A PROVA DI FUOCO.
Entri sbattendo
la porta, come sempre, e io sobbalzo perché-
diamine, Louis- potresti fare meno casino.
Il tuo profumo è sempre lo stesso, il rumore dei tuoi passi
scandisce lo
scorrere dei secondi e riconosco l’odore di microfibra della
tua felpa nuova. ‘Che
manco mi piace, ma per te posso farla un’eccezione.
Sfili le scarpe, ti sento imprecare a bassissima voce perché
un laccio non ne
vuole sapere di sciogliersi, le lanci da qualche parte imprecisa della
stanza
e, in quel preciso istante, ci metterei
la mano sul fuoco, ti passi una mano fra i capelli chiari.
Il punto è che ti conosco così bene che
rabbrividisco quasi da sola, ‘che lo so
perfettamente che non esiste nessuno che ti capisce come ti capisco io.
Sfili anche il jeans, che a quanto pare era davvero troppo
stretto, e ti sento cercare freneticamente il pigiama sotto
al guanciale perché- merda-
sei
stanchissimo davvero.
Anche se sono di spalle e fingo di dormire, e anche se ho gli occhi
(quasi)
chiusi, io so benissimo perfino a cosa stai pensando. La domestica ha
messo su le
coperte verde chiaro, quelle che detesti ed hai sempre detestato, e- ci metterei la mano sul fuoco anche questa
volta- la stai mentalmente maledicendo.
La cosa che, più di tutte quante le altre, mi fa ancora più paura è
che ti amo così tanto che rabbrividisco e basta,
‘che so anche che nessuno ti ama come ti amo io.
Il problema è che la cosa è reciproca e, credimi,
non esiste giorno in cui ti
guardi e non pensi ‘’ma che cazzo sto
facendo’’.
E anche se arrotoli le maglie sempre allo stesso modo, e anche se le
tue
imprecazioni raramente (quasi mai) cambiano, e anche se il tuo profumo
è (e
sarà, ne sono certa) sempre lo stesso, sei sempre anche Louis Tomlinson e io sono sempre e
solo io.
‘Che, posso anche far finta di non ricordarmene, ma
litighiamo trenta volte al
giorno (forse anche di più) e l’ultima volta
è stata tre ore fa. ‘’Io
esco’’
hai urlato, e so che di solito scappi ma come faccio a farci
l’abitudine?
Eh, Louis?
Io le cose le affronto di petto, le discussioni le prendo per le
orecchie e gli
occhi li guardo in faccia, ma tu?
E se poi, metti caso, che te ne vai e non ritorni più?
Non ci pensi mai che potrei avere paura? Che potrebbe spaventarmi
l’ipotesi di
un giorno dove non ci siamo io e te insieme?
Ti avvicini a me, sei convinto che sto dormendo e quasi quasi me ne
convinco
anche io, e sento il tuo respiro vicino al mio orecchio. Sento
l’odore acre di
qualche sigaretta e il tuo indistinguibile profumo e allora non ce
l’ho più, la
paura, lo sai?
‘Che tanto lo so che ritorni.
Non dici niente (manco sarebbe da te), ma sento la tua mano avvolgere
gelida la
mia e stringerla fino a scaldarla. Sento la tua energia vitale scorrere
nelle
mie vene, e allora- a ‘sto punto- davvero non mi importa se
arriverà un giorno
in cui non tornerai più.
Perché, veramente, nessuno
mi salva
nel modo in cui mi salvi ma un grazie
ti basterebbe?
‘Che tanto lo so, l’ho letto su Tumblr sessanta
minuti e mezzo fa, che quella
canzone l’hai scritta te. E ‘che tanto so anche che
me l’hai dedicata, e so
anche che siamo a prova di fuoco.
Fidati che lo so, Louis, lo so fin troppo bene.
Sei fuoco che consuma e riaccende.