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Autore: gjorgia    11/09/2014    0 recensioni
Da una parte c'è Rebecca vittima di violenze e di un triste e doloroso passato, dall'altra c'è Harry ragazzo con ricordi devastanti.
Saranno disposti questi due ad aiutarsi nella ricerca della tanto attesa e desiderata felicità?
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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***14 mesi dopo***
 
La casa era vuota e sembrava essere triste
 di esserlo. Nonostante tutto quello che aveva visto e vissuto non mi era mai apparsa così. Adesso, però, che potevo vedere le pareti spoglie, i raffi sul pavimento lasciati dai mobili, era quasi come se avesse cancellato tutto quello che fu successo all’interno. Anche l’odore che si sentiva appena superata la porta era sparito, si sentiva solo quello della polvere. Mi sedetti a terra, dove fino a un anno prima c’era ildivano e iniziai a guardarmi intorno. Non sembrava più casa mia, anche le scale mi sembravano diverse. Nella mente mi sembrava di ricordare lo scricchiolio che facevano quando qualcuno le usava, oppure il tonfo di quella volta che ero caduta di sedere mentre giocavo a rincorrerre Anna quando eravamo ancora  piccole. Sorrisi a quel ricordo. Mi levai da terra e andai al piano di sopra. La camera dei miei genitori e degli ospiti era uguale a prima, semplicemente senza mobili e in più la porta del bagno era rotta. Mi aveva avvisata mia zia che quelli del trasloco avevano dato un colpo tremendo con un comò e che tutta una parte del legno si era staccata, ma poco mi importava della porta. Buttai un occhio all’interno e c’era la stessa pace che si sentì quando mia madre si tolse la vita. Le mani iniziarono a tremare e andai in camera mia. Sulle pareti era rimasto il segno dei poster e delle cartoline che mi avevano mandato la famiglia di Anna e mia zia. Abbassando lo sguardo notai un piccolo alone rossastro sul pavimento, mi chinai e guardai meglio, mi salì un nodo allo stomaco. La polizia, le grida, mio padre disteso a terra, con lo sguardo pietrificato verso il vuoto. Rividi quella scena. Avevo aspettato più di un anno per ritrovare le forze di ritornare in quella casa e dirle addio, perché sapevo che tornando avrei dovuto fare i conti con gli avvenimenti passati, ma probabilmente non ne sarebbero bastati dieci per accettare che le cose siano andate come purtroppo erano andate. Riguardai i segni dello scotch sul muro, la finestra del bagno, risentii per l’ultima volta quello scricchiolio e uscii di casa chiudendomi la porta alle spalle. Rimasi lì sul ciglio della porta immobile, con lo sguardo fisso verso il vialetto. Mi passavano per la mente troppe scene, come se riuscissi a rivivere quei quasi diciotto anni della mia vita ancora e ancora. Tutto iniziava a farsi grigio, freddo, tutto si fermava. Potevo quasi dare un peso al tempo, sembrava un macigno che lento mi avvolgeva  in un lungo abbraccio di conforto, come se volesse darmi una spinta per farmi andare avanti. Per riprendere finalmente le redini della mia vita, come avevo fatto con tutto il resto. –Becca, andiamo.- Sentii quella voce calma e una mano sulla spalla. Tutto quanto riprese colore, il tempo aveva riniziato a scorrere e il cuore mi era tornato a battere.
Presi quella mano, la strinsi, e iniziai a camminare verso la macchina. Era giunto il momento di chiudere anche quel capitolo della mia vita, e io mi sentivo finalmente pronta a farlo.
 
**********
 
Nella stanza entrò all’improvviso una luce accecante ed io dovetti coprirmi gli occhi con il cuscino.
-Oggi è il grande giorno!!- ancora con il cuscino davanti sulla faccia chiesi sbiascicando qualche parola-Cosa...Cosa diavolo stai dicendo?- mi sforzai nonostante la stanchezza- OH OGGI E’ IL GRANDE GIORNO!- per un po’ urlai gettando via coperte e cuscino dal letto.
-Ancora un po’ non ti ricordavi del tuo diciottesimo compleanno? Stiamo scherzando?- rise Harry dandomi un grande abbraccio.
Dopo essere andata via da casa di mia zia, l’anno prima, ero andata a vivere da Harry. Mi ero proprio trasferita da lui e tra di noi era finalmente iniziata una storia. Non era solo diventato il mio ragazzo ma il nostro rapporto era come quello di due migliori amici, ed era meraviglioso. Inoltre avevo ripreso le lezioni nella scuola pubblica passando l’anno con una buona media, ed ero anche riuscita a stringere delle nuove amicizie. Harry mi aveva aiutato a rinserirmi e io ci riuscii alla grande. Le visite di mia zia ovviamente erano molto frequenti, tanto che ora a casa di Harry ha la sua  stanza. I genitori di Harry invece non si erano mai fatti vivi, nemmeno per telefono. A volte gli arrivano delle chiamate dalla nonna paterna e dai cugini, ma da nessun altro. Ho provato a chiedergli qualcosa sulla sua famiglia, ma lui ha sempre sorvolato la questione e cambiato discorso. Io quindi smisi di domandare.
-Ho fame. Fammi consumare la mia prima colazione da donna.-
-Eh sì, “donna”.- mi fece il verso lui aprendomi la porta e facendomi passare per prima, come un vero cavaliere.
Sui banconi della cucina c’era tutto l’immaginabile: brioches, dolcetti vari, uova e pancetta (non mi aveva mai preparato una buona colazione alla British), frutta ricoperta di cioccolato.
-Hai fatto tutto stamattina?-  chiesi sbalordita prima di dargli un bacio.
-Veramente io ho preparato solo l’english breakfast…Il resto l’ho comprato-
-E i dolcetti li ho fatti io.- aggiunse una voce a me familiare.
-Anna!...Anna??- ero sorpresa, come mai era a casa di Harry? Perché mi aveva portato dei dolcetti? Ha dovuto aspettare il mio compleanno per farsi viva?
-L’ho invitata io, ci teneva a farti gli auguri di persona…-
-Sì beh…Oggi compi diciotto anni, è un giorno importante e io…Mi dispiace Becca.- era più in carne dell’ultima volta che l’avevo vista, stava bene. –Io…Io ho detto delle cose che non dovevo dire, e mi dispiace. Mi sono comportata da stronza. Non ti sto chiedendo di perdonarmi perché nemmeno io al tuo posto lo farei ma…Mi dispia…-iniziò a piangere.
Harry mi diede una spinta invitandomi ad andare a consolarla ma come potevo? Dopo tutto quello che aveva detto, cose personali che solo LEI sapeva e doveva sapere. Mi ridiede una spinta.
Mi avvicinai a lei e mi sforzai di dire qualcosa-Senti, è passato un anno, mettiamoci…-lei piangeva e io le diedi una pacca di conforto sulla schiena-mettiamoci una pietra sopra…Ormai quel che è fatto è fatto.- Le misi le mani sulle spalle e la avvicinai al petto –Basta, accetto le tue scuse.- Lei mi strinse in un forte abbraccio e tra i singhiozzi disse -Scusa Becca, scusa. Mi sei mancata.-
Mi voltai verso Harry e lui sorrideva mentre masticava una fragola.
-Becca, oggi arriva mia nonna Lucy, te la ricordi? Te ne avevo parlato.- Anna mi lasciò. –oh certo! Come mai?- -Ti vuole conoscere.- arrossì Harry.  –Oh, ma che carina! A che ora arriva?-
-Stasera, prima di cena.- -Mi fa piacere, sembra una persona così dolce! Ogni volta che vi sento parlare al telefono tu sei così contento, deve essere proprio una donna speciale.- -Anche con te mi sembra molto felice.- si intromise Anna sorridendoci. –E’ vero, lo sono.- disse lui abbracciandomi da dietro e baciandomi il collo.
Rimanemmo fino al pomeriggio a casa a festeggiare con Anna e altri amici, poi verso il tardo pomeriggio andammo verso l’aeroporto a prendere la signora Lucy.
-Stai bene?- domandai ad Harry che non aveva aperto bocca da quando eravamo saliti in macchina.
-Sì, è solo che volevo stare un po’ solo con te stasera.- sorrisi arrossendo. –Mi sembra che passiamo già tanto tempo soli io e te.- risi cercando di farlo sorridere un po’ ma niente. –So che non è per quel motivo, dimmi cos’hai Harry.- gli misi una mano sulla gamba e gliela accarezzai con il pollice.
-Non ho niente.- disse prendendomi la mano e baciandomela.
Non era così, aveva qualcosa, solo che non capivo cosa potesse essere, non c’era motivo di essere nervosi, era sua nonna ed era andato spesso a trovarla.
Mi allungai e gli diedi un bacio sulla guancia, abbassai il finestrino e non dissi più niente.  
  
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