Che cosa sono gli dei per gli uomini? I più risponderebbero che gli dei sono entità dotate di un potere incommensurabile, i più eruditi direbbero che hanno plasmato il mondo visibile con le proprie forze dallo stato di piattezza in cui si trovava.     Insomma, tutti direbbero che gli dei sono esseri padroni del proprio destino.
Ma si sbagliano.
Quello che neppure il più saggio tra gli esseri umani può immaginare, è che esiste un'entità al cui cospetto il potere dei Lord impallidisce, un'entità invisibile ed imperscrutabile, ma non per questo meno attiva.
Il suo nome è Fato e la Strega di Izalith stava per scoprirne a proprie spese la sua terribile e beffarda imprevedibilità.

Sono passati ormai 5 giorni da quando Izalith e le sue figlie sono tornate da Anor Londo, 5 giorni trascorsi interamente nel Sancta Sanctorum del tempio centrale di Izalith a cantare arcane formule di incantamento per preparare il culmine del rituale: l'accensione di una nuova fiamma primordiale.

Al centro della stanza vi è il bacile di pietra nel quale è stato depositato un tizzone dell'ormai morenta Prima Fiamma, intorno ad esso le sette figlie di izalith formano un cerchio mentre la loro madre tiene imposte le proprie mani sul bacile, guidando il canto corale che ormai va scemando.
D'un tratto la strega alza la testa dal bacile e si rivolge alle proprie figlie: "Figlie mie, stiamo per compiere qualcosa di incredibile.
È sempre stata convinzione comune tra i sapienti che il Fuoco è per sua natura misterioso e sfuggente, ma noi siamo riuscire ad imbrigliarlo, ed ora lo revitalizzeremo.
Forza, manca solo un ultimo sforzo prima che una nuova fiamma splenda radiosa, e i nostri mondi saranno al riparo da cataclismi."
Le sette figlie anniuscono a quelle parole, cogliendo l'allusionene al mondo umano, tanto caro alla madre.
Dopo un respiro profondo, Izalith estrae un grosso frammento della propria anima dal petto, e lo inserisce nel bacile di fronte a lei.
Al contatto con il potente frammento, il tizzone al suo interno sussulta, dando vita ad una crepitante fiamma di notevole intensità. 
Izalith, convinta che il rituale sia ormai andato a buon fine, abbozza un sorriso, mentre le figlie si lasciano andare ad urla di gioia.
"Madre, un momento! La fiamma sembra non essere stabile!"
Il grido preoccupato di Quelana, la maggiore e la più saggia delle figlie, risveglia gli astanti dal sogno dorato in cui si stavano cullando, riportando tutti alla dura realtà.
"Dannazione! Sembra che il frammento di anima non sia abbastanza potente per innescare la reazione!" Esclama preoccupata la Strega.
"Madre, che possiamo fare?" Esclamano all'unisono le figlie
"A dirla tutta avevo previsto questa eventualità. Temevo che un frammento non potesse bastare. Vi è una sola cosa da fare. Inserirò tutta la mia anima nel bacile per innescare la reazione.
Il potere contenuto in essa basterà."
"Madre, ne siete sicura? Non sappiamo cosa accadrà una volta che vi sarete separata dalla vostra anima, non sarebbe meglio fermare tutto e riprovare con altri frammenti?"
Il saggio consiglio di Quelaas, la più giovane delle sette figlie col senno di poi si sarebbe rivelato il più appropriato, ma dopotutto è facile per chiunque giudicare scelte e
comportamenti col senno di poi: in quel momento la catastrofe che stava per avvenire non era neppure lontanamente immaginabile.
Senza neppure dare una risposta alla figlia, la Strega chiama a se le due figlie mezzane, Quelacs e Quelata; il piano prevede di utilizzare l'intera potenza residua dell'antica anima per rivitalizzare la fiamma,
mentre le due figlie devono sostenere con le proprie energie la madre durante il delicato rito.
La tensione è palpabile nell'aria, la strega si priva dell'anima e la inserisce nel bacile.
Esattamente come era stato previsto, la fiamma inizia ad ardere ben più intensamente, e la Strega, visibilmente provata, inizia a mormorare la formula per stabilizzarla.
D'un tratto, inquietanti striature cremisi iniziano a propagarsi lungo tutta la rediviva fiamma. 
"Madre, fermate il rito! La situazione sta degenerando!" Esclama una Quelaas terrorizzata.
"È... Tutto... Sotto... Controllo... Dobbiamo... Salvare...L'uomo.." Mormora Izalith ormai allo stremo delle forze.
"Quelaana, ti supplico! Diglielo anche tu di cessare il rito!" Supplica Quelaas, quasi prostandosi ai piedi della sorella.
"Io..."
Prima che ella potesse soltanto formulare un pensiero, una terribile deflagrazione sconquassa la sala, e fiamma cremisi si propagano dal bacile, avvolgendo Izalith e le figlie che la sorreggono.
D'un tratto una fiammata esplode e si dirige verso le restanti figlie, ma Quelana è desta nel richiamare il potere arcano della Fiamma e creare uno scudo fiammaeggiante a protezione delle sorelle.
"Presto, fuggiamo di qui!" Esclama perentoria la maggiore delle sorelle.
Mentre le sorelle fuggono, le teribili fiamme che hanno avvolto Izalith e le sue due figlie si coagulano, e orribili figure amorfe fanno la loro comparsa nel mondo. 
Terrorizzate, le cinque figlie rimaste fuggono a rotta di collo dal santuario e si ritrovano sul piazzale antistante ad esso.
Qui non fanno neppure in tempo a urlare a Quiloot, il loro unico fratello, nato dopo la sconfitta dei draghi eterni, di iniziare a correre, che colossali fiammate rossastre avvolgono l'intero edificio
che inizia a sbriciolarsi come fosse di fragile argilla argilla e non solida pietra.
Il gruppetto di supersiti, dopo un'estenuante corsa fugge dalla città ormai interamente avvolta da fiamme, e sul crinale di un colle che sovrasta il maestoso arco d'ingresso si ferma per una pausa.
"Che facciamo ora, Quelana?" Domanda Quelaas con la voce rotta dal dolore.
"Temo che da sole non potremo fare nulla, Izalith è ormai perduta. Tuttavia non possiamo permettere che queste terribili fiamme si propaghino per il mondo. Avete visto quali orrori si annidano tra di esse.
Dobbiamo far si che quel potere, quel Caos, sia arrestato."
"Ma come possiamo fare? Hai detto che il nostro potere non è sufficiente!" Esclama Quiloot con fare battagliero, egli infatti era considerato il più forte tra tutti i guerrieri di Izalith.
"Noi non possiamo fare nulla, ma Lord Gwyn può. Raggiungiamo Anor Londo ed informiamolo dell'accaduto. Col sostegno dei suoi eserciti vi riusciremo!"
"Che aspettiamo dunque? Ad Anor Londo!" Esclama Quiloot, più baldanzoso che mai.
"Un momento per favore. Io e Quelaan non ci sentiamo molto bene. Non potremmo riposarci un poco?" Quelaag e Quelaan, che fino a quel momento erano rimaste in disparte,
appaiono effettivamente pallide in modo preoccupante.
Il gruppo decide quindi di proseguire un poco ed accamparsi all'interno di una grossa spelonca; l'ambasceria per il Lord della Luce è rimandata al giorno successivo. 


Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. 
Ho dovuto per forza di cose lavorare molto di fantasia per ricostruire gli eventi qui narrati, a cominciare dal nome stesso dei protagonisti, dato che nel gioco non è minimamente presente.
Spero abbiate apprezzato il vedere l'esperimento di Izalith come una
sorta di catastrofe nucleare avvenuta a Lordran, ed il Caos che corrompe la città come scorie radioattive che avvelenano chi vi entra a contatto.
Nel prossimo capitolo finalmente si sguaineranno le spade e vedremo glieserciti di Gwyn lottare per ricacciare indietro i primi demoni nati daquella che ora è la Culla del Caos. Meno chiacchiere, più azione, garantito!
Alla prossima!