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Autore: annaregotti    09/09/2014    1 recensioni
Giugno 1832, Parigi. La Rivoluzione Francese sopravvive nei cuori e nelle menti dei giovani rivoluzionari de l'ABC e in questo clima drammatico si intrecciano i loro destini.
Grantaire era un giovane uomo profondamente scettico ma non ateo: non credeva nel Dio dei cristiani, né in Maometto o Allah, bensì egli credeva in Enjolras, il suo capo e guida, Dio e punto di riferimento.
Una piccola e sana follia scaturita dalla mia mente bacata, che Monsieur Hugo mi perdoni.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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~~L’agonia della barricata
Parte seconda

Per tutta la notte i Les Amis erano rimasti accampati alla barricata e, ai primi bagliori dell’alba, iniziarono a dare segni di cedimento. Nessuno osava mangiare o muoversi perché si aveva la paura che in qualunque momento le guardie del Re potessero attaccare. Ripiegati in posizioni scomode con la mano pronta sul fucile, palpebre a mezz’asta, tic nervosi. La paura di morire iniziava a farsi sentire.
Improvvisamente la voce squillante ma in questo caso supremamente malinconica e solenne di Jean Prouvaire attirò l’attenzione di tutti; era appoggiato sopra un botte piena di letame e sporcizia, impiegata per la costruzione improvvisata della barricata, e fissava il vuoto con un sorriso struggente, gli occhi colmi di bei ricordi e lacrime.
-Rammentate la nostra dolce vita, quando eravamo tutti così giovani…?
-Quando aggiungendo la mia età alla tua, in due non facevamo quarant’anni.- rispose Courfeyrac, unendosi a quel flash-back, a quell’attimo di raccoglimento.
-Avevamo in cuore un solo desiderio, essere ben vestiti ed innamorati! –ricordò Joly pensando alla sua Musichetta.
-Bevete con me…! –disse Bahorel tirando fuori da una manica interna del suo gilet logoro una bottiglietta di vino.
-Che il vino dell’amicizia scorra nella vostra gola e nelle vostre vene! –brindò Feuilly alzando la bottiglietta al cielo.
-Temete voi la Morte, amici miei? –chiese a voce bassa Combeferre, non si capì se stesse parlando a se stesso o no, ma tutti intesero.
-La morte è solo una conseguenza naturale della vita …piuttosto, io temo sopra di tutto l’Oblio- sospirò con occhi spiritati Prouvaire.
-L’Oblio?
-Essere dimenticato, sapere che la mia morte non è servita a nulla e sprofondare nell’Ade. –qualcuno annuì, qualcun altro si coprì gli occhi.
-In quest’ora dolente…- a pronunciare queste parole fu Enjolras, madido di sudore con i capelli aderenti alla fronte, il labbro inferiore leggermente tremante, gli occhi sfolgoranti come due stelle.
-Tenevo a far sapere ad ognuno di voi che è stato un grande onore che abbia fatto parte della mia vita, è stato un onore ascoltare e condividere le vostre idee, è stato un onore combattere insieme.
-Oh, Capo…- Courfeyrac abbandonò la testa sopra la spalla di Enjolras.
-Il mondo ci ricorderà quando cadremo?
-E se la mia vita non significasse niente? E se fosse solo un’illusione?
Erano quesiti senza risposta che sgorgavano dai cuori dei Les Amis impetuosi come una cascata, rendendo l’aria satura di tanta, dolce malinconia. Ma c’era coraggio in quest’ultima malinconia.

-Chi va la?
Un rumore di centinaia di passi, armi che battevano l’une contro le altre, infine questa voce così terribile.
Era il momento di decidere chi essere e perché si era venuti al mondo, un solo momento di coraggio per un’eternità di gloria, bisognava solo raccogliere quel coraggio, che nel frattempo si era annidato in un angolo remoto del cuore.
Enjolras lanciò un’occhiata ai suoi lati come per accertarsi che qualcuno volesse rispondere, ma nessuno lo fece.
-La Rivoluzione Francese!
Un attimo, una frazione di secondo e la sentenza venne urlata.
-Fuoco!

E allora
fu il caos.
Un piccolo, grande eroe che si sacrifica per delle cartucce.
Una donna meravigliosa dona la propria vita per salvare quella del suo amato.
Un bacio casto posato su una fronte.
Giovani vite spezzati in favore di un grande ideale.
Sangue.
La polvere, quanta polvere.
Spari.
Tutto scorre davanti agli occhi di Enjolras come se il mondo si fosse fermato: tutto è lento, i rumori sono ovattati,  agisce come se fosse addormentato.
Un’ultima, disperata speranza: ausilio dentro all’osteria. Ormai è a spalle al muro. Sente il rumore dei passi, i passi delle guardie.
Non c’è niente da fare. Getta l’arma. Incrocia le braccia. “È fatta, uccidetemi.”
-Dannazione, mi pare di fucilare un fiore! –l’imprecazione di una guardia che teneva la carabina puntata contro Enjolras, la fronte imperlata di gocce di sudore.
No, non bendatemi gli occhi.
Si, ho ucciso io il vostro sergente.
Uccidetemi.
Ecco: la sento! La Morte sta venendo a prendermi! Sento le campane, uno stridore d’ali, i raggi del sole che mi accarezzano…
-Viva la repubblica! Finitene due con un colpo solo!
Chi è?
No, non può essere.
Grantaire…?
Barcollando, Grantaire si avvicinò al suo Apollo: si vedeva che aveva passato le ultime ore a dormire, i capelli erano così scompigliati…
Enjolras lo guardò come se fosse una via di mezzo tra un’apparizione divina e un’alba scorta in mezzo alle montagne. Lo guardò come un bambino appena nato guarda sua madre. Lo guardò come un uomo guarda la sua futura compagna di vita giurandole amore eterno.
-Lo permetti? –gli sussurrò Grantaire con voce dolce, leggermente incrinata.
Oh, Grantaire…è solo questione di un attimo e passa tutto…se non ci dovesse essere nessuno mentre la tua anima salirà in cielo…io ti seguirò, nell’Oscurità, nell’Oblio, nel fulgore di Dio…
Un sorriso appena accennato, un sorriso di risposta che

Le guardie fecero fuoco.

“ nell’Oscurità, nell’Oblio, nel fulgore di Dio…io ci sarò…”

Angolo dell’autrice.
Non ci sono parole per esprimere questo capitolo.
Adesso termina questa mia prima avventura ma ho in mente tante nuove storie da raccontare, e spero che voi sarete con me a leggere questi piccoli deliri.
Come al solito, ci sono delle citazioni sparse e ho riportati dei pezzi di “Drink with me” e altri dal libro.
Vostra

Anna

   
 
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