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Autore: _Ery1999_    14/09/2014    2 recensioni
Un attimo prima di fare sua quella perfetta sconosciuta, quando era svestito e voglioso sopra di lei, aveva avvertito un fastidioso formicolio al ventre, facendo arrestare il suo corpo per un istante, mentre la mente correva alla Granger, ai suoi stupidi, vecchi libri, che ora stava sicuramente sfogliando, e ai suoi occhi marroni, che ora, chissà perché, gli apparivano ansiosi, imploranti...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Dopo una settimana piena Draco Malfoy aveva ancora addosso quella sensazione di rimpianto, di curiosità, di desiderio. Era la vigilia di Natale. Hermione, per la prima volta in sei anni, gli aveva chiesto se desiderasse accompagnarla dai Weasley, aggiungendo sommessamente che ci sarebbe stato un arrosto delizioso, una preghiera stupida che non lo avrebbe convinto. Come se lui non si potesse permettere un arrosto mille volte più buono e altrettante volte più costoso...
Quando aveva declinato l’invito con un gesto del capo, lo sguardo desolato di lei gli aveva suscitato una dolorosa morsa al cuore. Eppure entrambi sapevano che se avesse partecipato anche lui alla cena, l’atmosfera sarebbe stata decisamente poco Natalizia. Lui e gli amici di lei facevano parte di due mondi assolutamente distanti, opposti, e gli era incomprensibile che Hermione riuscisse a vivere con semplicità e naturalezza in tutti e due i cosmi, che potesse star bene in quegli universi paralleli che mai si sarebbero toccati.
Il profumo di lei gli venne addosso inaspettatamente, lasciandolo interdetto e sperduto. Volò col pensiero alla sera in cui erano tornati dal ristorante. L’aria pungente gli solleticava le narici. La Luna invisibile li scrutava di nascosto. Si concentrò sulla voglia che aveva provato di toccarla, di respirarla, di pronunciare il suo nome. Tutto gli parve ancora più strano e confuso, e Draco Malfoy si chiese se il tradimento non avesse irreversibilmente spezzato qualcosa.  O creato qualcos’altro.
Spinto da un irrefrenabile impulso, iniziò a vagare per il Maniero, finché non si ritrovò davanti la camera da letto di Hermione. Il legno pregiato della porta era lucido e in ottime condizioni, a pochi centimetri dal suo naso. Draco si soffermò per un istante a osservarne le rifiniture e gli intarsi elaborati, poi vi appoggiò la fronte e chiuse gli occhi stanchi. Al di là di quella porta c’era una stanza, solo una stanza. Di cosa aveva paura, allora? Tremava al pensiero di valicarla, violare l’intimità di quella che era sua moglie. Chissà se aveva ridipinto le pareti, se aveva spostato i mobili, se si era sbarazzata degli arredi o ne aveva aggiunti di nuovi. Chissà se teneva affissa la foto del loro matrimonio...
Stava per rintanarsi come un codardo nel suo studio quando la curiosità prese il sopravvento. Non era più entrato lì da quando avevano cominciato a convivere. Poggiò la mano sul pomello d’ottone, stringendolo forte, ma lo ritirò subito come se fosse rimasto ustionato da braci incandescenti. Mormorò un incantesimo e il piccolo mondo di Hermione si spalancò dinnanzi ai suoi occhi. La camera era completamente diversa da come la ricordava: i muri erano stati tinti di un rosa pesca, i mobili antiquati sostituiti da arredi più sobri ma comunque di buon gusto. In un angolo c’era un pouf rosso acceso e al centro troneggiava un tappeto rotondo a nappe dello stesso colore. Le due pareti opposte erano occupate da enormi librerie traboccanti di volumi di qualsiasi genere e dimensione, dai tomi di Magislatura ai libriccini fiabeschi di Esopo. Accanto al letto, singolo e dalle lenzuola color corallo, vi era una minuscola scrivania in faggio con due cassetti laterali a motivi floreali, e sopra, uno strano oggetto che Draco non riuscì ad identificare: una scatola nera di medie dimensioni da cui spuntavano due antenne sospette. Per ultimo, addossato alla parete frontale, vi era l’armadio a due ante in legno, bianco, disseminato di fotografie, magiche e non, che ritraevano Hermione in diversi momenti della sua vita, dalla prima infanzia all’ultima fase dell’adolescenza. Nel lasso di tempo che era seguito gli scatti erano cessati di colpo, e lui constatò con  lieve rancore che non era esposta neanche una foto di loro due in abiti nuziali. Se un estraneo avesse esaminato quelle fotografie, avrebbe pensato a buon diritto che l’esistenza di Hermione si fosse fermata ai vent’anni o poco più. Con un cruccio crescente, Draco si avvicinò titubante all’armadio, sfiorò con dita malferme ciascuna delle foto, ritornando indietro con la mente in un film mai visto.
Una mocciosa in tutina rosa con due dentini sporgenti e una già folta chioma ribelle di ricci castani.
Una bimbetta dagli occhi enormi, vispi, appoggiata al tronco di un albero quasi spoglio, con un volume enorme aperto fra le mani minuscole.
Una ragazzina radiosa che tiene la sua prima bacchetta stretta fra le mani, felice, spensierata.
Un’adolescente malinconica, le mani sulle guance e i gomiti sui banchi della biblioteca di Hogwarts, che si perde nel rosso del crepuscolo.
Una giovane donna con i capelli più corti, più ordinati, che guarda l’obiettivo con occhi uguali e nuovi, un sorriso storto sulle labbra.
E poi altre immagini di Hermione che corre, che ride, che scherza, abbracciata a Potter e a Weasley, sempre così energica, piena di vita, inarrestabile.
Draco si staccò da quelle foto, sentendosi risucchiare in avanti, come in una voragine. Improvvisamente qualcosa destò la sua attenzione, già sveglia. L’anta di destra, non completamente chiusa, mostrò l’angolo minuscolo di un’ennesima fotografia. Era lì dentro perché Hermione voleva tenerla per sé o perché se ne vergognava? Ancora un volta non seppe trattenere l’interesse e spalancò il battente, acciuffando la foto in fretta. Fece in tempo a vedere solo lo spicchio di un prato verdissimo quando una voce lo attraversò.
- Malfoy... che stai facendo? – Hermione Granger non era né arrabbiata né imbarazzata, semplicemente curiosa e sbalordita. Appoggiata allo stipite della porta, con le braccia abbandonate lungo i fianchi, si stava chiedendo cosa diavolo ci facesse lui nella sua camera da letto, tutto preso a contemplare vecchie foto tanto da non accorgersi della sua presenza. Draco Malfoy, dal canto suo, avrebbe preferito sprofondare chilometri sottoterra piuttosto che essere lì, in quel momento. Accidenti, colto con le mani nel sacco. Non l’aveva nemmeno sentita arrivare. Proprio lui, che si svegliava per il battito d’ali di una libellula! Dannazione. Si cacciò in tasca l’oggetto che teneva in mano, stando ben attento a non stropicciarlo.
- Io... niente, Granger. Stavo solo... cercando la mia bacchetta. Non la trovo da oggi pomeriggio. Buonanotte – lasciò la stanza sentendosi un ladro e un codardo, con lo sguardo scettico di Hermione che gli trapassava la schiena. Entrò nella camera accanto, la propria, e si gettò pesantemente sul letto, senza neanche spogliarsi. Con il viso tra le mani, cercò di non pensare alla pessima figura che aveva appena fatto. Non avrebbe messo più piede in quella stanza, mai più. Poi, attraversato come da un guizzo di lucidità, si ricordò della fotografia sepolta nella sua tasca. La prese con delicatezza e la squadrò in tutta la sua interezza. Per un attimo gli mancò il respiro.
Raffigurava Hermione in abito bianco, accovacciata sull’erba appena nata e umida di rugiada. Il vestito era stupendo: uno scollo a cuore non troppo profondo, corpetto impreziosito da piccoli diamanti che si univano in una composizione non troppo elaborata; stretto in vita, si apriva in una gonna ampia ma non pacchiana, che terminava con un lungo strascico ricamato. Il velo era trasparente e chilometrico, fermato sulla nuca da piccoli boccioli bianchi che andavano ad adornare l’acconciatura. Solo pochi boccoli scuri le incorniciavano il volto, ricadendo morbidi e naturali. Eppure, in tutta la sua bellezza, l’immagine trasudava una sorta di malinconia inevitabile. Lo sguardo basso di Hermione rivelava una certa timidezza, così come le dita, fresche di manicure, intente a tormentare radi ciuffi d’erba. La giovane sposa non accennava neppure un lieve sorriso, una qualsiasi piega della labbra, e la sua espressione sembrava per lo più distante e rassegnata.
Il viso di Draco si rabbuiò. Possibile che il loro matrimonio le fosse risultato così insostenibile? Per la cerimonia e il ricevimento non aveva badato a spese, anzi, l’aveva accontentata in ogni più sottile minuzia. Le decorazioni erano state esattamente come voleva lei, così la chiesa, i fiori, il cibo, la sala, perfino i segnaposti per gli invitati! Aveva cercato di renderle l’avvenimento piacevole e il più simile possibile al giorno meraviglioso che lei aspettava da quando era bambina, nonostante la ferita lasciata da Ronald fosse ancora dolorosamente pulsante. A dire il vero, pensava di esserci riuscito, almeno in parte. La foto che stringeva fra le dita, invece, mostrava  tutt’altro. Una desolazione e una tristezza che nessuno avrebbe mai associato al pensiero del matrimonio. Quell’immagine era una vera e propria contraddizione. Draco restò per ore a rigirarsi tra le lenzuola impregnate del suo sudore, insonne e collerico nella consapevolezza di dover rimettere la fotografia al suo posto. Odiava anche la sola idea di dover varcare nuovamente quella porta, ma d’altro canto non voleva che Hermione si accorgesse dell’assenza della foto. Avrebbe potuto pensare che a lui importasse qualcosa, invece non era assolutamente così. Per niente. 




Angolo Autrice

Salve! Ecco il quinto capitolo, in cui Draco sembra un po'... confuso? Come gestirà i suoi sentimenti? Hermione lo saprà mai? Se siete curiose, aspettate il resto ^^ Ringrazio chi ha commentato, messo nelle ricordate e nelle seguite, e come sempre altre recensioni sono ben accette :D
Un bacione,

_Ery1999_
  
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