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Autore: Lost In Donbass    09/09/2014    1 recensioni
A volte finire in punizione può essere un buon modo per conoscere gente. A volte può essere un buon modo per trovare l'anima gemella. A volte puoi trovare persone che ti cambiano qualcosa dentro. E forse, loro sono stati fortunati a finirci, se quella si può chiamare fortuna, ovviamente. Otto ragazzi, otto vite diverse, una città opprimente e misteriosa e dei legami fragili come vetro, ma profondi come radici. Perchè qualcosa è destinato ad accadere. E loro ci sono dentro.
Avranno fatto bene Kate e Zayn a mettersi insieme? Riuscirà Hope a conquistare il cuore del ragazzo che ama? L'amore tra Harry ed Eli è destinato a durare o a naufragare come i due ragazzi? Riuscirà Louis a combattere i demoni interiori e a riemergere? E Niall, coronerà il suo sogno?
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO OTTO: LA FESTA DI KATE – 2
-Uhm … Eli, qui c’è troppo casino per i miei gusti … andiamo di sopra?- Harry fece un ghigno assolutamente inequivocabile. La ragazza annuì con uno strano sorriso e tirò il riccio in piedi. Poi, scomparvero al piano di sopra.
-Che ci vanno a fare di sopra?- chiese Louis stupito.
-Niente Tommo, lascia stare e bevi- sorrise Niall infilandogli in bocca la bottiglia di vodka alla fragola che Lou gli sputò in faccia nauseato.
Il tempo passò e solo allora Kate si rese conto che magari un’occhiata alla sua sorellina Sophie rinchiusa in camera al piano di sopra non sarebbe guastata. Magari siccome erano le 10.30 stava dormendo della grossa ma sempre meglio controllare. Saltellò su per le scale evitando il via vai dai gente e cercò la camera di sua sorella. Eccola laggiù in fondo. Senza curarsi di bussare spalancò la porta dicendo:
-Sophie, come stai?
La stanza era semibuia e la ragazza si avvide semplicemente di qualcosa che si agitava sul letto. Però a ben vedere non sembrava molto sua sorella. Contando che sua sorella non aveva i capelli rossi. Proprio in quel momento realizzò che magari quelli sul letto non erano Sophie ma semplicemente Harry e Eli impegnati in atti non proprio casti.
-Ragazzi!!!- ululò Kate. I due sobbalzarono e si girarono verso di lei con aria alquanto interrogativa.
-Mia sorella!- continuò la mora, convinta che Sophie fosse nella stanza. –Come potete … davanti alla mia sorellina!!
-Tua sorella?! Che diavolo … - esclamò Harry.
-Per piacere Harry mettiti qualcosa addosso- lo interruppe Kate.
Eli sbuffò e sbatté in mano al riccio i jeans e i boxer, infilandosi il reggiseno.
-Kate, ti vuoi spiegare?
-Ma … questa è la stanza di mia sorella Sophie e pensavo che fosse qui a dormire ma evidentemente …
-Qui non c’è e non c’era nessuno- disse Harry, abbottonandosi gli skinny.
-Ma ne siete certi al 100 per 100?- insisté Kate.
-Secondo te scopiamo se c’è una bambina tra i piedi?- sbottò Eli.
-Beh no … spero e … venite con me, per favore.
I due terminarono di vestirsi e la seguirono.
-Quindi mia sorella non c’era?
-Ma non Kat, fidati! Sarà in un’altra camera.
Kate li guardò agitata con gli occhi già un po’gonfi. Haz e Eli la abbracciarono tanto per consolarla un po’.
-Tranquilla, ora noi tre la cerchiamo e la troveremo subito. Poi se non la trovassimo lo diciamo a tutti, va bene?
-Si … si … grazie, siete degli amici.
La piccola squadra cominciò a guardare nelle varie camere e nei tre bagni, in cucina e in cantina ma Sophie sembrava scomparsa.
-E’ scomparsa!- Kate scoppiò a piangere.
-No, stai buona la ritroveremo, non è scomparsa- la rassicurò Eli.
Harry balzò sul divano, prese una bottiglia di vodka vuota e urlò con quanto fiato aveva in gola (e la voce non gli mancava …) lanciando la bottiglia contro il muro:
-EHI PLEBAGLIA! STATEMI A SENTIRE!!!
Tutta la sala si voltò sconcertata a fissare il caro Mr. Styles in cima al divano.
-LA SORELLA DI KATE E’SPARITA NEL NULLA E VOI DOVETE AIUTARCI A CERCARLA! SI CHIAMA … EHM …
-Si chiama Sophie … - piagnucolò Kate.
-SOPHIE! QUINDI ORA SGUINZAGLIATEVI ALLA SUA RICERCA.
Gli invitati, impressionati, obbedirono e si sguinzagliarono alla ricerca di Sophie. Chi nelle camere, nei, bagni, in cantina, in cucina, in soffitta, chi chiese ai vicini di casa e chi in giardino. La piccola sembrava scomparsa nel nulla e Kate piangeva senza più ritegno consolata dalle sue amiche.
-Se voi foste una bambina di sei anni che vuole fare uno scherzo di cattivo gusto alla sorella dove vi nascondereste?- chiese Louis.
-Uno scherzo?!-  trentasei persone lo fissarono, perché quando l’hacker parlava tutti ascoltavano ciò che aveva da dire.
-Ovvio che è uno scherzo architettato dalla bambina verso di noi. Rapita è matematicamente impossibile, che sia rimasta prigioniera in qualche luogo altamente improbabile. Non rimane che la beffa. Qualcuno ha qualche idea?- Louis era talmente controllato e serio che Kate quasi non lo prese a pugni.
-Ma abbiamo cercato dappertutto!- disse Niall.
-E’ vero!- gli fecero coro gli altri invitati.
-Eliminato l’impossibile, quel che resta, seppur improbabile, è la verità. Cito per l’evenienza Sir Arthur Conan Doyle -  pronunciò Lou, per poi continuare –Quindi, se avete delle idee non esitate a pronunciarvi. Indi per cui, opteremo una divisione in due squadre che saranno a loro volta suddivise in altre due squadre ognuna con nove persone. Lei, signorina, nome di grazia- l’hacker indicò una ragazza bionda che abbracciava Kate.
-Ehm … Perrie … perché?
-Bene, Perrie tu sarai a capo della squadra che si occuperà di setacciare l’appartamento, intesi?
Perrie annuì e si alzò dal divano, scegliendo i membri della squadra tra cui Kate e Liam.
-Lei, laggiù con la maglietta nera. Nome, prego.
-Io sono Zayn, Louis! Manco mi riconosci?- esclamò il ragazzo raggiungendolo.
-Ti riconosco, ma non tutti sanno chi sei. Zayn, ti nomino capitano della squadra che controllerà il palazzo. Scegli i membri della squadra.
Zayn sorrise e scelse anche Hope .
-Quindi, ora le squadre esterne. Signorina, si, lei, con la gonna amaranto. Si presenti.
-Che ridicolaggine!- la ragazza rise –Mi chiamo Eleanor.
-Ottimo. Eleanor, tu comanderai la squadra del giardino esterno e dintorni. Passa alla scelta della squadra.
Eleanor scelse tra cui Eli, Harry e Niall.
-Ora non ci rimane che la squadra che batterà le cantine e il giardino più interno. Lei, con la felpa verde e i capelli biondi. Ci renda a conoscenza della sua identità.
-Signorsì, signor capitano! Prest al vostro servizio!
-Bene, Prest tu comanderai tale plotone. Signori, si da il via alle ricerche- Louis si sedette per terra quando la voce di Niall risuonò.
-E tu che fai Lou? Non sei in nessuna squadra!
-Tabellina del nove!- la sala tratteneva il fiato.
-Ehm … nove, diciotto, ventiquattro …
-Ventisette
-Giusto, ventisette, trentasei …
-Ecco! Siamo in trentasette, numero primo, quindi quattro squadre di egual numero sono di nove persone. La matematica non è un’opinione Lally. Uno è scartato per forza e quel qualcuno sono io, che mi occuperò di coordinare le indagini e seguire la psicologia della piccola Sophie. Andate.
Le quattro squadre partirono alla ricerca sotto il comando di capitan Louis.
Il resto della serata lo passarono a frugare alla ricerca della sorellina. Kate oramai non faceva altro che piangere, distrutta dalla sparizione. Louis aveva una cefalea incredibile dopo aver ragionato come un pazzo per un’ora dirigendo una massa di gente. Quelli in giardino erano seduti sul muretto sconsolati quando una coppia di signori ben vestiti li raggiunse. L’uomo chiese:
-Ehm, ragazzi, si può sapere che ci fate qui?
-Sapesse … stiamo cercando una bambina scomparsa- disse Niall.
-Oh, poverina!- esclamò la signora –E chi è questa bambina?
-Si chiama Sophie Hamilton- rispose Eli.
-E’ la sorella minore di una certa Kate Hamilton, residente al quinto piano- continuò Eleanor.
-Siete i vicini di casa?- indagò Harry, notando i visi lividi della coppia.
-No. Siamo i genitori- ringhiò l’uomo, trascinando la moglie nel palazzo.
-Oh cavolo, Kate la vedo male- i ragazzi si fissarono e poi corsero tutti in casa per vedere lo svilupparsi della vicenda. Arrivarono e videro una sala gremita delle squadre di casa che circondavano una Kate in lacrime e i genitori che la stavano sgridando.
-Maledizione Kate! Ti avevamo permesso di fare la festa con i tuoi amici purché controllassi tua sorella!- stava urlando Mr. Hamilton.
-Ma io … andavo a vedere come stava e giocava tranquilla e poi … è scappata!
-Dio santo! E ora?! Dobbiamo chiamare la polizia! La mia piccola!- strillò disperata la signora Hamilton.
-Ecco, non ci possiamo fidare di te! Sei la maggiore eppure l’hai lasciata sola!- il padre era sempre più rosso e Kate sempre più bianca quando …
-Permesso, scusami, permesso. Ciao mamma, ciao papà!
Tutti si ritrovarono a fissare una bambina sui sei sette anni, bionda che sorrideva.
-So … Sophie … - balbettarono i familiari.
-Oh, bella festa ma avrei un po’ di sonno … notte mami, notte papi, notte sorellina- la bambina diede un bacio ai genitori e alla sorella ancora impietriti dallo stupore e scomparve su per le scale.
-Tu … tu … vieni qui!!! – Kate si riprese e corse su per le scale fino alla porta chiusa della camera della sorellina. Cominciò a battere i pugni sulla porta urlando:
-Brutta schifosa inutile vermiciattolo! Stavo morendo per te! Che scherzo è mai questo?! Si può sapere dov’eri lurido bruco?!
I suoi amici la trascinarono via dalla porta e la sbatterono in salotto dove i genitori erano ancora piuttosto alterati.
-Per favore, non sgridate Kate! È la bambina che ci ha giocati- disse la sala intera.
Mr. Hamilton brontolò qualcosa ma smise di sgridare la figlia maggiore mentre la signora cominciò a sventolarsi sorridendo, quindi salì per andare a vedere la figlia minore.
-Ci sono!- uno strillo acuto e squillante fece voltare tutti verso Louis.
-Che dici ragazzo?!
- Kate, Sophie era nascosta nel sottoscala! Nessuno ci ha guardato perché c’erano troppi ragni morti e non pensavamo …
Venne interrotto da una vocina di bambina:
-Giusto, ragazzo con gli occhiali! Ero nel sottoscala. Notte!
Lo shock regnò per alcuni minuti fin quando Kate annunciò:
-Bene, ragazzi vi ringrazio di tutto ma … temo che ormai la festa possa dirsi conclusa.
Un mormorio lungo e tutti e trentasei salutarono e se ne andarono a casa, nella fredda aria della notte, ancora scossi  dagli avvenimenti inaspettati  della serata e piuttosto alticci. Tutti però furono d’accordo nel dire che era stata una gran bella festa.
 
  
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