Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: Iuccy_97    12/09/2014    1 recensioni
Ben digrignò i denti, trattenendo il respirò.
“Calmati. Trattieni il respiro, conta fino a dieci e mantieni la calma” si disse.
Non voleva farsi prendere dalle emozioni che stavano ribollendo nel suo stomaco, sapeva cosa sarebbe successo se avesse permesso loro di sopraffarlo. Avrebbe iniziato ad agire d'impulso, per questo si era armato di quel falso sorriso che gli decorava la faccia da ormai tre ore.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Jager, Semir Gerkan, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ben uscì dal commissariato e salì sulla macchina di sua sorella. Doveva restituirgliela quella mattina, ma con i fatti delle ultime ore non era ancora riuscito a passare a casa sua.
Telefonò a Marina, che intanto si era svegliata e decise di andare a prenderla.
Quando arrivò davanti a casa sua la vide attenderlo sugli scalini, pallida e con gli occhi segnati da profonde occhiaie.
La fece accomodare sul sedile del passeggero e ripartì.
-Come va?-
-Mah... come dovrebbe andare?-
-Non lo so, ieri sera eri parecchio sconvolta... hai mangiato qualcosa?-
Lei scosse il capo.
-Allora ti prendo qualcosa io...-
Passò dal bar dove andava tutte le mattine con Semir e prese due brioche. La costrinse a mangiare la sua.
Intanto, la radio sbraitava una canzone che lei non conosceva.
-You're faking a smile with the coffee to go, you tell me your life's been way off line, you're falling to pieces everytime *1-
-Vedrai che con lo stomaco pieno starai meglio. Tutto è più bello se non hai fame!- esclamò, cercando di convincerla.
-Allora è per questo che sei sempre così allegro...mangi sempre!-
Lui sorrise:-Potrebbe essere la spiegazione...-
-Sometimes the system goes on the blink , and the whole thing turns out wrong, you might not make it back and you know, that you could be well oh that strong, and I'm not wrong *2-
-Non hai paura?-
-No, so come funziona, e noi non abbiamo fatto niente di male, stai tranquilla...-
-Io invece ho uno strano presentimento...-
-Cause you had a bad day, you're taking one down *3-
 
Arrivati al commissariato dell'anticrimine, Ben parcheggiò nei posti riservati alla polizia ed entrò a passo sicuro negli uffici.
Entrarono in una specie di corridoio con due panche ai lati, entrambe piene di gente in attesa. Il caldo era soffocante e l'unico rinfresco era il ventaglio di una vecchia signora seduta alla loro destra.
Il giovane aprì la porta e fece segno a Marina di entrare per prima.
Ma lei impallidì e sussurrò:-Non ci credo...-
-Che è successo?- esclamò preoccupato Ben.
-Loro, loro sono tutti miei colleghi-
 
Si sedettero sull'angolo di una panchina, dove un'amica di Marina aveva fatto loro spazio. Si chiamava Michelle.
-Come mai anche tu qua?-
-A quanto pare il morto era nel vicolo vicino alle cucine. Hanno chiamato tutti noi del turno del pomeriggio, domani tocca a quelli della notte. Sono un po' preoccupata... chi potrebbe essere stato? Ci pensi? Abbiamo lavorato per degli anni insieme ad un assassino!-
-Non è detto, magari è stato ucciso da qualcuno che poi lo ha abbandonato lì... E poi mi fido dei miei colleghi...almeno quasi tutti...- entrambe lanciarono un occhiata al cuoco che era seduto davanti a loro, famoso sul luogo di lavoro per i suoi modi un po' maneschi. Sorrisero.
-Chi c'è dentro adesso?- chiese Ben, immischiandosi nella conversazione.
-Il signor Rechert, il receptionist- rispose prontamente Michelle.
Il poliziotto annuì. Sarebbe stato un buon punto di partenza.
Dopo pochi minuti l'uomo uscì. Era di alto e spigoloso, con il mento e la faccia allungata, gli occhi vispi e attenti.
Si appoggiò al muro vicino a Ben, con la faccia sconvolta.
-Vuole sedersi signore? La vedo in difficoltà- esclamò il giovane, cedendogli il posto.
-Grazie ragazzo, grazie- annaspò, tirando fuori dal taschino un fazzoletto col quale iniziò a sventagliarsi ed ad asciugarsi il sudore.
Ben si accucciò vicino a lui:-Cosa le hanno chiesto?-
-Mi hanno mostrato la foto di un uomo...io ho detto che era Patrick Howers, un nostro cliente...-
-Come? Era cliente del vostro albergo?-
-Beh, sì...-
-Si ricorda mica quando è arrivato? Oppure come ha prenotato?-
-Ma, veramente non saprei di preciso il giorno giusto... ma perché mi fa tutte queste domande? Chi è lei?-
-Nessuno, una specie di Miss Marple al maschile che si diverte a risolvere misteri non di sua competenza...-sorrise.
-Allora se lo mette su questo piano...- il receptionist doveva pensare di trovarsi davanti ad uno un po' pazzo, perché fece un sorrisino bizzarro -Ha prenotato per telefono una suite, ed è arrivato circa due giorni fa, un pomeriggio. Il che è strano, perché in genere i turisti arrivano la mattina prima di pranzo...-
-Secondo lei non era un turista?-
-No, penso viaggiasse per affari. Sempre elegante, con la sua valigetta di pelle...-
-Valigetta di pelle?!?-
Questa volta a parlare era stata Marina.
-Sì, perché?, che centra?- chiese teso il signor Rechert.
Lei abbassò lo sguardo:-Niente, niente, stavo solo pensando...-
-Beh, ora io dovrei proprio andare...-borbottò andandosene l'uomo, preoccupato per le strane reazioni dei giovani.
 
Quando l'uomo fu uscito, Ben si risedette vicino alla ragazza.
-Che è successo? Cos'hai contro le valigette di pelle?-
Lei scosse il capo.
-Niente, mi è passato un pensiero per la testa...Miss Marple? Ma come ti è venuto in mente?-
-Beh? Perché no? In fondo questo caso non è di mia competenza...-
-Ispettore Jager!- gridò una voce.
Lui alzò lo sguardo, trovandosi davanti il commissario Bower.
-Che cosa ci fa lei qui? Come dobbiamo dirvelo a voi dell'autostradale? Siete sempre dappertutto! Questo caso non è di vostra competenza! Quindi fuori di qui altri..-
-Ehm, commissario...- mormorò un poliziotto vicino a lui.
-Che vuoi?!?-
-In realtà l'ispettore deve essere interrogato, è stato lui a chiamare la polizia e trovare il corpo, commissario-
Bower diventò paonazzo per la rabbia e la vergogna. Ricominciò a sbraitare:-Allora interrogatelo immediatamente, così lo togliete dalla mia vista!-
E, voltandosi, se ne andò.
 
Il ragazzo venne introdotto nella stanza degli interrogatori.
Un poliziotto entrò alle sue spalle.
-Ben Jager, dell'autostradale... come mai è finito in questa storia?-
-Mah, ho denunciato io il ritrovamento…se non diamo noi poliziotti il buon esempio, perché dovrebbero farlo gli altri?-
-Non le conviene fare il furbo Jager...-
-Sì, sì, lo so come funziona...a proposito, mi tolga una curiosità, chi c'è dietro allo specchio? Il commissario Bower? E poi, la telecamera alle sue spalle, potreste nasconderla un po' meglio... l'ho subito vista...- Ben scosse la testa per accompagnare la critica.
Il poliziotto stava cercando di contenere la rabbia.
-Signor Jager, le spiacerebbe tornare all'interrogatorio?-
-Certo, certo, continuiamo pure- esclamò a quel punto il giovane, colto dall’entusiasmo travolgente derivato dalla polemica verso l’LKA
 
-Bene signorina Mardlen, lei lavora come cameriera all'hotel Wenteraf giusto?-
Lei annuì convinta.
-Bene, sappiamo che lei puliva la stanza del signor Howers il giorno in cui è stato trovato ucciso. E lei era anche presente al suo ritrovamento. Una circostanza davvero particolare non le pare?-
-Non mi starà accusando...-
-No, signorina, qui si fanno solo ipotesi per il momento. Ma non trova alquanto particolare che il ritrovamento lo faccia la cameriera?-
-Beh, ma...io non c'entro niente!-
-Si tranquillizzi signorina. Ora andiamo avanti con l'interrogatorio. Ha mai visto il signor Howers?-
-So già che me ne pentirò, ma sì, l'ho visto ieri pomeriggio verso le sei. Era nella sua camera, ma è subito uscito-
-Alle sei? E come fa ad esserne sicura?-
-Perché poco dopo ho ricevuto una chiamata dal mio fidanzato. Se vuole vedere il registro delle chiamate...- la ragazza estrasse il cellulare della borsa.
Il poliziotto lo esaminò e glielo restituì.
-Sa di essere anche l'ultima persona ad aver visto vivo il signor Howers?-
Lei si morse il labbro inferiore. Aveva avuto un cattivo presentimento, ed ecco qua che diventava realtà.
 
L'interrogatorio si concluse senza nessuna scoperta. Il suo resoconto era uguale a quello che avevano fatto il giorno prima e così li lasciarono dopo pochi minuti.
Anche se Marina venne guardata molto male.
Dopo circa mezz’oretta, i due erano seduti al tavolino di una tavola calda che discutevano sui fatti della mattina.
-Certo che è proprio strano il tipo della reception...sembrava avesse paura di me!-
-Già, spero che tu non gli abbia detto che stiamo insieme oppure da domani non mi rivolgerà più la parola!-
Ben alzò le spalle:-E poi, quando ti ha sentita parlare della valigetta... Chissà cosa gli è preso...- sorrise, ma poi tornò serio.
-A proposito della valigetta, che ti è successo sta mattina?-
-No, niente di importante...-
-Ma dai, per Miss Marple non ci devono essere segreti...-
-Oh, ma come sei noioso quando fai così! Ieri sera, quando sono passata nella camera di questo Howers per pulirla, lui era lì, con una valigetta di pelle in mano e sembrava molto spaventato. Ecco, adesso lo sai-
-Ah...l'hai detto alla polizia?-
Lei annuì:-Mi hanno pure controllato il cellulare! Perché appena ho finito la sua stanza un qualche poliziotto annoiato mi ha chiamato... Hanno iniziato a parlare di ora del delitto, l'ultima ad averlo visto... secondo me mi sospettano...-
-Ma va’! Una cameriera uccide qualcuno che non ha mai visto prima? Non hai nemmeno un movente! E poi era una persona così comune, magari nascondeva qualcosa. Un commerciante tedesco, altezza media, biondo...quanti ce ne sono così?-
-Castano-
-Come?- chiese Ben, distratto nelle sue congetture.
Lei bevve un sorso di birra:-Il signor Howers era castano scuro- puntualizzò.
-No, ho visto io stesso le foto sulla carta d'identità falsa. Magari ti ricordi il vicolo, ma era buio, probabilmente non avrai visto bene...-
-No Ben, ti giuro, il tipo che era l'altro giorno nella stanza aveva i capelli scuri...-
Un momento di silenzio, in cui si guardarono a bocca aperta.
Poi lui chiese:-Marina, l'uomo della stanza, com'era di statura?-
Lei ci pensò un attimo:-Poco più alto di me- mormorò.
Il ragazzo in un attimo fu in piedi e, prendendola delicatamente per mano, fece alzare anche lei. Confrontò le loro altezze e si morse il labbro.
Si sedette nuovamente, poi, alzando lo sguardo sospirò:-Howers era alto 167 centimetri. Appena alla mia spalla. Se quello che hai visto tu era più alto di te significa che mi arriverebbe quasi alla fronte. Siamo di fronte ad un misterioso caso di omonimi-
Lei restò a bocca aperta, fissandolo.
 
 
 
*1 Fingi di sorridere prendendo il caffè, mi dici che la tua vita è un po’ rovinata, che stai lentamente cadendo a pezzi
*2 A volte il meccanismo si inceppa, ti sembra che tutto sia sbagliato, che non potrà mai tornare indietro, ma, lo sai, puoi stare meglio, molto meglio, io lo so
*3 Perché hai avuto una brutta giornata, semplicemente un giorno “no”
 
Angolo autrice:
Et voilà!! Quarto capitolo!! :D
Spero che vi sia piaciuto e che, soprattutto, vi abbia incuriosito.
Chiedo scusa a Maty e Sophie, ma non ha tempo nemmeno per grattarmi le orecchie, soprattutto da quando ho scoperto chi i compiti delle vacanze comprendevano quattro temi (non due come pensavo) e dieci disegni. Qualcuno mi salvi. Prima o poi leggerò anche storie altrui.
Ora, due domande: vi da fastidio il pezzo musicale? Nella prima parte non c’era l’indagine e, in un certo senso, poteva anche andare. Ma adesso vi disturba?
Due, che non centra nulla con la storia, qualcuno mi spiega bene cos’è un lettore beta?
Grazie mille a tutti e a chi recensisce.
Spero di sentirvi presto!
Saluti!!:)
   
 
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