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Autore: Alexandra e Mac    13/09/2014    6 recensioni
Il Passato e il Futuro si mescolano in questo racconto che conclude la trilogia iniziata con Giochi del Destino. Per tutti coloro che hanno amato i personaggi storici da noi inventati.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Scritto nel Destino'
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Capitolo XXVII



Un progetto in comune




Dopo una notte agitata e piena di riflessioni, Eleanor Cavendish aveva preso una decisione e l'avrebbe messa in atto. Aveva inviato un biglietto al conte di Linley, che sapeva essere l'amico più intimo di Nicholas, ed ora attendeva con impazienza il suo arrivo.

Nel frattempo i suoi pensieri continuavano a tornare al bacio della notte precedente: non riusciva ancora a capacitarsi di come fosse stata in grado di dominarsi mentre era tra le sue braccia; era più saggia e più forte di quanto avesse mai pensato, perché se avesse seguito l'istinto e il desiderio che quel bacio le avevano risvegliato, non lo avrebbe mai lasciato andare. Per poi pentirsene amaramente.

Di certo avrebbe vissuto una notte indimenticabile, la migliore di tutta la sua vita, ma si sarebbe trattato soltanto di passione fisica, senza neppure un barlume di speranza perché potesse trasformarsi un giorno in qualcos'altro. Era sicura di questo, e se non le fossero bastate le parole di Nicholas, proprio il bacio glielo aveva confermato. Un bacio carico di passione a lungo repressa, ma privo di un reale desiderio per lei. Tuttavia era proprio quella passione fisica a stento trattenuta a farle temere per Nicholas... Se egli avesse proseguito con l'assurdo e a lei inspiegabile piano di fingersi un impenitente libertino, presto o tardi quel gioco gli si sarebbe ritorto contro e i suoi saldi principi di non tradire mai la moglie sarebbero svaniti tra le braccia di qualche dama meno nobile e leale di lei. Nessuna donna, difatti, sarebbe stata in grado di resistere a quella esplosione di desiderio così a lungo soffocato... nessuna, almeno, che non gli fosse diventata amica, seppur nel breve spazio di una conversazione.

L'arrivo di Thomas Clyde interruppe le sue riflessioni. Eleanor lo accolse nel salottino ed osservò l'aria perplessa e stupita dell'uomo. Probabile che si stesse chiedendo il motivo di quella convocazione.

"Lady Cavendish" disse, profondendosi in un'impeccabile, benché piuttosto rigido, inchino, quando lei gli tese la mano.

"Eleanor. Mi chiami Eleanor, conte di Linley" lo corresse lei con dolcezza.

Lui la osservò ancora più perplesso:

"Come desiderate, milady. Ma solo se voi mi chiamerete Thomas" concesse a sua volta, nonostante la diffidenza che lei percepiva ancora nel suo tono.

Lady Cavendish fece un cenno d'assenso col capo, prima di invitarlo ad accomodarsi ed iniziare a spiegargli il motivo della sua chiamata.

Gli raccontò tutto quanto era successo la sera prima tra lei e il Duca di Lyndham, senza tralasciare nulla. Lo vide accigliarsi quando gli disse che aveva invitato l'amico a trascorrere la notte con lei, e subito dopo increspare le labbra nell'accenno di un sorriso al racconto del rifiuto di Nicholas e delle parole che erano seguite.

Poi Thomas era apparso sorpreso quando lei aveva accennato all'amicizia nata tra Lady Cavendish e il Duca, improvvisa ma sincera. Infine, benché turbato dal bacio che Nicholas le aveva dato e al quale lei aveva risposto, era sembrato comunque sincero quando le aveva detto di riconoscere la sua lealtà nel rifiutare un uomo in evidente profonda crisi e l'aveva ringraziata d'essere stata così sincera con lui.

"Posso immaginare quanto vi sia costato raccontarmi tutto questo, Eleanor. Sappiate che lo apprezzo molto. Tuttavia ritengo che non lo abbiate fatto per ricevere i miei complimenti".

"Avete ragione, Thomas. Vi ho chiamato perché sono preoccupata per Nicholas, come immagino siate anche voi. Anzi, credo che voi siate preoccupato anche per Lady Thornton. O sbaglio?"

"Non sbagliate: Nicholas e Sarah sono i miei migliori amici e provo grande affetto per entrambi, e per i loro tre bambini. Vorrei che tornassero ad essere felici".

"Siete sicuro di volere proprio questo?"

"Cosa intendete?"

"Circolano voci anche su di voi, Thomas, non solo su Nicholas. In società si mormora, tra le altre cose, che siete voi la causa dei problemi matrimoniali del Duca e della Duchessa di Lyndham".

"Sono a conoscenza di quelle voci, ma vi assicuro che non sono io l'origine dei loro problemi".

"Ma siete innamorato di Lady Sarah?"

"Siete davvero diretta, Eleanor..." rispose il conte con un sospiro. Lady Eleanor temette questa risposta e le sue eventuali implicazioni, ma lui si affrettò a chiarire la sua posizione.

"Sarah Jane Montagu, lady Thornton e duchessa di Lyndham, è una splendida e affascinante nobildonna, una madre dolcissima e una donna molto sensuale... Credo che ogni uomo sia stato, o sia sempre, un po’ innamorato di lei. Non è possibile vederla senza esserne attratti, non è possibile conoscerla e non amarla".

Lady Eleanor rimase turbata da quelle parole così cariche di sentimento: quale donna non avrebbe voluto sentirsi definire a quel modo, e con tale enfasi, da un affascinante gentiluomo, per di più ancora libero? Eleanor Cavendish doveva difatti riconoscere almeno con se stessa che anche l'amico del Duca di Lyndham era un uomo che poteva suscitare forti passioni in una donna. Il mistero era capire per quale motivo ancora nessuna era riuscita ad accalappiarlo. Ciò che le aveva appena detto di Lady Sarah poteva svelare quel mistero.

"Anche voi?" domandò di nuovo.

"Sì, anch'io... " rispose lui, con disarmante onestà; ma poi aggiunse: "L'amo allo stesso modo in cui si può amare un'opera d'arte che sappiamo non potremo mai possedere: con venerazione e rispetto".

"Tuttavia se lei un giorno dovesse ricambiare il vostro affetto?"

"Non sapete nulla, vero, della vita di Lady Sarah Jane Montagu? Perché se conosceste il suo passato, capireste le mie parole: Sarah prova molto affetto per l'amico di suo marito... Ma è soltanto il marito l'unico uomo che sia mai riuscito a far breccia nel suo cuore. E sarà sempre così, nonostante lui stia facendo il possibile per farsi odiare, come tutti gli altri uomini della sua vita."

"Voi sapete perché?"

"Forse sto iniziando a farmi un'idea... le cose tra loro sono cambiate dopo il rientro definitivo di Sarah e dei bambini dal lungo periodo di convalescenza all'estero seguito al difficile parto dei gemelli. Da quel momento Nick è cambiato: all'inizio ho pensato anch'io che avesse delle amanti, anche se mi sembrava impossibile, vista l'adorazione che ha sempre avuto per la moglie. Ma ora sono certo del contrario".

"Cosa vi da questa certezza?"

"Ho seguito Nicholas per mesi. Non è mai andato a letto con nessuna delle donne delle quali si mormora in società. Neppure con voi ieri sera. Questa certezza è l'unico motivo per cui sono qui, in questo momento".

"Avete pedinato Sua Grazia il Duca di Lyndham? chiese Lady Eleanor con un sorriso.

"Difficile da immaginare, vero? Un semplice conte che segue un duca..." rispose lui, con gli occhi nocciola illuminati dal divertimento.

Lei lo osservò con attenzione, cogliendo in quello sguardo scanzonato molto di più di quell'uomo di quanto egli stesso volesse dare ad intendere: lealtà, determinazione, intelligenza, coraggio e persino un intrepido spirito d'avventura. Nulla da invidiare all'amico, se non per il fatto che, a differenza del Duca le cui doti trasparivano non appena lo si conosceva, quelle del Conte restavano nascoste dietro  una facciata di fuorviante banalità.

"Voi non siete affatto semplice, caro Conte... non siete affatto un uomo semplice".

Thomas Clyde sorrise compiaciuto: Eleanor non lo sapeva, ma il suo invito, oltre a sorprenderlo, lo aveva anche intrigato. Dalla prima volta che l'aveva vista ad un ricevimento, accompagnata dall'anziano consorte, si era invaghito di lei. Sul momento era convinto che l'anziano gentiluomo che l'accompagnava fosse il padre; aveva appreso invece che era il marito proprio un attimo prima di rendersi ridicolo e confessarle la propria ammirazione. A quel tempo aveva pensato rassegnato che le uniche due volte in cui aveva provato forti emozioni per una donna, emozioni che avrebbe desiderato approfondire, si trattava di donne già sposate. E lui non era il tipo di portar via una donna al suo legittimo consorte, neppure se questi fosse stato, come nel caso di Lord Cavendish, più un padre che un amante.

Max Cavendish, amico del padre di Eleanor, aveva fatto da tutore alla ragazzina rimasta orfana a soli quattordici anni, portandola a vivere con sé e la sorella. Nonostante la disgrazia che l'aveva colpita, Eleanor era arrivata all'età di fare il suo ingresso in società circondata dall'affetto dei due fratelli, più anziani di lei di oltre trent’anni. Lady Sophia, sorella di Lord Cavendish e più vecchia del fratello di dieci anni, era morta all'improvviso proprio poco prima del debutto di Eleanor, che con tanta eccitazione aveva pianificato assieme alla giovane. La fanciulla, addolorata per la perdita di una donna che in quegli anni aveva imparato ad amare come un'altra madre, non aveva più voluto essere presentata in società, rinchiudendosi in un ostinato esilio nella tenuta di campagna dei Cavendish. Lord Max, a sua volta addolorato per la perdita della sorella, con la quale aveva sempre convissuto poiché egli, anche durante i pochi anni del suo matrimonio e a maggior ragione dopo la prematura scomparsa della moglie, aveva accolto in casa propria Lady Sophia che non si era mai sposata, non aveva mai forzato Eleanor a debuttare neppure dopo il periodo previsto per il lutto. L'idea di restare solo lo spaventava, pertanto era ben felice che la giovane gli restasse accanto: era difatti certo che se fosse stata presentata in società, avrebbe ricevuto almeno una proposta di matrimonio prima che la stagione si fosse conclusa. Era una giovane donna troppo bella per non suscitare l'ardore in un gentiluomo.

Tuttavia l'essere rimasto solo a vivere con lei senza la sorella a farle da chaperon avrebbe potuto suscitare pettegolezzi e rovinare pertanto la reputazione di entrambi. La decisione di sposarla egli stesso era nata principalmente da quel motivo, anche se l'idea di poter avere ancora almeno un figlio a cui lasciare titolo e proprietà aveva cominciato ad affacciarsi alla sua mente quando si era reso conto, nonostante la differenza di età, di essere ancora un uomo vigoroso e di provare, oltre all'affetto quasi paterno, anche un desiderio più carnale per la sua pupilla.

Eleanor, troppo acerba nei sentimenti da confondere gratitudine e affetto per amore, aveva acconsentito alla proposta di Max, che adorava come un eroe e dal quale non voleva allontanarsi. Purtroppo per le speranze del conte, egli era morto all’improvviso come la sorella solo tre anni dopo il matrimonio, senza riuscire a procreare l'erede desiderato.

Osservando la sua ospite, Thomas pensò che quell'incontro avrebbe potuto essere l'inizio delle sue speranze. Il periodo di lutto era ormai trascorso e il suo invito a parlare dei problemi di Nicholas stava a significare che era preoccupata per il comune amico. Forse dividere con lei le proprie intuizioni gli avrebbe permesso di avere la sua opinione in merito e magari anche un consiglio sul da farsi e chissà che il condividere il progetto di aiutare il Duca non li avrebbe resi più intimi. Decise quindi di dare una mano al proprio destino e si risolse a metterla a conoscenza dei suoi sospetti.

"Che ne pensate?" domandò infine, dopo averle rivelato che era convinto che Nicholas si stesse comportando a quel modo per cercare di allontanare da sé la moglie onde evitare di metterla ancora incinta e farle correre altri rischi. Si rendeva conto che affrontare un argomento simile con una giovane donna poteva sembrare alquanto sconveniente, ma Thomas aveva avuto modo di apprezzare il buonsenso e la capacità di giudizio di Lady Cavendish e quel breve incontro lo stava convincendo che con lei avrebbe potuto parlare di tutto senza scandalizzarla.

"Se, come dite, il Duca di Lyndham è così innamorato della moglie, vederla soffrire a quel modo, il rischio di perdere lei e i gemelli durante il parto... tutto ciò può di certo aver turbato un uomo di nobili sentimenti come Nicholas. Rinunciare a lei pur amandola e desiderandola tanto, è un grande atto d'amore nei suoi confronti..."

Thomas si congratulò con se stesso per aver valutato bene Lady Eleanor fin dalla prima volta che l'aveva veduta quando, ad un ricevimento, l'aveva sentita parlare in maniera molto sensata e pertinente di un argomento, l'istruzione delle classi meno abbienti, che le nobildonne in genere intavolavano per mettersi in mostra, blaterandone in proposito senza alcuna cognizione.

Nel frattempo lei proseguì col suo ragionamento:

"Tuttavia è anche vero che, pur per una nobile causa, il suo comportamento sta procurando infelicità sia a se stesso, sia alla donna amata che tanto desidera proteggere dalle sofferenze... Ditemi, Thomas, ne avete già parlato con Nicholas?" chiese infine.

Un lieve sorriso increspò le labbra del conte di fronte alla perspicacia e alla schiettezza della giovane donna.

"Ieri sera, quando l'ho affrontato al suo ritorno da casa vostra".

"E...?"

"E Nicholas, pur non ammettendolo direttamente, con le sue parole ha confermato i miei sospetti".

"E?" domandò di nuovo Lady Eleanor, pur intuendo già la risposta dall'esitazione del conte a proseguire.

"E ha ribadito, cocciuto qual è, che il suo comportamento è l'unico modo per riuscire a starle lontano ma al tempo stesso continuare a prendersi cura di lei e dei bambini".

"Ma si rende conto di farla soffrire e di rovinare così l'amore che li lega?"

"In merito all'amore sì, ne è dolorosamente consapevole; tuttavia non credo abbia idea fino a che punto Sarah sia infelice e addolorata per il suo comportamento".

"Pensa che alla moglie non importi che il marito, che fino a poco tempo fa l'amava alla follia, ora se la spassi con altre donne? Come può illudersi di una cosa simile?"

"Per il passato di Sarah, credo. Ritiene che lei, osservandone il comportamento dissoluto, lo abbia aggiunto alla lista degli uomini della sua vita che le fecero del male e che quindi, considerandolo un mascalzone, abbia smesso di amarlo e pertanto di soffrire".

"Ah, voi uomini..." sospirò Lady Eleanor sconsolata.

Thomas sorrise a quell'espressione di implicita commiserazione per i cervelli maschili alle prese coi sentimenti: in fondo non poteva proprio darle torto!

"Ho sentito qualcosa in merito al passato di Lady Thornton, al suicidio del padre dopo la truffa perpetrata dall'uomo che avrebbe dovuto sposare... Ho sentito anche di come lei e Nicholas siano riusciti, dopo anni, a spedire in carcere il responsabile e rientrare in possesso dei beni della sua famiglia. Ciononostante penso che Nicholas sia uno stupido a sottovalutare l'amore di sua moglie e la sofferenza che il suo comportamento le sta procurando. Non conosco Lady Sarah, ma nessuna donna innamorata sarebbe capace di accantonare un sentimento tanto profondo senza soffrire e senza domandarsi il perché"

"Concordo con voi su tutto, soprattutto perché io ho assistito più volte a questa sofferenza. L'ho detto a Nicholas, ma lui non ci crede. O forse preferisce non credere".

"Ebbene, Thomas, allora tocca a noi intervenire".

"Noi?" domandò perplesso e incuriosito il conte. Quel pronome che li accumunava in un'unica identità gli garbava assai.

"Certo!" rispose convinta Lady Eleanor "chi, meglio dei suoi due migliori amici, potrebbe aiutarlo? E non obiettate, per favore, che io gli sono amica da meno di ventiquattrore: credetemi quando vi dico che la mia rinuncia di ieri sera vale almeno cinque anni della vostra amicizia!" aggiunse sorridendo maliziosa.

Sorpreso da quell'affermazione, egli fece un sorriso stiracchiato, incapace di capire se lei stesse scherzando o facesse sul serio in merito ai sentimenti che ancora nutriva per l'amico: del resto solo poco prima gli aveva confessato di averlo invitato nel proprio letto.

Eleanor osservò il conte e percepì la sua esitazione. Le piaceva quell'uomo, all'apparenza così banale ma decisamente sorprendente quando lo si conosceva meglio. Non avrebbe dovuto stupirsi tanto: il miglior amico di Nicholas non poteva che essere un uomo a suo modo altrettanto fuori dal comune; in caso contrario non sarebbe mai nato tra loro un legame tanto profondo di stima e affetto. Gli si avvicinò e gli posò con dolcezza una mano sull'avambraccio:

"Non temete, Thomas, i miei sentimenti per Nicholas sono come i vostri per Lady Sarah. Sono giovane e, nonostante provi tutt'ora grande affetto per il mio defunto marito, mi resi presto conto che con lui non avrei mai provato la passione e l'amore che dovrebbero legare un uomo e una donna... ciononostante sarei rimasta fedele a Max, se egli non fosse morto. Tuttavia ora sono vedova e ancora giovane e desidererei provare, almeno una volta nella vita, certe emozioni. Il Duca di Lyndham è un uomo troppo affascinante per non suscitare certi desideri in una donna, ne converrete anche voi. Quando gli feci quella proposta, però ancora non ero a conoscenza di certe cose... altrimenti, credetemi, non l'avrei mai invitato nel mio letto. Non fraintendetemi: desidero ancora, forse anche più di prima, vivere un amore appassionato, ma so che se ciò mai dovesse accadere, non sarà con Nicholas. Con lui ora le cose sono cambiate, anche se il piano che mi è appena venuto in mente per aiutarlo potrebbe farvi pensare il contrario".

"Perché? Cosa ha pensato la vostra graziosa testolina?" domandò lui, più audace del solito. Le parole di Eleanor gli davano una speranza che non aveva intenzione di sprecare.

"Perché lo sedurrò e lo convincerò a trascorrere una notte di passione tra le mie braccia".

 

 

  
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