Storie originali > Horror
Ricorda la storia  |       
Autore: ciabysan    27/09/2008    1 recensioni
Due ragazze vengono ritrovate in uno spogliatoio femminile di un liceo coreano. I piedi sono mozzati. La detective Hon Su-San,divorziata e madre di una bambina, scopre che l'assassino non è umano...ma che si nasconde una fitta ragnatela di rancori, misteri, fantasmi e spettri... la risoluzione del mistero sfocerà anche nel passato della donna
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Corridoi soffocanti, stretti e immensi, che si contorcevano in un gommitolo di strade. L’istituto Seiki, proprio a causa di questi scuri e inquietanti corridoi, per gli spogliatoi grottescamente oscuri e per altri fattori ambiguamente spaventosi era il protagonista di diverse leggende metropolitane, dai risvolti spesso horror. Ma chi avrebbe immaginato che la più sanguinosa fra queste prendesse spunto da un fatto realmente accaduto e che stava per liberarsi nel presente, uccidendo chiunque ne prendesse anche, inconsciamente, contatto? Tutto incominciò quel pomeriggio, in cui i raggi del sole erano così forti da penetrare chinque. L’erba del cortile della scuola luccicava sotto i raggi incessanti. Su-Mi si trovava lì, in quel cortile, con l’amica Sun-Hwa. Erano grandi amiche ed avevano programmato già il pomeriggio dopo la scuola: shopping sfrenato nel centro di Seoul. La cosa era resa più facile dall’assenza di compiti e di cose da studiare per il giorno seguente. “Che bello…non vedo l’ora di comprarmi quel vestitino che ho visto in centro” sorrise Su-Mi aggiustandosi i capelli allo specchietto del trucco “Io invece…vorrei un bel paio di scarpe per andare in discoteca questo weekend…non ho neanche un paio decente” sosprirò Sun-Hwa “Aspetta…a proposito di scarpe” irruppe Su-Mi “Ho lasciato le mie scarpe di ginnastica nello spogliatoio” “Che Cosa?” “Sì…devo averle dimenticate dopo l’ora di ginnastica” “Uff” sbuffò “il treno parte tra mezz’ora e dobbiamo ancora raggiungere la stazione” “Faccio in un attimo” “Ok…sbrigati” E così Su-Mi sparì all’interno dell’edificio scolastico. Su-Mi dimenticava spesso le cose: era una ragazza con la testa sulle nuvole, a volte capitava di chiederle qualcosa e sentirla rispondere solo dopo diversi minuti. Assisteva svogliatamente alle lezioni, sbadigliava spesso e i suoi quaderni erano tanti caotici quanto illeggibili. Sun-Hwa invece ne era l’esatto contrario, come se fosse la parte opposta dello specchio: era ordinata, diligente ed era la prima della classe. La stava aspettando in cortile, con le cuffie dell’i-pod nelle orecchie, mentre contava i soldi che aveva a disposizione per il tanto sperato pomeriggio di libertà. Passarono cinque, sette, dieci minuti, ma di Su-Mi neanch l’ombra. Ormai Sun-Hwa stava iniziando ad innervosirsi: quante volte aveva rimproverato l’amica sul fatto di tenere le sue cose a posto! Sull’essere sempre puntuali! Sbigottita, Sun-Hwa decise di raggiungerla e accorse dentro la scuola. I corridoi apparivano tetri e desolati, come se non esistesse alcuna anima viva e ciò era molto strano: alle quattro del pomeriggio la scuola era comunque gremita di persone, sia di studenti per le attività extrascolastiche o ripetizioni e sia di professori che si riunivano per i consigli di classe. E invece non v’era alcuna anima viva. Solo un’infinita matassa di corridoi che sussurravano segreti. Bastava aguzzare le orecchie per sentire qualcosa di strano e paranormale: si riuscivano a sentire le urla di quegli spiriti che sembravano vivere tra quelle aule, che vivevano nelle leggende metropolitane di ragazzini e ragazzine. Sun-Hwa ora ne era immersa. Era immersa in quelle fantasie orrorrofiche. In breve tempo raggiunse la palestra, attraversando quei luoghi claustrofobici. Arrivò sino alla porta dello spogliatoio e la trovò chiusa. Avvicinò, quindi, la mano alla mangilia, sentendo qualcosa di strano nell’aria che la opprimeva come non mai. Riusciva a sentire il sapore della morte penetrarle in gola e ne aveva paura. Scatto della maniglia. La porta si aprì, ma Su-Mi non era là. Le sue scarpe erano lì come erano state lasciate: disordinatamente sulla panchinetta dello spogliatoio, sulla quale le ragazze si sedevano per cambiarsi le scarpe e i pantaloncini. “Su-Mi, dai vieni che perdiamo il treno…perdiamo l’occasione di riuscire a parlare con Ji-Woo e gli altri…” Nessuna risposta. “Su-Mi? Non sei divertente…sai benissimo di quanto mi facciano paura i film dell’orrore, quindi se hai intenzione di farmi uno scherzo malintenzionato, sappi che non te la perdonerò mai”. Nessuna risposta. Su-Mi entrò al centro dello spogliatoio, chiudendo la porta dietro di sé. Si guardava intorno e i respiri crescevano. Sussurri da ogni dove penetravano le emozioni della ragazza e le distruggevano in tanti frammenti, fino a disperderle nell’aria. Fece qualche passo e poi si astenette. Ogni movimento che compiva si sentiva sempre più vicina alla morte. Una morte che ormai l’aveva prevista come prossima vittima, il cui nome era già stato segnato in un ipotetico libro del destino. “Su-Mi?” finalmente Sun-Hwa sembrò rispondere da una zona indefinita dello spogliatoio “Dove sei?” “Sono in bagno” Il bagno era unito dallo spogliatoio attraverso una porta ricoperta di graffiti, parolacce ed insulti. “Mi hai fatto venire un colpo” disse Sun-Hwa una volta attraversata la porta “ma perché diavolo non rispondevi? Io continuavo a chiamarti…mi stavo seriamente preoccupando” Su-Mi era lì in un angolo di quel tetro bagno dalle luci al neon intermittenti, che donavano all’ambiente una strana atmosfera rarefatta ed inquietante. La testa era posta nell’angolo ed era di spalle, le mani sugli occhi. “Ma che ci fai lì?” le domandò l’amica “Non sai che stiamo per perdere il treno? Dobbiamo muoverci!” “Ridammi i miei piedi” sussurrò flebilmente Su-Mi “Che cosa?” Sun-Hwa sperava di non aver capito bene “Ridammi i miei piedi” “Ma che stai dicendo? Smettila di farmi questi scherzi?” “Come diavolo faccio a danzare senza i miei piedi?” urlò Su-Mi, improvvisamente, dalle precedenti sussurra “Ridammi i miei piedi!” Solo allora Sun-Hwa si accorse con orrore che Su-Mi non aveva più i piedi, al loro posto solo una ferita da cui sgorgava sangue, che si dilatava sul pavimento. “Oh mio Dio!” urlò Sun-Hwa sconvolta “Che ti succede? Su-Mi! Che ti succede?” Lei semplicemente iniziò a canticchiare una nenia funerea e improvvisò qualche passo di danza: ogni suo movimento liberava uno spruzzo di sangue che ricopriva le pareti e le porte dei gabinetti. Nella testa di Sun-Hwa solo confusione: non riusciva a capire cosa fosse successo durante la sua assenza. Su-Mi sorrideva beata e canticchiava, non sembrava cosciente del dolore fisico. Spaventata, Sun-Hwa indietreggiò spaventatissima. Mentre il sangue ormai spruzzava anche contro il suo volto, contro le gambe, sui piedi. “Che cosa sta succedendo?” continuò a sussurrare la ragazza,quando, indietreggiando colpì qualcosa. Terrorizzata, si voltò lentamente, sempre più lentamente.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: ciabysan