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Autore: callas d snape    14/09/2014    2 recensioni
L'infanzia di Maya può essere sintetizzata in un'unica parola: inferno. Senza genitori, sfruttata e maltrattata dal nonno per le sue doti, non si è mai sentita amata. Anzi, non si è neanche mai sentita umana. Spesso desidera di non essere mai nata o, addirittura, di morire!
Ma il Destino ha in serbo altri piani per lei, piani che sembrano tutti racchiusi nella D. del suo nome. E così affiancata da una "sorella" combinaguai dalle origini misteriose, una ciurma di pirati sconclusionata e un ragazzo di fuoco con cui condivide lo stesso dolore, Maya scoprirà la bellezza e la gioia dei sentimenti e inizierà una lotta contro il suo passato per cambiare il suo futuro ed essere felice.
N.B. Il rating potrebbe subire variazioni!
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Trafalgar Law, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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LA NUMERO 7


 
Il sole di giugno picchiava forte sul ponte dell’imbarcazione togliendo ai suoi abitanti la voglia di applicarsi a qualsiasi attività troppo impegnativa.
Maya se ne stava rannicchiata nella postazione di vedetta osservando svogliatamente il cielo. Da quando lei, Zoro e Rufy erano partiti da Sheltz Town le cose erano cambiate drasticamente. La ciurma si era subito allargata e così, tra una disavventura e l’altra, si erano aggiunti Nami, la navigatrice ladra, Usop, il cecchino bugiardo e fifone, Sanji, il cuoco farfallone e la Going Merry, la loro nave. I nuovi componenti si erano subito inseriti bene e la loro strana famiglia continuava spensierata il viaggio verso la Grand Line.
Spensierata o quasi. Maya, dal canto suo, da quando aveva lasciato il Baratie, aveva la testa altrove, concentrata su pensieri per nulla rilassanti. Fortunatamente la spedizione di salvataggio di Nami ad Arlong Parck l’aveva assorbita completamente e sul momento la sua mente si era svuotata di tutti i suoi problemi. Problemi che, però, erano ritornati opprimenti appena avevano lasciato l’isola natale della navigatrice.
La mora sospirò tornando per l’ennesima volta con la mente a quel giorno non troppo lontano.
 
Lo aveva visto cadere a peso morto nell’acqua senza più riemergere. Il suo cuore aveva perso un battito. Senza starci troppo a pensare, si era buttata anche lei in mare per raggiungere il corpo di colui che ormai considerava un prezioso amico.
Quando Mihawk era giunto durante il combattimento tra Rufy, il Baratie e i pirati di Creek, si era subito voltata verso Zoro per vedere la sua reazione: un misto di terrore ed eccitazione si era dipinto sul volto del compagno. Quando poi lo aveva sfidato, Maya si era irrigidita, ma il sorriso sghembo dello spadaccino l’aveva leggermente rincuorata: forse lo scontro poteva essere vinto dall’amico.
Quanto si sbagliava: Mihawk gli aveva spezzato due spade con una facilità assurda e lo aveva ferito gravemente senza il minimo sforzo. Quel tizio non era umano, era un demone!
 Maya nuotava veloce nelle acque fredde del mare per recuperare il corpo martoriato del suo amico (non riusciva a pensare che fosse morto!). Alla fine riuscì a scorgerlo tra i flutti e iniziò a riportarlo a galla facendo attenzione ad evitare il più possibile le ferite, cosa tutt’altro che facile. A metà strada la vennero ad aiutare i due cacciatori di taglie amici di Zoro di cui, in quel momento, non ricordava il nome.
Giunti in superficie, la mora lasciò lo spadaccino nelle loro mani e si diresse verso Occhi di Falco per aiutare il suo capitano che lo stava attaccando senza risultati. Aveva appena toccato terra e stava per scagliarsi contro quell’essere inquietante, quando i suoi amici dissero che Zoro era vivo, facendo tirare un sospiro di sollievo a lei e a Rufy.
Dopo aver spronato Roronoa a migliorarsi ancora per poi andarlo a sfidare nuovamente, Mihawk iniziò ad avviarsi verso la sua imbarcazione con l’intenzione di andarsene, ma quando passò di fronte a Maya si fermò un attimo incredulo. La osservò attentamente: i suoi occhi erano identici ai ‘suoi’, in pochi li avevano di quel blu scuro come il mare di notte. E poi l’espressione seria identica alla ‘sua’ prima di ogni scontro. Troppe coincidenze per l’attento Occhi di Falco. Improvvisamente si ricordò che ‘lui’  una volta gli aveva confidato di aver perso una figlia. Che fosse lei?
“Chi è tuo padre?” le disse piano, in modo che soltanto lei potesse sentirlo. Maya si irrigidì di colpo, soprattutto perché il tono che aveva usato il pirata lasciava intuire che conoscesse già la risposta. Era possibile che lui fosse al corrente della sua vera identità?
“E a te che ti frega?” rispose la bruna fulminandolo con lo sguardo.
Mihawk si allontanò dalla ragazza con una smorfia di soddisfazione dipinta sul volto: quella risposta per lui equivaleva a un nome proprio. Dal canto suo, Maya sbuffò irrequieta: lui sapeva e lei sapeva che lui sapeva e lui sapeva che lei sapeva che lui sapeva! Pregò solamente che avesse abbastanza buon senso da non andarlo a dire in giro: ma cosa poteva sperare da un pirata pazzoide, cane del governo mondiale?!
Eppure anche lo spadaccino non aveva alcuna intenzione di spifferare tutto, primo perché non era una comare pettegola e secondo perché aveva intuito che esisteva un valido motivo per il quale la mocciosa non andava a sbandierare ai quattro venti quel legame di sangue. No, si sarebbe tenuto quell’informazione per sé aspettando l’evolversi degli eventi: era certo che ci sarebbe stato da divertirsi!
 
L’urlo di Nami la fece tornare alla realtà e abbassare lo sguardo sul ponte sottostante. La navigatrice sventolò un volantino davanti al volto di Rufy che non faceva altro che ridere felice. Incuriosita da tutto quel trambusto, Maya decise di andare a vedere cosa stesse succedendo calandosi lungo una sartia della nave.
Giunta sul ponte, fu investita da una concitata cartografa che le disse al colmo dell’esasperazione: “ Maya, almeno tu mi capisci vero? È vero che non è una cosa di cui essere felici avere una taglia sulle testa?” e le passò il volantino che teneva in mano poco prima.
La ragazza osservò attentamente l’immagine: la foto del suo capitano sorridente riempiva quasi completamente il foglio. Sotto il nome di Rufy e la sua prima taglia: 30.000.000 di berry.
“Ehi Rufy, complimenti per la taglia: è un buon punto di partenza! Questa va subito a finire nel mio diario di avventure!” rispose entusiasta la bruna facendo cadere la rossa nel più totale sconforto: possibile che a nessuno importasse un pochino della loro incolumità?
A interrompere la discussione sull’argomento ci pensò Usop che sportosi leggermente dal parapetto col cannocchiale in mano si mise a gridare: “TERRAAAAAA!!!”
Tutti gli altri lo imitarono notando il contorni ben delineati dell’isola, mentre emergeva pian piano alla vista anche la sagoma di una città.
“Quella è Rogue Town, la città dell’inizio e della fine, dove nacque e morì Gold Roger. È l’ultima isola prima dell’entrata nella Grand Line!” disse Maya ai suoi compagni.
“Com’è che ne sei così sicura?” chiese Zoro dubbioso.
“Ci ho vissuto un paio di mesi appena intrapreso il mio viaggio. Bisogna stare attenti: il capitano dei Marines qui è un uomo furbo ed estremamente forte. Vedete di non attirare troppo l’attenzione!” continuò la mora.
“Non vedo l’ora di vedere il patibolo su cui è morto il Re dei Pirati!” trillò entusiasta Rufy facendo capire a tutti che non era stato minimamente ad ascoltare i consigli della biografa. “Bene ragazzi, prossima tappa Rogue Town. Prepariamoci a sbarcare!!!”
 
Maya si stava dirigendo a passo spedito verso il centro della città dopo i suoi numerosi acquisti: aveva comprato una scorta di rullini, delle ricariche d’inchiostro, un nuovo quaderno e si era concessa anche il lusso di qualche abito nuovo. In oltre, ora che finalmente avevano una nave che si poteva definire tale, poteva anche sviluppare da sola le varie pellicole: quindi aveva preso tutto l’occorrente per lo sviluppo delle fotografie.
Era arrivata all’incrocio principale della città e si ritrovò di fronte tutti i suoi compagni. Tutti, eccetto il loro capitano.
“Ehi, qualcuno ha visto Rufy? Non è che si è andato a cacciare in qualche guaio?” chiese Sanji esprimendo ad alta voce il pensiero di ogni singolo membro della compagnia.
A conferma dei loro sospetti, un vociare concitato iniziò a provenire dalla piazza del patibolo, a pochi metri da loro. A quanto si diceva, un pazzo stava per essere ammazzato da un pirata col nasone a pomodoro sullo stesso patibolo sul quale era morto Gold Roger.
“Vi prego, non ditemi che il cretino in questione è il Nostro!” disse sconsolata Nami, sapendo bene, però, che era proprio lui, purtroppo. “Accidenti, proprio ora che sta per cambiare il tempo, quell’idiota doveva farsi prendere!”
“Voi andate alla Merry; io, Sanji e Maya recuperiamo Rufy e vi raggiungiamo.” disse perentorio Zoro.
“Mi raccomando, fate attenzione!” replicò Usop prima che il gruppo si dividesse.
 
Nami e Usop correvano in direzione del porto, mentre il cielo si faceva sempre più buio.
Erano quasi arrivati alla nave quando una visione li fermò di  colpo: un enorme leone e un uomo con una strana capigliatura erano svenuti e pieni di ferite vicino alla Going Merry. Sopra il corpo della belva stava seduta una figura a gambe leggermente divaricate, un kunai ancora in mano e il volto coperto dal cappuccio del mantello che indossava.
“E… e… q-quella p-p-persona ch-chi è?” balbetto terrorizzato il cecchino.
Un lampo illuminò il volto dello sconosciuto mettendo in luce un sorrisetto per niente rassicurante.
 
I quattro pirati stavano correndo verso il promontorio sotto la pioggia scrosciante. Maya guardava stupita il suo comandante: se prima lo pensava solamente, adesso ne era certa, stava seguendo la persona giusta. Quando aveva visto sorridere Rufy, impavido davanti a morte certa, si era ricordata delle foto dell’esecuzione di Gold Roger: quei due avevano lo stesso sorriso, quello di chi sa di essere arrivato alla fine della propria vita e di accettare la cosa a testa alta. Non c’erano dubbi, Rufy era sicuramente il successore di Roger.
Erano arrivati ormai sulla nave e il ragazzo di gomma stava impartendo gli ordini per salpare. Nami e Usop avevano tentato di dirgli qualcosa, ma li aveva liquidati con un ‘non adesso’.
Quando finalmente si furono allontanati a sufficienza dalla costa e rientrarono tutti sotto coperta, li attese una sorpresa inaspettata: una figura incappucciata stava comodamente seduta su uno degli sgabelli della sala da pranzo sorseggiando tranquillamente un the caldo.
“Salve. Spero non vi dispiaccia se ho approfittato dei vostri utensili!” dissi il misterioso individuo con voce vellutata indicando l’enorme bollitore fumante.
“Tu chi sei?!” chiese curioso Rufy dando voce ai pensieri di tutti i suoi compagni, molto più allarmati di lui.
“È quello che tentavamo di dirti io e Usop!” cominciò Nami scocciata. “Abbiamo trovato questo tizio fuori dalla Merry dopo che l’aveva appena salvata da un attacco dei pirati di Bagy. Dice di conoscere Maya.”
Tutti si voltarono verso la biografa che non aveva smesso per un secondo di fissare il misterioso salvatore della loro nave: quella voce assomigliava proprio a quella di… ma non poteva essere!
Fu quella stessa persona a sciogliere i suoi dubbi abbassandosi il cappuccio del mantello e a farla esclamare: “SYRI?!”
La bionda le fece un sorriso a trentadue denti e poi le si buttò felice tra le braccia. La bruna la osservò attentamente: in quell’anno la minore era cambiata parecchio, i capelli le erano cresciuti e ora le incorniciavano il viso in un ordinato caschetto, il volto aveva perso parte dei suoi tratti fanciulleschi, il suo corpo stava prendendo le forme di quello di una vera donna e la voce era maturata a tal punto che quasi non l’aveva riconosciuta!
“Maya tu conosci questa tipa?!” domandò Zoro interrompendo il momento tra le due ragazze.
“Oh, scusate. Lei è Syri, è mia sorella minore.” rispose la castana lasciando tutti con un palmo di naso.
“Certo che sei proprio un bel tipo! Non ci vediamo da appena un anno e già faticavi a riconoscermi!” disse la bionda con un finto cipiglio arrabbiato.
“Che ci fai qui? Come hai fatto a trovarmi?” chiese Maya ancora sotto shock. Tutti gli altri stavano in religioso silenzio interessati alla storia della nuova arrivata.
“Beh trovarti non  è stato poi così difficile. Sono arrivata in città circa una settimana fa. Mi ricordavo che come prima tappa del tuo viaggio avevi scelto Rogue Town. Ho iniziato a fare domande in giro, anche se non potevo espormi troppo a causa di quel mastino di Smoker. Comunque dopo giorni di ricerca infruttuosa, oggi ho comprato il giornale e c’era questo.”
Syri posò sul tavolo il volantino della taglia di Rufy ed indicò una mano che tirava l’orecchio destro del ricercato. “Avrei riconosciuto quell’anello tra mille!” disse la bionda facendo l’occhiolino alla sorella che arrossì impercettibilmente.
“L’articolo allegato diceva che la vostra ciurma aveva appena lasciato il villaggio di Coco e quindi sapevo che presto sareste arrivati qui. Il problema è che non sapevo su che nave viaggiavate. Poi, poco fa, ho incontrato un tizio bizzarro, con degli strani tatuaggi sul volto che mi ha indicato la vostra caravella. E sono arrivata appena in tempo: quella sottospecie di pagliaccio col leone stava cercando di darle fuoco!”
“Continuo a non capire però come mai sei qui.” chiese perplessa Maya.
“Il perché è leggermente più complicato.” disse incupendosi Syri.
“Che è successo?” continuò la mora, sapendo bene che ciò che stava per sentire non le sarebbe piaciuto.
La minore sospirò pesantemente e con la voce incrinata dal dolore disse: “Zio Kerr è morto.”
Il cuore di Maya scricchiolò pericolosamente come se fosse stato di vetro. Sentiva dietro di sé i suoi compagni mormorare chiedendosi spiegazioni tra loro. Solo Zoro restava in silenzio aspettando una qualsiasi reazione della bruna.
“Come.” sussurrò flebilmente questa alla fine.
“L’hanno ucciso quelli del governo.” ringhiò con astio l’altra. Allo sguardo stralunato della sorella, si affrettò a chiarire la faccenda: “Tu non centri, il problema ero io. È iniziato tutto più di un mese fa, per il mio diciassettesimo compleanno. Avevo notato che mio zio si comportava in maniera strana già da qualche tempo, ma la cosa stava peggiorando. Era come se avesse un peso sulla coscienza. Poi, qualche giorno dopo una nave del governo attraccò a Liurah: Kerr era teso coma una corda di violino. Ho cominciato a fargli mille domande e alla fine sono riuscita a farlo parlare.”
Il gelo era calato nella sala. La minore tornò a sedersi al suo posto mentre Maya si accovacciava ai suoi piedi stringendole forte le mani per invitarla a proseguire.
“Mi ha raccontato la verità sulla mia nascita. Mi ha detto che i miei genitori non sono morti in un incidente, anzi non sono proprio morti! Mia madre mi affidò a lui quando ero ancora in fasce perché era una ricercata facendogli promettere che non mi avrebbe detto niente fino ai miei diciassette anni. Mio zio ha fatto di tutto per proteggermi dal nome di mia madre, ma a quanto sembra non è stato sufficiente: il governo aveva scoperto in qualche modo la mia esistenza ed era venuto per arrestarmi. Sono riuscita a scappare, ma  Kerr è rimasto indietro per ostacolarli e…” Syri non riuscì a finire la frase che scoppiò i lacrime.
La mora la strinse forte a sé accarezzandole piano i capelli per farla calmare: non riusciva a credere che Kerr fosse morto. La voce spezzata della bionda affiorò flebile dal suo petto: “Hanno bruciato la nostra casa, tutti i nostri ricordi. Non sapevo cosa fare, così sono venuta a cercarti. Avevo… Ho bisogno di te!”
Maya continuò a carezzare la sorella e a sussurrarle parole rassicuranti, incurante del fatto che i suoi compagni erano ancora tutti lì impalati ad assistere impotenti a quello sfogo.
Alla fine la biografa prese la parola: “Ora cosa pensi di fare? Vuoi cercare i tuoi genitori? Hai qualche indizio?”
“Sì, li voglio cercare; dopo tutto sono la mia famiglia! Ma non ho idea di come fare. L‘unica cosa che mi ha detto mio zio su sua sorella è stata ‘Tua madre è il Fiore della rivoluzione’, ma non ho la minima idea di cosa significhi. Di mio padre invece non sapeva niente, neanche se sia ancora vivo.” concluse afflitta la bionda asciugandosi le lacrime.
“Beh, non ti preoccupare lo scopriremo insieme!” Syri sgranò gli occhi stupita visto che a parlare non era stata la sorella, ma quel buffo ragazzo col cappello di paglia che aveva capito essere il comandante.
“Non che non mi faccia piacere la tua offerta, ma tu recluti la gente così senza indagare? Insomma, non mi conosci neanche!” la ragazza era sempre più stralunata.
“È vero, però mi sei simpatica! E poi hai già salvato la Merry da quei tirapiedi di Naso-rosso e sei anche la sorella di Maya. Allora vuoi unirti alla nostra ciurma?” Rufy la guardava con un sorriso smagliante.
“Sì, sempre che non dispiaccia agli altri!” rispose un po’ insicura l’interpellata, subito rincuorata da una serie di pacche e abbracci di benvenuto in quella pazza famiglia.
“Dunque… che cosa sai fare?” chiese innocentemente il ragazzo di gomma facendo cadere tutti a gambe all’aria. La bionda sorrise serena e tranquilla, ritornando la solita ragazza di sempre , prima di rispondere al suo nuovo capitano.
“Beh, me la cavo nei combattimenti ravvicinati. So cucinare,” e a quell’affermazione Nami e Maya colpirono poderosamente la testa di Sanji che si stava per buttare tra le braccia della sua nuova ‘assistente personale’, facendolo svenire “ disegno e non faccio schifo come nocchiere.”
“Non fai schifo? Rufy credi a me: in quanto a senso dell’orientamento questa mocciosa è anche peggio di Zoro, specie sulla terra ferma, ma con un timone in mano e un bravo navigatore ti saprà riportare a casa anche con la più cruenta delle tempeste!” la corresse Maya, facendo arrossire Syri e imbestialire Zoro per averlo usato come esempio in maniera negativa.
“Bene! Da ora in poi sarai il nostro timoniere!” dichiarò Rufy facendo esultare tutti, tranne Sanji che vedeva sfumata la possibilità di avere una bellissima ragazza accanto a lui mentre cucinava.
Il cuoco, però, si riprese subito e preparò una cioccolata calda per tutti per festeggiare il nuovo membro della loro famiglia. Zoro si lamentò che avrebbe preferito un buon bicchiere di sakè e Rufy una bella fetta di carne, ma ingurgitarono comunque vogliosi quella dolce bevanda visto che la temperatura era calata e avevano tutti le ossa congelate per la pioggia fredda di poco prima.
Dopo un quarto d’ora di presentazioni e discorsi vari, Usop richiamò l’attenzione generale  puntando un dito contro l’oblò, in direzione di una luce all’orizzonte: “Ragazzi venite a vedere!”
La ciurma uscì sul ponte principale incurante dell’acquazzone che sferzava nuovamente i loro corpi e guardò fisso d’innanzi a sé: una luce intermittente si stagliava nel buio della tempesta.
“Quello è il faro che indica l’entrata nella Rotta Maggiore! Dobbiamo essere vicini alla Linea Rossa” spiegò Nami sovrastando il fragore delle onde e del vento.
“Allora propongo di fare un brindisi!” disse Sanji posizionando una botte piena d’acqua in mezzo al ponte. Poi  alzò una gamba e poggiando il piede sul contenitore disse: “Troverò l’All Blue.”
“Disegnerò la cartina di tutto il mondo.” Un secondo piede si aggiunse.
“Diventerò un coraggioso guerriero dei mari.” Ed ecco il terzo.
“Troverò le mie origini.” E il quarto.
“Diventerò lo spadaccino più forte del mondo.” Il quinto.
“Scriverò la biografia del Re dei Pirati.” Sesto piede.
“Diventerò il Re dei Pirati!” E l’ultimo a chiudere il cerchio.
Sette gambe si alzarono in sincronia e fecero a pezzi la botte su cui poggiavano poco prima.
“Andiamo a conquistare i nostri sogni!”
 
 
 
 
N.d.a.
Hello everyone!
Finalmente si entra nella Grand Line! Devo dire che questo capitolo mi ha fatto penare non poco essendo uno di passaggio, ma non potevo lasciare Syri fuori dalla nostra avventura! Kerr è morto e mi è dispiaciuto un sacco (vox populi: “E a noi che ce frega?!”), ma serviva per far scoprire qualcosa di più sulla nostra coprotagonista. Comunque nel prossimo capitolo tornerà a farci visita un nostro caro amico…
Ringrazio sempre tutti quelli che recensiscono, inseriscono la storia tra le preferite/seguite/ricordate, leggo in silenzio.
Lasciate un commentino se vi va! Ci sentiamo a ottobre. C.S.
 P.s. Penso che sia palese chi sia il padre di Maya, ma non lo nominerò per ancora molti capitoli per lasciare un po’ di suspance (vox populi: “Ma dov’è la suspance!” -_-). Quindi fatemi sapere se avete capito!
 
 
 
  
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