Quella notte Holly sognò
ancora. Sognò ancora, quel ragazzo, quel
taglio, il parco e ancora una volta si svegliò di
soprassalto con il viso
completamente sudato.
Si guardò intorno. Il viso illuminato dalla luce proveniente
dal
bagno.
Il suo petto si muoveva veloce e il cuore quasi le faceva male.
Si diresse in cucina per bere un po’ d'acqua.
Con mano tremante si portò il bicchiere alla labbra quando
un rumore
oltre il vetro della finestra la fece sobbalzare.
Con la paura che cresceva si avvicinò alla finestra
scrutando timorosamente
oltre essa.
Un gatto. Era solo un gatto.
Tirò un sospiro di sollievo mentre il gatto camminava sul
cornicione.
Si voltò lentamente camminando nel buio. Aveva bisogno di
parlare con
qualcuno. Qualcuno che non la conoscesse bene. Ne Carl, ne Keira, ne
James.
Holly aveva bisogno di... Gerard.
A pancia in giù, con il viso poggiato sul cuscino prese il
cellulare
sul comodino.
-Pronto?-
-Ciao Way. - Il ragazzo strabuzzò gli occhi un paio di volte
sorpreso.
-Hudson. - Rispose lui con la voce impastata dal sonno. Si mise a
sedere guardando la sveglia. Le 4.13.
-Disturbo?- Chiese lei sedendosi sul divano.
-Bhè... sai... sono le quattro del mattino... -
Cominciò lui poggiandosi
alle testata del letto.
-Mi spiace... allora io... -
-No no. Non preoccuparti. Ormai sono sveglio no? Ti va un
caffè?
Mezz'ora e sono da te. - Gerard sapeva che non lo aveva chiamato solo
per fare
due chiacchiere. Nessuno, tranne Frank Iero, chiamava le persone nel
cuore
della notte per scambiare due chiacchiere. E il tono spaventato e
piatto lo
avevano convinto ad andare da lei.
-Grazie. - Sussurrò la ragazza chiudendo un momento gli
occhi. Non
sapeva di preciso cosa l'avesse spinta a chiamare lui. Lo conosceva da
poco
eppure il suo sorriso e la sua voce sembravano l'unica cosa di cui
avesse
bisogno in quel momento.
-A dopo Hudson. -
-A dopo Way. - Gerard chiuse il cellulare e alzandosi dal letto si
vestì. Dopo essere andato a sbattere contro un paio di porte
riuscì a uscire di
casa e ad entrare in auto.
Sbadigliò prendendo il cellulare. L'ora della vendetta si
stava
avvicinando.
Sghignazzò mentre il telefono squillava.
-Pronto?- Una voce assonnata rispose.
-Ciao Frankie!-
Preparò del caffè bevendone un tazza, ne avrebbe
preso una con Gerard
il che voleva dire che non avrebbe dormito per il resto della notte.
Qualcuno bussò.
Holly si alzò lentamente dal divano dirigendosi verso la
porta.
Rimase lì a fissarla per qualche secondo prima di aprire.
-Hudson. -
-Way. - La ragazza si spostò leggermente di lato facendo
entrare il
ragazzo.
Si tolse la giacca posandola sul divano.
-Vuoi del caffè?- Chiese Holly dirigendosi in cucina.
-Molto volentieri. - Rispose l'altro seguendola.
Entrambi non sapevano cosa dire. Erano lì, alle cinque del
mattino con
delle tazze di caffè fumante. Gerard non sapeva bene cosa lo
avesse spinto ad
andare da lei, ancora non riusciva a darsi una risposta. La guardava
muoversi
nella stanza, prendere le tazze e versaci quel liquido nero dentro.
-Tutto okay?- Chiese Holly guardando il suo sguardo perso.
-Non dovrei farla io questa domanda?- Holly si diresse verso il divano
e una volta seduta incrociò le gambe.
-Mi spiace di averti svegliato. - Holly abbassò lo sguardo
mentre
Gerard si sedette accanto a lei, bevendo un po’ del suo
caffè.
-Avrei potuto non rispondere, o dire che non potevo. E invece sono
qui. - Lui le sorrise scostandole una ciocca di capelli dietro
l'orecchio. A
quel contatto Holly ebbe un sussulto, un brivido.
Cominciarono a parlare del più e del meno. La ragazza
riuscì a tenere
la mente occupata mentre Gerard si convinceva sempre più che
quella ragazza
erra diversa da quelle che fino ad allora aveva incontrato. Era...
diversa.
Quando sorrideva gli occhi grigi le si illuminavano, le labbra gli si
stendevano in un largo sorriso e le gote le si coloravano di rosa.
Parlarono fino a che il sole non spuntò altre i grandi
palazzi.
Guardarono il sole illuminare la città che lenta prendeva il
suo
solito ritmo. Guardarono il cielo diventare sempre più
chiaro.
Fu allora che Holly capì che per avere risposte sarebbe
dovuta
tornare, tornare a casa... sua.
-Ciao tesoro. - La voce di Carl rassicurò la ragazza. Aveva
chiesto a
Miles una settimana di ferie. Doveva tornare a Newark e questa volta,
arrivate
a ventidue anni, maturata, voleva sapere come realmente fossero andate
le cose
quel giorno.
-Sto arrivando. - Carl dall'altro capo del telefono sgranò
gli occhi.
-Cosa?- Chiese leggermente scioccato.
-Torno a casa, per una settimana. - Disse lei alzandosi dal letto.
-Quando parti?- Holly afferrò la valigia e si fermo un
momento.
-Ora. - Rispose prendendo la giacca.
-Ma... perché?- Carl non riusciva a capire.
Perché ora? Perché così
improvviso?Perché non lo aveva avvisato prima?
-Perché me lo dici solo ora?- La ragazza prese il guinzaglio
di Sid e
i diresse verso l'ingresso.
-L'ho deciso questa mattina papà. Scusa. - Holly chiuse la
porta a
chiave e scese le scale.
-Ma come mai? - Chiese ancora Carl non capendo. Holly, dopo aver messo
al valigia in macchina, chiuse gli occhi tirando un respiro profondo.
-Devo tornare a casa, papà. -
-Tesoro, puoi venire quando vuoi lo sai e... -
-No papà. Devo tornare a casa mia... la casa dei... Miller.
- A quelle
parole Carl trasalì. Un brivido gli percosse la schiena.
Quanti anni erano no
passati dall'ultima volta in cui era entrato lì dentro?
Forse toppi, meglio
senza il forse. Un caso chiuso e archiviato. Mai nessuno
riuscì a capire per
davvero cosa fosse successo a quella normalissima famiglia.
Carl sospirò togliendosi gli occhiali dal naso e poggiandoli
sul
bracciolo della poltrona.
-A dopo, piccola. Sta attenta. - Holly chiuse la chiamata e si
avvicinò alla cassetta della posta. Lì dentro
c'era solo una lettera, senza
mittente.
La
leggerò dopo...
Così messo il foglio bianco in borsa uscì dalla
città, diretta a…
casa.
-Bhè… forse…
cioè… si.
–
Confessò in fine sedendosi sul divano. Il fratello lo
guardò e poi gli si
avvicinò.
-Cosa c’è Gee?- Sussurrò Mikey
sporgendosi verso il fratello, che
poggiando i gomiti sulle ginocchia, si teneva il viso con le mani.
-E se fosse tutto sbagliato?- Chiese il moro alzando lo sguardo.
-Cavolo, sta tranquillo. Vivitela per una volta. Sembra una brava
ragazza Gee.
Non rovinare tutto questa volta. – Disse Mikey poggiandoli
una mano sulla
spalla.
Gerard sorrise e fu grato a Donna Way di avere un fratello come lui.
Sempre disponibile Mikey, sempre buono e dolce con tutti.
-Felicity!- Sbottò il piccolo Way. Possiamo dire quasi
sempre dolce
con tutti.
-Scusami Mikey!- Disse lei posando il basso dov’era. Felicity
era la
ragazza di Mikey da qualche mese ormai. Brava con la batteria si, ma
pessima
col basso, a differenza di sua sorella Cassie e
c’è da dire che Mikey odiava
che gli altri toccassero il suo basso. Mikey chiuse gli occhi e quando
li
riaprì sorrise. Certo per una piccola frazione avrebbe
voluto uccidere la sua Felicity, precedentemente le aveva fatto saltare
una corda, ma l’amava e non la
avrebbe mai detto nulla.
-Prometto che non toccherò mai più uno dei tuoi
bassi. Parola di scout!- Disse
lei portandosi una mano al cuore. Gerard scoppio a ridere e la ragazza
dopo
aver riaperto gli occhi si lanciò, correndo, sul povero
Mikey. Era così, fra
quei due, perennemente bambini. Felicity aveva un’allegria
che poche persone
avevano, e un po’ ricordava quella di Jamia. Infatti le due
andavano d’amore e
d’accordo.
Felicity baciò delicatamente le labbra di Mikey e Gerard non
potè fare a meno
di rimanere incantato dalla dolcezza di quel gesto.
-Fra un po’ passeranno Cassie e Valery. –
Sussurrò poi la ragazza sedendosi fra
Gerard e Mikey. Quest’ultimo osservò i lunghi
capelli neri della ragazza, che
le ricadevano morbidi selle spalle. Amava i suoi occhi, azzurri e
dorati. Erano
ciò che più lo aveva affascinato in quella
ragazza. Gli occhi di Felicity
parlavano da soli.
Mikey sgranò gli occhi.
-Cassie e Valery?- Chiese poi titubante. Sul viso del ragazzo il
terrore.
Gerard scoppiò a ridere.
-Cosa c’è? Stanco di essere preso in giro da
Pincopanco e Pancopinco?- Disse
poi tra le risate.
-Non ridere tu!- Si difese poi. –Sono dei mostri!-
Sussurrò Mikey nascondendosi
dietro un cuscino.
-Dai tesoro, non sono così terribili. – Disse
Felicity accarezzandogli un
braccio.
-Si invece!- Disse nascondendosi con un altro cuscino. La ragazza
aprì la bocca
per replicare ma il campanello suonò. Mikey
spalancò gli occhi e Gerard
ricominciò a ridere.
-Piantala idiota!- Lo riprese il piccolo Way.
-Sorella!- Si sentì gridare dall’ingresso.
Mikey deglutì e si mise composto.
-Dov’è? Dov’è il mio topino
preferito?- Cassie fece la sua entrata a
braccia aperte. La sua fedelissima sigaretta tra le labbra, la borsa
nera a
tracolla, e i capelli, orami biondi, sparati in tutte le direzioni
possibili ed
immaginabili.
-Ciao Cassie. – Sussurrò Mikey alzando la mano in
segno di saluto. Intanto
Gerard cercava di trattenere le risate.
-Che hai fatto hai capelli? Sembri un gatto. – Disse poi
buttando la
sigaretta nel posacenere.
-Ah ah… no. Gli ho spuntati e poi tua sorella me li ha
guastati. –
Disse poi il ragazzo sistemandoseli.
-Mikeyno!- Disse Valery entrando nella stanza seguita da Felicity che
guardò il suo povero fidanzato agonizzare. E intanto Gerard
cercava di
trattenere le risate.
-Ciao. – Dissi Mikey sprofondando sul divano. Valery
posò la sua borsa rossa
sulla tavola e si avvicinò al divano sedendosi fra Gerard e
Mikey. Si volto
verso il primo sorridendo a ottocentosessanta denti.
-Ciao Gee. – Disse poi facendoli l’occhiolino.
Gerard rabbrividì prima di
scuotere il capo.
-Come stai?- Disse poi lei passandosi una mano fra i lunghi capelli
nerie mordendosi il labbro inferiore. Gerard la fissò un
po’ incredulo.
-Bene. Si Felicity, certo che ti do una mano in cucina!- Il ragazzo si
alzò e la brunetta lo guardò confusa.
Felicity non aveva parlato. Ma Gerard Way doveva scappare da quella
grande piovra dai capelli neri come la pece e la carnagione ambrata.
Mikey fissò la sua ragazza e suo fratello sparire in cucina
e il terrore lo
assalì.
-Allora Mike-
-Mikey, grazie. - Cassie lo fissò.
-Allora Mike, quando hai intenzione di comprare casa?- Cassie
cominciò
a guardarsi intorno fino a giungere al basso nero e bianco del ragazzo
che subito
si drizzò sul divano.
-Cos’ha questa casa che non va?- La ragazza si tolse i grandi
occhiali da sole
e lo fissò, poi alzò le spalle.
-Nulla Mike. – Detto questo prese il basso e
cominciò a suonare e
Mikey agonizzava dentro.
Si voltò verso l’altra sorella che lo fissava
insistentemente. Quelle due lo
inquietavano.
-Cosa c’è?- Chiese dopo un po’
spostandosi verso l’estremità del divano.
-Io ti osservo topo. – Sussurrò poi riducendo gli
occhi a due fessure.
–Tuo fratello è libero?- Chiese d’un
tratto con tono allegro. Mikey scosse il
capo per poi passarsi una mano sul viso.
-Cos’ho detto?-
-Tesoro, ti ho portato del caffè. – Disse poi
entrando Felicity e
sedendosi far la sorella è il suo fidanzato.
-Cassie ce n’è anche per te. – La
ragazza fece un cenno con la testa e
poggiò il basso sul tavolo.
Parlano un po’, del più e del meno, poi Felicity
prese le sue
bacchette e cominciò a batterle ovunque. Sulle teste delle
sorelle, dei due
fratelli, sulle tazze, i vasi, il divano, le sedie… il basso.
Mikey sgranò gli occhi. Il silenzio calò nella
stanza. La ragazza
rimase con le bacchette a mezz’aria mentre fissava il basso.
Mikey si alzò e a
passo lento si avvicinò al luogo del delitto.
Un’ammaccatura.
Aprì la bocca scioccato.
Guardò la sua ragazza che si fece sempre più
piccola e portò le bacchette
dietro la schiena.
Mikey diventò rosso, bordeaux, viola.
-Felicity!-
-Ops. –
La lettera! Pensò
d’un tratto.
Afferrò
la borsa e cerco la piccola busta che ci aveva infilato prima.
Si fermo ad
un’area di servizio per fare benzina.
Aprì
la lettera.
And
never again
And never again
They gave us two shots to the back of the head
And we're all dead now…
Soon…
Holly.
La ragazza
fissò il foglio
e non sentì il ragazzo chiamarla. Non sentì
nemmeno i clacson delle auto dietro
di se.
Fissava il
foglio.
Il suo nome.
Ciò che diceva… quella canzone che aveva
ascoltato in casa sua.
Un brivido le
attraverso la schiena e la paura la pervase.
E un solo nome
le veniva in mente.
Gerard…
?
Eccomi
gente, tornata con un nuovo capitolo.
Chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto da fare con la scuola e il
basso.
Bene entrano nuovi personaggi e tanti dubbi ossessioneranno Holly. Chi
mai
sarà? Io di certo non ve lo dico. Quindi per saperlo dovete
continuare a
leggere! Muahahah… okay, la smetto.
Passiamo ai ringraziamenti:
ElfoMikey:
Honey! Mia moglie adorata! Ce l’ho fatta!
Tadadadan! Ora la
domanda è: chi è il
maniaco? So che ami Jamia è per questo che ha e
avrà grande importanza nella storia!
Ray… Ray è un disastro. Sono felice di sapere che
il capitolo ti è piaciuto e
spero ti sia piaciuto anche questo! Alto fino al cielo e grande quanto
il mare!
<3
Jessromace:
Jejè! Ciao! Bene lascia per una volta Gee! Sono
contentissima di sapere che ti piace! Oddio, grazie mille! Scusa il
ritardo nel
postare! Fammi sapere come ti sembra! Ti voglio bene bella! :*
Sweet
Bee:
Ciao! Amo la scena del cane! Per gli errori ti ho
già spiegato. Purtroppo postavo da un altro computer e non
mi salvava le correzioni.
Questa volta però me le ha salvate!
Spero ti sia piaciuto questo capitolo e che ti abbia
soprattutto
riempita di dubbi! A presto bella! Kiss!
Lust_Sunrise:
Ciao! Tadadadan! Postato, con ritardo ma ho
postato! Spero ti sia piaciuto il seguito e che la curiosità
non sia passata! A
presto cara! :*
Crazyangie:
Hey! Bob con il grembiule rosa lo adoro e me lo ci
vedo anche! Oddio, davvero adori la fic? *.* Me onorata! Dio, grazie!
Spero di
non averti deluso con questo capitolo! Fammi sapere!
A presto! ;*
SimmyListing:
Ciao Mona! In anteprima non saprai mai
nulla, sappilo! Gerard è dolcissimo, almeno così
me lo immagino qui. Quell’uomo
chi è? Boh? Devi continuare a leggere per saperlo! :P A
presto Mona!