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Autore: kymyit    14/09/2014    7 recensioni
In seguito alla punizione inflittagli da Smoker, la 1D del liceo Kamome si ritrova in aula punizione a sottostare alle angherie del professor Vergo. Riusciranno le promesse dell'inferno a resistere un mese in quell'aula?
Capitolo 1: Letteratura ostrogota e ferite di guerra (Mai sfidare il Male Assoluto)
Capitolo 2: Educazione sessuale e consiglio di guerra (Mai mostrare gigantografie esplicite)
Capitolo 3: Il cavallo bianco della rivoluzione e il ciclo di Mr. Krabs (POF)
Capitolo 4: Nel mezzo del cammin di nostra vita (L'Inferno di Vergilio)
Capitolo 5: Il tugurio del Grande Fratello (mamma che bello, mamma che bello)
Capitolo 6: Tanto sei sempre il cocco di Smoker (E' la tua risposta definitiva?)
Capitolo 7: Una sporca apocalisse (Mai sfidare le promesse dell’inferno)
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Mugiwara, Smoker, Supernova, Un po' tutti, Vergo | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note: Questo capitolo, come il precedente, è uno di quelli che ho adorato scrivere e che ho curato parecchio, specialmente nella scelta dei ruoli.
Il primo che mi chiede "Chi è Flegias?" gli faccio fare i tarocchi da Basil u.u





Capitolo 4:


Nel mezzo del cammin di nostra vita
(L'Inferno di Vergilio)





-Dunque, considerato quanto amate recitare ruoli tragici... - iniziò Vergo, guardando gli studenti che lo fissavano, col capo chino, come condannati a morte.
L'insegnante aveva restituito loro i pantaloni e li aveva pure staccati dalle sedie, ma non erano molto sicuri di cosa fosse peggio. Se fare da bersagli umani con un Cavendish che dava di matto, oppure assecondare quello stronzo e avere a che fare con quella scatola sulla cattedra.
Una banale scatola di cartone poteva essere più spaventosa?
Non solo non potevano muoversi, ma avevano dovuto trascorrere persino tutta la mattina in quell'aula a sorbirsi Vergo e la puzza nauseante delle uova. Arrivati al pomeriggio, ormai avevano i nervi a pezzi, manco sei ore di fila con quella lagna di Borsalino erano così pesanti! E specie dopo aver passato la giornata a chiedersi che cavolo ci fosse in quella maledetta scatola e al contempo rifiutarsi di pensarci.
Doveva essere qualcosa di terribile!
-Da oggi vi cimenterete in un classico della letteratura italiana: la Divina Commedia di Dante Alighieri. Chissà che il suo cammino spirituale non possa servire anche a voi per diventare nuovi uomini di questo mondo.-
Bla bla bla, via con la solfa. I ragazzi persero interesse verso di lui, ma il terrore per quella scatola rimase, perciò, fu più forte di loro, quando l'uomo l'aprì trattennero il respiro e si sporsero per vedere che diavolo contenesse.
-Oh... merda.- sputò Sanji, per poi coprirsi il capo.
Il gessetto non arrivò.
In compenso Vergo gli si avvicinò con un vestito bianco tutto fronzoli.
-Visto che vi piace fare scena, ora reciterete, ma sarò io ad assegnare le parti. Innanzitutto, i protagonisti dell'opera.-
Sanji vide il vestito. Era veramente grazioso.
“A Namiswan starebbe d'incanto. Oh Dio, quanto sarebbe bella!” pensò perdendosi nelle sue fantasie. La sua faccia arrossata e completamente persa (nonché scimmiesca da pervertito d'hoc) non sfuggì però a Vergo.
-Kuroashi, il bianco ti dona proprio.-
I sogni del biondo s'infransero. Rimase immobile per qualche secondo, prima di recepire il messaggio.
-Cosa?! No! Non può farlo!- urlò strisciando la sedia all'indietro, mentre il professore avanzava verso di lui.
-Non mi metterò quel maledetto coso! Meglio la morte!- urlò, folle, dandosi alla fuga.
Girava voce che durante una recita alle medie avesse fatto la Bella Addormentata, doveva essere stato troppo traumatico per lui.
Vergo lo afferrò per la collottola prima che potesse buttarsi dalla finestra. Non per evitargli un'improbabile morte (erano al primo piano), ma per il gusto di vederlo dibattersi e soccombere inevitabilmente.
-Aiutatemi, stronzi!- urlò -Marimo! Marimo!-
Zoro lo fissò con occhi sbarrati.
-Marimo, ti scongiuro, fa qualcosa!-
“E' proprio disperato!” pensò Usop, altrettanto shockato, coprendosi gli occhi.
-Noooooooo!!-
L'urlo del ragazzo si spense contemporaneamente alla sua forza combattiva, mentre Vergo lo spogliava dei suoi abiti per rivestirlo di tutto punto con quel delizioso, terrificante, abitino bianco. Con tanto di alucce e aureola di plastica.
-Ecco qui Beatrice.-
-Ma...ri...moooo... -
La faccia del povero Sanji era ormai la versione più inquietante dell'urlo di Munch.
-Lei sarà Vergilio, prof... esimio professore?-
Penguin si morse la lingua, troppo tardi, gli era proprio scappato. Avrebbe dovuto imparare!
La genialata del cavallo bianco della rivoluzione non avrebbe dovuto insegnargli che Vergilio non stava agli scherzi?
-Esimio professore... il costume mi prude...- si lamentò due minuti dopo.
Gessata sul naso.
-Gli alberi non parlano e non si muovono.-
-La prego, mi faccia recitare, Dante lo so a memoria. Non posso stare zitto e immobile al tempo stesso!-
Il bastone dell'insegnante sfrecciò a pochi centimetri dalla sua pelle, inchiodando la chioma verde dell'abito alla lavagna.
-Un'altra parola e finisci nel tugurio, come esempio alla classe.- lo ammonì.
Penguin deglutì, gli altri rimasero trattennero il fiato.
Finire nel tugurio? No grazie. Fare l'albero, tsk, che era mai?
-Vediamo... - riprese Vergo, compiaciuto di aver sortito l'effetto sperato. -Chi di voi potrebbe fare Dante?- li squadrò tutti, uno ad uno.
Rufy alzò la mano, prontamente.
“Io ho un'idea su chi potrebbe fare Dante.” pensò Hawkins, nero. Perché diavolo loro dovevano prestarsi a quella cretinata e quel cocco di Smoker di un nasuto peldicarota doveva scamparsela?!


Uno starnuto.
-Raffreddore?- domandò Smoker, chiudendo i finestrini della sua auto e porgendo al ragazzo un pacchetto di fazzoletti. Drake si soffiò il naso e si appoggiò al sedile sbuffando.
-No.- protestò cupo. -E spegni quella sigaretta, mi da fastidio.-
-Oggi hai la luna di traverso.- “notò” l'insegnante -Ho sentito che Sakazuki si è accanito particolarmente su di te oggi, cos'è successo?-
-Ordinaria amministrazione.- rispose secco, poi decise di sputare il rospo. -E' troppo pignolo su tutto e io non sono un libro. E poi credo di non stargli simpatico da quando ho cambiato corso.-
-Sakazuki è un tipo troppo quadrato.- ammise Smoker, ma non aggiunse altro. Sparlare dei colleghi non rientrava nella sua politica scolastica.
-Potrei parlarci.- propose -Ovviamente con discrezione.-
-NO!- esclamò Drake con gli occhi sbarrati -Non farlo!-
-Calma, calma, era solo un'idea.-
Drake si tenne la testa.
-Senti, non sarai stato troppo duro con gli altri? Addirittura Vergo dovevi tirare di mezzo?-
Smoker continuò a guidare in silenzio e si fermò al semaforo qualche metro più avanti.
-La disciplina è fondamentale, posso tollerare le stronzate fino ad un certo punto.-
-Avresti dovuto punire anche me, allora.-
-Quindi è questo il problema?-
-Credo che Basil sappia qualcosa di noi e so perfettamente che non gli sto simpatico. Se diffondesse la voce per ripicca che cosa succederebbe?-
Smoker tirò col sigaro guardando il ragazzo dritto negli occhi.
Drake sbuffò sonoramente.
-La verità è che... temo che gli altri pensino che tu mi tratti diversamente... -
- ...perché stiamo insieme?-
Drake annuì, serio.
Non poteva sopportarlo, dopo il senso d'umiliazione per aver abbandonato il corso speciale, convivere con una nuova vergogna era ciò di cui meno aveva bisogno.
“Che schifo di situazione.”
-Va bene.- Smoker ripartì -Staremo più attenti.-
Ma a parte questo, l'insegnate rimase fermo nella sua posizione e Drake non si sentì sollevato.




Sengoku non si era mai trovato d'accordo con il professor Sakazuki e la sua idea di Istruzione Assoluta, perciò aveva sempre dubitato della necessità del metodo di Vergo, da lui raccomandato.
D'altro canto, neppure per il succitato era piacevole la presenza del preside. Perciò quando  Sengoku si presentò nell'aula di detenzione per assicurarsi che tutto andasse bene, non poté che fare buon viso a cattivo gioco e comunicargli che gli alunni che stava correggendo l'avrebbero deliziato con una rappresentazione alternativa della Divina Commedia era rimasto sconcertato.
Conoscendo Vergo, avrebbe dovuto prepararsi a una montagna di richiami e molte telefonate da parte dei genitori di quei demoni adolescenti. La scena che però si trovò di fronte quando entrò nell'aula di correzione fu oltremodo comica.
-Nel mezzo del cammin di nostra vita... - leggeva Zoro, tormentato. -Mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita.-
-E quando mai l'hai trovata.- bofonchiò una Beatrice ben poco beata, appesa al soffitto per rendere il tutto più realistico.
Certo, nella Commedia Virgilio non lanciava gessi a Beatrice, anzi, era lei a mandarlo in soccorso di quel cretino di Dante che “la diritta via” aveva “smarrita”.
Zoro era perfetto nella parte, c'era da dire questo, salvo che tentò di far fuori le tre belve che Vergilio gli mosse contro. Tre belve molto combattive.
-Che diavolo di animale sarebbe questo?!- protestò Kidd, costretto in un succinto costume maculato.
-La lonza,- spiegò Vergo, indicandolo - è un animale sempre in calore, rappresenta perciò il peccato della lussuria. Prendete pure nota.-
A quel punto, fu d'obbligo per tutti concedersi una risatina ai danni del poveretto.
E Vergo sorrise soddisfatto, il bastardo.
-Roronoa, devi fuggire dalle tre fiere, giù quella riga!-
-Cosa?!- non era minimamente concepibile che si desse alla fuga di fronte a Eustass, Hakuba e Killer.
Non conciati a quel modo almeno!
-Povero me.... prigioniero di Panem e costretto a vestire i panni dell'orrenda lupa per il divertimento di Snow... - sospirò il cavallo bianco della rivoluzione -Circondato da attori veramente pessimi, poi.-
-Ehi!!- sbottarono i compagni.
-Presidente Snow, sappia che io la ucciderò per questo. E se ho tempo salverò Peeta.- disse, con lo sguardo carico di odio.
-Chi è Peeta?- sussurrò Kidd, esasperato.
-Monkey, il ragazzo della porchetta, così smette di cercare di ucciderlo.- rispose Killer.
-Gli animali non parlano!- sbottò Vergo colpendo i tre sulla testa con il registro di classe. -E, per l'ennesima volta, tu sei  Hakuba Cavendish, hai capito?-
-Cavendish il ragazzo delle banane.- borbottò Beatrice, che da quando era appesa alla volta del Paradiso era diventata  molto critica nei confronti di chiunque.
Gli altri lo guardarono straniti.
-Le banane Cavendish, razza di ignoranti! Durante economia domestica vi grattate le palle?!- si agitò -E smettete di guardare sotto il vestito!-
-Basta chiacchiere. Kuroashi, sta zitto finché non sarà il tuo turno!-
-Ma non posso stare appeso qui per- l'occhiataccia di Vergo lo zittì.
-Dunque, ora arriva Virgilio e, oh, buongiorno preside Sengoku.-
L'intera classe sussultò.
Il preside era lì?
Li stava vedendo conciati in quel modo?!
Sanji quasi svenne di vergogna.
-Buongiorno.- rispose stoicamente il preside avanzando. -Allora, come si stanno comportando questi ragazzi?-
-Molto meglio, molto meglio.- rispose Vergo, con voce quasi paterna -Pensavo che sarebbe educativo, nonché utile alla loro riabilitazione, fare una rappresentazione teatrale durante il festival culturale.-
Per poco non morirono tutti all'istante.
Scossero il capo all'unisono, cercando di convincere a gesti il preside che non s'aveva da fare una cosa così terribile.
Insomma, quel Vergo li voleva proprio umiliare del tutto?!
“Appena posso ti farò passare l'inferno.” pensò Law. A quel punto bisognava correre veramente ai ripari, perché il festival sarebbe stato esattamente due settimane da quel giorno. Due settimane di rime dantesche e sputtanamenti e, infine, il grande sputtanamento finale.
Doveva ammettere che Vergo meritava il premio bastardaggine.
Oh, ma non sapeva con chi aveva a che fare.
-Molto bene, ragazzi, riprendiamo.- esclamò quello, battendo le mani. -Ma... il mio copione?-
Nessuno ebbe il coraggio di dirgli che gli si era appiccicato in faccia.
-Eravamo arrivati a... giusto, l'arrivo di Virgilio. Riprendi, Roronoa. Ma dove l'avrò messo?-
-Miserere di me!- gridò, Zoro, con veramente scarso spirito interpretativo. -Qual che tu sii, od ombra od omo certo!-
-Omo certo un corno, omo tu semmai!- gli rispose Virgilio.
Sengoku rimase quasi impassibile. Quasi.
-Non sta parlando del tuo orientamento sessuale, Basil!- lo ammonì di Vergo con le venuzze che gli  pulsavano sulla sua fronte e il bastone stretto in pugno.
E basta.
A quel punto, Law ebbe l'illuminazione.
“Giusto! Davanti al preside non può dar sfoga al suo sadismo!”
Era rischioso, aveva bisogno di fare un test. Era come fare un esperimento, solo che in quel caso erano loro le cavie. E lui non aveva voglia di pigliarsi altre bastonate o gessate.
Basil Hawkins, seccato e praticamente atono, riprese a recitare. Che pagliacciata. Lo sapeva che finiva in un disastro, ma nessuno gli credeva. Imbecilli.
-Ond’io per lo tuo me’ penso e discerno che tu mi segui, e io sarò tua guida, e trarrotti di qui per  DA QUESTA PARTE!- sbottò richiamando Zoro che già se n'era andato all'altro capo dell'aula. -L'inferno è da questa parte!!-
“No, l'inferno è qui.” pensò l'albero Penguin -Professore, ho prurito al naso... - si lamentò esasperato.
Vergo lo fissò in tralice come se fosse stato uno scarafaggio da schiacciare seduta stante.
Law deglutì. Penguin, l'amico caro di una vita, inconsciamente si stava immolando per il bene comune.
Deglutì ancora, impensierito, ma al tempo stesso curioso. Si chiedeva come avrebbe reagito Vergo. La tensione era alle stelle e la presenza di Sengoku l'acuiva, perché il comportamento del mostro in sua presenza era una vera incognita.
-Puoi grattarti.- concesse infine l'insegnante.
Law alzò la mano.
-Che vuoi, Trafalgar?-
-Dovrei andare al bagno, professore.-
Ecco, la sfida era stata lanciata.
Vergo gli fece un cenno d'assenso, ma nonostante questo, Law ebbe l'impressione di averlo urtato e parecchio. Eh, ci teneva proprio ad essere chiamato esimio, il pezzo di merda.
“Ora vedi che ti combino, esimio dei miei stivali.” pensò marciando verso il bagno.
Fra l'altro, era tutta la mattina che se la teneva!


Sengoku non sapeva se ridere o se piangere. Dante si stava rivoltando nella tomba.
Zoro Alighieri domandò al sommo iettator poeta perché mai si fosse degnato di andare a soccorrerlo. E quello, con tutto l'entusiasmo e l'empatia di cui era capace, gli rispose che fu una bella donna a chiedergli di farlo.
-Lucevan li occhi suoi più che la stella;-
-Ma anche no!- protestò Sanji, ancora appeso al soffitto.
- e cominciommi a dir soave e piana,con angelica voce, in sua favella:-
-No! No! No!-
Vergo gli porse il copione.
-Forza, non far perdere tempo alla classe.-
Sanji si chiese che gli avesse fatto di male a quello.
-Credo di non sentirmi troppo bene... - protestò flebilmente. -Soffro... di vertigini... sto svenendo... -
-Kuroashi, non te lo sto chiedendo.- gli fece notare l'aguzzino, sollevando il bastone. Sengoku temette il peggio e anche il povero ragazzo, timoroso di interpretare la parte della pignatta.
Afferrò di fretta il copione e iniziò a leggere arrossendo.
-O anima cortese mantoana, di cui la fama ancor nel mondo dura,-
A quel punto Law tornò dal bagno.
-Trafalgar, alla buon ora.- lo riprese Vergo.
-Mi scusi, professore- rispose lui perfettamente calmo e si sistemò vicino ad Usop per consultare il suo copione e, di nascosto, mostrargli qualcosa, ovviamente quando gli insegnanti erano troppo presi da Beatrice e dal suo dolce recitare.
-I’ son Beatrice che ti faccio andare; vegno del loco ove tornar disio; amor... - deglutì sonoramente, Sanji. Il pomo d'Adamo gli salì e scese lungo la gola a ritmo folle.
-... amor... amor... - guardò il professore, poi Sengoku, poi Zoro. -...amor... a morir vattene!- sbottò tirandogli il copione addosso.
-Kuroashi!!- lo riprese Vergo.
La presenza di Sengoku gli impediva di esercitare pienamente i propri poteri e l'effetto si stava rivelando a quei mocciosi. Avrebbe potuto bastonarli, ma poi Sengoku sarebbe intervenuto e vedendolo schierato dalla sua parte, gli alunni ne avrebbero approfittato ancora di più.
Aveva le mani legate.



-Per me si va ne la città dolente, per me si va ne l’etterno dolore, per me si va tra la perduta gente.- recitò Hawkins. E nel farlo ci mise un po' di entusiasmo. Sembrava recitando una condanna a morte e pareva goderci. -Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate.-
-Maestro, il senso lor m’è duro.- replicò Zoro.
-Se sei deficiente non è colpa mia.-
-Basil!- lo sgridò Vergo.
-Reo non son, se d'intelletto difetti.- si corresse quello, monocorde, per poi evitare di rispondere alla domanda del compagno di classe e fingendo di precederlo all'inferno.


Andarono avanti per un po' nella recitazione. Zoro Alighieri e il sommo iettatore giunsero al secondo cerchio, dove trovarono le anime dei lussuriosi. In realtà i loro compagni che volteggiavano come ballerine pirla fingendosi nel mezzo di una tempesta. E fra esse, per volere di Vergo, vi erano due in particolare che attirarono la loro attenzione.
Paolo Malatesta e Francesca da Polenta.
O come li sfotterono in seguito, Paolomeo Testa di Pollo e Rucesca di Magnapolenta.
-Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:- esclamò Rucesca, con sentimento (gli piaceva dare sempre il massimo),  mentre Paolomeo, volteggiando come un turbine accanto a lui, rideva felice come una pasqua al pensiero di “basciar” la bocca del suo senpai “tutto tremante”.
-Voi due siete un po' troppo felici per essere all'inferno.- li riprese Vergo.
-Ci scusi!- esclamò Rufy, cambiando immediatamente espressione e facendosi triste e depresso. A dire il vero, anche se Vergo era temibile, per lui era solo l'ennesima prova verso Harvady e l'avrebbe superata dando il massimo.
-Senpaiiii!- Bartolomeo s'avvicinò all'adorato modello di vita e fu per afferrargli finalmente i polsi sottili, quando una riga s'abbatté sul suo braccio.
-Augh!-
-Lascia stare Peeta, maledetto!-
-Dannato Gianciotto, non ti permetterò di toccare Francesca senpai!-
-Katniss! Io sono Katniss il bellissimo!- replicò quello, poi si volse verso i due insegnanti e urlò   agitando i pugni. -Capitol City, non riuscirai a cancellarmi! Se io brucerò, voi brucerete con me!-
-I giovani d'oggi... s'immedesimano troppo in modelli culturali sbagliati. Mi scusi un attimo.- disse Vergo prendendo il bastone e abbattendo il disturbatore con un colpo solo.
Quando ci voleva, ci voleva.
-Non si è fatto nulla, stia tranquillo.- disse per tranquillizzare il preside.
Law tentennò, forse aveva sbagliato qualche calcolo.
“Capitol City ha vinto di nuovo...” pensò l'albero Penguin. Ma si sbagliava.
Come si sbagliava Vergo nel pensare che bastasse un solo colpo per far tornare la memoria a Cavendish.
Ripresosi e trovando nella scatola maledetta un tridente, il ragazzo esclamò -Ma questo è di Finnick! Anche lui è stato catturato, dunque?!-
Ma Law aveva ormai dato il segnale.
Accadde quando Shachi sui banchi dovette interpretare il nocchiero Flegias, precipitato negli inferi dal dio del sole Apollo, che Usop lanciò qualcosa  ai piedi di Vergo. Ma quello non se ne accorse.
Non subito.
Usando una lente, non visto grazie al contributo involontario degli “attori” in scena, l'aspirante chirurgo diede fuoco alla giacca di Vergo nel punto cieco dietro la sua schiena.
-Shachi, devi colpirli col remo, con fargli cara cara!- ordinò il professore al nocchiero gentile. -E voi cercate di metterci più entusiasmo, siete iracondi, non ballerine!-
Il manico di scopa di Shachi colpì in pieno Apoo.
-Ahi!-
-Scusa, mi spiace!-
-Non ti devi scusare, devi buttarlo fuori bordo!-
-Professore, posso farlo io Flegias?- si propose Penguin.
-Gli alberi non parlano.- replicò atono quello. Poi, d'un tratto...
-Cos'è quest'odore?- domandò Vergo, rendendosi conto che qualcosa non andava.
-Mah, sarà Flegias... - rispose il diavolo della classe.
Vergo inarcò il sopracciglio, poi capì e tentò di levarsi la giacca in fiamme.
Troppo tardi.
Il fumo aveva già raggiunto l'impianto antincendio che si attivò.
-Forza, tutti fuori.- esclamò Sengoku.-Farete lezione in-
Aprendo la porta, però, il preside trovò non solo il corridoio, ma tutta la scuola nella stessa identica situazione di quell'aula. Restava una sola cosa da fare.
-Dovremo sospendere le lezioni e rimandare gli alunni a casa.- disse voltandosi verso il professore rimasto sotto il getto dell'impianto, stoico e immobile.
Fu in quel momento che l'ira funesta di Vergo esplose.
Quel maledetto rospo di Trafalgar Law gli aveva incollato le scarpe al pavimento!







Note: Vergo se la prenderà? Anche troppo. E userà un metodo veramente sporco in tutti i sensi. Il che mi impensierisce un po' in realtà... beh, comunque, una noticinainaina su questo capitolo è che... Zoro e Sanji teoricamente sono solo rivali, meno di Apoo e Kidd, ma fra loro non c'è nulla. Ma il fanservice è bello e Vergo l'ha capito u.u
Forse Shachi con Flegias c'entra poco, ma... voi ce lo mettereste che so, Ace in quel ruolo, col rischio di bruciare tutta la scuola? Meglio uno tranquillo u.u
Penguin se l'è legata al dito, comunque.
Ed ecco a voi un momento rubato a Zorante e Santrice xp (foto scattata dal cell, pardon)
Alla prossimaaaaaa!!






   
 
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