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Autore: KarmaBoss    12/09/2014    0 recensioni
Una sigaretta accesa, uno sguardo vuoto e una testa stracolma di pensieri. L'anonimo soggetto era di classe, aveva lo stile giusto. Stava sempre nell'angolo, e anche così, la notavano tutti: la chiamavano, la cercavano.
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"Io volevo stare sola nella mia solitudine e tutti gli altri volevano far anche loro parte di quel profondo e sconfinato nero, quel nero assoluto che toglie ogni briciola di colore alla vita". (Chapter 2)
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La mia giornata era sempre uguale, e non ne andavo fiera. Tutti i giorni mi trascinavo dal letto all’armadio per scegliere qualcosa che desse la parvenza che a me ci tenevo almeno un po’ . sceglievo sempre abiti enormi, che mi stavano almeno due volte, li sceglievo non perché volessi sembrare più magra e più carina, ma perché dovevano nascondere tutto ciò che c’era da nascondere. Infilavo sempre grosse felpe con enormi cappucci per coprire la mia faccia. otto anni dopo le occhiaie c’erano ancora, credo fossero diventate indelebili. I capelli erano lunghi ed incolti; nessuno si curava più di loro come nessuno si curava più di me. Le mie felpe erano tutte di almeno due taglie più grandi, spettava a loro dovermi abbracciare dato che nessuno lo faceva. Mi truccavo sempre, eyeliner doppio sopra e sotto l’occhio, il rossetto rosso e il viso bianco. Erano diventati ormai il mio secondo volto. Portavo vestiti sciatti, avevo i capelli biondi perennemente in disordine e tinti malissimo con la ricrescita che si poteva appena scorgere, ma il trucco era sempre perfetto e la sigaretta sempre accesa, insomma, ero il classico tipo da non frequentare. Eppure tutti mi notavano. Io volevo stare sola nella mia solitudine e tutti gli altri volevano far anche loro parte di quel profondo e sconfinato nero, quel nero assoluto che toglie ogni briciola di colore alla vita. Odiavo il mondo e tutti gli esseri che lo abitavano, compresa me. Andavo a scuola tutti i giorni, non perché avevo voglia di imparare qualcosa, ma semplicemente perché a casa non ci sarebbe stata nessuna nuova svolta. dopo non aver fatto colazione, gettavo il mio corpo in macchina e lasciavo che questa mi conducesse a scuola. La scuola era noiosa, ero sufficiente e stavo sempre sola. Ma tutti stranamente mi cercavano, tutti volevano la mia compagnia, tutti erano sembravano catturati dal mio carattere di merda. Mi chiamavano per le feste, i ragazzi più carini mi invitavano ai balli, ma la maggior parte delle volte non ci andavo perchè la musica era troppo forte e le mie mani si incollavano irrimediabilmente sulle orecchie per non permettere ai quel fastidiosi e assordanti rumori di danneggiarmi. molte volte mi tappavo le orecchie anche quando la gente mi parlava, lo facevo per non essere ferita dalle loro parole, ma nella maggior parte dei casi, non stavo nemmeno ad ascoltare ciò che mi dicevano. La mia vita andava così, una noiosissimia straziante routine di merda.
   
 
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