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Autore: Chichilina    30/09/2008    12 recensioni
...quando quella sera tra le braccia mie hai sentito il cuore volare...
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mamoru/Marzio, Seiya, Usagi/Bunny
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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     Secondo capitolo in arrivo.
Volevo ringraziare tutti quelli ( e sono stati tanti!!) che hanno letto il primo capitolo e l'hanno recensito. E' vero, sono un vulcano di idee, ma siete voi a darmi l'energia per metterle su carta bianca (o su sullo schermo in questo caso) per cui vi ringrazio di cuore.

     Questo è un momento particolare della mia vita e scrivere mi aiuta molto. Spero di non deludervi e di non perdere nessuno di voi come lettore.

     Un bacione. VI voglio bene. Chichilina

     

     CAP. 2 LE COSE CAMBIANO

L’inverno era ormai alle porte, montagne di maglioni, sciarpe e cappelli di tutti i colori erano sparsi per la piccola cameretta. Due valige aperte e cianfrusaglie ovunque. 
“Questo non posso lasciarlo, quest’altro nemmeno, questo è un ricordo, questo è troppo carino…”. Fare le valige per Usagi era decisamente un’impresa epica e di poco piacere.
 
Eppure, era stata prooprio sua l’idea un viaggio “di riflessione”, come lo aveva battezzato Rei, un viaggio che doveva essere insieme una vacanza e un’occasione per riflettere. Un viaggio lungo, con una meta segreta.
Solo il pensiero di questa pausa le faceva tornare l’entusiasmo che credeva ormai di aver perso.

         -- Usa tesoro, vuoi una mano con quelle valige? Se mi dai un momento finisco di riassettare il soggiorno e ti aiuto.
--  No mamma, ti ringrazio, ho quasi finito. Poi ti prometto che riordino la camera.
--  Ma è proprio necessario questo viaggio tesoro, due ragazze sole a…dove hai detto che andate?
--   Mamma andiamo alle terme, a nord del paese. E’ un centro benessere di proprietà della famiglia di Naru e possiamo stare tutto il tempo che vogliamo.
--  E quando tornate?  Prima di Natale naturalmente. Un mese di relax sarà abbastanza, no?!
--  Non lo so di preciso. Intanto partiamo. Poi si vedrà.

 

Con un piccolo sorriso sulle labbra Ikuko Tsukino lascìò il caos di Usagi e tornò alle sue faccende domestiche. Aveva capito che c’era qualcosa che non andava nel cuore di sua figlia e sperava dentro di sè che questa vacanza l’avrebbe aiutata a tornare la ragazza allegra e spensierata di sempre.

 

*Bene, ho finito. Ora devo solo prepararmi per andare all'incontro con gli altri per salutare tutti. Chissà se verranno proprio tutti a salutarmi?,…Lo so che ce l’hanno un po’ con me. Non ho voluto portare nessuno di loro. Mamoru poi,…mi dispiace stia soffrendo per colpa mia ma non posso proprio fare diversamente. 
E poi c’è Seya, non ho davvero idea se verrà oppure no. Mi piacerebbe salutare anche lui. Mi dispiace, anche lui sta soffrendo per colpa mia. Ha addirittura deciso di restare sulla Terra per me e io, invece di restare almeno in veste di amica, prendo e me ne vado. Amica. Non lo so se posso essere ancora sua amica davvero.
Ahhhhhhhhhhhhhh, basta! Ho proprio bisogno di staccare la spina. Ne avrò a bizzeffe di tempo per pensare.*

 

Era passato un mese dall’ultimo scontro, un mese da quella battaglia contro Cahos che le aveva fatto conoscere il dolore di perdere chi si ama, ancora una volta, e la felicità di riabbracciare chi si credeva perduto, ancora una volta. Aveva combattuto da sola e con coraggio, non si era mai tirata indietro stringendo in una mano la paura e in un’altra la speranza.
Tutti credevano fosse stata la Principessa della Luna a combattere oppure Sailor Moon, ma la verità è che era stata la piccola Usagi a battersi, quel raggio di sole frizzante che tutti conoscevano aveva lottato ed era stata ferita nel corpo e nello spirito. Ma aveva vinto.

 
Ora però era stanca. Stanca di tutto.

All’inizio aveva creduto davvero che le cose sarebbero andate bene, nell’abbracciare il suo uomo dopo tanto tempo e nel rivedere le compgne credute morte, aveva creduto di poter ricominciare la sua vita da dove l’aveva lasciata. Ma i percorsi del cuore sono misteriosi, si sa, e qualcosa dentro di lei sembrava essere cambiato, … era strano da spiegare. Era come se tutto fosse diventato inadeguato: troppo grande o troppo piccolo, troppo difficile o troppo banale, troppo impegnativo o assolutamente insignificante per lei. I suoi sentimenti, i suoi doveri, i suo sogni si erano mischiati in un calderone nero e profondo che non lasciava decifrare i singoli ingredienti.

Se ne accorse subito. La sera stessa dopo la battaglia, a casa di Mamoru.

 

Finalmente lui era tornato. Credeva di sognare nel rivederlo al suo fianco.

La camera da letto aveva le persiane socchiuse, entravano delicati spiragli di luce. Era la luce della prima luna, quella luce si rifletteva negli occhi di lui e dava qualcosa in più al suo sguardo collorato di blu, evidentemente segnato dall’emozione.
Le lenzuola fresche le accarezzavano la pelle. Era troppo stanca per parlare.

Aveva davvero bisogno di riposare. Mamoru aveva pensato di portarla a casa sua per starle accanto mentre riacquistava le forze e per non perdere più nemmeno un minuto della sua presenza.

Lui era steso accanto a lei ma sopra le coperte. Pensò fosse affrettato prendersi la licenza di infilarsi con lei sotto l’abbraccio del piumone,  le era accanto e la guardava, come si guardano le cose preziose. Restarono in silenzio. Era  come se le parole che avevano dentro non riuscissero ad uscire.

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*Piccolina, come sei indifesa in questo letto. Chi potrebbe mai pensare che tu, scricciolo di donna, sei colei che ha salvato l’umanità tante e tante volte? Io non potrei. Quando sei qui con me mi sento io il signore dell’universo, anche se la realtà è ben diversa. Tu sei la mia regina, i tuoi poteri sono di gran lunga superiori ai miei. Il tuo valore è superiore al mio così come il tuo coraggio. Cosa ho fatto per meritare il tuo amore così meraviglioso? Io non sono che un uomo, tu invece sei una dea.*

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* Oh Mamoru, perché mi guardi così? Sembra quasi che non mi riconosci. Sono sempre io, la tua testolina buffa, quella a cui hai lasciato un anello come pegno del tuo amore. Si, sembra quasi tu non mi riconosca. Forse però hai ragione. Non sono più la stessa. Non mi sento più la stessa. L’Usagi che conoscevi non proverebbe dentro il cuore questo sentimento scuro che sento così grande. Non l’ho mai provato prima, non così intensamente almeno. Non verso di te. Eppure…i tuoi occhi mi sono cari ma… non come prima, il tuo profumo di aggrada ma…non come prima.
Ti ho amato tanto Mamo-chan. Perché ora però non riesco a dirtelo?*

Restarono in quella posizione e in un silenzio tacitamente accordato per ore, a Usagi sembrò fossero lì da sempre, Mamoru pregò restassero lì per sempre.

   
 
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