Capitolo XXVII
Un progetto in comune
Dopo
una notte agitata e piena di riflessioni,
Eleanor Cavendish aveva preso una decisione e l'avrebbe messa in atto.
Aveva
inviato un biglietto al conte di Linley, che sapeva essere l'amico più
intimo
di Nicholas, ed ora attendeva con impazienza il suo arrivo.
Nel
frattempo i suoi pensieri continuavano a
tornare al bacio della notte precedente: non riusciva ancora a
capacitarsi di
come fosse stata in grado di dominarsi mentre era tra le sue braccia;
era più
saggia e più forte di quanto avesse mai pensato, perché se avesse
seguito
l'istinto e il desiderio che quel bacio le avevano risvegliato, non lo
avrebbe
mai lasciato andare. Per poi pentirsene amaramente.
Di
certo avrebbe vissuto una notte
indimenticabile, la migliore di tutta la sua vita, ma si sarebbe
trattato
soltanto di passione fisica, senza neppure un barlume di speranza
perché
potesse trasformarsi un giorno in qualcos'altro. Era sicura di questo,
e se non
le fossero bastate le parole di Nicholas, proprio il bacio glielo aveva
confermato. Un bacio carico di passione a lungo repressa, ma privo di
un reale
desiderio per lei. Tuttavia era proprio quella passione fisica a stento
trattenuta a farle temere per Nicholas... Se egli avesse proseguito con
l'assurdo e a lei inspiegabile piano di fingersi un impenitente
libertino,
presto o tardi quel gioco gli si sarebbe ritorto contro e i suoi saldi
principi
di non tradire mai la moglie sarebbero svaniti tra le braccia di
qualche dama
meno nobile e leale di lei. Nessuna donna, difatti, sarebbe stata in
grado di
resistere a quella esplosione di desiderio così a lungo soffocato...
nessuna,
almeno, che non gli fosse diventata amica, seppur nel breve spazio di
una
conversazione.
L'arrivo
di Thomas Clyde interruppe le sue riflessioni.
Eleanor lo accolse nel salottino ed osservò l'aria perplessa e stupita
dell'uomo. Probabile che si stesse chiedendo il motivo di quella
convocazione.
"Lady
Cavendish" disse, profondendosi
in un'impeccabile, benché piuttosto rigido, inchino, quando lei gli
tese la
mano.
"Eleanor.
Mi chiami Eleanor, conte di
Linley" lo corresse lei con dolcezza.
Lui
la osservò ancora più perplesso:
"Come
desiderate, milady. Ma solo se voi
mi chiamerete Thomas" concesse a sua volta, nonostante la diffidenza
che
lei percepiva ancora nel suo tono.
Lady
Cavendish fece un cenno d'assenso col
capo, prima di invitarlo ad accomodarsi ed iniziare a spiegargli il
motivo
della sua chiamata.
Gli
raccontò tutto quanto era successo la sera
prima tra lei e il Duca di Lyndham, senza tralasciare nulla. Lo vide
accigliarsi quando gli disse che aveva invitato l'amico a trascorrere
la notte
con lei, e subito dopo increspare le labbra nell'accenno di un sorriso
al
racconto del rifiuto di Nicholas e delle parole che erano seguite.
Poi
Thomas era apparso sorpreso quando lei
aveva accennato all'amicizia nata tra Lady Cavendish e il Duca,
improvvisa ma
sincera. Infine, benché turbato dal bacio che Nicholas le aveva dato e
al quale
lei aveva risposto, era sembrato comunque sincero quando le aveva detto
di
riconoscere la sua lealtà nel rifiutare un uomo in evidente profonda
crisi e
l'aveva ringraziata d'essere stata così sincera con lui.
"Posso
immaginare quanto vi sia costato
raccontarmi tutto questo, Eleanor. Sappiate che lo apprezzo molto.
Tuttavia
ritengo che non lo abbiate fatto per ricevere i miei complimenti".
"Avete
ragione, Thomas. Vi ho chiamato perché
sono preoccupata per Nicholas, come immagino siate anche voi. Anzi,
credo che
voi siate preoccupato anche per Lady Thornton. O sbaglio?"
"Non
sbagliate: Nicholas e Sarah sono i
miei migliori amici e provo grande affetto per entrambi, e per i loro
tre
bambini. Vorrei che tornassero ad essere felici".
"Siete
sicuro di volere proprio
questo?"
"Cosa
intendete?"
"Circolano
voci anche su di voi, Thomas,
non solo su Nicholas. In società si mormora, tra le altre cose, che
siete voi
la causa dei problemi matrimoniali del Duca e della Duchessa di
Lyndham".
"Sono
a conoscenza di quelle voci, ma vi
assicuro che non sono io l'origine dei loro problemi".
"Ma
siete innamorato di Lady Sarah?"
"Siete
davvero diretta, Eleanor..."
rispose il conte con un sospiro. Lady Eleanor temette questa risposta e
le sue
eventuali implicazioni, ma lui si affrettò a chiarire la sua posizione.
"Sarah
Jane Montagu, lady Thornton e
duchessa di Lyndham, è una splendida e affascinante nobildonna, una
madre
dolcissima e una donna molto sensuale... Credo che ogni uomo sia stato,
o sia
sempre, un po’ innamorato di lei. Non è possibile vederla senza esserne
attratti, non è possibile conoscerla e non amarla".
Lady
Eleanor rimase turbata da quelle parole
così cariche di sentimento: quale donna non avrebbe voluto sentirsi
definire a
quel modo, e con tale enfasi, da un affascinante gentiluomo, per di più
ancora
libero? Eleanor Cavendish doveva difatti riconoscere almeno con se
stessa che
anche l'amico del Duca di Lyndham era un uomo che poteva suscitare
forti
passioni in una donna. Il mistero era capire per quale motivo ancora
nessuna
era riuscita ad accalappiarlo. Ciò che le aveva appena detto di Lady
Sarah
poteva svelare quel mistero.
"Anche
voi?" domandò di nuovo.
"Sì,
anch'io... " rispose lui, con
disarmante onestà; ma poi aggiunse: "L'amo allo stesso modo in cui si
può
amare un'opera d'arte che sappiamo non potremo mai possedere: con
venerazione e
rispetto".
"Tuttavia
se lei un giorno dovesse
ricambiare il vostro affetto?"
"Non
sapete nulla, vero, della vita di
Lady Sarah Jane Montagu? Perché se conosceste il suo passato, capireste
le mie
parole: Sarah prova molto affetto per l'amico di suo marito... Ma è
soltanto il
marito l'unico uomo che sia mai riuscito a far breccia nel suo cuore. E
sarà
sempre così, nonostante lui stia facendo il possibile per farsi odiare,
come
tutti gli altri uomini della sua vita."
"Voi
sapete perché?"
"Forse
sto iniziando a farmi un'idea... le
cose tra loro sono cambiate dopo il rientro definitivo di Sarah e dei
bambini
dal lungo periodo di convalescenza all'estero seguito al difficile
parto dei
gemelli. Da quel momento Nick è cambiato: all'inizio ho pensato anch'io
che
avesse delle amanti, anche se mi sembrava impossibile, vista
l'adorazione che
ha sempre avuto per la moglie. Ma ora sono certo del contrario".
"Cosa
vi da questa certezza?"
"Ho
seguito Nicholas per mesi. Non è mai
andato a letto con nessuna delle donne delle quali si mormora in
società.
Neppure con voi ieri sera. Questa certezza è l'unico motivo per cui
sono qui,
in questo momento".
"Avete
pedinato Sua Grazia il Duca di
Lyndham? chiese Lady Eleanor con un sorriso.
"Difficile
da immaginare, vero? Un
semplice conte che segue un duca..." rispose lui, con gli occhi
nocciola
illuminati dal divertimento.
Lei
lo osservò con attenzione, cogliendo in
quello sguardo scanzonato molto di più di quell'uomo di quanto egli
stesso
volesse dare ad intendere: lealtà, determinazione, intelligenza,
coraggio e
persino un intrepido spirito d'avventura. Nulla da invidiare all'amico,
se non
per il fatto che, a differenza del Duca le cui doti trasparivano non
appena lo
si conosceva, quelle del Conte restavano nascoste dietro una facciata di fuorviante
banalità.
"Voi
non siete affatto semplice, caro
Conte... non siete affatto un uomo semplice".
Thomas
Clyde sorrise compiaciuto: Eleanor non
lo sapeva, ma il suo invito, oltre a sorprenderlo, lo aveva anche
intrigato.
Dalla prima volta che l'aveva vista ad un ricevimento, accompagnata
dall'anziano consorte, si era invaghito di lei. Sul momento era
convinto che
l'anziano gentiluomo che l'accompagnava fosse il padre; aveva appreso
invece
che era il marito proprio un attimo prima di rendersi ridicolo e
confessarle la
propria ammirazione. A quel tempo aveva pensato rassegnato che le
uniche due
volte in cui aveva provato forti emozioni per una donna, emozioni che
avrebbe
desiderato approfondire, si trattava di donne già sposate. E lui non
era il
tipo di portar via una donna al suo legittimo consorte, neppure se
questi fosse
stato, come nel caso di Lord Cavendish, più un padre che un amante.
Max
Cavendish, amico del padre di Eleanor,
aveva fatto da tutore alla ragazzina rimasta orfana a soli quattordici
anni,
portandola a vivere con sé e la sorella. Nonostante la disgrazia che
l'aveva
colpita, Eleanor era arrivata all'età di fare il suo ingresso in
società
circondata dall'affetto dei due fratelli, più anziani di lei di oltre
trent’anni.
Lady Sophia, sorella di Lord Cavendish e più vecchia del fratello di
dieci
anni, era morta all'improvviso proprio poco prima del debutto di
Eleanor, che
con tanta eccitazione aveva pianificato assieme alla giovane. La
fanciulla,
addolorata per la perdita di una donna che in quegli anni aveva
imparato ad
amare come un'altra madre, non aveva più voluto essere presentata in
società,
rinchiudendosi in un ostinato esilio nella tenuta di campagna dei
Cavendish.
Lord Max, a sua volta addolorato per la perdita della sorella, con la
quale
aveva sempre convissuto poiché egli, anche durante i pochi anni del suo
matrimonio e a maggior ragione dopo la prematura scomparsa della
moglie, aveva
accolto in casa propria Lady Sophia che non si era mai sposata, non
aveva mai
forzato Eleanor a debuttare neppure dopo il periodo previsto per il
lutto.
L'idea di restare solo lo spaventava, pertanto era ben felice che la
giovane
gli restasse accanto: era difatti certo che se fosse stata presentata
in
società, avrebbe ricevuto almeno una proposta di matrimonio prima che
la
stagione si fosse conclusa. Era una giovane donna troppo bella per non
suscitare l'ardore in un gentiluomo.
Tuttavia
l'essere rimasto solo a vivere con lei
senza la sorella a farle da chaperon
avrebbe potuto suscitare pettegolezzi e rovinare pertanto la
reputazione di
entrambi. La decisione di sposarla egli stesso era nata principalmente
da quel
motivo, anche se l'idea di poter avere ancora almeno un figlio a cui
lasciare
titolo e proprietà aveva cominciato ad affacciarsi alla sua mente
quando si era
reso conto, nonostante la differenza di età, di essere ancora un uomo
vigoroso
e di provare, oltre all'affetto quasi paterno, anche un desiderio più
carnale
per la sua pupilla.
Eleanor,
troppo acerba nei sentimenti da confondere
gratitudine e affetto per amore, aveva acconsentito alla proposta di
Max, che
adorava come un eroe e dal quale non voleva allontanarsi. Purtroppo per
le
speranze del conte, egli era morto all’improvviso come la sorella solo
tre anni
dopo il matrimonio, senza riuscire a procreare l'erede desiderato.
Osservando
la sua ospite, Thomas pensò che
quell'incontro avrebbe potuto essere l'inizio delle sue speranze. Il
periodo di
lutto era ormai trascorso e il suo invito a parlare dei problemi di
Nicholas
stava a significare che era preoccupata per il comune amico. Forse
dividere con
lei le proprie intuizioni gli avrebbe permesso di avere la sua opinione
in
merito e magari anche un consiglio sul da farsi e chissà che il
condividere il
progetto di aiutare il Duca non li avrebbe resi più intimi. Decise
quindi di
dare una mano al proprio destino e si risolse a metterla a conoscenza
dei suoi
sospetti.
"Che
ne pensate?" domandò infine,
dopo averle rivelato che era convinto che Nicholas si stesse
comportando a quel
modo per cercare di allontanare da sé la moglie onde evitare di
metterla ancora
incinta e farle correre altri rischi. Si rendeva conto che affrontare
un
argomento simile con una giovane donna poteva sembrare alquanto
sconveniente,
ma Thomas aveva avuto modo di apprezzare il buonsenso e la capacità di
giudizio
di Lady Cavendish e quel breve incontro lo stava convincendo che con
lei
avrebbe potuto parlare di tutto senza scandalizzarla.
"Se,
come dite, il Duca di Lyndham è così
innamorato della moglie, vederla soffrire a quel modo, il rischio di
perdere
lei e i gemelli durante il parto... tutto ciò può di certo aver turbato
un uomo
di nobili sentimenti come Nicholas. Rinunciare a lei pur amandola e
desiderandola tanto, è un grande atto d'amore nei suoi confronti..."
Thomas
si congratulò con se stesso per aver
valutato bene Lady Eleanor fin dalla prima volta che l'aveva veduta
quando, ad
un ricevimento, l'aveva sentita parlare in maniera molto sensata e
pertinente
di un argomento, l'istruzione delle classi meno abbienti, che le
nobildonne in
genere intavolavano per mettersi in mostra, blaterandone in proposito
senza
alcuna cognizione.
Nel
frattempo lei proseguì col suo
ragionamento:
"Tuttavia
è anche vero che, pur per una
nobile causa, il suo comportamento sta procurando infelicità sia a se
stesso,
sia alla donna amata che tanto desidera proteggere dalle sofferenze...
Ditemi,
Thomas, ne avete già parlato con Nicholas?" chiese infine.
Un
lieve sorriso increspò le labbra del conte
di fronte alla perspicacia e alla schiettezza della giovane donna.
"Ieri
sera, quando l'ho affrontato al suo
ritorno da casa vostra".
"E...?"
"E
Nicholas, pur non ammettendolo
direttamente, con le sue parole ha confermato i miei sospetti".
"E?"
domandò di nuovo Lady Eleanor,
pur intuendo già la risposta dall'esitazione del conte a proseguire.
"E
ha ribadito, cocciuto qual è, che il
suo comportamento è l'unico modo per riuscire a starle lontano ma al
tempo
stesso continuare a prendersi cura di lei e dei bambini".
"Ma
si rende conto di farla soffrire e di
rovinare così l'amore che li lega?"
"In
merito all'amore sì, ne è
dolorosamente consapevole; tuttavia non credo abbia idea fino a che
punto Sarah
sia infelice e addolorata per il suo comportamento".
"Pensa
che alla moglie non importi che il
marito, che fino a poco tempo fa l'amava alla follia, ora se la spassi
con
altre donne? Come può illudersi di una cosa simile?"
"Per
il passato di Sarah, credo. Ritiene
che lei, osservandone il comportamento dissoluto, lo abbia aggiunto
alla lista
degli uomini della sua vita che le fecero del male e che quindi,
considerandolo
un mascalzone, abbia smesso di amarlo e pertanto di soffrire".
"Ah,
voi uomini..." sospirò Lady
Eleanor sconsolata.
Thomas
sorrise a quell'espressione di implicita
commiserazione per i cervelli maschili alle prese coi sentimenti: in
fondo non
poteva proprio darle torto!
"Ho
sentito qualcosa in merito al passato
di Lady Thornton, al suicidio del padre dopo la truffa perpetrata
dall'uomo che
avrebbe dovuto sposare... Ho sentito anche di come lei e Nicholas siano
riusciti, dopo anni, a spedire in carcere il responsabile e rientrare
in
possesso dei beni della sua famiglia. Ciononostante penso che Nicholas
sia uno
stupido a sottovalutare l'amore di sua moglie e la sofferenza che il
suo
comportamento le sta procurando. Non conosco Lady Sarah, ma nessuna
donna
innamorata sarebbe capace di accantonare un sentimento tanto profondo
senza
soffrire e senza domandarsi il perché"
"Concordo
con voi su tutto, soprattutto perché
io ho assistito più volte a questa sofferenza. L'ho detto a Nicholas,
ma lui
non ci crede. O forse preferisce non credere".
"Ebbene,
Thomas, allora tocca a noi
intervenire".
"Noi?"
domandò perplesso e
incuriosito il conte. Quel pronome che li accumunava in un'unica
identità gli
garbava assai.
"Certo!"
rispose convinta Lady
Eleanor "chi, meglio dei suoi due migliori amici, potrebbe aiutarlo? E
non
obiettate, per favore, che io gli sono amica da meno di ventiquattrore:
credetemi quando vi dico che la mia rinuncia di ieri sera vale almeno
cinque
anni della vostra amicizia!" aggiunse sorridendo maliziosa.
Sorpreso
da quell'affermazione, egli fece un
sorriso stiracchiato, incapace di capire se lei stesse scherzando o
facesse sul
serio in merito ai sentimenti che ancora nutriva per l'amico: del resto
solo
poco prima gli aveva confessato di averlo invitato nel proprio letto.
Eleanor
osservò il conte e percepì la sua
esitazione. Le piaceva quell'uomo, all'apparenza così banale ma
decisamente
sorprendente quando lo si conosceva meglio. Non avrebbe dovuto stupirsi
tanto:
il miglior amico di Nicholas non poteva che essere un uomo a suo modo
altrettanto fuori dal comune; in caso contrario non sarebbe mai nato
tra loro
un legame tanto profondo di stima e affetto. Gli si avvicinò e gli posò
con
dolcezza una mano sull'avambraccio:
"Non
temete, Thomas, i miei sentimenti per
Nicholas sono come i vostri per Lady Sarah. Sono giovane e, nonostante
provi
tutt'ora grande affetto per il mio defunto marito, mi resi presto conto
che con
lui non avrei mai provato la passione e l'amore che dovrebbero legare
un uomo e
una donna... ciononostante sarei rimasta fedele a Max, se egli non
fosse morto.
Tuttavia ora sono vedova e ancora giovane e desidererei provare, almeno
una
volta nella vita, certe emozioni. Il Duca di Lyndham è un uomo troppo
affascinante per non suscitare certi desideri in una donna, ne
converrete anche
voi. Quando gli feci quella proposta, però ancora non ero a conoscenza
di certe
cose... altrimenti, credetemi, non l'avrei mai invitato nel mio letto.
Non fraintendetemi:
desidero ancora, forse anche più di prima, vivere un amore
appassionato, ma so
che se ciò mai dovesse accadere, non sarà con Nicholas. Con lui ora le
cose
sono cambiate, anche se il piano che mi è appena venuto in mente per
aiutarlo
potrebbe farvi pensare il contrario".
"Perché?
Cosa ha pensato la vostra
graziosa testolina?" domandò lui, più audace del solito. Le parole di
Eleanor gli davano una speranza che non aveva intenzione di sprecare.
"Perché
lo sedurrò e lo convincerò a
trascorrere una notte di passione tra le mie braccia".