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Autore: Irish_Superman    13/09/2014    3 recensioni
Tutti vorrebbero diventare qualche persona importante stimata per chissà quale talento inesistente. Tutti vorrebbero possedere quella fama tanto bramata. Tutti tranne Charlotte Cooper
Charlotte Cooper, 22 anni, vorrebbe solo essere felice e realizzare i suoi sogni per non seguire le orme della madre con cui non ha un rapporto rose e fiori.
Vorrebbe girare il mondo, conoscere nuovi luoghi, nuove culture e tradizioni, fare amicizie con gli abitanti locali.
Inconsapevolmente è in cerca di un amore tanto desiderato, ma mai trovato.
La vita è stata crudele con Charlotte, ma ora lei vorrebbe recuperare tutto quello che ha perso durante la sua faticosa adolescenza. Il primo passo è andare via da quella cittadina, così grande eppure così piccola da cui sentirsi soffocati, oppressi, prigionieri.
Charlotte troverà mai quello che cerca? Riuscirà nella realizzazione dei suoi sogni?
Il destino ha tanti bei progetti per lei, basta solo aspettare il momento giusto.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Leggete lo spazio sotto ouo



“Dai Mariooo!” dissi elogiando il mio giocatore mentre, carica di adrenalina sorridevo.

“Cazzo!” imprecò Louis dopo essere andato fuori strada per la centesima volta nell’ultimo percorso del torneo Stella.

“Vai, Vai, Vai!” qualche secondo di silenzio e poi “Grande Mariooo!” mi alzai di scatto dal divano gettando il telecomando in aria, che per fortuna atterrò sul tappeto, mettendo poi in scena qualche strano balletto per festeggiare la mia, ormai scontata, vittoria.

“Ho sbloccato anche un nuovo trofeo! Sono davvero troppo brava!” dissi entusiasta tornando al mio posto mentre Louis giaceva in silenzio accanto a me con i piedi stesi sul tavolino.

“Rivincita?!” chiesi non vedendo segni di vita da parte del mio migliore amico, il quale annuì mesto alla mia domanda.

“Tutto bene Lou?” chiesi mentre guardavo concentrata lo schermo al plasma davanti a me, mentre facevo partire una nuova sfida alla quale molto probabilmente avrei perso a posta solo per far vincere Louis e magari, vederlo sorridere.

“Si, tutto bene piccola!” disse mentre un ‘Go’ e un forte suono di una tromba davano inizio alla nostra forse quinta sfida.

“Che hai fatto oggi al lavoro?” chiese sempre concentrato sullo schermo.

“Uhm, niente, Laura*, la proprietaria del negozio, nonché cassiera e donna più simpatica che abbia mai conosciuto, mi ha fatto vedere un po’ come funzionano le cose.. è un bel posto, pieno di gente simpatica..”

“Colleghi? Maschi o femmine?” chiese curioso, quasi come se fosse geloso.

“Per il momento c’è un ragazzo davvero niente male –mi guardò torvo, evidentemente geloso-  che sostituisce la ragazza che c’è di solito, che ha preso qualche giorno di malattia.” Finii il mio monologo e lo sguardo di Louis si rassenerò.

“Capito!” sorrise.

“e tu?” chiesi curiosa, sapevo che c’era qualcosa che non andava, era troppo silenzioso.. se fosse andato tutto bene, alla mia ennesima vittoria avrebbe fatto trecento mila storie dicendo di aver imbrogliato, cosa totalmente impossibile da fare, soprattutto in questo gioco.

“Niente di entusiasmante.. anzi.. è stata un po’ una merda questa giornata… sono stato a casa, circa un’ora dopo che sei uscita tu, sono andato a fare la spesa e poi sono ritornato, ed ora eccomi qui..” rispose tranquillo.
Ecco. Il sesto senso femminile non sbaglia mai.
Ma l’avrei fatto parlare,  non mi interessava se voleva o no, mi avrebbe detto cosa gli era succesao. Perché si, gli era successo qualcosa e non gliel’avrei fatta passare liscia, non questa volta.
Louis era sempre stato un tipo che aveva sempre messo me al primo posto, spesso dimenticandosi anche di se stesso. Non si era mai aperto più di tanto con me, non mi aveva mai parlato dei suoi problemi pur di non farmeli pesare perché pensava che i miei, in confronto ai suoi erano peggiori. Ma nessun problema era peggiore di un altro. Erano tutti della stessa intensità, dipendeva solo da che punto di vista lo si guardava e chi lo guardava.

“Dai cazzo. Luigiiii!” Louis incitò il suo giocatore, che era all’undicesima posizione, destandomi dai miei pensieri profondi ed altruisti.
A Louis piaceva Luigi perché, oltre a chiamarsi come lui in italiano, in qualche modo gli assomigliava, e poi, aveva una sottospecie di strana fissa per tutto ciò che riguardava quello strano paese a forma di Stivale.

“Tanto vinco di nuovo!” dissi certa schivando l’ennesima buccia di banana presente sul percorso. Quanto le odiavo.

“Non ci spererei troppo!” disse quando gli uscì il missile che lo portò in seconda posizione, proprio dietro di me.

“Il gioco inizia a farsi interessante!” sorrisi.
 
 

#Louis

Ero ormai in seconda posizione, l’avrei superata a breve se quelle fottutissime parole di El, unitesi a quelle di Zayn non facevano eco ai miei pensieri.. ero già abbastanza confuso di mio…
Ci mancavano solo i loro pareri non chiesti.
Mancava ancora poco al traguardo quando raggiunsi Charlie. Una botta, un’altra ancora e la superai del tutto tagliando il traguardo poco dopo.
L’avevo battuta. Si, cazzo!
Mi alzai senza dire una sola parola riguardo la mia strana vittoria. Andai verso la cucina dove presi un bicchiere d’acqua.
Di solito, se la tristezza e quei dannati pensieri non avessero avuto la meglio su di me, avrei esultato iniziando a correre per tutto l’appartamento se non tutto il palazzo. Ma quella non era giornata. Era davvero una giornata di merda per me.
Non riuscivo a non pensarla, a non pensare al motivo… non era vero, non poteva esserlo.

“Stai bene Lou?” Charlie mi destò dai miei pensieri, facendomi quasi spaventare. Non l’avevo sentita entrare in cucina. Ovvio, era scalza e il suo passo era molto delicato.

“Si..” dissi quasi in un sussurro, sospirando.

“Che hai?” continuò. Amavo la sua tenacia e la sua testardaggine.

“Sto bene!” insistetti come se nulla fosse.

“Si e io sono Angelina Jolie!” rise.

“Woow! Abito con quella gran figa di Angelina e non ne son niente?” scherzai nel tentativo di deviare il discorso, ma sapevo benissimo quanto Charlie fosse testarda per poter risparmiarmi il suo interrogatorio e sapevo anche che non mi avrebbe lasciato in pace fin quando non avessi parlato.

“Dai Brad Pitt, cos’è successo?” ecco.

“Sai meglio di me che non smetterò di chiedertelo fin quando non me lo dirai!” constatò la realtà dei fatti bevendo il suo succo di frutta a pesca.

“uhm.. si, lo so.. ma non ne voglio parlare Charlie…” dissi quasi dispiaciuto.
Non è che non volevo dirglielo, anzi mi avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno, specialmente se quel qualcuno era Charlie, ma proprio non sapevo cosa dirle… avevo rotto con Eleanor, o meglio, lei aveva deciso di rompere con me, ma perché? Non potevo dirle il  vero motivo. Probabilmente avremmo litigato, avrebbe preso a parole Eleanor o peggio ancora, avrebbe deciso di andare via da me per non continuare ad alimentare false illusioni.. ed io tutto riuscivo a fare tranne che a immaginare una vita senza la mia migliore amica. Perché quello era Charlie: la mia migliore amica, mia sorella. Niente di più, niente di meno.

Non amavo Charlie e non l’avrei mai amata.

“Allora facciamo una cosa!” disse speranzosa Charlie distraendomi dai miei pensieri.

“Cosa?” chiesi curioso. Sapevo che aveva trovato un modo per farmi parlare, lo trovava sempre e l’avrebbe trovato sempre.

“Facciamo che tu mi dici cosa ti è successo oggi da essere così musone –si interruppe ed io la guardai per incitarla a continuare- ed io ti dico perché quel giorno ti chiamai piangendo!” disse quasi insicura.
Non volevo costringerla, ma forse quello era l’unico modo per far parlare lei.
Ricordavo quel giorno come se fosse stato soltanto poche ore fa, non era passato molto tempo, è vero, forse un paio di settimane, massimo tre, ma la sua voce rotta dal pianto e dai singhiozzi era ancora ben impressa nella mia mente. Mi aveva tormentato per tutta la settimana, fin quando non la abbracciai in stazione il giorno del suo arrivo.
Ci pensai un po’ su..

“Okay, però inizi tu!” sorrisi dolce.

“E va bene!” si arrese quasi, ma pur di aiutarmi non si tirò indietro.
 

#Charlie

“Allora…  diciamo che non so da dove cominciare…” iniziai non sapendo davvero da dove cominciare.
Il motivo per cui ero andata via di casa era tutto un insieme di cose.
Cose poco gravi a tanto gravi.

“Dall’inizio?” rise leggermente. Provai a ridere anche io, ma secondo me, uscì più uno strano suono che una vera e propria risatina. Ero abbastanza nervosa e agitata e anche ferita per poter ridere. Non pensavo a quella merda da un bel po’ e pensarci adesso, quando finalmente iniziavo a stare bene era uno schiaffo in pieno viso.

“Con calma piccola, nessuno ci corre dietro.” Disse Louis, con quel suo tono calmo che tanto amavo, quello che mi faceva tranquillizzare in ogni situazione. Mi sistemai su quel divano che amavo tanto mettendo le gambe incrociate a mo’ di indiano.

“Cosa vuoi sapere per prima? Ciò che ha fatto mia madre, Christine o Nicholas?” chiesi senza far trapelare nessuna emozione se non disgusto.

“La meno grave?” chiese riluttante.

“Okay… presumo Christine e Nicholas…” nessuna emozione nella mia voce.

“Mh.. è una cosa positiva questa?” chiese Louis per alleviare la tensione.

“Non saprei, davvero! –risi, ma non di gusto, poi d’un tratto mi feci seria- oddio, non trovo le parole per spiegartelo –risi di nuovo- c’è stato un periodo, poco prima che ti chiamassi ovviamente, che sono stata totalmente sola. Non uscivo, non ridevo, a stento mangiavo e dormivo, facevo fatica perfino a dormire… comunque, sempre il mio sesto senso che non sbaglia mai mi perseguitava da giorni. Nicholas si faceva sentire poco e niente, e sai anche tu quanto poteva essere assillante, Chris lo stesso.. Se le chiedevo di uscire riusciva sempre a trovare una scusa…” mi guardai le dita sudate e intrecciate tra loro.

“Non dirmi che..?” Louis non finì la frase che io annuii, sapevo cosa stava pensando e sapevo anche che aveva capito.

“Quei due non mi sono mai piaciuti Char!” disse sincero.

“Si, adesso me ne rendo conto anche io, e ti chiedo scusa se non ti ho dato ascolto.” Mi sorrise.

“Come li hai scoperti?”

“Uh… le mie abilità da stalker sono ben sviluppate, avevo già i miei dubbi.. –scherzai- così un pomeriggio chiamai Nicholas per chiedergli se la sera aveva impegni e se magari gli andava di vederci, ma lui mi disse che non poteva perché non si sentiva bene.. poi siccome io sono una grande stronza, chiamai anche Chris per chiederle la stessa cosa e lei mi disse che era il compleanno di un cugino e sarebbe dovuta andare alla festa. Così mi appostai fuori casa di Nicholas, manco se lo sapessi poi, dopo nemmeno dieci minuti dal mio arrivo, vidi arrivare Christine che bussò al campanello e dopo pochi istanti Nicholas le aprì la porta e la baciò davvero poco castamente. Ma questo è niente. Rimasi al mio posto, ferma, immobile. Aspettai un quarto d’ora circa, poi entrai dalla porta sul retro, conoscevo quella casa meglio della mia grazie all’enorme quantità di tempo che ci trascorrevo dentro. Regnava un silenzio assoluto interrotto da gemiti e urla sommesse. Non dimenticherò mai quel giorno.” Louis prese una mia mano tra le sue grandi, per consolarmi o proteggermi.

“Rimasi qualche secondo o minuto, non saprei sinceramente, ad ascoltare quei rumori che mi portavano al disgusto, probabilmente avrei vomitato se li avessi ascoltati ancora, pensando che quelli lì dentro erano la mia migliore amica e il mio fidanzato. Le persone più disgustose di sempre. Spalancai la porta semi aperta, li osservai, pensando che solo la settimana prima c’ero io al posto di Chris, loro mi guardarono sbalorditi, stupefatti.. non saprei dirlo sinceramente. So solo che avevano delle facce di cazzo epiche. Entrambi provarono a scusarsi, a spiegarmi.. ma non c’era proprio nulla da spiegare. Lei non poteva essere inciampata accidentalmente sul suo cazzo come se nulla fosse e lui non poteva aver sbagliato buco. Buona si, ma fessa no. Continuarono a chiamarmi, a venire a casa mia per almeno due settimane prima di arrendersi. Ci fu un giorno in cui Nicholas mi chiamò ben 133 volte e mi mandò la bellezza di 217 messaggi. Cosa da denunciarlo, davvero.” Sospirai e fui felice di me stessa quando notai che non avevo versato nemmeno una lacrima. Forse le avevo esaurite tutte.

“Io non ho parole Char.. perché non me ne hai parlato prima?” chiese quasi mortificato.

“Semplicemente perché non era una cosa da dire per messaggio…” gli risposi con nonchalance. “Da quel giorno non l’ho sentito più.. perché ovviamente non ho risposto nemmeno a una delle sue chiamate!” dissi fiera di me.

“Sono fiero di questa tua reazione piccola!” si avvicinò a me per abbracciarmi e mi lasciò un bacio tra i capelli.

“Adesso dimmi la più grave e presumo anche la più dolorosa!” continuò rispettando il mio silenzio, io annuii e presi di nuovo a parlare.

“Era una normale sera come tante altre, ed ero andata al parco a correre per scaricare la tensione di esami, test e merdate varie, si era fatta ora di ritornare a casa, o meglio, ero stanca e avevo bisogno di una doccia e del mio letto.. sai come divento quando sto per troppo tempo lontano da lui –abbozzai un sorriso- comunque, fuori al vialetto di casa mia notai che c’era un’auto che non conoscevo, non era quella di mia madre o la mia, pensavo fosse qualche amica di mia madre… -presi un sospiro profondo e poi continuai- hai presente quella brutta impressione che ti corrode l’anima? Che è capace di non farti dormire o mangiare per giorni? Ecco, fu ciò che sentii prima di aprire la porta e trovare uno sconosciuto, per me ovviamente, tra le gambe di mia madre sul divano del salotto.” Louis non disse niente quando finii di raccontare ma la sua espressione diceva tutto.

“Non sono incazzata con lei per essersi scopata un altro che non fosse papà, cioè forse, perché sono sicura che non accetterò mai l’idea di mia madre con un altro uomo che non sia mio padre, ma più di tutto perché non mi ha detto che si sentiva con questo tipo. E cosa ancora peggiore, stavano scopando sul mio divano. Cazzo che nervi.” dissi quasi in lacrime. Ma non lacrime di tristezza, lacrime di rabbia, perché quando ero troppo arrabbiata o nervosa mi veniva da piangere.
Non prendevo niente a cazzotti, non lanciavo niente a terra, solo mi chiudevo in me e mi autocommiseravo e piangevo.
Louis non disse niente, mi strinse solo più forte.

“Litigammo tanto quella sera. Alzammo la voce, anche io l’alzai, anche fin troppo. Ero spaventata da quello in cui mi ero trasformata a quella scena. Ero tipo un mostro o qualcosa del genere. Ruppi perfino la foto che ritraeva me, mamma e papà allo zoo. Mia madre piangeva, ma io ero una bestia e non ascoltavo ragioni. Quel tipo si sarà anche spaventato, ma poco mi interessa. Così, dopo la mia sfuriata corsi in camera mia e mentre preparavo la valigia e liberavo la mia camera ti chiamai in lacrime… quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.. Ero passata su troppe cose, ma non su quella. Sai anche quanto mia madre è cambiata dopo la morte di papà… ed io non la sopportavo più. Davvero. E non l’ho sentita più da quel giorno. Mi aspettavo qualche chiamata, messaggio, ma nulla. Niente di niente.” Finii il mio monologo. Louis non disse una parola, credo che davvero era rimasto sconvolto da tutte queste cose. Ma sinceramente non mi interessava che dicesse qualcosa, mi bastava già che mi avesse ascoltata.

“Mi dispiace piccola..” sussurrò al mio orecchio.

“Da quando te ne sei andato, è diventato tutto un inferno per me.” La mia voce era spezzata.

“Scusa piccola, davvero!”

“Ok, non deprimiamoci, la vita va avanti, il sole splende alto nel cielo, adesso siamo qui insieme e mi devi dire quale disgrazia si è abbattuta su di te stamattina!” dissi radiosa come non mai. Mi sentivo libera, leggera. Mi ero tolta un grosso peso dallo stomaco.

“Uhm.. si.. speravo te ne fossi dimenticata in realtà!” disse ridendo.

“Come potrei dimenticarmene, amico?” chiesi retorica.

“Okay.. hai vinto Charlie!” rise.

“Dai fai poco lo scemo e inizia!” lo presi in giro.

“Come puoi dire ad uno scemo di non fare lo scemo?” ridemmo e gli diedi uno schiaffo abbastanza pesante sulla spalla ma che per lui risultava una carezza.

“Okay, la smetto!” rise ancora.

“Era una giornata come tante altre a parte per il risveglio traumatico  -ammiccò-  e niente… poco dopo che tu sei andata in centro, io ho preso la mia bella auto, l’ho accesa e sono andato da Eleanor con l’intento di chiarire, ma..” prese un respiro profondo chiudendo gli occhi.

“Ma?” chiesi curiosa.

“Ma niente, Cupido non era dalla mia parte.” Ecco le frasi misteriose di Louis Tomlinson.

“Cioè?” tre ore per dire una cosa stupida.

“Cioè… Eleanor ha pensato che è meglio se la finiamo qui e non ci vediamo più.” Disse tutto d’un fiato.

“Ma cosa le prende? Ma sta scherzando? È impazzita per caso? Ma io la gonfio di botte. La faccio diventare una mongolfiera. Ma che cazzo. Cosa ha in testa quella? Cosa? Porca puttana.” Non mi ero resa conto che avevo iniziato ad urlare fin quando Louis mi aveva messo una mano davanti la bocca per farmi stare zitta.

“Se mi fai parlare, caso mai capisci.” Disse con quel suo tono pacato di sempre. Mi incuteva timore.

“Si, scusa… sai com’è…” cercai di giustificarmi inutilmente.

“Secondo lei, la nostra relazione è diventata abitudinaria. Non stiamo insieme perché ci amiamo, ma perché è diventata un’abitudine. E crede che non la ami.” Finii di parlare.

“Cosa cazzo si è fumata questa? Ma sta bene? Ma io la faccio male. Ma che cazzo.” Partii di quarta con il mio sclero. Louis era un ragazzo meraviglioso, che se si innamorava di qualcuno dava anima e cuore. Ma Louis era davvero innamorato di Eleanor?

“Che coglioni che siamo!” dissi dopo qualche minuto di silenzio e Louis scoppiò a ridere.

“Si, proprio una bella coppia di coglioni siamo!” a quelle parole il mio cuore prese a battere più forte, cercando inutilmente di non dare peso a quelle parole. Sospirai.






HERE I AM! :D
*Dove sta scritto Laura, si, è un nome italiano, ma si legge praticamente Lora in inglese :')
poooi, credo che questo sia un capitolo un pochino pesante, perchè diciamocelo, ci sono tante, forse anche fin troppe rivelazioni riguardo la nostra dolce e amabile Charlie! 
Spero che vi piaccia, perchè personalmente a me piace, e non poco! ^^ 


poi, non è finita qui! lol quest'anno mi giro l'Europa ouo
tra praticamente 10 giorni parto per Parigi, sto via tre settimane perchè ho vinto una specie di concorso con la scuola (stranamente) ed è tutto gratis *suoni dalla regia* e starò via tre settimane. se riuscirò, posterò almeno un altro capitolo prima di partire, male che vada scriverò lì e se ne avrò la possibilità, pubblicherò. Dovrei portarmi il pc a presso insomma lol in tutto ciò dipende da quanto tempo liberò avrò ouo e comunque, con me, avrò il mio fidato quadernetto di Brontolo o uno nuovo dato che quello è quasi finito ^^

tra l'altro ho rotto anche il cellulare, o meglio, si è rotto da solo lol e sto praticamente impazzendo -.- fottuto samsung :@

adesso sparisco che mi sono dilungata fin troppo! 
mi aspetto tante recensioni, più di 3 loool 

un bacio, Mika .xx

Twitter: @fifshadesoftrav oppure @makeusfeeloved
Kik: fifshadesiftrav  (che per il momento è fuori uso dato che non ho il cellulare lol)


ah, e tanti auguri al nostro irlandese biondo che fa impazzire il mondo ^^
Happy Birthday looove ^^
   
 
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