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Autore: thefelixknowsit    14/09/2014    0 recensioni
Questa fan fiction, ispirata a Lo Hobbit, parla dei pensieri, delle emozioni, delle avventure, raccontate dall'elfa Tauriel e dal Nano Kili, che hanno deciso di tenere un diario segreto, dove si confidano ogni giorno. Raccontano la stessa storia da due diversi punti di vista. Ovviamente Kili non sa del diario di Tauriel e Tauriel non sa del diario di Kili. Il resto lo scoprirete leggendo. Credo di aver detto tutto, enjoy! ;)
Genere: Avventura, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kili, Tauriel
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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                                                         DIARIO DI KILI

Giorno 1

Caro Diario,
Oggi è il mio primo giorno di viaggio con la Compagnia. Sono molto eccitato perché noi Nani amiamo viaggiare, avventurarci in luoghi sconosciuti, e anche fare la guerra, se necessario. Però nel mio animo c’è anche una piccola scintilla di paura, della quale ho vergogna. Lo ammetto: ho paura del Drago. Me ne vergogno perché i miei compagni sono tutti coraggiosi e non esiterebbero ad affrontare Smog di persona, anche a costo di mettere a repentaglio la loro stessa vita. Ma forse sto facendo un po’ di confusione, quindi mi pare opportuno spiegarti tutta questa faccenda del viaggio, e del Drago, e della paura:
Molto tempo fa, i nostri antenati furono cacciati dalle Terre del Nord.
Non ebbero niente da perderci, perché si trasferirono con successo a Erebor, la Montagna Solitaria della Terra di Mezzo. Forse sarebbe più corretto dire che si trasferirono in Erebor, dato che lavorarono e scavarono tutta una serie di tunnel e di sale all’interno del monte, fino ad ottenere la più magnificente, fiorente e splendida città nel cuore della montagna. Gli affari andavano a gonfie vele, anche nella città di Dale, che era nei pressi immediati del monte. Milioni di persone arrivavano da tutti gli angoli della Terra di Mezzo per ammirare lo splendore che i Nani avevano costruito. Avevano accumulato talmente tanto oro da riempire stanze e saloni ed interi depositi di gioielli e meraviglie.
 Ma i giorni prosperi non durarono.
 Dal lontano Est giunse la più grande catastrofe della storia: Smog, il Drago. Esso distrusse interi paesi, appiccò il fuoco alle foreste, sterminò le popolazioni e fece una strage, impadronendosi della Montagna e installandosi lì, sessanta anni fa.
 Oggi lui dorme ancora sul nostro patrimonio, e tredici Nani e uno Hobbit, sono partiti per riconquistare il cuore di Erebor e riprendersi la loro casa. Con l’aiuto di Bilbo, lo scassinatore, avremo accesso al salone dove dorme il Drago. Sarà sempre Bilbo ad intrufolarsi lì e a recuperare l’Archengemma: il Gioiello dei gioielli. Il cuore della Montagna.
 Solo così Thorin, il nostro Re ed il nostro capo, otterrà il potere e riuscirà ad avere il rispetto degli altri popoli, ricostruendo una nuova Erebor ed una nuova vita, ancora più magnificente di quella di prima.
 Però resta ancora il problema del Drago: se si risveglierà… sarà la fine. Ci ucciderà tutti. E’ per questo che io ho paura. Tutti gli altri Nani sono pieni di esperienza (beh, a parte Fili, mio fratello, ma lui non fa fatto) e di coraggio. Tutti loro hanno combattuto le migliori guerre e ne sono usciti vincitori. Sono estremamente valorosi ed intrepidi. E io… sono il più piccolo di tutti. Io sono il più giovane e non ho quasi esperienza in fatto di Draghi e di combattimenti. Io… non sono nessuno. Io non sono niente in confronto al grande Thorin, o al saggio Balin, o al forte Bifur. Io sono l’ultima ruota del carro.
 Questo è solo un sentimento mio: gli altri pensano che io sia un grande, e magari lo sono anche, ma proprio non riesco a scacciare questo pensiero. Ma non sarà questo a scoraggiarmi, no di certo. Io sono un Durin, e vivrò questa avventura fino alla fine. Mi arricchirò l’animo con questa esperienza… beh, se rimarrò vivo alla fine di tutto questo. Io vado avanti lo stesso con coraggio.
Bene, ora che conosci le basi di questa avventura, posso farti il resoconto del nostro primo giorno di viaggio.
 Siamo partiti stamattina da Sottocolle, nella Contea Hobbit. Siamo stati gentilmente ospitati e rifocillati per un giorno dal nostro caro Bilbo: lui conosce le buone maniere. E’ una personcina piccola e posata. E’ piccolo e magro, si veste bene e parla con una vocetta tutt’altro che grossa. E’ molto ben educato e disprezza le avventure: lui ama casa sua e non se ne separerebbe per niente al mondo. Con un grosso colpo di fortuna siamo riusciti a persuaderlo a venire, tuttavia sono convinto che non sia adatto alla nostra Compagnia, né alla nostra spedizione. Viene considerato di poco o nessun valore dagli altri. Sono preoccupato per lui: non so se ce la farà. Così leggero e silenzioso, è molto diverso da noi Nani: grossi, barbuti e molto rumorosi. Noi non badiamo al Galateo. Noi ci muoviamo a passi pesanti con grossi stivali di cuoio e spessi vestiti di pelle. Con i nostri vocioni gutturali ci potremmo far udire a miglia di distanza.
 Ecco, mi sono auto commiserato. Non importa. Siamo tutta un’altra razza, noi Nani.
Come dicevo, abbiamo viaggiato tutto il giorno, in sella ai nostri pony, sotto una pioggia battente. Eravamo esausti, dopo aver attraversato le Terre Solitarie tutto il giorno. Ci siamo accampati sotto ad un gruppo di alberi. Il riparo non era granchè, e la pioggia continuava a picchiare sulle nostre teste. All’improvviso abbiamo notato una luce rossa in lontananza: ebbene, c’era un fuoco! Stanchi, affamati e bagnati fino all’osso ci siamo avvicinati in direzioni della luce, del tutto ignari delle conseguenze che ci avrebbero potuto sorprendere. Eravamo talmente frastornati che non ci era nemmeno passato per la mente di essere cauti.
Abbiamo mandato lo Hobbit in avanscoperta, in quanto scassinatore. Volevamo che tornasse indietro ad avvisarci di un pericolo in agguato, o che dicesse che andava tutto bene e che potevamo avvicinarci.
Ma Bilbo non tornava. Abbiamo aspettato e aspettato. Balin era andato a vedere se andava tutto bene. Nemmeno lui faceva ritorno. Anche un secondo Nano sparì misteriosamente nei pressi del fuoco.
 Allora io e Fili ci facemmo coraggio e ci incamminammo anche noi.
 Avevamo ragione, ad essere preoccupati: tre Uomini Neri, volgarmente chiamati Troll di Montagna, ci hanno assaliti e catturati, uno ad uno.
 Eravamo per terra, stretti in dei sacchi e delle corde, mentre quelle creature enormi discutevano su come cucinarci.
Bilbo aveva cominciato a dire assurdità, del tipo che avevamo i vermi, o che bisognava spellarci prima per cucinarci meglio. Tutti gli abbiamo urlato che era un traditore. Ora gliene siamo grati, perché ci ha salvato la vita: ha avuto il buonsenso di prendere tempo, così l’alba ha colto i tre Uomini Neri di sorpresa, trasformandoli in pietra per sempre. Abbiamo trovato una caverna nelle vicinanze, così abbiamo fatto rifornimento di provviste e di armi. Ora siamo accampati subito fuori dall’entrata della grotta, mentre cerchiamo di riposare.
 E’ stata una giornata intensa, ora devo dormire.
A domani,
KILI

                                                             DIARIO DI TAURIEL  

1° GIORNO

Caro Diario,
La vita è sempre monotona, qui fra gli Elfi. Vivere in eterno non è così bello come potrebbe sembrare. Tutti i giorni passano veloci e allo stesso modo. Cento anni non sono che un battito di ciglia per noi. Tutta la vita ci scorre intorno e noi ne siamo dentro, come in un gigante uragano: tutto scorre alla velocità della luce, ripetendo sempre la stessa routine e lasciandomi frastornata. La mia vita è sempre piatta. Certo, è bello essere un Elfo: siamo ineguagliabili nell’agilità e nel combattimento, abbiamo viste acutissime, sarebbe un po’ come dire che noi siamo “soprannaturali”. Abbiamo certe abilità che nessun’altro può avere. Ma la vita è sempre la stessa: guerra, gloria, bellezza e poi di nuovo guerra.
Preferirei avere i giorni contati e viverli al meglio, piuttosto che portare avanti per sempre la stessa monotonia.
Oggi sono andata nei boschi a schiarirmi le idee. Ho passeggiato e ho raccolto piante e radici commestibili per la cena. Ultimamente Legolas mi sta molto attaccato: ciò mi fa molto piacere, ma a volte è imbarazzante. Per me è un amico, niente di più. Thranduil continua a rimproverarmi… sostiene che io dia false speranze a suo figlio, ma io non sto facendo proprio niente. Io voglio bene a Legolas, ma non in quel senso. Non voglio dargli false speranze, perché non sono innamorata di lui. Con lui sto bene come amica e basta. Non capisco perché Thranduil debba sempre essere così scontroso con me. In attesa di una svolta negli avvenimenti della mia vita,
tua

Tauriel  

                



 
  
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