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Autore: NikBok    09/09/2014    2 recensioni
1938. Harry Potter è un ragazzino di undici anni di origine ebrea.
E' senza genitori, e gli zii sono fuggiti dopo la Kristallnacht, la notte dei cristalli.
Non gli rimane che fidarsi dello strambo direttore di un orfanotrofio "Hogwarts".
A Munich (Baviera) la situazione però cambia: gli abitanti diventano sempre più nazionalisti a favore del regime di Tom Riddle.
Riddle, un uomo potente quanto carismatico, non usa solamente la carta della propaganda dove idealizza una Munich pulita dai mezzosangue ebrei; è senza scrupoli e non esita ad usare le squadre speciali, le SS.
Per Harry la città che conosceva diventa un incubo incarnatosi nella famiglia Malfoy: una casata di élite insediata nel territorio.
Costretto a crescere, il Prescelto scoprirà che l'orfanotrofio non è solo una piccola casa sicura, ma un esercito pronto a far cadere la diplomazia totalitaria.
Genere: Dark, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Tom Riddle/Voldermort
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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CAPITOLO 7: Non sai in che guai ti caccerai con la tua impertinenza, Potter.



*Harry Potter and the Chamber of Secrets photoshoot*



<< Ti conviene smettere di fare il gradasso Malfoy, non è saggio da parte tua visto che sei nella tana del lupo >> rispose Hermione restituendogli quell'aria da superiore che era solito dimostrare il ragazzo.
Ron acconsentì cercando di darsi un'aria da gradasso gonfiando il petto.
<< Ma questo non c'entra nulla, siete voi in errore! >> ribattè indietreggiando quel poco che bastasse a tenere una distanza di sicurezza: di certo non ci teneva ad essere nuovamente assalito da Potter.
<< Credete di poter parlare in tono sgradevole di una famiglia nobile come la mia senza pagarne le conseguenze? Evidentemente a voi non hanno insegnato le buone maniere! >>.
Malfoy assunse un'aria d'importanza come se fosse l'unico in quella sala a conoscere la parola rispetto.
Hermione e Ron si aspettavano che Harry facesse qualcosa o che voltasse le spalle a Draco Malfoy per evitare di cominciare un litigio che sarebbe potuto finire in una dura punizione per entrambi, e naturalmente Hermione non voleva affatto ricevere una punizione.
Ma Harry Potter non gli voltò le spalle facendo per andarsene, rimase anzi dov'era con tutta l'intenzione di rispondere non troppo duramente; come un adulto coscienzioso, o quasi, alla presa con i capricci di un ragazzino.
<< Hai ragione Malfoy, ci siamo lasciati andare, non avremmo dovuto farlo e lo riconosciamo; non era una buona idea parlare alle tue spalle della tua famiglia, ci spiace immensamente >>
Ron ed Hermione presero a fissarlo contrariati.
<< Ma Harry non vorrai...>> attaccò Ron innervosito. << Voglio dire...da quando credi alle sue sciocchezze sul sangue puro? E poi non abbiamo nemmeno parlato male della sua cara mamma! >>
<< Ripetilo sei hai coraggio Weasley! >> strepitò Malfoy a pugni sollevati.
<< Calma, calma, calma >> intervenne Hermione mettendosi in mezzo a Ron e Draco.
<< Harry non ha mai detto di credere a quelle teorie sul purismo, o sbaglio? Insomma, non c'è nessuna prova che Harry sia un purista della razza come Malfoy >>
<< Harry rimetto la cosa a te >> ammise Ron ansioso.
Harry si sentì addosso lo sguardo di tutti e tre i ragazzi e per un attimo ripensò al viso di Tom Riddle; e alla morte dei suoi genitori.
<< Non ho fatto nulla di male >> affermò l'orfano con lo sguardo fisso su Malfoy.
<< Volevo solo impedire che cominciaste una lite inutile >>
Dopodiché scrollo le spalle come se si fosse liberato da un qualche tipo di pensiero oscuro.
<< Dato che Malfoy resta qui per qualche tempo non voglio che gli diate alcuna ragione di rancore; è più saggio tenersi lontano da lui per il tempo che resterà.
Perciò rimetto la cosa a te Malfoy, non darci ragione di darti fastidio e noi non lo faremo >>
Hermione gli sorrise poggiandogli una mano sulla spalla.
<< Sei cresciuto Harry, e questa è la cosa più importante >> affermò orgogliosa.
<< Stammi a sentire, Potter >> attirò l'attenzione Draco usando il suo cognome.
<< Non potrei mai promettere nulla di simile a qualcuno che non è del mio stesso sangue, neanche se fosse nel mio interesse -e non lo è- perciò dovrai cavartela da solo; non puoi credere che là fuori funzioni un accordo simile, perché se lo pensi sei perduto.
Riddle non aspetterà certo che tu gli dia fastidio, ed è per questo che non potrei mai promettere una cosa simile >>
Harry sollevò il mento cercando di sembrare un adolescente maturo e non un undicenne immaturo com'era.
<< Lo so >> rispose sentendosi ingenuo.
Perché nulla avrebbe potuto cancellare la sua ingenuità: per quanto si sforzasse di conoscere le verità nascoste ai suoi occhi queste fuggivano in altre realtà più fredde e sconosciute di quello che pensava.
Sapeva di non essere ancora pronto per quel momento; il momento in cui Riddle avrebbe rivendicato il suo e il corpo di altre persone che aveva conosciuto all'orfanotrofio.
<< Fino a prova contraria resto dalla parte di Riddle, che tu lo voglia o meno >>
<< Perché dovrei volerti dalla nostra parte? >> chiese Harry scettico.
<< Non saprei, qualcosa me l'ha fatto pensare. Credo che sia il desiderio di quel vecchio strampalato di Silente >>
<< Porta rispetto a Silente >> commentò Harry cominciando ad alzare la voce.
Malfoy si stancò di dargli retta e si voltò andandosene senza tanti complimenti.
<< Ehi quando uno parla non gli si volta le spalle a quel modo, razza di deficiente! >> strillò Ron per farsi sentire.
<< Ron lascia perdere, stai solo facendo confusione >> commentò Hermione sentendo gli sguardi di tutte le persone della sala addosso.
<< E comunque sarà meglio affrettarsi, abbiamo lezione di matematica >>

Il lunedì pomeriggio dopo il pranzo era stato assegnato da anni alla lezione meno gradita di tutto l'istituto: matematica.
La docente di matematica era una signora dall'aria buffa ma dal carattere facilmente suscettibile; tra gli studenti si mormorava in continuo un appellativo piuttosto simpatico faccia di rospo.
Pochi uscivano indenni dal temibile lunedì pomeriggio dato che la professoressa detestava tutti i ragazzini indisciplinati -specie i maschi- e non poteva assolutamente sopportare quelli arroganti e saccenti.
Aveva una particolare indole nel riuscire antipatica, specie quando attribuiva mucchi di compiti scritti su pile di libri.
Ma se c'era una cosa che amava subdolamente era il suo titolo di punitrice; esattamente amava punire particolarmente i ragazzini bugiardi.
I ragazzi odiavano che la sua lezione fosse proprio dopo il pranzo perché si sentivano sempre come un macigno quando varcavano la porta dell'aula di matematica per sedersi ai propri posti come dei carichi pesantissimi lasciati cadere su una sedia.
A peggiorare la situazione non vi era solo lo stomaco pieno e il leggero sonnecchiare tipico del riposo del dopo pranzo, bensì la lezione della signora Umbridge era sempre una noia mortale per gli standard di un ragazzino di undici anni.
Harry che non aveva mai brillato particolarmente in matematica si trovava ad essere letteralmente preoccupato in vista di un compito a sorpresa; nemmeno Ron era una cima in matematica.
Hermione invece non sembrava amare particolarmente la Umbridge o la matematica come amava la grammatica o la geografia, non che i giudizi della brillante ragazza influissero sui voti, e per Harry era una vera sorpresa.
Quando entrarono nell'aula trovarono occupati tutti i posti tranne gli ultimi tre posizionati in fondo.
Ron e Hermione si sedettero vicini mentre a Harry toccò mettersi nel banco a fianco a quello occupato dalla giacca di un altro studente.
Harry si chiese chi fosse il suo sfortunato compagno di banco, ma Hermione e Ron non seppero dirglielo dato che a detta di entrambi non mancava nessuno dei loro compagni.
Poi fece ingresso l'insegnante con la faccia da rospo lievemente tesa per il disprezzo di stare vicino a così tanti ragazzini.
Si diresse verso la cattedra e solo allora Harry notò che aveva una pila di libri tra le braccia -brivido sono i compiti- e che indossava un vestito piuttosto semplice abbinato a un cappellino rosa che tolse dai capelli grigi.
Harry non potè fare a meno di osservare con timore gli occhi sporgenti e l'espressione indispettita sul viso.
<< Silenzio, per favore, sono in aula >> disse piccata alzando la voce stridula come se provenisse da un megafono.
Da dietro Harry sgattaiolò al suo posto l'ultimo ragazzo rimasto fuori e si sedette affianco a lui senza fiatare cercando di non farsi notare.
Naturalmente la vecchia signora Umbridge lo notò e non esitò a fargli la predica.
<< Signor Malfoy, la prego di rispettare l'orario delle mie lezioni a partire dal prossimo pomeriggio. Tengo che ci sia ordine nella mia classe e lei non è escluso dalle regole che esigono di essere rispettate >>
Harry al suo fianco si tese come se avesse toccato la spina di una rosa.
Oh Dio no, non potè fare a meno di pensare.
<< Certamente professoressa >> rispose facendo un sorriso che faccia di rospo apprezzò molto.
<< Grazie signor Malfoy, e ora diamo inizio alla lezione >> 
Dopo cinque minuti Harry aveva solo ricopiato l'espressione numerica e la fissava indeciso sul da farsi.
Perché non ho prestato più attenzione alla scuola elementare? si chiedeva in continuazione afflitto dall'angoscia.
Almeno era riuscito a ricordarsi come si sommano due frazioni.
<< Sei proprio sicuro del risultato, Potter? >> chiese a bassa voce Malfoy con aria superiore.
Harry serrò la presa sulla penna stilografica ricolma di inchiostro nero e spostò lo sguardo su Ron e Hermione che cooperavano a bassa voce.
Fortuna sfacciata, pensò.
<< Certo che sono sicuro; non ti avevo forse detto di evitarmi? >>
<< Mi pare di averti già spiegato la situazione poco fa...devo forse ripeterlo? >> affermò Malfoy cercando di attirare lo sguardo di Harry.
<< Non avevi detto che fa parte dell'essere purosangue infastidire i mezzosangue >>
Draco assunse un'espressione divertita che fece sentire Harry ridicolo e innocente: ovvero come dice l'etimologia della parola, senza malizia.
<< Non essere ridicolo, Potter: sono i mezzosangue stessi che si fanno vittime >>
<< E io dovrei credere a tutte quelle sciocchezze che dici come portavoce dell'alta società dei puristi? >>
Malfoy conficcò la sua penna stilografica a punta sul dorso della mano di Harry premendo con forza.
L'orfano sentì come se un ago lo stesse perforando nella pelle.
Trattenne qualsiasi rumore dalla sua bocca per non sentirsi umiliato, e per non farsi udire dalla Umbridge.
Fulminò Draco negli occhi color nebbia con un certo odio; e allora, solo allora, Malfoy si sentì come ripagato dalla stessa moneta.
Odio contro odio.
E questo modo di rispondere lo infastidì notevolmente, perché non faceva la vittima come qualsiasi mezzosangue: Harry rispondeva dimostrando di non essere codardo.
Tolse la penna dal dorso della mano del suo nemico e lo fissò come se stesse per sputare il suo nome.
<< Non sai in che guai ti caccerai con la tua impertinenza, Potter.
Considerati fortunato se verrai preso da mio padre >>
<< A proposito di quel vile di tuo padre...non si è ancora chiesto perché il suo patetico figliolo non è ancora tornato a casa? >>
La Umbridge notò che i due ragazzi in fondo stavano accendendo la tensione nell'aula e li invitò a tacere.
<< Mi pareva di aver detto che avrei dato compiti di punizione a chi avrebbe chiaccherato con il compagno! >>
Harry la guardò allarmato e cercò di spiegare la situazione.
<< Ma...>> 
<< Niente ma, signor Potter. E' chiaro che i nuovi soggetti trovano sempre il modo di farsi notare, ma sia chiaro non tollero i ragazzini bugiardi che si mettono in mostra! >>
Sentì bisbigliare Ron e Hermione.
<< Non ti sembra che stia esagerando? >> fece notare il primo alla seconda.
<< Signor Potter, signor Malfoy, voi due vi tratterrete in aula dopo la fine delle lezioni fino a ora di cena per eseguire gli esercizi speciali che ho preparato per la prossima verifica a sorpresa, non ammetto scuse >>
La sua faccia da rospo era talmente contratta dalla rabbia che sembrava che l'occhio sinistro sporgente le uscisse gonfio dall'orbita.
Harry non fece in tempo a sentirsi avvilito che dalla porta alle sue spalle in cima a delle scale di pietra emerse la figura della McGranitt.
Era piuttosto trafelata per aver fatto le scale di fretta e un ciuffo di capelli argentati le era sfuggito dalla chioma raccolta.
<< Dolores, le lezioni sono sospese nuovamente >>
Dolores Umbridge si voltò verso di lei con aria sorpresa e allo stesso tempo ancora inviperita.
<< E perché mai, Minerva? >>
<< Il professor Silente mi ha incaricato di avvertire le classi che le lezioni sono nuovamente sospese per cause maggiori >>
<< E quali sono queste cause maggiori? >>
Minerva McGranitt prese una boccata d'aria prima di annunciare tutto d'un fiato che il Capo delle Squadre Speciali aveva emanato un ordine di perquisizione.
<< L'ordine del nuovo Capo è stato approvato da Riddle in persona >>
Lanciò un'occhiata dura a Draco.
<< Lucius Malfoy ha preteso un ordine di perquisizione per sospetta possessione illecita di armi contro-rivoluzione all'interno del castello.
Il professor Silente ritiene che i ragazzi vadano protetti...>>
<< E quando verrà precisamente? >> domandò per niente scossa la Umbridge.
<< E' stata una scelta tenuta all'oscuro; il professor Silente sapeva che prima o poi avrebbe fatto la sua mossa...ma ha agito all'oscuro: Malfoy ha presentato il mandato giusto qualche minuto fa >>
La classe era come pietrificata e Harry non sapeva proprio cosa fare se non sperare che Lucius Malfoy non avesse un secondo fine.



Angolo dell'autrice:
Questo capitolo è stato un po' un parto, mi scuso dell'enorme ritardo che sicuramente si presenterà anche per i prossimi capitoli.
Non è che mi manca l'immaginazione o le idee (mi basta sedermi al pc e inventare) piuttosto mi manca il tempo per sedermi al computer! *sospiro affranto*
Insomma, questo capitolo mi pare uno dei più indecenti tra quelli che ho scritto fino ad ora.
Sarà perché si gioca tutto su un apparente rapporto ostile molto Drarry; ma credetemi è uno sviluppo del tutto involontario!
Io mi siedo al computer e la mente comincia a brontolare...qualcosa come *scrivi di Draco* all'infinito.
Fortuna che Draco c'entra abbastanza nella storia altrimenti sapete che gaffe! *ride*
Direi che il detto "Date a Cesare quel che è di Cesare" funziona alla perfezione...date ai Malfoy quel che è loro *ovvero lo spazio nella mia storia* e a me date quel che è mio; ovvero i Malfoy che sono una famiglia che stimo.
Grazie a tutti e alla prossima :*
Saluto Kendra e fenice cremesi che contribuiscono allo sviluppo della storia!
NikBok

  
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