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Autore: Ladyloki96    09/09/2014    2 recensioni
Storia del mio fumetto. Essa contiene le mie visioni sulla modernità e metafore. Spero che vi piaccia, questo è il primo di tanti capitoli.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- do…dove sono?
 
 Arden era distesa su un letto, con ancora l’abito nuziale, la fede al dito e i capelli sistemati.  Non si sentiva molto bene, la sua voce era debole, come debole era il suo corpo e il suo spirito. Si sentiva diversa. Era diversa. Si alzò con fatica, ma cadde rovinosamente. Solo allora notò una cosa che prima non aveva. Una coda. Una coda che terminava con una punta appuntita come un rasoio.
 - e… questa?
 
 Pronunciò con un filo di voce, troppo stupita per urlare, troppo incredula per mettersi a piangere e disperarsi. Si rialzò ed esaminò la stanza, osservò il letto in cui era stata adagiata. Il mobilio era regale, degno di un re, e andava in contrasto con il pavimento terroso dal quale schizzava qualche fiammella in qua e in là.
-Finalmente ti sei alzata
Una voce proveniva dall’oscurità, la figura che aveva parlato avanzò, fin ad arrivare alla luce e rivelare l’identità dell’angelo oscuro.
-Sateo sei tu!
 
 La voce era strozzata dal pianto e la ragazza corse ad abbracciarlo, ma lui la fermò. Il suo viso era freddo, duro e inespressivo.
 
- Non mi chiamo Sateo
 
Proferì Satana con freddezza e crudeltà con una smorfia sadica sul volto, si prendeva beffa della povera ragazza.
- mi chiamo Satana
 
A sentire quel nome la ragazza singhiozzava. Come poteva quell’uomo così gentile essere il male assoluto? E come aveva potuto sposarlo?? Come aveva potuto donargli un figlio, il quale lei aspettava e cresceva nelle sue membra. Era disperata. Satana, poiché aveva svelato la sua identità, ritornò alla sua forma originaria.
 
- è inutile che piangi. Nessuno ti può sentire. Nessuno può consolarti. Sei rimasta sola.
 
Era più freddo del ghiaccio e la ragazza non capiva a non capire come un essere tanto malvagio possa aver finto di essere buono.
 
- Non… non sono sola… finché vivrà la mia famiglia e finché il signore mi accompagnerà.
 
Continuava a piangere e non riusciva a smettere. Perché era così cattivo con lei? Gli aveva fatto qualcosa di male? Non capiva. La ragazza non riusciva a comprendere l’accaduto e più volte ripeteva a se che era soltanto un bruttissimo sogno.
 
- Famiglia?
 
Accompagnò questa parola con una grossa e malvagia risata. L’uomo conosceva cosa era successo sulla terra mentre Arden era incosciente.
 
-La tua famiglia è stata bruciata, sono morti tutti 

 Nel suo viso comparì un sorriso malvagio e gli occhi s’illuminavano di oscurità. Godeva a far del male, a farle del male.
 
-E non puoi sperare nemmeno in dio. Se il dio in cui credi esistesse non avrebbe mai concesso una delle sue creature più perfette al suo nemico.

La accarezzò, ma non era una carezza piacevole, le sue unghie scorrevano nel viso liscio e morbido della ragazza, provocandogli dolori e graffi. Dopo quella specie di carezza se ne andò chiudendo la porta a chiave. La ragazza con il cuore distrutto pianse tutta la sera. Non era abituata a stare sola, ma si abituò. Ogni giorno rimaneva rinchiusa in quella camera. La sua unica compagnia erano i demoni minori che le portavano il cibo e Satana che ogni sera prendeva con violenza quello che aveva acquisito con il matrimonio. Ogni nuovo giorno una violenza sessuale. Ogni nuovo giorno un trauma. Era inutile la sua opposizione. Era inutile combattere. Anzi se combatteva gli faceva ancora più male. Così un giorno smise di combattere. Di piangere. Di provare amore per se stessa. Ma finalmente un giorno vide facce diverse. Vide le facce dei cinque generali infernali: Lucifero, Belfagor, Belzeboss, Mefisto e Astraroth. Erano andati di nascosto e senza il permesso del padre dalla ragazza.
 
-Chi…chi siete?
 
 La ragazza era rannicchiata in un angolino, nascosta dall’oscurità. La paura era l’unico sentimento che gli era rimasto. L’unico segnale che gli faceva di essere ancora viva mentre il suo spirito in quel luogo era morto. E morto lo spirito…anche il corpo vuole morire.

-Siamo venuti ad aiutarti, o donzella.

 Proferì con un sorriso Lucifero con un solare sorriso. Aveva dei capelli neri come padre, si poteva dire che era uguale a lui soltanto che.. non aveva gli occhi rossi, una caratteristica dei demoni. Li aveva marroni. Degli occhi umani. Persino Arden che con la morte è diventata demone aveva gli occhi rosso sangue. Lucifero aveva immense ali, grandi quanto lui, corna grosse e rigirate all’indietro e una lunga coda appuntita pure lui.
 
-Lucifero ci ha rotto le scatole fin a cinque secondi fa per venirti ad aiutarti. Non che noi non volessimo, ma siamo demoni e non aiutiamo le damigelle in pericolo. Noi le uccidiamo e le mangiamo.

 La voce scocciata proveniva dal demone più grande, Astraroth. Un demone puro, lui aveva gli occhi rossi e i capelli biondi e lunghi. Aveva il tipico look da cattivo ragazzo, pantaloni di pelle lucida, catena come cintura e una maglietta un po strappata.
 
- Lucifero, poiché è mezzo sangue, ha provato compassione per te… gli ricordavi la dolce mammina. Quindi... eccoci qua.
 
Disse ironicamente Belfagor, il demone più piccolo. Un piccolo demone minuto con i capelli scompigliati, ecco spiegato il perché lucifero aveva gli occhi marroni. Non era un demone puro ma un mezzo demone.
 
 - Piano! Piano! Con tutte queste nozioni caotiche, la fate confondere!
 
Rispose Belzeboss, il gemello di Astraroth. Era identico a lui ma si riusciva a distinguerli dallo stile del vestiario. Mentre uno si vestiva da ragazzo cattivo, Belzeboss era in giacca e cravatta, il tipico demone che conclude e sigilla i patti con il diavolo. La ragazza era confusa da quelle presenze non sapeva se fidarsi o no. Erano demoni dopotutto come Satana. Erano esseri maligni per natura. Trema e si rannicchia di più nel suo angolino, come per voler sprofondare nel muro e nascondersi.

-Guardatela! Sembra un coniglietto impaurito!

Disse tutto di un fiato Belfagor, continuando con una fragorosa risata. Era un bambinetto vivace.
 
-Smettetela e fatemi parlare!
 
Rispose Lucifero irritato, mentre fece in allegato un gesto con la mano come per scacciar via le parole dette dai fratelli.
 
-Allora io sono Lucifero, quello è Astraroth


Indicò il demone appoggiato alla parete con le mani incrociate e con il piede destro appoggiato alla parete.

-Lui è il suo gemello Belzeboss
 
Indicò il demone con aria seria vicino al letto. Era sempre serio tanto da sembrare un avvocato.
 
- E questo piccolo demonio è Belfagor, mio fratello minore. Noi siamo i figli di Satana…
 
Sentendo tali parole la ragazza iniziò a piangere e urlare cercando sempre di più di unirsi con il muro e far un'unica entità con esso.
 
- Lasciatemi stare! Non voglio aver niente che fare con la stirpe di quel demonio! 
 
Disse urlando con le lacrime agli occhi.  Arden, dopo quello che aveva passato non voleva aver niente a che fare con Satana, anzi voleva scappare a tutti i costi da quel posto. Ma non si ricordava che anche suo figlio faceva parte di quella stirpe.

- So come ti senti
 
Disse quasi in un sussurro Lucifero, voleva rassicurare quella ragazza che non era impaurita, ma letteralmente terrorizzata.
 
 - e so a ciò che pensi
 
 Come ogni buon demone sapeva leggere nei pensieri e nell’anima delle persone. Cercava di aiutarla perché gli faceva pena.

-Anche se mi disprezzi senza motivo, io ti voglio aiutare, ti voglio aiutare a scappare e dovremo usare la forza demoniaca che vi è in te per scappare 

Aveva un tono misto al triste e al gelido. Ma ciò che diceva era la verità e Arden voleva scappare da li il prima possibile.

- Se non ti farai aiutare da noi

 Belzeboss riprese il discorso del fratello anche lui era molto serio, proprio come era dal suo ruolo.

- Andrai verso una brutta fine

Belzeboss sapeva convincere la gente e ci riusciva pure bene.

-Nostro padre ha intenzione di corrompere la tua anima

 Proferì sempre scocciato Astraroth. Perché uno come lui doveva aiutare un umana diventata demone?? Perché? Lei non era al suo livello, lui era superiore. Ma i suoi fratelli, soprattutto Lucifero, lo avevano costretto e lui non si poteva tirare indietro.

-Dopotutto è il suo compito far peccare gli umani e tu con la tua anima stramaledettamente pura sei un rischio per l’inferno. La tua anima, così com’è ora, non solo è incorruttibile, ma è anche in grado di purificare le persone solo osservandoti!

Questa volta, Astraroth,  aveva un tono schifato per via della purezza della ragazza. Faceva veramente schifo secondo lui, su tutti i punti.

-Così nostro padre, trovandoti perfino un bel bocconcino, ti ha sposato e messa incinta pur di contaminarti l’anima con una gran rabbia, infatti, lui vuol dare in pasto il bimbo a Cerbero, il cane infernale

Disse con un sorrisetto Belfagor come se fosse una bella cosa un infanticidio e Arden a sentire quelle parole pianse più forte, disperandosi la sua sventura.

-Su…su non piangere

Disse Lucifero abbozzando un sorriso mentre gli asciugava le lacrime. Cercava di essere più umano possibile con lei e soprattutto in quel momento.

-Sei stata ingannata, ma io ti aiuterò, salverò te e il tuo figlio

A quelle parole la ragazza non si riprese, anzi, poiché era già stata ingannata dall’uomo che lei amava, lo guardò male e rispose, dopotutto si era fidata di uno che sembrava dolce come una caramella quando in realtà è malvagio come non pochi e non voleva fare lo stesso sbaglio.

- A quanto ho potuto capire, voi demoni non fate nulla senza aver nulla in cambio… perché ora mi dovrei fidar di te?

Il dubbio è peggiore di ogni cosa, riesce a insinuarsi fin nelle profondità e a volte, dopo che è diventato forte, è difficile scioglierlo, anche se le parole sono sincere. Lucifero capendo che la ragazza aveva delle ferite profonde nel suo animo, l’accarezzò, riprendendo con parole dolci e rincuoranti.

-Ti ricordo che mia madre era umana, certo non bella come te, ma abbastanza pura, mio padre gli fece il solito giochetto… soltanto che lei si corruppe subito dopo la prima violenza subita da mio padre… e con la dignità infranta, si tolse la vita. Io non voglio che tu faccia la sua stessa fine, non voglio né che tuo figlio muoia, né che lui rimanga senza madre proprio come me. Sei una bella ragazza Arden e altrettanto sveglia, sai che le mie parole sono sincere, non voglio niente in cambio. Un amico è vero se c’è nel momento del bisogno, chiedendo nulla in cambio, perché per lui è già un enorme ricompensa aver aiutato e reso felice l’altro 
Bastarono quelle parole umane a farle cambiare idea, quelle parole cosi fuori luogo in un posto così disumano, parole che nessuno dice e nessuno pensa. Così la ragazza accettò l’aiuto del team di demoni e si fece aiutare a scoprire la sua nuova natura e il suo attuale potenziale.
   
 
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