fantasma.

“Hermione, buonasera” Nick-quasi-senza-testa sembrava confuso.

“Buonasera a lei, Sir Nicholas.”

“Cosa ci fa qui con il signor Weasley?”

Le guance di Hermione, a quella domanda, si imporporarono. Il fantasma se ne accorse e d’improvviso diventò più trasparente. “Ops, scusate. Io-io non pensavo… insomma… non sapevo che…”

“Suvvia, Nick. Non è successo nulla. Io ed Hermione…”

Ma la ragazza non lo lasciò terminare. Gli pestò un piede e riprese a parlare con il fantasma mentre Fred riuscì a stento a trattenere un’imprecazione.

“Io e Fred stavamo giusto andando in Sala Comune. Ma perché Gazza ci sta cercando?”

Sir Nicholas fece finta di nulla e rispose: “L’ho sentito che si lamentava dicendo che combinate sempre dei casini, naturalmente non si riferiva a lei, Hermione ma a questo qui e al suo gemello.”

“Ehi! Io ho un nome!” protestò Fred ma Nick lo ignorò e continuò imperterrito a spiegare. “Veniva dall’aula di Difesa Contro le Arti Oscure. Non è che avrete per caso dato fastidio a quella vecchia megera, vero?”

Mai Hermione aveva sentito Sir Nicholas parlare male di un insegnante di Hogwarts, così quando lo sentì apostrofare la Umbridge a quel modo rimase stupita.

“Beh, Nick, può darsi che io abbia fatto qualcosa coinvolgendo anche la qui presente signorina Granger e questo qualcosa potrebbe aver dato fastidio alla Umbridge.”

Il fantasma scosse la testa rassegnato. “Signor Weasley lei è davvero incorreggibile. Non voglio indagare oltre. Non sono fatti miei ma sperate almeno che non vi tolga dei punti. Hermione cara, i miei ossequi. Weasley.”e con un cenno del capo passò oltre, scomparendo nel muro alla loro destra.

“Accidenti che figuraccia! Doveva proprio beccarci Sir Nicholas?” Hermione era irritata. Fred la guardò sfoderando il suo sguardo più seducente e le pose le mani sui fianchi tirandola nuovamente a sé. “Problemi, Granger?” le sussurrò malizioso.

“Sì, dannazione. Sono un Prefetto, Fred! E per colpa tua Gazza ci sta cercando e la Umbridge ci punirà!”

“Non è un problema. Sai quante punizioni ho ricevuto io in queste sette anni? Una media di…” Fred si fece pensieroso. Sicuramente le stava contando mentalmente.

Hermione sbuffò e gli colpì il petto con un pugno cercando di allontanarlo. “Fred, quanto sei vanesio! Non sono interessata alla tua collezione di punizioni. So solo che la Umbridge ci punirà e…”

“Ha proprio ragione, signorina. La professoressa Umbridge mi ha chiesto di scortarvi nel suo ufficio. Forza, niente storie e seguitemi.”

Per la seconda volta in pochi minuti Fred ed Hermione sobbalzarono. Gazza era lì davanti a loro con la famelica Mrs Purr tra le braccia che li fissava con i suoi piccoli occhietti gialli e cattivi.

Hermione divenne ancora più rossa quando si accorse che Gazza guardava perplesso Fred che le cingeva ancora i fianchi con le mani poi un sorriso perfido gli incurvò le labbra.

“Oh, una coppietta che voleva saltare lezione, non è così?”

Fred guardò Gazza sprezzante e, ignorandolo, prese per mano Hermione. “Andiamo, Granger. La vecchia rospa ci aspetta” e oltrepassò veloce l’uomo che non poté far altro che seguirli per tenerli d’occhio affinché non si dessero alla fuga.

Durante tutto il tragitto verso l’aula di Difesa, Fred continuò a tenere per mano Hermione senza mostrare la benché minima traccia di imbarazzo. E non si scompose nemmeno quando suonò la campanella che decretava la fine delle lezioni e che vide, come conseguenza, il riversarsi nei corridoi di tutti gli studenti. Nessuno sembrava far caso a loro due seguiti da Gazza finché non arrivarono di fronte all’aula della Umbridge. La professoressa se ne stava sull’ingresso in attesa del custode e dei “fuggiaschi” mentre gli studenti sciamavano fuori dalla classe.

Finalmente li vide spuntare. Fece un sorriso soddisfatto e attese che la raggiungessero.

“Harry, guarda! Sta arrivando Hermione con Fred.” Ron, di parecchi centimetri più alto dell’amico, era riuscito a vedere i due che si avvicinavano. Lui e Harry si erano accostati al muro per lasciar passare la folla e attendere il ritorno dell’amica.

Quando i due gli passarono accanto Hermione accennò un sorriso timido nella loro direzione che Harry ricambiò conoscendo già la sorte che sarebbe toccata loro. Ron invece assunse un’aria allucinata. “Perché Fred tiene per mano Hermione?”

Harry, in un primo momento, non ci aveva fatto caso ma quando Ron glielo fece notare decise che non era il momento opportuno per esternare i propri pensieri. “Non lo so. Magari vuole farle coraggio. Insomma, si beccheranno una punizione per quello che è successo oggi.”

“Sciocchezze! Hermione non ha bisogno di nessuno che le infonda coraggio. E sicuramente non per una stupida punizione in cui lei oltretutto non c’entrava nulla” disse stizzito.

Harry decise di non replicare. La situazione, di cui ancora non aveva il quadro completo ma che, ormai da giorni, aveva cominciato a sospettare, cominciava a farsi spinosa e sicuramente Harry avrebbe avuto il suo bel da fare a spiegare le cose a Ron.

“Finalmente vi siete degnati di arrivare.” Sentirono dire la Umbridge, prima che la donna rientrasse in aula seguita da Hermione e Fred e chiudesse la porta in faccia ad uno stralunato Gazza.

“Cosa dici, li dobbiamo aspettare?” Harry cercò di riscuotere l’amico che guardava fisso la porta chiusa come se le volesse dar fuoco.

“No. Penso che Hermione non abbia più bisogno di noi.” Quell’affermazione venne pronunciata in tono così scontroso che Harry si chiese se Ron avesse intuito qualcosa.

Senza dare ad Harry il tempo di aggiungere altro, Ron si stava già allontanando con una faccia arcigna e il moro non poté far altro che seguirlo.

 

Il sorriso falso della Umbridge era a dir poco vomitevole  e lo era ancora di più il suo ufficio: interamente rosa come ogni cosa che l’insegnante indossava. Fred ed Hermione furono fatti accomodare di fronte alla scrivania.

Hermione gliel’aveva detto. Gliel’aveva detto che la Umbridge li avrebbe puniti. Ed ora eccoli lì, di fronte a quella insopportabile faccia da rospo che li guardava.

“Allora signor Weasley e signorina Granger. Da dove vogliamo cominciare?”

“Non lo so, professoressa” cominciò a dire Fred prima che Hermione avesse anche solo avuto il tempo di elaborare una scusa plausibile da propinare all’insegnante. “Però potrei darle un suggerimento” continuò spavaldo il ragazzo.

Fred, nel sedersi, aveva scostato prontamente la sedia da quella di Hermione in modo tale che lei non avesse potuto rifilargli un pestone come aveva fatto poco prima quando era sopraggiunto Sir Nicholas. Hermione era impallidita di fronte all’arroganza che Fred aveva mostrato nel rispondere alla Umbridge e già sapeva che per loro due si sarebbe messa male. Molto male.

“Un suggerimento, signor Weasley?” chiese incredula l’insegnante mordicchiandosi nervosamente le labbra.

“Sì, professoressa. Potrebbe innanzitutto dirci perché io ed Hermione ci troviamo nel suo ufficio. Non riesco proprio a capirlo.”

Era chiaro che la Umbridge stava cercando di mantenere i nervi saldi e di non perdere la faccia di fronte a quello sfrontato di Fred Weasley. Si appoggiò con le mani alla cattedra e lo guardò con sguardo che mal celava una spietata cattiveria.

“Se la sua piccola mente contorta non riesce a capirlo, signor Weasley, provvederò io a spiegarglielo e a partire dalle 9 di stasera, per una settimana, farò in modo che il messaggio penetri a fondo. Vi darò una punizione che non scorderete tanto facilmente. Ci vediamo più tardi signori. Ora potete andare.” Li congedò con un sorriso così tirato e sadico che ad Hermione venne il voltastomaco. Tuttavia, i due non se lo fecero ripetere due volte, uscirono dall’ufficio e si incamminarono verso la Torre di Grifondoro.

 

“Granger, si può sapere perché non mi parli?” Erano quasi arrivati al ritratto della Signora Grassa ed Hermione si era ostinata per tutto il tragitto a non rispondere a Fred.

“Perché sei un idiota di prima categoria, ecco perché!” sbottò alla fine esasperata, fermandosi in mezzo al corridoio a pochi passi dall’ingresso della Torre.

“Possibile che tu sappia solo insultarmi? Potrei offendermi, sai?” Fred assunse una finta aria afflitta.

“Ma smettila. Tu non ti offendi mai.”

“Questo lo dici tu, Granger.” Fred incrociò le braccia al petto e abbassò lo sguardo. Hermione lo guardò meglio. Sapeva, naturalmente, che la stava prendendo in giro eppure quell’aria così amareggiata la convinse comunque ad avvicinarsi a lui.

“Dai, Fred. Piantala! Tanto non ci casco. Lo so che stai fingendo.”

In men che non si dica Fred l’aveva stretta tra le sue braccia. Ancora. Hermione arrossì immediatamente e Fred sfoderò il suo sguardo alla Tequila Sunrise.

“Forse sto fingendo o forse no, Granger. Ma ho ottenuto proprio quello che volevo.”

“E sarebbe?” Hermione alzò il mento, sfidandolo.

“Farti imbarazzare per l’ennesima volta e, naturalmente, continuare a corteggiarti come si deve.”

Prima che la ragazza potesse anche solo tentare di ribattere, le labbra di Fred le stavano già rubando un altro bacio mozzafiato.

“Oh, ma come siete carini! Ma da quanto state insieme? Non lo sapevo!”

A quanto pareva, Hermione e Fred finivano per baciarsi sempre nei momenti meno opportuni oppure, tutti quanti a Hogwarts avevano deciso, proprio quel giorno, di interessarsi dei loro affari.

Fred, ancora una volta, fu costretto ad interrompere il bacio.

La Signora Grassa li guardava con aria melensa e si stringeva le mani sul cuore.

“N-noi… n-noi non stiamo insieme” disse trepidante Hermione.

“Non ancora” la corresse Fred prima di rivolgere la sua attenzione alla Signora Grassa ignorando così l’occhiataccia di Hermione. “Deve sapere, Signora, che la qui presente Granger è piuttosto ostinata. E tende a non ammettere l’evidenza.”

“E quale sarebbe l’evidenza, scusa?” Hermione si era staccata da lui e aveva messo le mani sui fianchi assumendo la postura battagliera che era tipica della signora Weasley quando doveva prendere in mano la situazione.

 “Che sei cotta di me e che non vedi l’ora che io sia ufficialmente il tuo ragazzo.” Ecco, di nuovo il tipico sorriso malandrino. Orami era appurato. Il Fred-pappamolla era solo un vecchio ricordo.

“Sei odioso, Weasley. E se intendi corteggiarmi in questo modo sappi che stai prendendo la piega sbagliata. Ora scusami ma vorrei starmene un po’ da sola e dato che tra meno di tre ore ci rivedremo alla punizione, ho bisogno di riprendermi un attimo.” Hermione disse in fretta la parola d’ordine e attraversò il buco del ritratto lasciando Fred all’esterno.

“Però, ha davvero un bel caratterino la ragazza” affermo la Signora Grassa tra l’incredulo e lo scandalizzato. “Se un bel giovane come te mi facesse la corte di certo non lo tratterei a questo modo.”

Fred la guardò per un attimo scandalizzato. Poi, pensò fosse meglio entrare nella Torre poiché, decisamente, stava riscuotendo fin troppo successo.

 

Hermione non scese a cena quella sera e questo per lei fu un bene. Tutta la scuola parlava di quanto accaduto nel pomeriggio e alcuni compagni di altre case di Fred, si azzardarono persino a chiedere conferma del fatto. Dal canto suo, il ragazzo si limitava a confermare qualunque versione gli venisse esposta. In una addirittura si diceva che, prima di portare Hermione fuori dall’aula, aveva lanciato una cacca-bomba che aveva centrato la Umbridge in pieno volto. Fred, a stento, riuscì a trattenere le risa quando sentì una tale diceria. L’unica cosa sulla quale tutta Hogwarts pareva concordare era che Fred Weasley aveva portato via dall’aula Hermione Prefetto-Perfetto Granger e l’unico che pareva essere davvero irritato da questo fatto era Ron.

Harry aveva cercato per tutta la cena di parlare di ogni cosa che non fosse quanto era accaduto nel pomeriggio ma ogni discorso portava inevitabilmente ad Hermione e alla sua assenza quella sera a cena.  

“Harry, io vado a letto. Ci vediamo domani.” Ron era avvilito e si alzò dal tavolo con un umore così tetro che avrebbe potuto benissimo far concorrenza a Mirtilla Malcontena. Harry decise che era meglio lasciarlo stare. D’altra parte anche lui non avrebbe saputo dirgli niente.

“Hai fatto bene a restare qui.” Ginny gli si era seduta di fianco. “Ron deve sbollire la rabbia da solo. Ha capito. Non è uno stupido. Ma questa è una cosa che deve chiarire prima con sé stesso e poi con Hermione.”

“Che ne sai tu di questa storia?” gli chiese Harry sospettoso.

Ginny sospirò. “Potrei sapere qualcosa in effetti.” Harry la fissò interrogativo.

“Oh, andiamo, Harry! Non ti aspetterai davvero che io tradisca la fiducia che Hermione ha riposto in me?”

“Dimmi solo se è come penso.”

Ginny lo guardò come se fosse rimbambito. “E come faccio a sapere quello pensi?”

“Dai, Ginny, non fingere di non aver capito! Tra Fred ed Hermione c’è stato qualcosa e c’è qualcosa, vero?”

“Sei stato tu a dirlo. Comunque penso di sì. Anzi ne sono quasi certa al cento per cento. Mi dispiace un po’ per Ron, ma dovrà farsene una ragione. Ti saluto, Harry. Ci vediamo e mi raccomando, giura sugli Schiopodi Sparacoda di Hagrid che non dirai nulla a Ron di questa faccenda altrimenti ti verrò a cercare.” Ginny aveva assunto un’aria da dura che fece ridere il ragazzo. “Lo giuro, Ginny. Manterrò il segreto e me ne starò fuori.” La ragazza parve soddisfatta, gli fece un occhiolino e uscì dalla Sala Grande.

 

Alle 9 Hermione e Fred avevano raggiunto l’ufficio della Umbridge. “Venite pure, ragazzi.” Li fece accomodare in due banchi vicini e fornì loro una pergamena e una piuma. “Ora, lei signor Weasley scriverà: NON DEVO RAPIRE LE STUDENTESSE DALLE AULE mentre lei, signorina Granger, scriverà: NON DEVO ASSECONDARE LA FUGA DEL MIO RAPITORE.

Fred guardò incredulo la professoressa. Era dunque quella la loro punizione? Scrivere stupide frasi su dei fogli di pergamena? Se almeno li avesse costretti a scolpire quelle idiozie su una tavoletta di granito come monito per i posteri, sarebbe stato sicuramente più appagante per l’ego di Fred. Il ragazzo guardò Hermione e le sorrise ma la ragazza sembrava più preoccupata di quanto si aspettasse.

“Prego, cominciate pure.”

Fred fece per prendere la piuma ma notò, solo in quel momento che non aveva l’inchiostro. “Professoressa, scusi, con cosa dovrei scrivere esattamente senza inchiostro?”

La Umbridge sfoderò il suo sorriso maligno. “Non si preoccupi. L’inchiostro verrà da sé.”

Fred cominciava a pensare che a quella donna mancasse qualche rotella ma dovette ricredersi solo cinque minuti dopo quando si accorse che l’inchiostro rosso che stava utilizzando per scrivere sulla pergamena non era altro che il suo stesso sangue. Sulla sua mano sinistra scintillavano macabre le parole NON DEVO RAPIRE LE STUDENTESSE DALLE AULE. A quella donna non mancava solo qualche rotella; quella donna era completamente pazza! Era un mostro! Ora capiva perché Hermione aveva temuto così tanto quella punizione! Probabilmente lei lo sapeva e, siccome Fred Weasley non era un ragazzo stupido, fece due più due ricordandosi di aver visto Harry all’allenamento di Quidditch, qualche giorno prima, con la mano sinistra fasciata. Ed Harry aveva avuto la punizione con la Umbridge.

“C’è qualche problema, signor Weasley?”

Fred aveva infatti smesso di scrivere. Hermione lo guardò titubante e lui vi lesse negli occhi la richiesta muta di non azzardarsi a contraddire la vecchia rospa. “No, nulla” disse e riprese a scrivere.

 

Due ore più tardi, Hermione e Fred lasciarono l’ufficio della Umbridge.

“Ti fa male?” si informò Fred.

“Un po’” ammise a malincuore la ragazza.

“Tu lo sapevi, vero?” Hermione annuì. “E perché non l’hai detto alla McGranitt?”

“È una punizione, Fred. E poi la McGranitt non avrebbe potere su quella donna.”

“Ma Silente, sì!” protestò Fred non riuscendo a capire il tono rassegnato di Hermione. Lei combatteva contro le ingiustizie e quella era proprio un’ingiustizia bella e buona.

“Silente ha cose più importanti a cui pensare. Sta organizzando qualcosa di grosso per l’Ordine. La McGranitt a inizio anno mi ha detto di tenere lontano il più possibile i miei amici e le persone a cui tengo dalla Umbridge, di tenerli buoni e che contava su di me. Ma questa nostra punizione è la prova che io ho fallito.” Gli occhi di Hermione si erano inspiegabilmente riempiti di lacrime.

Fred se ne accorse. “Ehi, Granger! Che hai? Perché piangi?”

“Oh, scusami, Fred. Scusami.” Gli si gettò fra le braccia e Fred la accolse un po’ confuso. Hermione continuò a singhiozzare per cinque minuti buoni. Quando Fred sentì che il respiro di lei si stava facendo più regolare, smise di accarezzarle i capelli e le alzò il viso. Aveva gli occhi rossi, Hermione e cercava ancora di trattenere le lacrime.

“Granger, non devi scusarti. Non hai nulla di cui scusarti.”

“No, io ho fallito. Tu sei stato punito e tu sei una persona a cui tengo” protestò la ragazza.

“Sono stato io che ci ho fatto procurare questa punizione. Non tu. Ma non avevo idea che quella donna potesse essere tanto malvagia. Ho pensato solo a me stesso quando ti ho portata fuori da quell’aula oggi pomeriggio. Volevo solo averti. Sono stato egoista. Mi dispiace.” Fred sembrava davvero turbato e dispiaciuto.

“Non fa nulla. Tu volevi solo fare qualcosa di folle per corteggiarmi, giusto? Mi hai detto così oggi.” Hermione si sforzò di sorridere. Non poteva permettere che Fred, il ragazzo che rideva sempre, si affliggesse a causa sua.

“Si, Granger perché io voglio una sola cosa da te. Una possibilità.”

Hermione a quelle parole cominciò a sentire una strana sensazione dentro di sé. “Cosa intendi, Fred?”

“Non so sinceramente se hai ancora una cotta per mio fratello ma io voglio una possibilità. Voglio stare con te, Prefetto Perfetto Granger.”

A quelle ultime parole Hermione smise davvero di pianger e riuscì persino a ridacchiare. “Non sarà qualche stupido scherzo, vero Weasley?” trovò il coraggio di ribattere.  

“No, miss Granger. Questa volta non si tratta di nessun piano, nessun gioco di seduzione e nessuna presa in giro. Voglio stare con te” ripeté convinto.

“Ma perché con me, Fred? Perché proprio con una secchiona noiosa come me?”

“Prima di tutto ti non sei noiosa.”

Hermione storse un po’ le labbra. “Forse solo qualche volta, Granger. Quando non agisci d’istinto e te ne stai sempre nel tuo. Ma io sono convinto che tu abbia un grande potenziale.”

“Devo prenderlo come un complimento?”

“Ma certo! E poi, ritornando al perché proprio te… beh, perché una relazione come la nostra potrebbe passare alla storia.”

Hermione lo guardò interrogativa.

“Non capisci? È ovvio, Granger! Il nostro è un amore strano, assurdo… e proprio per questo è eccezionale e epico!”

Hermione non riuscì a trattenere una risata. “Certo che ne racconti di idiozie, Weasley!”

Fred, per tutta risposta, la strinse di più a sé. “Vedremo se saranno davvero idiozie, Granger. Scommettiamo?”

Lei lo guardò per un attimo e vide una luce di desiderio brillare in quegli occhi malandrini. Poi annuì confermando. “Scommettiamo.”

Nel medesimo istante, le labbra di Fred si impossessarono nuovamente di quelle di Hermione e la ragazza, capì troppo tardi di avere, già in partenza, perso la scommessa.

Perché il loro amore era e sarebbe stato eccezionale e epico.

 

 

Angolo Mirty_92:

‘Seraaaaaa a tutti quanti!!! È con grande piacere -ed anche un po’ di tristezza- che vi presento l’ultimo capitolo di questa storia. Ringrazio ancora una volta tutti!! Nessuno escluso!! Grazie di cuore! Vi lascio con questo capitolo ma non temete, anzi, cominciate a tremare, perché ho in serbo per voi altre Fremione!! (Mi sono fissata e adesso continuerò a tormentarvi con le mie FF).
Vorrei fare alcune precisazioni: ho deciso volontariamente che Ron sapesse riconoscere sempre i gemelli e ho citato apposta la pag. 394 (nominata da Piton). Ci sono anche un po' di personaggi in più che fanno da sfondo alla storia, spero non vi dispiaccia.
Ora vi lascio solo con un piccolo giochetto: in questo capitolo ho fatto due riferimenti precisi  (usando una parola e una citazione, per essere puntigliosi) ad un film americano uscito questo primavera nei cinema, di cui vado pazza! Non mi pare sia uscito nelle sale italiane ma, siccome abito in un piccolo paese, può essermi sfuggito. Comunque, detto questo, vi sfido a trovare la citazione e la parola. Cosa si vince? Nulla se non la mia infinita ammirazione per voi. ;)
Fatemi sapere cosa ne pensate della storia e di tutto quanto.

Un abbraccio,
Mirty

 


  
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mirty_92