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Autore: Marty Andry    12/09/2014    1 recensioni
La storia che tutti credevamo, la storia di Piero, un soldato.
Un soldato che muore, un soldato che porta il nome di tutti gli altri.
Ma in realtà Piero non è morto.
Perché tra quelle spighe di grano ancora verdi, la sua vita altrettanto giovane non poteva spezzarsi.
Perché Piero voleva vivere. E amava.
"Chi ha paura di morire, muore più d'una volta."
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Una storia ispirata alla canzone di Fabrizio De Andrè "La guerra di Piero".
Genere: Drammatico, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< Dài mamma, è solo una balera! >> protestò Teresa, mentre provava ad infilarsi un orecchino. 
<< Ho detto di no; e non si discute. >> rispose con fermezza.
<< Ma Piero parte tra due giorni e... >> 
<< Perché non ci va con quel suo amico, Salvatore? >>
<< Non credo che abbia voglia di parlare con lui. >> 
<< La balera... Guarda sonno modi. >> bofonchiò tra sé e sé.
Sentendo le due donne litigare, Cosimo cercò di calmare le acque.
<< Che succede? >> 
<< Non vuole farmi uscire. >>
<< E dove vai, da sola? >>
<< Con Piero, papà. >>
<< Alla balera! Di Furnaru! Ti rendi conto?! >> intervenne la moglie. 
L'uomo baciò la fronte della figlia. << Calmati, Teresa vuole stare un po' con Piero prima che parta. Guarda come si è fatta bella. >> 
La donna lasciò il ferro da stiro e sospirò con le braccia incrociate al petto.
<< E sia, >> acconsentì, << ma alle nove e mezza a casa. >>
Teresa l'abbracciò e scese in fretta le scale, per raggiungere Piero che già la aspettava da dieci minuti.

Le schioccò un bacio sulla guancia. << Complicazioni? >>
<< Più o meno. >>
<< Ma... Loro stanno di... Noi? >>
<< No, e da te? Credo che per mia madre non sarebbe una bella notizia. >>
<< Dalla mia bocca non è uscito nulla, ma suppongo che mio padre l'abbia quantomeno intuito. >>
La casa di Furnaru era nel bel mezzo del centro storico del paese. Il frastuono si sentiva anche dall'esterno, tarantelle e pizziche miste a romantici e sensuali lisci. Entrarono nell'abitazione e, proprio a destra dell'ingresso, vi erano degli scalini che portavano giù al locale. 
L'aria era allegra, tutti volteggiavano spensierati, tranne un paio di donne vestite di nero che erano rimaste sedute. Naturalmente, su un tavolo vi erano gli immancabili dolci sfornati dal padrone di casa, che andò loro incontro, salutandoli calorosamente.
<< Che onore, il figlio del Valenti qui! >> li accolse dando una pacca sulla spalla a Piero.
<> sospirò.
<< Lei non è la figlia di... >> chiese mentre si sistemava la camicia color vino nei pantaloni.
<< Teresa Caraccioli, piacere. >> si presentò lei cortesemente.
Appena sentì il cognome della ragazza, Barsanofio strabuzzò gli occhi e guardò Piero con aria interrogativa. Senza rispondere verbalmente, il Valenti intrecciò, con finta noncuranza, le dita con quelle di lei. Notato il gesto, l'uomo si congedò frettolosamente dagli ospiti. Teresa si voltò, quasi offesa. Piero le circondò le spalle con un braccio.
<< Tutto bene? >>
<< Ti vergogni di me, vero? >> mormorò.
<< Lo sai che odio essere etichettato come il "figlio di". Te lo ripeto, tuo padre è un uomo eccezionale. >>
Lei lo guardò con gli occhi lucidi, permettendogli di trascinarla sulla pista da ballo. Piero non aveva la più pallida idea di come si ballasse un liscio, aveva sempre improvvisato e messo insieme passi a caso, così un valzer si trasformò presto in una pizzica scandita dal vivace ritmo dei tamburelli. Erano nel Salento, dopotutto. 
Voleva che quella sera gli rimanesse impressa, per aiutarlo quando sarebbe andato al fronte. Voleva ricordare Teresa allegra e spensierata, mentre i suoi capelli si coloravano delle più svariate sfumature alla luce soffusa delle lampadine. Non gli importava di chi, in quel momento, stesse confabulando sul loro conto. Perché sapeva di fare qualcosa di giusto. L'amore non ti sceglie con cura la tua metà, ti capita e basta. 

Esausti e sorridenti si sedettero sulle semplici sedie di vimini.
<< Aspetta qui, vado a prendere qualcosa da mangiare. >> disse Piero.
Mentre si allontanava, una figura  maschile, slanciata, in un completo color tabacco decisamente fuori luogo, coi capelli neri tirati all'indietro con la brillantina si avvicinò a Teresa, intenta a sistemare qualche ciocca di capelli. 
<< Buonasera. >> disse l'uomo con voce cupa.
La ragazza spalancò gli occhi ed un brivido, a causa dello spavento, la percorse dalla testa ai piedi.
<< B-Buonasera. >> 
<< Nicola. >> si presentò, mostrando uni strano sorriso.
Lei abbassò gli occhi. << Teresa. >>
<< Sei da sola? >>
Non l'aveva mai visto, motivo per inquietarla di più. Scosse il capo e, tempestivamente, arrivò Piero. 
<< Scusi. >> disse irritato alle spalle di Nicola. Quando questo si girò, lo sgomento si dipinse sul volto del ragazzo.
<< Tu?! >> esclamò l'altro, esterrefatto.
Lo trafisse con uno sguardo tagliente. << Sparisci. >> ordinò.
<< Si tratta così un amico? >> ribattè con aria di finta innocenza.
<< Non sei un mio amico. >> 
<< Comunque non pensavo che tu apprezzassi gente come... Lei. >>
Un lampo attraversò gli occhi di Piero, che poggiò su una sedia il piatto con i dolcetti. Teresa gli afferrò prontamente il gomito, per evitare che si fiondasse su Nicola. 
<< Prova ci dici n'atra cosa e ti ritruevi all'atru munnu n'tra do' secondi! >> lo minacciò Piero, a denti stretti, con la rabbia a stento contenuta.
<< Sai, conservo ancora il quadro che mio nonno mi ha regalato. >> disse cambiando argomento, con un sorriso beffardo.
Senza guardarlo, Piero prese Teresa per mano e la portò via dalla balera. 
<< Scusami. >> mormorò lei a testa bassa, la voce tremava.
<< Non è colpa tua, lo vuoi capire? >> 
Si spaventò per il tono che il ragazzo aveva usato. 
<< Scusa, non volevo, non devi farti influenzare, è inutile beh, sì, perché... >>
<< Perché? >> lo interruppe.
Piero sorrise mentre tastava la giacca nella penombra. 
<< Perché ti voglio sposare, Teresa. >> 
Lei strabuzzò gli occhi e scoppiò a ridere.
<< Se fosse vero, ti direi di sì, immediatamente. >> rispose, credendo che lui stesse scherzando.
<< Teresa, è realtà, io voglio sposare te. >> e così dicendo gli infilò un anello sottile al dito. 
Lei, incredula, lo fissò e lui la abbracciò, baciandola teneramente. 
<< Pregherò per te ogni giorno, te lo prometto. >> disse lei.
Il suo respiro era freddo, gli occhi si rispecchiavano in quelli del giovane e le sue braccia robuste le cingevano la vita. Non volevano che quella serata finisse, ma lo sapevano. Sapevano che il tempo era sono un'illusione, che il tempo degli innamorati è l'eterno presente. Gli astri osservavano il loro amore che lentamente sgorgava; ma qualcun altro, appena sopra di loro, aveva posato gli occhi su quelle due metà che combaciavano perfettamente.

Teresa aprì la porta a salì le scale velocemente, tanto che quando si fermò aveva il fiato corto. Sua madre, seduta su una sedia, ricamava ed il padre leggeva il giornale.
<< Vedi sono stata puntuale! >> disse rivolta alla donna. Questa si alzò ed andò verso di lei. 
<< Senti, voglio solo che tu capisca che il Valenti non è per te. >> disse con voce ferma.
La ragazza sbiancò di colpo.
<< Siete diversi, molto diversi. Lui è... >> continuò.
<< Mamma, >> disse guardandola dritta negli occhi << lui mi ama. >>
Il padre, nell'udire la frase, poggiò il giornale sul tavolo.
<< Ed io amo lui. >>
<< Ferma, Rita! >> gridò Cosimo alla moglie, che era sul punto di tirare uno schiaffo alla figlia.
Mostrò loro il sottile anello d'oro all'anulare. << Mi ha chiesto di sposarlo, verrà domattina. >>
  
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