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Autore: air_amavna    11/09/2014    2 recensioni
Era strano che dopo tutto quel tempo io pensassi ancora a lui, ritornava nella mia mente anche quando meno me l'aspettavo. Quando camminavo per strada vedevo il suo viso ovunque, in ogni passante, e sperai che anche lui stesse facendo lo stesso con me.
Mi stava pensando o mi aveva già dimenticata?
Ricordavo ogni momento passato insieme a lui, da quando mi ospitò sul suo marciapiede sporco, facendomi sentire al sicuro, fino a quando rubammo la macchina del mio capo per fuggire lontano. Quando disse che mi amava, anche se ci conoscevamo da poco, mi sentii la ragazza più felice della terra.
Le sue parole erano indelebili, incise nel mio cuore e nella mia mente, non le avrei mai dimenticate.
Sequel della One Shot "Freedom". Si consiglia di leggerla prima di iniziare questa storia.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Freedom'
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-Capitolo undici-



La morte di Allison Hamilton sconvolse completamente la vita di Kate, o almeno così mi era sembrato. Quando aveva ricevuto la notizia era scoppiata in lacrime, aveva corso letteralmente per tutte le scale e si era chiusa per una bella mezz'ora nella nostra camera da letto.
Io avevo aspettato fuori, con la schiena poggiata contro il muro e la testa altrove, e i suoi singhiozzi erano davvero fortissimi.
Kate era stata molto legata a sua nonna Allison, lei le regalava sempre tutto quello che voleva, la coccolava e l'aveva cresciuta fino al compimento dei dieci anni. Oltre me, la persona a lei più cara era proprio sua nonna, ma a quanto pareva, al resto della famiglia non sembrava importare un granché.
Il signor Ronald aveva addirittura fatto una battuta di pessimo gusto, e Kate ci era rimasta così male che, per la prima volta in tutta la sua vita, si alzò dal tavolo e se ne andò.
Kate era arrabbiata con il mondo intero, e io dovevo stargli vicino il più possibile per farla almeno sorridere. Ma ogni volta che tentavo di farlo, mi sentivo male. Non perché fosse morta Allison Hamilton, infondo l'avevo vista solo due volte, e in entrambe le visite che aveva fatto, mi aveva rivolto al massimo un cenno del capo. Mi sentivo male perché non volevo stare lì, non volevo veder sorridere lei.
Ero senza cuore, uno schifo di persona, ma io ero stufo di Kate e dei suoi continui urli di disperazione, dei suoi capelli fin troppo biondi e dei suoi occhi troppo freddi.
Poggiai completamente la schiena contro il muro, aspettando che Kate finisse di piangere. Non avevo nulla da fare quel giorno, in realtà non avevo mai avuto nessun compito specifico in quella casa.
O forse sì: il mio compito era quello di rendere felice Kate.
Mi avvicinai alla porta in legno bianco, e bussai lentamente, per poi sentire un “Vai via!” da parte della mia ragazza.
“Sta ancora piangendo?”
Samantha era poggiata contro la porta del bagno e mi fissava annoiata. I capelli erano esageratamente lisci, e le arrivavano fino alla vita.
“Sì” ammisi, alzando le spalle.
Non dissi nulla, perché infondo anche lei doveva stare male per sua nonna. La cosa non mi importava minimamente, ma da quando Kate passava le giornate a piangere, io mi sentivo ancora peggio. L'avevo tradita intenzionalmente, e non osai immaginare questo cosa le avrebbe causato. Ma non potevo farci nulla, ormai era fatta.
“Che palle! Sai cosa vuol dire questo?” urlò, forse per fare in modo che la sorella sentisse le sue parole. “Niente festa di compleanno!”
La fulminai con lo sguardo e lei alzò gli occhi al cielo.
“Non mi importa niente, ok? La nonna teneva soltanto a Kate, a me no”
Incrociò le braccia al petto e mi fissò, tremendamente arrabbiata. Sembrava essere ritornata la vecchia Sam, quella antipatica e acida, quella che non si sarebbe mai innamorata di nessuno.
Cosa le era successo? E se la sua mega cotta per Niall fosse finita?
“Insomma, voglio quella festa! Voglio far conoscere a tutti parenti il mio fidanzato, e poi mostrerò ai miei amici quanto sono fortunata”
Rimasi scioccato da quelle parole, ma non dissi nulla, ricordandomi solo in quel momento di dover chiamare Niall.


L'aria condizionata della macchina emanava un odore sgradevole, e quando mi voltai verso Sam, aveva un'espressione disgustata sul viso.
Dato che Kate non aveva nessuna intenzione di parlarmi, né di uscire dalla nostra camera da letto, il signor Hamilton mi aveva dato il permesso di accompagnare Sam da Niall, anche se contrario.
Ronald sembrava davvero geloso delle proprie figlie, sopratutto con Samantha. Kate mi aveva svelato che in tutti i suoi sedici anni non aveva mai avuto un ragazzo, e il padre controllava addirittura le telefonate.
Fortunatamente per lei, questa ossessione stava diminuendo, o almeno era quello che sembrava. Certe volte avevo paura che controllasse anche me, il che sarebbe stato davvero un guaio.
Niall era seduto ad uno dei tavoli di legno liberi, e aveva la testa abbassata sul cellulare. Aveva chiesto a Sam di vedersi, e ci salutò con la mano, stupendosi di vedermi.
Lo raggiungemmo e prendemmo posto alle sedie libere, e dopo che Sam lo salutò con un piccolo bacio, mi rivolse un saluto con la mano.
“Sam, devo parlarti” biascicò Niall, grattandosi nervosamente dietro la nuca.
Probabilmente aveva intenzione di lasciarla, e quando mi guardò, subito lo capii. Avrei dovuto lasciarli da soli, anche perché ero un peso in quel momento, ma nessuno dei due mi diceva nulla.
“No! Prima io, amore”
Sam si aggiustò i capelli, spostandoli dietro le spalle, e sorrise in un modo davvero strano.
“Sei invitato alla festa dei miei diciassette anni!” esclamò, facendo fermare di colpo la cameriera di fronte al nostro tavolo.
Gli occhi di Niall subito brillarono alla parola 'festa' e afferrò la mano di Sam dal tavolo, stringendola leggermente.
“Intendi una festa vera e propria?”
“Sì! Con tanto di musica e alcool” urlò di nuovo lei, e la cameriera sbuffò.
“Nella tua villa?!” urlò ancora più forte Niall, alzandosi definitivamente dalla sedia.
“Insomma, ordinate qualcosa sì o no?” si intromise la cameriera, sbattendo il blocchetto delle ordinazioni sul tavolo.
“No, se ne può andare?” Sam la cacciò letteralmente e poi portò di nuovo la sua attenzione sul biondo. “Sì! Inviterò tutte le persone che conosco, ci sarà un sacco di gente famosa! Ovviamente tu puoi invitare chi vuoi”
Ci mancava poco e Niall si sarebbe messo a piangere e ad urlare di felicità. Doveva davvero amare le feste.
“In realtà non si sa ancora nulla, la festa l'ha progettata adesso” mi intromisi, ma lo schiaffo di Sam sulla mia spalla mi fece capire che avrebbe fatto qualsiasi cosa per quella festa.



 
Pov Eve
Da quando Harry aveva dormito a casa nostra, Scarlet era strana, non era più la stessa e aveva la testa in un mondo tutto suo. Era strano che Zayn non se ne fosse ancora accorto, perché glielo si leggeva negli occhi che aveva qualcosa che non andava.
Girava per casa con il pigiama, con le cuffiette nelle orecchie ad ascoltare musica depressa e si sedeva sul divano a vedere film altrettanto depressi. Divorava intere vaschette di gelato, leggeva libri romantici, guardava sempre il cellulare e da qualche giorno cercava di evitare anche Zayn.
“Sta arrivando quel coglione del tuo fidanzato, vero?” chiesi.
Lei annuì e si sistemò i capelli bagnati con le mani, finendo per bagnare anche la maglietta.
“Sì” disse solo.
Non capivo perché non volesse parlarne con nessuno, nemmeno con me. Io ero forse l'unica persona al mondo che sapeva mantenere un segreto e, non lo dicevo per vantarmi, ma lo ero davvero!
“Cos'hai?”
Lei si girò, mordendosi il labbro inferiore violentemente e chiuse gli occhi, per poi riaprili lucidi.
“Scarlet, parlane. Con me puoi, lo sai”
Alzò la testa in alto, come se quel movimento permettesse alle lacrime di rientrare dentro. Non meritava nulla di quello che le era successo, e non meritava di soffrire per quel Zayn e nemmeno per Harry.
“C'entra Harry” soffermai.
Ne ero sicura, più di qualunque altra cosa. Lo si leggeva negli occhi che non avrebbe voluto Zayn al suo fianco, ma quel tipo riccioluto che era apparso dal nulla.
“Sì” annuì di nuovo. “C'entra lui. Ma non voglio parlarne adesso”
Sospirai e pregai che la smettesse di piangere.
Arricciò il suo naso alla francese, e andò in bagno per finire di sistemarsi.


Da quello che avevo intuito, Zayn e Niall avevano litigato, e a mio malgrado, dovetti affermare che in tutti i suoi ventuno anni di vita, Niall aveva fatto la prima cosa giusta. Scarlet aveva detto che i suoi stupidi amici sarebbero arrivati entro la sera, e non sapeva cosa avrebbero fatto. Magari avrebbero preso una pizza, come loro solito, oppure quel coglione di Zayn si sarebbe messo a cucinare nella nostra cucina, proponendo le ricette italiane di sua madre.
Ero buttata letteralmente sul divano e leggevo alcuni messaggi, quando qualcuno bussò violentemente alla porta.
Scarlet apparve dal corridoio, e sorrisi nel vederla come nuova.
Aveva asciugato i capelli, truccato i suoi occhi grandi e messo in mostra un largo sorriso, per nascondere quello che aveva dentro.
“Scarlet!” urlò Niall, alla vista della sua amica.
“Hill” sussurrò poi, notando la mia presenza solo un momento dopo.
“Horan” sbottai infastidita dai suoi occhi e dal suo sorriso.
Per una volta, per una sola cazzo di volta, poteva evitare di presentarsi in casa mia? Persa nei miei pensieri, chiusi di botto la porta, ma subito dopo la riaprii, vedendo un Liam Payne salire le scale, con al seguito gli altri.
“Ragazzi, ho una grande notizia per voi!”
Quando Niall si alzò sulla sedia, mi chiesi perché mi trovassi lì, con la comitiva di Scarlet.
Seduti sul divano, Zayn e Scarlet, erano curiosamente seduti composti, Lydia era impegnata a frugare sotto la maglietta di Liam, e Louis fissava il cellulare.
I cinque scattarono e fissarono i loro occhi sul corpo di Niall.
Mi sentivo una stupida a fissarlo, ma non potevo farne a meno. Si alzò la maglietta, volontariamente, e mi permise di ammirare la forma a V dei suoi addominali. Il tutto durò circa quattro secondi e lo odiai profondamente, con tutta me stessa.
Stronzo.
“Sam ha organizzato una festa vera e propria! E siete invitati tutti! Vi rendete conto? Questo è il momento che aspetto da tutta la vita. Mi ha detto che se tutto va bene, ci sarà anche Paris Hilton”
“Scherzi!” saltò in piedi Lydia, calpestando accidentalmente un piede a Liam.
“No!”
“Niall, smettila. Sarà un'altra fregatura” sbottò Louis, senza muoversi da dov'era.
“Anche per me” affermò Liam.
“Noi non veniamo” disse Zayn, parlando anche per Scarlet.
Mi concentrai sull'espressione della mia amica, ma non riuscii a capirla. Niall doveva sapere qualcosa, doveva aver parlato con lui.
Nessuno parlò più, e se Scarlet non si fosse sbrigata, lo avrei fatto io.
“Scarlet, tu non verrai?” chiese Niall, scendendo da quella sedia, quasi per cadere.
Quelle parole, dette con quel tono, dicevano tante cose.
Nonostante lo odiassi, -perché sì, io odiavo Niall Horan- pensai che fosse davvero capace di essere un vero amico.
“Niall chiudi quella cazzo di bocca, è già tanto che sei in questa casa”
Scarlet lo spinse via, guardandolo così male che a momenti lo avrebbe ucciso. Con i suoi capelli scuri e in disordine e quell'espressione triste del cavolo, poteva essere paragonato solo ad un cane, per di più solo.
“Scarlet verrà con me” mi alzai, cercando di non far scatenare una guerra. E nella mia testa già immaginai il viso di Scarlet travolto dalle lacrime, la faccia arrabbiata di Zayn e gli occhi azzurri di Niall, che dovevano sempre essere nel centro di ogni mio pensiero.
“Voglio andarci seriamente, e da sola con Niall non ne ho la minima intenzione”
Evitai di incrociare il suo sguardo, e lo puntai dritto su Zayn, che sembrava più furioso di quanto pensassi.


Liam e Lydia subito andarono via dopo quella piccola discussione, e Louis li seguì solo pochi minuti dopo. Zayn non sopportava la voce di Niall, quindi aveva praticamente sbattuto la sedia per terra e se ne era andato, senza dire nulla.
Scarlet doveva essere una santa per sopportare un tipo del genere. Io lo avrei soffocato durante la notte o buttato su dei binari di un treno.
Ma per me non era lui il problema, sinceramente ero già stanca di tutti quei difetti che quel ragazzo presentava.
Il mio vero problema era Niall Horan.
Eravamo seduti tutti e tre sul divano, e nessuno guardava davvero la tv. Era un miracolo che Scarlet si fosse messa al centro, non volevo neanche sapere cosa si provasse a stare vicino a lui. A sentire il calore del suo corpo, o addirittura il suo profumo...
Il suo profumo in realtà lo conoscevo, lo bramavo ogni secondo di più, e certe volte capivo se era nei paraggi solo attraverso quello.
Era quel tipo di profumo che avresti riconosciuto tra mille, anche in quel momento. Lui era dal lato opposto e io vicino alla mia amica, e sentivo il mio cuore battere all'impazzata.
Scarlet si alzò e capii le sue intenzioni.
La bloccai con la maglia e si girò confusa.
“Che c'è?” chiese, aggrottando le sopracciglia. Era una stronza totale, lo sapeva benissimo cosa c'era.
“Dove stai andando?”
La risata che uscì dalle labbra di Niall mi fece rabbrividire a arrabbiare al tempo stesso.
“Hai paura di restare da sola con me?” chiese lui, scombinandosi i capelli.
Scarlet rise e se la svignò nel corridoio, ottenendo ciò che voleva. Ma che razza di amica era?
“Perché non te ne vai?” sbottai infastidita dalla sua presenza.
“Quanto mi fai eccitare quando fai la stronza, Eve”
Avvampai, come una fottuta quindicenne, e non persi neanche un piccolo movimento che il suo corpo fece per avvicinarsi al mio.
Non riuscii a muovermi, e mi pietrificai sotto al suo sguardo insistente.
Portò un dito sul naso, per seguirlo tutto, fino ad arrivare alle mie labbra.
Provai ad immaginarmi, con le mie stupide lentiggini troppo evidenti, il mio naso a punta e quei capelli che mi coprivano gli occhi.
Solo Niall poteva farmi sentire in quel modo, solo lui poteva farmi perdere la testa.
Io non avevo mai perso la testa per nessuno, almeno non così tanto.
La sua calda mano mi spostò i capelli dalla fronte e amai quel movimento, così naturale e tranquillo.
Restammo a fissarci, mentre il suo dito continuava ad accarezzarmi il labbro inferiore.
Si avvicinò, fermandosi al mio orecchio, e quando parlò, il suo respiro mi accarezzò il collo, facendomi sospirare.
“Non parli più?”
“Ti prego...” sussurrai, contro il suo dito.
“Dove sono finite le tue brutte parole su di me?” continuò a torturarmi, trascinando con lentezza le labbra contro il mio collo.
“Ti odio” sbottai, forse a voce troppo alta.
Mi voltai verso di lui e si allontanò bruscamente, restando sempre a pochi centimetri dal mio viso. Ero pazza di lui, così tanto che lo stavo fissando in modo maniacale, cercando di conservare con me ogni particolare del suo viso.
Mi guardava con intensità, passando dai miei occhi alle mie labbra. I capelli biondi erano confusi e in disordine, la maglietta bianca sgualcita, e la lingua tra le labbra catturò la mia attenzione.
Le sue pupille erano leggermente dilatate, e strinsi i pugni, prima di tirargli uno schiaffo. O magari un pugno, così si sarebbe rotto quel bel naso che si ritrovava.
“Non mi odi” mormorò, mordendosi le labbra.
“Sì” annuii, e non riconobbi il mio tono di voce.
Era basso, roco ed... eccitato.
Terribilmente odioso.
Solo quando sentii la sua mano sulla mia gamba, che anche attraverso i jeans feci una cosa che avrei dovuto evitare.
Una di quelle cose che non era in me fare.
Mi fiondai su di lui, completamente, e mi tremarono le gambe al contatto delle nostra labbra.
Il suo sapore, il modo in cui mi teneva il viso per baciarmi con tutta la passione che aveva, il modo in cui mi prese per i fianchi e mi portò di peso su di lui. Era tutto così bello, che non potevo neanche crederci.
Non osò dire nulla, quando ci staccavamo per riprendere fiato, subito incollava le sue labbra alle mie, come se avesse avuto paura che da un momento all'altro mi fossi tirata indietro.
Ma non sapeva che sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto.






Salve a tutte e date il benvenuto al capitolo più brutto che io abbia mai scritto!
Sì, okay, ammetto di aver sclerato come una pazza per il bacio tra Eve e Niall, ma non mi ha convinta per niente. L'ho finito di scrivere verso le tre del mattino, quindi...
Forse sarà per questo che fa schifo!
Comunque, in questo capitolo c'è la morte della nonna di Kate, e Samantha ci organizza la sua festa di compleanno, fregandosene. YE! Davvero simpatica.
Il prossimo sarà migliore di questo, ve lo prometto! E spero abbiate capito che Scarlet ormai è di nuovo pazza di Harry, ma questo lo si vedrà nel prossimo capitolo.
Oh yes
Un bacio a tutte,
Anny


   
 
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