Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Maharet    28/09/2008    6 recensioni
Ginevra è una ragazza come tante. Forse più bella, forse più sola delle altre. Ma la sua vita in fondo è normale. Finché non incrocia due occhi verde muschio che la cambieranno per sempre. 'Lanciò uno sguardo disinteressato a sorvolare le nostre teste. Poi i suoi occhi si posarono su Ginevra, e non si mossero di lì. Non che fosse una grossa sorpresa, in realtà. Tra di noi lei spiccava come un raggio di sole in una mattinata uggiosa. Ma quello che forse solo io notai, con immenso stupore, fu che Ginevra ricambiava lo sguardo. Voltai appena la testa e la trovai come paralizzata, gli occhi sgranati e la bocca socchiusa in un leggero ansito. E capii che qualcosa era passata tra quei due.'
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • ... Rafael!

  • ... tardissimo...

  • ... svegliare o no?

  • RAFAEL!!!

Il ragazzo si sollevò di scatto, la mente ancora ottenebrata dal sonno e la voglia irrefrenabile di strozzare qualcuno. Qualcuno in particolare, in effetti, che in quel preciso momento era inginocchiata sul materasso accanto a lui, le mani, che fino a pochi attimi prima lo stavano scuotendo con scarsa delicatezza, ancora conficcate nelle sue spalle. Si massaggiò con due dita la base del naso, socchiudendo gli occhi e cercando di convincere sé stesso che ucciderla ora, con le sue stesse mani, poteva essere considerato un venir meno ai suoi compiti di Guardiano.

  • Che diavolo hai da urlare? Sono le sei del mattino!

Non era sempre stato così. Fino a poche settimane prima i ruoli erano completamente invertiti. Ginevra era fermamente convinta che i demoni avrebbero dovuto essere così educati da manifestarsi con calma nel pomeriggio, quando lei fosse stata nello stato d'animo più consono alla caccia, e su questo presupposto si rifiutava categoricamente di svegliarsi ad un orario umano. Per mesi Rafael aveva dovuto inventarsi ogni giorno uno stratagemma diverso per tirarla giù dal letto, guadagnandosi il suo ostinato mutismo fino a mezzogiorno ed una sequela interminabile di lamentele per tutto il resto della giornata. Le cose erano cambiate solo con l'arrivo di...

  • Simon ci aspetta al bar tra mezz'ora, sai che oggi andiamo a stanare un po' di schifezze!

Appunto. Da quando era comparso il suo collega Ginevra era cambiata. E, nonostante per molti aspetti il cambiamento fosse avvenuto in senso positivo, lui non riusciva proprio a non esserne in qualche modo infastidito. Quella nuova passione per la 'caccia', poi, era in assoluto la cosa che gli piaceva meno, il mutamento in cui leggeva con maggior evidenza l'influenza di Simon. Era riuscito a sbatterlo fuori di casa solo grazie all'appoggio di Monique, che gli aveva dolcemente fatto notare che la sua presenza avrebbe potuto ostacolare l'addestramento di Ginevra. Ma continuava a trovarselo intorno in ogni momento, e francamente la cosa cominciava ad innervosirlo. Non era sicuro che il suo ascendente su Ginevra fosse del tutto positivo.

Per Rafael il loro era un lavoro, né più né meno. Lo svolgeva scrupolosamente ed al meglio delle sue possibilità, fermamente convinto dell'importanza del loro ruolo nell'equilibrio tra bene e male. Ma non era mai riuscito a farselo piacere davvero. Simon, al contrario, lo amava in maniera quasi preoccupante. Era attratto dal rischio, e possedeva un talento naturale per ficcarsi sempre nelle situazioni più pericolose. Sembrava che nulla fosse in grado di spaventarlo.

Intendiamoci, Simon era davvero un ottimo Sterminatore, un elemento fondamentale per la loro causa. Aveva al suo attivo più successi di qualunque altro di loro, ma anche il maggior tasso di danni riportati. Contando sulla velocità con cui erano in grado di rigenerarsi si gettava nelle missioni in modo quasi suicida, tornando di rado dalla caccia senza qualche osso rotto. Era questo a preoccuparlo maggiormente. Ginevra si stava lasciando contagiare dall'imprudenza del loro nuovo compagno, stava cominciando ad attendere con ansia che giungesse il momento di sferrare un attacco. Ma a volte pareva dimenticare di non essere ancora come loro. Le sue ossa erano così fragili, la sua pelle morbida così sottile... poteva morire, e se fosse accaduto prima che giungesse il momento giusto sarebbe stato tutto inutile.

  • Sai che sei diventata insopportabile da quando lavora con noi? Quasi quasi ti preferivo ghiro!

Si alzò bruscamente, facendola quasi cadere dal letto per il contraccolpo. Si girò a controllare che fosse tutto a posto, già pentito del suo gesto, e si ritrovò perso in due pozze lucide color del cielo. Era stranamente struccata, e in quel momento sembrava ancora di più la ragazzina che in fondo era ancora. Sembrava ferita dalle sue parole, e sotto quello sguardo di muta accusa un sottile senso di colpa serpeggiò nella sua mente. Era stato decisamente troppo brusco con lei, lasciando che il malumore parlasse al posto suo. Si stava comportando bene, non faceva più i capricci quando qualche aspetto del loro lavoro non le andava a genio, e aveva smesso persino di tormentarlo con le sue piccole e grandi provocazioni, sfogandosi sul (decisamente più bendisposto) nuovo acquisto della squadra. Ma non era forse questo ad infastidirlo, in fondo? Inutile negarlo, si sentiva messo da parte a favore di Simon. Non che potesse darle torto, fin dall'inizio non aveva fatto altro che dimostrarle quanto poco fosse interessato a stabilire un legame più profondo con lei, ora non poteva certo lamentarsi se lei aveva gettato la spugna! Ad ogni modo, era un problema soltanto suo, e non era decisamente un buon motivo per trattarla così.

Si chinò su di lei, passandole una rude carezza sui capelli arruffati, sentendola sobbalzare sotto al suo tocco ed osservando quasi stupito i suoi occhi sgranarsi per lo stupore.

  • Dai non prendertela, sai che sono di pessimo umore appena sveglio!

Lei arricciò le labbra in una specie di broncio infantile, ma il resto del viso parve distendersi impercettibilmente.

  • Sei un cafone... non è colpa mia se il tuo amico ci dà sempre appuntamento ad orari assurdi! Dovresti prendertela con lui anziché con me! E poi io ho fame...

Rafael la fissò un po' più intensamente del solito, vedendola arrossire lievemente e distogliere in fretta gli occhi dai suoi. Il tuo amico. Non era un segreto per nessuno il fatto che tra i due ragazzi non corresse particolare buon sangue. Più che altro si ignoravano civilmente a vicenda, con sporadiche frecciatine da parte del biondo, che pareva divertirsi molto a prendere in giro l'efficienza quasi militaresca dell'altro. Il legame che stava nascendo tra Simon e Ginevra era senza alcun dubbio più profondo di quanto avrebbe mai potuto essere quello tra i due uomini. Allora perché definirlo così? Era come se Ginevra stesse cercando di dirgli qualcosa, qualcosa che non poteva essere espresso a parole. Come se avesse capito quello che lo tormentava. Ad ogni modo, apprezzò il tentativo. Le fece cenno di voltarsi mentre si sfilava velocemente i pantaloni del pigiama, sostituendoli con gli immancabile blue-jeans.

  • Sei senza fondo! Che ne hai fatto delle due pizze che hai divorato meno di otto ore fa?

La vide scrollare le spalle infastidita, i capelli neri che sfioravano appena la sua schiena sottile.

  • Hai una vaga idea di quale dispendio di energie mi sia costato tirarti giù dal letto? E muoviti, che siamo già in ritardo!

Rafael si ritrovò a sorridere senza neppure rendersene conto. Fu particolarmente lieto che lei fosse voltata, mentre si chinava a raccogliere una maglietta pulita dal cassetto dell'armadio, facendo svanire in fretta dal suo viso ogni traccia di quella gioia inopportuna che cominciava a provare sempre più spesso quando stava con lei.


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Angolino dell'autrice:

Scusatemi tantissimo per il ritardo, ma sono letteralmente sommersa ed annientata dal lavoro... buona lettura in attesa di tempi migliori!

PS Oasis e Alias NLH : grazie mille per le recensioni, mi spaice di non avere il tempo di rispondere ad personam...

PPS AliceCullen93 ti adoro come sempre ;-)

   
 
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