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Autore: draft    11/09/2014    0 recensioni
Lydia prese un foglio e iniziò a tracciare segni con la matita scura. Evitava di guardare il ritratto che prendeva forma, la sua mano si muoveva da sola.
Aveva quasi paura a guardarlo, il perché era chiaro. Da qualche anno ormai ogni volto che disegnava finiva sulla cronaca nera. Tutti morti.
*storia momentaneamente sospesa per motivi personali*
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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drawnigs killers - regali di Natale

Lydia aveva circa cinque anni quando sua madre morì. La ricordava come una donna gioiosa e una madre amorevole, ricordava il suo profumo, il bacio della buonanotte e quando le rimboccava le coperte. Le leggeva sempre le favole prima di addormentarsi.
"Cera una volta Cappuccetto Rosso", "...così la Bella Addormentata si ridestò dal suo sonno" raccontava, finché un giorno, il quinto compleanno della bambina, le raccontò una storia completamente diversa dalle altre.
"Partì tutto con un disegno" la ragazza poteva ancora sentire la madre mentre le diceva quelle parole "Lydia, amore, non è una storia per bambini questa, parla di cacciatori"
"Come quello di Cappuccetto? Raccontamela" la bambina si accoccolò nel letto, mettendosi comoda guardando attentamente gli occhi scuri della madre.
"È una storia lunga, e io ho poco tempo... Ascoltami bene, partì tutto con un disegno... Devi capire che i disegni sono la personalità esposta di chi li crea, è molto importante che tu lo capisca" fece una pausa sospirando e poi iniziò a narrare.
"Vi fu un tempo in cui gli uomini potevano convivere con la propria persona perché questa era giusta, il male era poco e debole, ma poi un giorno una bambina si perse nel bosco..."
"Come...?" fece per interromperla la bambina, ma la madre non le prestò attenzione, troppo impegnata nel racconto.
"Si dice che quella bambina incontrò il Miracolo nel bosco, perché quando finalmente tornò a casa era guarita, vedi Lydia, quella bambina stava perdendo la vista, ma quando uscì dal bosco i suoi occhi erano chiari e la sua vista limpida. Tutti erano felici, e vorrei che la storia si chiudesse qui, ma la bambina non lo era. Mentre i suoi occhi si accendevano, infatti, il suo sorriso si spegneva. Pochi giorni dopo il suo ritorno, la bambina prese una matita e disegnò i volti dei ragazzi che, deridendola, l'avevano mandata nel bosco. Poi bruciò gli occhi disegnati, immediatamente i ragazzi disegnati divennero ciechi e, dopo una settimana di sofferenze, morirono. Insieme ai disegni dei ragazzi, nella stanza della bambina fu trovato anche un suo ritratto, i suoi occhi a differenza degli altri erano limpidi e giocosi. Ma della bambina non si ebbero più tracce."
"Brutto" disse la piccola Lydia ridestando la madre dai pensieri. "Non mi piace questa storia"
"Già tesoro, non piace neanche a me. Ma devi sapere."
"Perché?"
"Ora dormi..." le disse la mamma rimboccandole le coperte, mentre stava per uscire dalla stanza chiudendo la porta la piccola la chiamò. "Mamma?"
"Sì?"
"Non mi hai raccontato dei cacciatori"

Era da molto che non pensava a quella storia, ed ora come in un sogno le tornò tutto in mente. La ragazza si girò più volte nel letto, senza mai riuscire ad addormentarsi.

"Pronto?" la voce di Alec era parecchio assonnata, erano le tre del mattino quando Lydia si convinse a chiamarlo.
"Dormiglione. Volevo la buonanotte"
"Lydia sono le... tre" rispose sbadigliando.
"Se vuoi richiamo tra un'ora" scherzò la ragazza. "È che dovevo dirti una cosa... Non ho trovato niente"
"Nel casino che c'è in camera tua immagino, che cercavi comunque?" chiese confuso.
"Ma che hai capito? Non ho trovato nessun regalo per te!" era mortificata davvero.
"Qual è il problema? Tu sai ciò che vorrei, no?"
"Non ti farò mai un ritratto, Alec" l'aveva vista disegnare una volta, Lydia faceva di tutto per non farsi vedere, ma quella volta era come in trance. Era la matita che la guidava e lei non pensava ad altro che a seguirne gli ordini. Ma Alec l'aveva vista e le disse che gli sarebbe piaciuto un suo disegno, "magari un ritratto" furono le sue parole. E come avrebbe potuto lei disegnare il suo migliore amico sapendo quali sarebbero state le probabili conseguenze?
"Ok, allora voglio solo tornare a dormire, non devi regalami niente comunque."
"Mi farò perdonare"
"Per avermi svegliato nel cuore della notte? Ne dubito"
"Per non averti regalato nulla, scemo"

Augurandosi la buonanotte chiusero la chiamata, ma nessuno dei due riuscì veramente a dormire quella notte. Lydia si sentiva troppo in colpa per dormire, così si mise ai fornelli e preparò dei biscotti alla cannella, i preferiti di Alec, non sarebbero stati un regalo, ma almeno gli sarebbero piaciuti. Alec invece guardò per l'ennesima volta la catenina che aveva comprato alla ragazza, il ciondolo era un piccolo cuore di quelli portafoto in cui aveva già messo una foto di loro due insieme abbracciati e dietro di essa tre parole vi erano scritte con cura. "Tu sai ciò che vorrei" le aveva detto, ma non ne era più molto sicuro.

L'indomani Lydia prese un bel piatto grande natalizio e vi sistemò tutti i biscotti. Suo padre oggi non lavorava essendo il 25 dicembre, ma stava ancora dormendo, quindi gli scrisse un biglietto dicendogli che sarebbe andata da Alec e lo appese al figro.

"Buongiorno" disse lei non appena il ragazzo le aprì la porta. Alec indossava dei pantaloni grigi sportivi e una maglia scura di qualche gruppo musicale poco noto. Aveva i capelli castani tutti spettinati, gli occhi verdi erano contornate da profonde occhiaie, eppure sembrava sveglio e allegro come sempre non appena vide la ragazza.
"Buongiorno" le rispose, Lydia aveva addosso un paio di jeans semplici e una pesante felpa rossa con una renna disegnata proprio al centro, il Natale le piaceva troppo e ogni volta in quel periodo metteva sempre felpe di quel tipo.
"Ho portato i biscotti!"
"Non dovevi..."
"Zitto e fammi entrare, lo so che vai pazzo per i biscotti" rispose sorridente. Alec viveva solo, aveva entrambi i genitori, ma avevano preferito passare il loro tempo viaggiando, lasciando il figlio alle cure di una tata che, da piccolo, chiamava "nonna". Andavano a trovare il figlio qualche mese all'anno, ma più Alec cresceva meno visite riceveva dai suoi.
"Non posso credere che non mi hai comprato un regalo" scherzò Alec.
"Ti ho fatto i biscotti"
"Giusto, allora ti perdono" le disse guardandola.
Quando, dopo qualche ora, Lydia tornò a casa, si rese conto che neanche Alec aveva un regalo per lei.

"Hei tesoro, come sta Alec?" disse il signor Ryan.
"Ciao papà, sta bene"
"Cosa viene siete regalati?"
"Ehm... Niente abbiamo voluto fare un Natale economico quest'anno..." disse lei arrossendo.
"Giusto, immagino che per il figlio di due ricconi..."
"Non cominciare come al solito" suo padre non aveva mai apprezzato i genitori di Alec, ma il ragazzo non aveva colpe.
"Ok..." disse "Dai, apriamo i nostri regali"

Il maglione piacque molto al signor Ryan, ma il legali che lui fece a Lydia fu davvero poco apprezzato dalla ragazza...
"Un set da d-disegno?" disse lei temendo di aprire del tutto la confezione.
"Eh già tesoro, è tanto che non vedo uno dei tuoi disegni, questo set ha di tutto: album, colori, matite, vari tipo di gomme... Di tutto, ti piace? Sai che io non ne capisco molto" matite, dannazione.
"È bellissimo papà" disse sinceramente "Grazie"

Dopo cena la ragazza andò nella propria camera. Stava quasi per posare la valigetta da disegno nella scrivania quando vide, appeso al muro con dello scotch nero, il ritratto di Joshua. La valigetta le sfuggì di mano e con un tonfo cadde nel pavimento e si aprì. Solo una matita e un foglio uscirono dal set per poggiarsi per terra. Lydia non osò prendere in mano la matita, ma appena guardò il foglio notò che era scritto. Una calligrafia tremante e incerta come quella di un bambino recitava: "Lydia, perché mi hai chiuso nel cassetto?"



...
Salve a tutti, bene, la storia inizia a prendere forma mi auguro...
Ci leggiamo giovedì
Un bacio,
-draft
  
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