Storie originali > Fantascienza
Segui la storia  |       
Autore: EleEmerald    10/09/2014    1 recensioni
Cosa faresti se incontrassi una persona come te, identica in tutto e per tutto? Riusciresti a fidarti dei tuoi genitori che affermano tu sia loro figlia? La protagonista della nostra storia dovrà fare i conti con un'inevitabile verità. Tra amori, bugie, pianti e paure, la ragazza scoprirà chi è veramente.
"La ragazza tende la mano per aiutare ad alzarmi. Alzo la testa e spalanco la bocca. La ragazza davanti a me ha i capelli castani come i miei, più corti però, le arrivano alle spalle. Ha il mio stesso viso e ha gli occhi di un azzurro chiarissimo. Siamo due gocce d'acqua. Identiche."
Genere: Malinconico, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sono stesa sul letto, è sera e sto guardando il soffitto. In bocca ho ancora il suo sapore e tutto è confuso. Sento bussare alla porta e mi volto mormorando di entrare, la testolina di mio fratello spunta da un angolo, cavolo lui si accorge sempre cosa mi passa per la mente, qualche volta penso che mi sappia leggere come un libro aperto, e adesso riuscirà a capire tutto.
- La mamma chiede se vuoi il gelato che il papi ha preso oggi dal gelataio - dice con quella sua vocina che sembra voler scappare come se disturbasse sempre.                      - No grazie. Sono piena.  
- Non hai mangiato molto - fa un cenno con la testa come per chiedermi il permesso e si siede sul mio letto - cos'è successo?
- Niente. Cose da grandi.
- Uffa mi sono stufato! Quando poi alla fine me le dite io vi aiuto sempre! Io le cose da piccoli ve le dico - sbuffa.
- Va bene Matty - lo chiamo con il suo soprannome - Oggi è successa una cosa, cioè tante tante cose, e continuo a ripertermi che devo ripensare alle prime cose e invece  ripenso all'ultima... - una stretta al cuore. E se Mattia non fosse mio fratello? Se la cosa dei geni è vera, lui non è il mio vero fratellino. Mi sento mancare il fiato.  
 - Penso che il problema sia risolto. Ti appena fatto pensare di nuovo alla prima vero? - punta i suoi occhi su di me - Hai fatto un respiro più lungo, come se prima lo avessi trattenuto.
Resto pietrificata: ha solo 8 anni ed è mille volte più intelligente di me: - Sei un attento osservatore Mattia. Saresti un bravo investigatore.
- Grazie. Mi dici cos'era l'ultima? Tra poco pensi di nuovo a quella. Se vuoi ti aiuto.
- Forse è qualcosa che devo sbrigare da sola.
- Dopo che sei andata via la mamma ha guardato il suo cellulare e si messa a dire che aveva ragione.
- Riguardo cosa?
- Ha vinto una scommessa con la mamma di Marco.
- Che scommessa? - d'un tratto inizio a covare rabbia verso mia mamma.
- Se sa che te l'ho detto mi mette in punizione e non mi da il gelato - si allontana, so che per convincerlo dovrò rinunciare a qualcosa.
- Matty ti prego! Ti do la mia paghetta per due settimane - scuote la testa - Una vaschetta di gelato tutta tua?
- Di più - che contrattatore questo bambino. 
- Okay, vaschetta tutta tua e due settimane di cioccolatini - nostra mamma una volta a settimana ci lascia un cioccolatino ciascuno e a me anche la paghetta, il mio giorno preferito in assoluto.
- Cinque.
- Cinque? Ma ho bisogno di quel cioccolato.
- Cinque o non se ne fa niente. 
- Va bene cedo. Dimmi della scommessa - mi avvicino.
Lui si guarda in torno per controllare non ci sia nessuno, chiude meglio la porta e viene da me: - La mamma di Marco ha detto che la sorella ha detto che è successo. 
- Cosa? Chi ha detto cosa?
- La sorella di Marco ha detto che è successo.
- Cosa!?
- Non lo so! 
- Niente cioccolato allora - e io che pensavo sapesse sul serio.
- Va bene te lo dico! La sorella di Marco ha detto che eri strana, allora ha chiesto Marco e lui gli ha urlato contro.
- Le ha urlato contro. Femmina. - Ecco l'ho corretto di nuovo, ora non mi dirà più nulla.
- Smettila! Guarda che lo so che a volte sbagli anche tu! Le - mi lancia uno sguardo - ha urlato contro che adesso sarà contenta, che te l'ha detto e ora ha rovinato tutto. E poi la mamma, quando lo ha detto a Papà, perché con me non diceva niente allora mi sono nascosto...
- Okay vai avanti, non mi interessa che ti sei nascosto - alzo gli occhi al cielo.
- ...dietro al divano, ha detto bacio e si è toccata le labbra, e io ho pensato che aveva sbagliato perché i baci si danno sulle guance, e papà è diventato rosso e ha detto qualcosa tipo la mia bambina e la mamma gli ha tirato un pugno sul braccio perché tu non sei bambina e potevi e alla fine ha detto che ha vinto dei soldi.
- Aveva scommesso su di me? 
- La mamma di Marco diceva che ti dava un bacino però poi scappava mentre la mamma dice che ti diceva ti amo. Cosa vuol dire ti amo? 
Sorrido. Che dolce, allungo le braccia e lui fa lo stesso: - Significa voler tanto bene a una persona. Molto più che un amico.
- Come mamma e papà?
- Come mamma e papà. 
Restiamo abbracciati per un po' e questo calore mi fa dimenticare la rabbia che provavo poco prima, scoprendo che la mamma, non solo voleva che ci mettevamo insieme, ma anche scommetteva su di noi, e aveva vinto anche dei soldi.      - Christal? - Mattia interrompe il silenzio - Io non amo nessuno. 
- Quando sarai più grande lo farai.
 - E tu? Ami qualcuno? - punta i suoi occhioni su di me.
- Non l'ho ancora capito - gli passo una mano sui cqpelli e poi lo riabbraccio, non voglio che mi veda con gli occhi lucidi.
Ma ora lo so: lui resterà per sempre mio fratello.

Quando il giorno dopo a scuola provo a parlare con Marco, lui mi evita. Lo rincorro per i corridoi, gli lancio biglietti in classe, urlo il suo nome nell'atrio. Niente. Alla fine della giornata sono furiosa, ma che comportamento é? Mi dici ti amo mi baci e poi non mi parli. Cosa non ti è chiaro del concetto "come sempre"? E glielo urlo anche, quando fa la strada per tornare a casa senza aspettarmi, cosa che non ha mai fatto prima, a quelle parole lui si volta e mi guarda corrergli dietro e poi riprende, camminando sempre più veloce. Ma una cosa in cui sono sempre stata più veloce io è proprio questa. Metto una gamba davanti all'altra e corro, acquistando sempre più velocità, corro, più veloce che posso, corro, forse anche un po' troppo forte. Marco si volta sentendo il mio respiro affannoso e si accorge che lo raggiungerò in ogni caso, scappa via, ma è troppo tardi, sono troppo vicina. Gli afferro il braccio. 
- Che cosa stai facendo? - gli chiedo più arrabbiata che mai.
Tenta di divincolarsi e un po' ci riesce, ma poi lo riafferro: - Senti: io tanto non ce la faccio a comportarmi come sempre. 
- Sei uno stupido.
- Uno stupido? Come pensi che faccia a comportarmi come sempre? - Questa volta riesce a divincolarsi.
- Non è non parlandomi che otterrai il mio amore! 
- Tanto non lo ottengo comunque, giusto?  È proprio perché mi comporto come un amico che non lo ottengo. Il migliore amico della protagonista non vince mai, Ri, dovresti saperlo - si strofina un occhio.                 
- Non è vero - ma invece so che è così e solo ora mi accorgo che io nei libri non ho mai tifato per il migliore amico mentre lui si.
 - Lo sai meglio di me - ha un occhio arrossato.
- Il protagonista però vince, perché si da da fare per conquistare il cuore dalla ragazza.
- Non sono io il protagonista.   - Siamo tutti i protagonisti della nostra vita. 
- Anche i protagonisti a volte perdono - sta alludendo ad un libro in particolare e so qual è.
 - Ha vinto comunque - dico sicura.
- La vita non è un libro, Christal - pronuncia il mio nome scandendo le lettere, mi chiama con il mio nome completo solo quando mi rimprovera e sentirlo ora, quasi urlato, mi fa venire da piangere. Ma non lo faccio, anzi.
- E ALLORA PRENDI IN MANO LA TUA VITA E FAI COME TI PARE. VUOI CONQUISTARMI? IMPEGNATI. PREFERISCI ODIARMI? FALLO - faccio un respiro profondo dopo aver urlato e mi calmo - Anche se io preferisco averti come prima.
- Non si può avere tutto ciò che si vuole Christal - detto questo, mi volta le spalle e se ne va.

"Andiamo a cercare questo famoso dottore. Oggi alle 4 passo da te" e con questo messaggio so come indirizzare i miei pensieri altrove. Fortunatamente è un sabato, posso restare fuori fino a quando voglio. Elettra arriva puntuale, evito spiegazioni a mia madre e probabilmente lei pensa che sto uscendo con Marco. Che faccia come vuole. Sulle pagine gialle ci sono 10 Christian Meroni nelle città vicino a noi, non sappiamo neanche se durante la pensione si sia trasferito, questo porterebbe ad altri 20 nella nostra regione e 10 nel resto dell'italia. Non sapevo fosse un nome diffuso, non lo sapeva neanche Elettra. Da quello che ha scoperto su internet questa famiglia ha l'abitudine di chiamare Christian i figli maschi, nome che non è sui più diffusi in italia, proprio per questo motivo, quella che era la metà della famiglia ma ora è la maggioranza, con i molti figli avuti, è sparsa mentre la metà più piccola è rimasta nei luighi di origine. Speriamo solo che in pensione non abbia deciso di andare via come l'altra metà. Entro nella macchina di Elettra, che ha la patente da poco, e lei parte subito verso la casa numero uno, che si trova in città. 
- Non sono sicura abiti qui perché è un condominio nuovo - dice lei.
- Fa niente, non è mai la prima casa, lo sanno tutti - mi guarda - Cosa?
- Hai gli occhi rossi. Hai pianto?
- No no. Prima mi era entrato un moscerino nell'occhio e mi si è arrossato - riesco a convincerla.
Passiamo il trafitto parlando su come faremo a capire chi è il dottore, purtroppo l'ospedale non ci ha lasciato foto e ci ha solo detto che l'uomo ha occhi verdi e capelli grigi, causa dell'età.
Dopo qualche minuto arriviamo alla casa. Scendo, sbattendo la portiera dietro di me, e Elettra fa lo stesso. Il condominio che si staglia davanti a noi è davvero molto nuovo. La maggior parte degli appartamenti è ancora vuoto mentre i balconi degli altri sono pieni di fiori. Due bambini strillano da una finestra mentre un cane abbaia dal balcone più alto. Camminiamo per il vialetto e arriviamo al citofono. Elettra fa scorrere il dito sui nomi finché non arriva a quello giusto.
- Chi è? - risponde la voce. Sembra molto squillante.
- Salve signore. Lei è Christian Meroni il medico? - chiede Elettra. 
- Io studio ancora e non per medicina. Mi spiace avete sbagliato - la voce chiude il citofono.
- Sembrava giovane dalla voce.
- Già. Avevi ragione non potevamo trovarlo al primo colpo - dice affranta.
- Dai andiamo a prenderci qualcosa.


 Angolino autrice: Eccomi! Puntuale per una volta. Allora la cosa dei Meroni me la sono inventata, non so neanche se esiste il cognome, ma ho deciso di dire che ce ne sono molti per movimentare il tutto e per renderlo meno noioso. Recensite!
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantascienza / Vai alla pagina dell'autore: EleEmerald