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Autore: A Swiftie Life    14/09/2014    4 recensioni
California è una ragazza davvero particolare. E’ bella, con due occhi azzurri, capelli color dell’oro e un carattere espansivo. Una vera bambolina; che non fa fatica ad attirare molta attenzione nel gruppo del suo migliore amico Rich, composto da Calum, Michael, Ashton e Luke. Non se ne cura molto, se non fosse per il fatto che quel maledetto Hemmings, che ha completamente e pericolosamente attratto Cali, non la degnasse nemmeno di uno sguardo. Presa da improvvise (e comiche) ansie da sedicenne depressa e pazzamente infatuata, decide di conquistare a modo suo l’impermeabile cuore di Luke.
Discussioni, feste, alcol, tanti amici, situazioni spaventosamente coincidenti e imbarazzanti.
California Pierce. Luke Hemmings.
Che il gioco abbia inizio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings, Michael Clifford
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I.



«Avanti Rich!» 
«No Slav, non te lo dirò» mi fingo interessata alla conversazione che stanno intavolando i miei amici nel bel mezzo del cortile della scuola, seduti sotto il nostro solito abete. 
Slav incrocia le braccia sotto il seno, facendolo risaltare ancora di più. Come se la sua scollatura fino all'ombelico non sia abbastanza. 
Rich si fa scappare un'occhiata lanciata per sbaglio verso le amichette della bionda, ma poi inizia a scuotere vivacemente la testa.
Pesta un piede per terra e poi mi guarda supplichevole; la sua faccia mi spinge ad aprire le palpebre, prima socchiuse, e alzare le mani al cielo.
«Che vuoi che ne sappia io dei suoi amici sfigatelli?» pronuncio pacata, poggiando la schiena contro il fusto dell'albero. Merito uno sguardo omicida da parte di Richard. Beh, in fin dei conti non ho torto. 
Gli amici di Rich sono dei completi idioti, non capisco come faccia ad uscirci insieme. O semplicemente a sopportare la loro non indifferente presenza.
Sospiro iniziando a mettere tutti i miei libri nella borsa, mentre sento Slav iniziare di nuovo a piagnucolare.
«Non capisci Rich! I tuoi amici sono dei grandissimi gnocchi, devo sapere se dicono qualcosa su di me! Anche un commento di merda. Che so, "ha troppe doppie punte", "secondo me ce l'ha alla brasiliana", qualunque cosa!» gesticola convulsamente, cosa che mi fa aggrottare le sopracciglia. Slav è davvero eccentrica.
Dopo aver capito che Richard non le dirà proprio niente, sbuffa e sistema la camicetta bianca di due taglie più piccola. Alzo gli occhi al cielo guardandola. Come dicevo prima, oltre ad essere eccentrica e viziata al massimo, è anche una gran troia. 
Non ho ancora capito come riesco a sopportare il fatto che respiri la mia aria; ma purtroppo siamo "amiche" d'infanzia. Mia mamma mi ucciderebbe se decidessi di mollarla di punto in bianco.
E se ve lo state chiedendo, sì, sa che la odio e che non mi fido per niente di lei. Guardate.
«Slav?»
«Si?»
«Sei una vera zoccola»
Arriccia il naso e poi si gira dalla mia parte opposta, totalmente indifferente a ciò che le ho appena detto. Visto?
Rich ride e si sistema fra di noi, poggiando le braccia rispettivamente sulle mie spalle e quelle della bionda mancata. Si, perché ovviamente non era bionda naturale. 
Iniziamo a camminare verso l'entrata della scuola dato che è appena suonata e tutti sono già entrati. Oggi ho una voglia di apprendere pari a quella che ha un bradipo di staccarsi dal ramo e fare ginnastica. Con la scusa di stiracchiarmi animatamente faccio in modo di staccarmi da quei due e avanzare verso il mio armadietto laccato di verde. Verde, mah.
Lo apro con un colpo di gomito (perché ormai non ricordo più la combinazione, e il lucchetto sta rovinosamente cedendo dato che quasi ogni giorno ci sbatto contro la capocciona gialla di Slav) e prendo il libro di biologia. Lo stringo al petto, pensando a quella maledetta strega della Dawson aka drago viola sputa fuoco che inizia a urlare e a gesticolare per il solito casino della classe. 
«Non c'è niente da dire» mugugna Rich dal nulla. Probabilmente non ho ascoltato la conversazione precedente per perdermi nel mio fatato mondo fatto di marshmallow, Taylor Swift a palla e niente troiette bionde per la scuola. Anzi ripensandoci, niente scuola e niente troiette bionde.
«Odio le bionde!» sbotto senza rendermene conto, facendo quasi cadere il libro di biologia per terra. Slav e Richard mi guardano con un sopracciglio inarcato.
«Guarda che sei bionda anche tu, idiota»
«Senti, i miei capelli non sono biondi. Si avvicinano solo al giallo. E poi non sono di certo da prostituta come i tuoi» le faccio notare con un gesto seccato della mano. 
Ruota gli occhi e poi ritorna a parlare con Rich. 
«Dicevo, non credo che dicano qualcosa su di te. Semmai accennano ai tuoi airbag» continua lui. Slav spalanca gli occhi e porta una mano sul petto -fintamente scandalizzata- abbassando lo sguardo.
«Però ci parlano di me!» sbotta rialzando il viso, euforica. Alzo gli occhi al cielo: questo posto è una gabbia di matti.
«Certo, qualche apprezzamento su di te l’hanno fatto, ma credo che puntino più ad Ali» alle sue parole mi blocco nel bel mezzo del corridoio, spalancando gli occhi. Cosa ha detto?
Lo sento ridere mentre mi volto per guardarlo. Slav è rossa in viso mentre quel depravato di un moretto fa finta di asciugarsi una lacrima dagli occhi. Mi passano affianco.
«Non credo di aver capito bene, Richard» sputo fra i denti, sentendo le guance tingersi. 
Mi si avvicina ridendo, mentre con l'indice e il pollice tira una mia guancia. Sto per perdere la pazienza; e io con la pazienza non scherzo.
Gli rifilo un'occhiataccia.
«Oh andiamo Ali. Sono dei coglioni» mi rassicura mentre viene affiancato dalla bionda, che subito inizia a blaterare per attirare l'attenzione.
«Non starai per caso dicendo che guardano lei invece che me!» urla indicandosi. O meglio, indicando le sue tette al vento. 
Richard alza le spalle e le sorride. «Non è colpa mia se Ali li stende»
«Continuo a non capire!» intervengo, ormai parlano come se non ci sia. Butto di lato quella grattugia maroni e continuo a camminare tenendo gli occhi puntati sul moro che sta sghignazzando. 
«Non c'è niente da capire, vogliono farti» si ferma nel bel mezzo del corridoio per fissarmi negli occhi. «Alla grande»
Porto una mano alla fronte per poi chiudere gli occhi. Non ci posso davvero credere. 
Quei fottutissimi depravati darkettoni gotici satanisti we-love-black hanno fatto apprezzamenti su di me. Su di me.
Sento comunque la risata di Rich. Non so esattamente perché continuo a girare insieme ad un loro amico e ad una zoccoletta che gliela sbatte in faccia. Non lo so davvero.
Per mia fortuna l'aula 24 mi si para davanti e apro la porta senza nemmeno bussare, in tempo per sentire la molto soave voce della Dawson urlar...
«PIERCE!»
Ecco.

***


«A dopo Kirk, ricordati di chiamarmi oggi pomeriggio» saluto l'unica persona normale qui in istituto, a parte me. Kirk è un bravissimo ragazzo irlandese, con i capelli ricci e rossi. Simpaticissimo, odia la Dawson e il pomeriggio si spara almeno quaranta puntate di The Big Bang Theory davanti ad una scodella di patatine. Ecco perché andiamo d'accordo. 
Lui mi fa un occhiolino e mi manda un bacio volante mentre lo supero per uscire dalla mia classe. 
Apro la cartella ad anelli che ho in mano per pescare il foglio degli orari di cui ho bisogno. Nel frattempo un nauseabondo profumo alla fragola selvatica e mora riempie le mie narici, facendomi arricciare il naso. Non faccio caso alla presenza di Slav accanto a me e continuo a camminare indisturbata mentre cerco di sistemare la cartella sotto il braccio senza far cadere il foglio.
«Allora supposta, ho avuto un'idea geniale» inizia con la sua solita eleganza. Non le rifilo nemmeno un'occhiata per il nomignolo.
«Hai pensato di infilare la testa nel cesso e scaricare?» le chiedo con calma, facendo scorrere gli occhi velocemente per beccare la materia della prossima ora.
Sbuffa e mi si avvicina mettendomi un braccio attorno alle spalle per parlarmi nell'orecchio. 
«Ho escogitato un piano malefico per scoprire ciò che quei fighi degli amici di Rich pensano di me» mormora nel mio orecchio come se qualcuno possa interessarsi a quello che lei dice. Alzo gli occhi al cielo.
«Dio, Slav. Cosa cazzo hai mangiato a pranzo? Sterco di maiale?» strillo spostando il suo braccio dalle mie spalle, disgustata dal suo pessimo alito. Magari al povero ragazzo che si è fatta puzzava lo gnomo...
«Ho finito le mie gomme al lampone, e la cotoletta della mensa oggi era parecchio strana. E puoi starmi a sentire per favore!?»
Scusate, ma non riesco a starle vicino. «Dovresti lavarti i denti, sorella. Come farai con il tuo prossimo cliente con quell'orrendo alito?» le chiedo ancora fintamente scandalizzata. 
Si ferma di botto e incrocia le braccia sotto al seno, come fa sempre. «Sto per girare i tacchi, bella»
«Fa' pure»
«Sul serio, Al. Chiudi quella fogna per una buona volta e ascoltami» risponde a tono iniziando nuovamente a camminare accanto a me. 
Ma perché ci passo io di mezzo quando lei si vuole fare qualcuno? 
«Spara. Ma fa' subito perché per colpa tua e delle tue maledette ovaie in subbuglio ho beccato un'altra nota dalla Dawson, e quest'anno non voglio essere bocciat- Ahi!» mi blocco quando mi tira un pugno sul braccio per zittirmi. Okay, questo l'ho meritato.
Si sistema una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio e inizia a parlare. «Allora, ho pensato a questo. Per sapere ciò che pensano potremmo dire a Richard che per via di una scommessa che noi abbiamo fatto, deve chiedere ai suoi amichetti la loro opinione su di me» spiega esaltata dalla sua idea. Sbatto le palpebre.
«Tu ti fai di crack» pronuncio prima di voltarmi e camminare, lasciandola allibita alle mie spalle. La sento mentre mi richiama a gran voce, per poi ritrovarla davanti a me con le mani giunte e una faccia da deviata cronica. 
«E' l'unico modo per poter ricavare qualche informazione! Ti prego, Ali!» inizia a piagnucolare.
Sbatto un piede per terra: sono in ritardo e ho questa grandissima faccia da battona di fronte a me. 
«Senti Barbie versione gigante venuta male, hai abbindolato tutta la scuola con le tue moine da gatta morta, non credo che quel gruppo di pervertiti metallari non cadrebbe ai tuoi piedi!» le faccio notare vedendola quasi in lacrime. Nonostante le rinfacci tutti i giorni le sue movenze da... l'avete capito, proprio non riesce a comprendere quanto sia grave la situazione. 
«Sai cosa bellezza, puoi fotterti ardentemente con il dildo che ti ho regalato a Natale. Sei una merda» sputa, non rendendosi conto di avere qualcuno alle sue spalle.
Spalanco gli occhi e mi trattengo dal ridere quando vedo un fantastico Richard (insieme al suo altrettanto grandioso e colorato gruppetto) sollevare un sopracciglio. Slav si gira lentamente e poi fa un sorrisino accennato.
«Heey, Rich!» è talmente stridula che i miei timpani si sono fratturati. 
«Mh, ciao Slav, Ali!» ricambia lui divertito, mentre i ragazzi dietro di lui stanno evidentemente ridendo per una delle solite scenate di quella capra. Eccoli lì, in tutto il loro splendore, raggianti e colorati come al solito.
I componenti non sono poi così brutti, soprattutto quel tipo lì con la bandana fra i capelli, di cui ora non mi sovviene il nome. Ma non li conosco bene, semplicemente li vedo per i corridoi andare a spasso con il mio amico moretto. 
Non appena il mio sguardo si posa su di loro, ricordo le parole che ha detto Rich un'ora fa.
“Credo che puntino più ad Ali”
“Non è colpa mia se Ali li stende”
“Ti vogliono fare”

Oh, merda, io taglio la corda, belli!
Cerco di tenermi fuori dal cerchio che si è appena creato in corridoio e mi allontano piano da loro senza dare nell'occhio.
«California! Dove vai, tesoro?»
Trattengo un ringhio sentendo il braccio di Slav tirarmi verso di loro, nuovamente. Mi giro con tutta la calma e la buona volontà che una persona come me può possedere e sorrido al moro.
«Ciao Rich»
Lui mi fa un occhiolino e ci passa affianco guardando davanti a sé, seguito dai suoi amici. Noto quel tipo strambo con i capelli rosa chiaro e degli skinny neri stracciati fissare Slav, o meglio, i suoi “airbag”. Credo si chiami Michael, qualcosa di simile. L'altro lo ricordo perfettamente invece: Calum Hood, mia sorella ha una cotta per lui. Moro, tratti asiatici, non male.
Non appena sento un lungo fischio provenire dalla sua boccaccia decido di ritirare ciò che ho appena detto barra pensato. Hood e il fratello minore di Nicki Minaj mi hanno appena mandato un bacio volante e stanno iniziando a camminare sghignazzando.
Dio, li odio così tanto. Nel frattempo Slav ha spalancato la bocca e mi sta guardando con un'espressione furiosa. 
Cosa vuole da me? Non ho mica chiesto loro di venirmi dietro!
Ho una faccia altrettanto scioccata, mentre di fianco mi passa quel tipo con la bandana, che spintona i due seccamente. Rimango per un po' a guardarlo fino a che non mi accorgo dell'ultimo ragazzo di quel gruppo. 
I miei occhi catturano subito le sue mani picchiettare animatamente lo schermo del cellulare, e piano piano inizio a salire.
Quello che mi si para davanti è a dir poco mozzafiato.
E io non dico “mozzafiato” tanto per dire. 
La saliva mi va quasi di traverso mentre osservo dei capelli biondi all'insù, sistemati in una cresta, e un paio di occhi azzurri osservano di sfuggita la strada davanti a lui. Lancia un’occhiata verso noi due. Distoglie lo sguardo per poi continuare a camminare verso i suoi amici che hanno girato l'angolo. Rimango col respiro sospeso e la bocca socchiusa osservandolo. E’ davvero bellissimo.
Mi volto verso Slav, che è ancora incazzata. «Slav, ma non è Hemmings quello?» chiedo indicando il punto in cui è sparito.
«Si che lo è, California. Chi dovrebbe essere secondo te?» risponde evidentemente scocciata. Ritorno a guardare l’angolo del corridoio come se possa riapparire. 
Una domanda preme sulla mia bocca. «Non era tipo un cesso con i capelli stile Justin Bieber undicenne e i brufoli?» me ne esco stridula, non riuscendo a capacitarmi del fatto che Hemmings è diventato davvero un f-i-g-o.
Lei flippa i suoi capelli con la mano e cerca di sistemarli. «Ben svegliata, idiota. E’ da almeno un mese che ha cambiato look, e a dirla tutta è il primo nella mia lista» commenta mentre prende lo specchietto del portacipria e un rossetto rosso fuoco per poi passarlo sulle labbra. Troia.
Sbuffo e lancio un’ultima occhiatina dietro di me, raggiungendo Slav che nel frattempo ha iniziato a camminare. Non posso fare a meno di pensare a Luke Hemmings.
Certo, prima lo vedevo girare per i corridoi con quell’aria da asociale metal, ma non ho mai pensato che possa interessarmi così tanto, soprattutto dopo aver cambiato pettinatura, il che migliora decisamente tutto.
Stringo i libri al petto: non mi ha rivolto nemmeno un’occhiata, se non per guardare Slav di fianco a me. I suoi coglionissimi amici mi fischiano e lui non mi caga di striscio?
Perché mi sento così tremendamente… male? Così tradita.
Pesto un piede per terra cercando di non farmi sentire da Slav, che è già su tutte le furie. Beh, se li tenga pure quei tre citrulli; non mi interessano minimamente.
«Allora suppostina, vuoi muoverti?» mi incoraggia con la mano sulla maniglia porta, in procinto di entrare in aula. 
La seguo senza badare al suo nomignolo.
Tanto quando torniamo a casa ne avrà talmente tante che se le ricorderà per tutta la vita.










SIMMER DOWN, SIMMER DOWN!

Ciao belle! Sono tornata con una nuova FF.
Vorrei chiarire una cosa; io non scrivo fanfic su Luke perché sono terribilmente in fissa con il suo irresistibile piercing, le sue bellissime labbra, i suoi capelli fantastici biondi, i suoi strabilianti occhi azzurri e le sue meravigliose spalle larghe. No no.
Dopo questa premessa, possiamo tornare alla storia.
Allora, per iniziare non ho la più pallida idea se il nome Slav esista, ma ne dubito visto che la mia mente è partita dal momento in cui è cominciata la scuola *sigh*.
Se è per questo non so nemmeno se il nome California sia usato per le persone, ma fa niente, lo adoro.
E dato che siamo in un Paese democratico, e ognuno può dire o fare ciò che vuole -compreso saltare addosso a Michael Clifford, imbavagliarlo e nasconderlo nell'armadio fino a quando non avrà diciotto anni per sposarlo- posso chiamare la ragazza California.
Nel prossimo capitolo metterò una descrizione più dettagliata di Ali, ma nel frattempo potrete immaginarla come Jennette McCurdy, la amo.
Sorvolando, vorrei spiegarvi un po' della storia: in pratica la particolarità è che durerà pochi capitoli, intendo circa cinque o sei. Questo perché inizialmente ero partita con una OS, ma dato che in un solo capitolo mi sarei dilungata troppo, ho deciso che sarebbe venuta meglio così.
Come sempre chiedo la vostra opinione sui miei capitoli, magari per sapere se c'è qualcosa che non va o per delle critiche costruttive.
Fatemi sapere se vi piace questa tecnica dei 'cinque capitoli', lol. Ma non è detto, possono anche essere dieci, dipende solo da quello che la mia testolina partorisce.
Bene, detto questo, vi invito -se siete nuove- a passare dalla mia fanfic, "Just a second of summer", sempre su Luke ma va.
Ringrazio chi è arrivata fin qui con la lettura e non si è suicidata lol.
Non voglio tenere adolescenti sulla coscienza *sigh*
Okay basta, mi sto dilungando decisamente troppo.
Addddddio!


 

ecco a voi California ewe.

 

  
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