Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Ulissae    30/09/2008    9 recensioni
Io non sono mai stata una ragazza che crede alle favole... eppure ero capitata a Forks e volente o nolente non potevo scacciare il pensiero che qui, qualcuno aveva ambientato Twilight...
Non avrei mai creduto possibile catapultarmi dentro.
Qualcuno mi aveva trascinato lì, non so come, non so perché, forse qualcosa, fatto restava che non avrei mai e poi mai fatto in modo che quella, Isabella, si prendesse Jake. No.
Questa volta, almeno questa, potevo cambiare il corso degli eventi, e lo avrei fatto.
Genere: Romantico, Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Jacob Black, Quileute
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ase
1.Tutto inizia per colpa della cara zia stephy...

Noia, noia, noia; ancora mi chiedo come sia possibile il fatto di essermi ritrovata qui... a certo... colpa sua, la Mayer...Se non fosse stato per quella donna ora non mi ritroverei qui, in questa stupidissima città, di quasto stupidissimo stato, di questa stupidissima contea! E certo, mi pare logico, che un'idiota della mia stazza alla domanda "che preferisci, Seattle o new York?" abbia risposto con un sorriso eccitato la prima. Inconsapevole del fatto che non avrebbe alloggiato nella metropoli bensì in uno sputo di paese a pochi chilometri dalla famosissima Forks.
A parte il fatto che veramente qui piove sempre, e che la corriera per la città passa poco o niente e che se non hai diciottoanni concludi un emerito cavolo, i ragazzi non sono ne belli ne stupendi: semplicemente orrendi.
Apparecchi a gogo, brufoli come se fossero in svendita e un accento così campagnolo da sembrare finto.
Ma è proprio qui che inizia la nostra storia... in un paese a dieci minuti dall'epicentro dei desideri femminili, un pomeriggio come tanti altri, dove la suddetta narratrice non avendo niente di meglio da fare decide di andare a visitare il luogo dei suoi desideri... come non avete capito? LA PUSH, mi pare matematicamente corretto!
Bene dicevo, riuscendo a prendere la navetta diretta a Forks con una borsa a tracolla ed il mio fido ombrello iniziai la mia avventura.
Arrivai al confine della riserva indiana poco dopo le quattro del pomeriggio e già la pioggia torrenziale mi aveva bagnato i piedi, potevo sentire le paperelle fare qua qua nelle scarpe, ma superati questi imprevisti tecnici mi avviai di buona lena intenzionata a raggiungere la scogliera, la SUA scogliera, dove quei ragazzi fantastici e magnifici si buttavano ogni santo giorno... non avete capito? IO ADORO i lupacchiotti della riserva! Da quando ho letto twilight il mio cuoricino si è donato a loro! Quindi potrete capire come mi sentivo in quel momento...
Secondo le descrizione, pressoché minime del libro potevo dedurre di trovarmi nella zona residenziale, dove il mio caro Billyno abitava felice e contento, solo che nel mio immaginario da bambinetta c’erano aiuole e casette da fare invidia ad Heidi, invece davanti a me si parava una distesa di prefabbricati grigi e squallidi. Delusa come non mai pensai che forse le cose sarebbero migliorate una volta che avessi raggiunto l’oceano: quella è natura, non si discute!
Camminai per oltre venti minuti, alla faccia della ragazzina demente che era Bella, da come diceva quella due passi e ci si faceva il bagno.
Lo spettacolo non tradì le mie aspettative: la scogliera imponente si erigeva sul mare mosso che violento si infrangeva su di essa. Un bosco di alti abeti e pini faceva da guardiano. Con un sorriso compiaciuto mi avvicinai lentamente assaporando quel magnifico paesaggio, il buio iniziava a scendere e in lontananza potei distinguere delle figure scure e slanciate; il cuore iniziò a battere all’impazzata, sapevo benissimo che non potevano essere loro, ma comunque una flebile speranza era iniziata a nascere. Correndo a perdifiato mi fermai a pochi metri da loro.
Il più alto circa un metro e novanta aveva gli occhi a mandorla socchiusi, e degli zigomi così sporgenti da diventare brutti e quasi fastidiosi all’immagine. Un altro alla sua destra era grasso e basso, con dei capelli corti; gli altri due non si allontanavano di molto da questa descrizione; in definitiva il mio immaginario aveva fatto letteralmente cilecca. Sconfortata mi sedetti sull’erba e uno di essi si avvicino a me.
-Hello I’m Jhoseph- disse con tono seducente.
Lo squadrai con fare sospetto, io ..te... mai e poi mai gli avrei risposto, i denti erano storti e poi scusate uno che abborda una ragazza così già per me parte svantaggiato.
-Hello- risposi gelida per poi rigirarmi verso l’orizzonte. Dietro di noi i suoi amici iniziarono a sghignazzare divertiti.
Lui insultandoli se ne andò e loro lo seguirono, rimasi di nuovo da sola. E di nuovo la noia iniziò ad invadermi, mi ero sempre chiesta cosa diamine facessero Quil ed Embry; ecco ora lo sapevo: un cazzo.
Ringhiando rimproverandomi per aver permesso al mio istinto di venire qua e non di andare nella favolosa Manhattan mi rialzai, sentivo i tuoni in lontananza e tra mezz’ora sarebbe ripassata la corriera del ritorno.
Risbucai sulla strada lasciandomi alle spalle il sogno infranto di incontrare il mio bell’indiano, quando udii una voce. Più nello specifico la voce. Una voce che nella mia testa aveva preso il monopolio e non mi lasciava più stare: la voce di Jake.
Nel mio immaginario si proiettava nitida: roca, scura e cupa senza tradire l’allegria che lo distingueva.
Credei di sognare quando una figura possente si lanciò dalla scogliera, e forse lo feci.
Le risate si inseguivano tra di loro e uno dopo l’altro anche i proprietari delle rispettive si lanciarono. Io senza pensarci due volte li seguii.
Non so perché lo feci, neanche se l’ultimo sguardo che il ragazzo più alto mi lanciò fosse stato diretto a me, ne se tutta la storia che ne seguì è vera: fatto sta che persi conoscenza una volta a contatto con l’acuq gelida dell’oceano.


-Sam credi si stia riprendendo?- una voce curiosa.
-Credo di sì, sta aprendo gli occhi- il tono di questa era molto più autoritario e composto.
Sbattei le palpebre un paio di volte prima di rendermi conto di dove fossi. Di sicuro su un divano, e con addosso una coperta, anche se i vestiti zuppi mi pesavano sul corpo.
Di fronte a me il ragazzo più bello che avessi mai visto: Jacob Black.




Taradaaaa eccomi qua con una nuova storia(vi starete disperando) e so benissimo che dovrei aggiornare le altre e che ho ben 5 storie aperte, più una che devo presentare ad un contest... lo so, ma non potevo resistere! Cioè già mi sto trattenendo con un sacco di idee in testa e non poermettermi di scrivere questa storia mi sembrava vermante una cattiveria!
Comunque se non vi piace ditemelo, secondo me gfa proprio schifo, cioè io nel mondo di Twilight....SEEEEEEEEEEEEEEXD
Vorrei che commentaste perchè se no la tolgo.
bacioni!
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Ulissae