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Autore: London Eyes    12/09/2014    0 recensioni
"Per non pensare al passato, cercai di concentrarmi sul presente. Che cosa ero io? Un ragazzo, ormai dimenticato dalla società, un “asociale” come dicevano in tanti, oppure “ il Lupo Solitario” come invece starnazzavano quelle ochette della quinta, ma sarei sempre ricordato come “ Zayn Jawaad Malik, il figlio dell’assassino”."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mese seguente eravamo in stretti rapporti e scoprimmo di avere molte cose in comune; ancora titubanti e imbarazzati, all’inizio, ma fiduciosi e felici un attimo dopo. Ci comportavamo da normali amici delle superiori, e fu il periodo più bello della mia vita, dato che amici non ne avevo mai avuti. E questo probabilmente era lo stesso per lei. Dopo scuola, quasi tutti i giorni, studiavamo insieme, e ci facevamo dei giri per il paese. Scherzavamo, ridevamo, ci prendevamo in giro e ci sentivamo finalmente liberi dalla vecchia vita, in cui eravamo costretti a subire ingiustizie. Dopo che diventammo… anzi ci sentivamo già migliori amici inseparabili, decidemmo di raccontarci i primi segreti. Non perché fosse una specie di prova di fiducia. Semplicemente, avevamo entrambe, bisogno di conforto e di consigli.  Era un sabato d’inverno, anche se non sembrava affatto: il sole alto nel cielo, neanche l’ombra della neve e l’aria si poteva definire tiepida. Andammo in un prato, e mettemmo le nostre giacche a mo’ di coperta, sull’ erba umidiccia. Un po’ mi dispiaceva posarla per terra, ma ormai, ne aveva vissute tante, che non ci pensai due volte. Sembravamo due bambini, in attesa che l’amico cominciasse a raccontare, e a giurare in cuor proprio di mantenere il segreto solo per se. E così, un po’ scherzando e un po’ tenendoci per mano, come amici di vecchia data, iniziò il discorso Diana.
“Allora, un segreto che non ho mai detto a nessuno…” Cominciò sorridendo sotto i baffi. Cosa aveva in mente di fare, quella cialtrona?
“Si…?” dissi guardandola e facendole una smorfia.
“E non fare quella faccia da schiaffi!” urlò, picchiettandomi la spalla con le mani strette a pugno.
“Ma cosa dici?! Dai vai avanti altrimenti ti faccio il solletico!” dissi con un sorriso beffardo.
“Ok, ok. Stavo dicendo, il mio segreto più grande, che non ho mai detto a nessuno è… ho paura dei nani da giardino!”
Scoppiai in una risata che durò fino a che non intravidi la sua faccia offesa.
“Scusa, scusa! Credevo stessi scherzando!” dissi un po’ agitato.
  -Nani da giardino?- pensai
“E invece è così…” mi  guardò leggermente spaventata. Aveva occhi dalle lunghe ciglia, il viso ovale, così candido, le labbra piccole e sottili sovrastate da un nasino all’insù, il faccino incorniciato da lunghi capelli lisci e castani con qualche sfumatura biondiccia. Per tutto il tempo in cui stemmo insieme, non feci altro che guardarla a lungo, cercando di capire la sua personalità. E ora che l’ho capita, la amo ancora di più! Nessuno lo sa, e non intendo nemmeno crederci, ma mi piace come svia i discorsi che non le vanno a genio, come cammina, come parla in modo buffo con la sua stramba zeta, come mi guarda quando faccio qualcosa di stupido, perfino come si arrabbia con me. Mi piace come si veste, e come lei non le importi del suo aspetto acqua e sapone. Mi piace e basta. Ma la cosa che amo di più, è la nostra complicità nelle cose. Se fa un gesto, un cenno o mi fa l’occhiolino, capisco sempre cosa vuol significare. E’ questa la vera amicizia, lo so per certo.
“Ehi! Ma mi hai sentito?” –Cosa?-
“Si si…” risposi. Ero talmente preso dai pensieri che non sentii cosa mi disse.
“Beh, ora tocca a te.”  Disse guardandomi intensamente.
Che cosa le potevo dire? Ormai la storia della mia famiglia la sapeva a grandi linee…. Se le avessi detto che l’amavo, avrei rovinato un’amicizia salda, costruita con fatica? Oppure mi avrebbe detto “Ti amo anche io.”? Forse non so nemmeno che vuol dire “amare”.
“Beh?” domandò. Stava aspettando. Se avessi atteso troppo sarei sembrato diffidente, oppure che non volevo rivelare il mio segreto e stavo cercando una scusa per sviare il discorso.
“Ho una collezione di pupazzi di Hello Kitty.” Bugia assoluta.
Scoppiò a ridere. Una risata cristallina che mi riempì il cuore. Si, l’amavo.
“E mi piace farmi coccolare da mamma” Verità.
Avevo scelto una mezza verità. O una mezza bugia. Non saprei come definirla.
“Sul serio? Oppure mi stai prendendo in giro?” disse sghignazzando.
“No, no è la verità” sorrisi.
Ci guardammo e scoppiamo a ridere entrambi. Le nostre risate insieme erano una nota sola. Un qualcosa di magico e splendido. Forse era meglio continuare a essere amici… ma sapevo nel profondo del mio cuore, che non bastava.
   
 
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