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Autore: fenice_innamorata    01/10/2008    4 recensioni
"Chiuse gli occhi per ricacciare indietro una lacrima ribelle che aveva avuto il coraggio di farsi avanti, ma ottenne l’effetto contrario. Ma lei era una Mangiamorte, la serva più fedele e devota del Signore Oscuro, non poteva farsi vedere debole, non doveva esserlo!"
Genere: Drammatico, Introspettivo, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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crisi 1929

“Sono stata a letto con il tuo caro Lucius, una volta alla settimana per 2 mesi!” urlò Bellatrix nell’orecchio della sorella, che ancora si contorceva sul pavimento in preda alla Maledizione Cruciatus.
Le sputò, poi, in faccia, prima di porre fine alla tortura.
Il Signore Oscuro era entrato nella stanza da circa 10 minuti, ma si era nascosto nell’ombra a godersi lo spettacolo. Quando Bellatrix si fermò decise di intervenire dicendo:
“Cosa c’è, Bella? Hai scoperto che Narcissa ha tagliato la testa al tuo orsacchiotto quando avevi 5 anni?” disse beffardo.
Bellatrix non si voltò, rispose soltanto:
“Ero io quella che tagliava le teste ai pupazzi, ai miei e anche ai suoi!”
Dopo questa frase fece per uscire dalla stanza, ma Voldemort la trattenne per un braccio.
Bellatrix si decise a guardarlo negli occhi. Lui rispose allo sguardo per qualche istante, poi la tirò a sé.
“Hai fatto tutto questo per me?” chiese senza aspettarsi risposta, infatti prima che la donna potesse risponderle lui le tappò la bocca con un bacio, un bacio passionale e molto sensuale. Bellatrix si sentì rinata, il Suo Signore l’aveva notata finalmente e lei non potette far altro che abbandonarsi a quel bacio e rispondervi con tutta la foga e la passione repressa da quando lo aveva conosciuto.
Il bacio durò diversi istanti, finchè Narcissa non si risvegliò gemendo e lamentandosi.
“Ci penserà Codaliscia” disse il Voldemort ignorando i lamenti della donna che era stata sua per due notti. Abbandonarono la stanza insieme, dirigendosi al piano di sopra. Un’enorme camera da letto li aspettava. Il caldo letto a baldacchino era il sogno ricorrente di Bellatrix, tutto quello che stava accadendo, in realtà, era il sogno ricorrente di Bellatrix. Ogni notte trascorsa con Lucius le aveva soltanto concesso di lavorare un po’ con la fantasia per essere felice: ogni notte aveva immaginato di avere su di sé il Signore Oscuro, il Suo Signore, suo e soltanto suo. Ora niente avrebbe potuto infrangere quel sogno come faceva spesso Lucius con i suoi assurdi e fastidiosi mugugni. Bellatrix si abbandonò a quella situazione, lasciando che Voldemort la guidasse in ogni gesto. Quella notte fu tutta loro, fecero l’amore fino allo sfinimento, fino a non poterne più, anche se Bellatrix sapeva bene che non ne avrebbe mai avuto abbastanza di quell’uomo così esperto, così terribilmente affascinante. I suoi baci erano caldi come il fuoco ed il suo corpo era incandescente come il ferro fuso nella bottega di un fabbro. Era tutto così perfetto. Da allora Bellatrix divenne quello che era quando aveva torturato i Paciock fino alla pazzia: divenne la più spietata e temuta dei Mangiamorte. Non agiva più solo per ordine del Suo Signore, ma da allora ogni suo gesto fu compiuto con tutto il cuore, un cuore diventato finalmente di pietra. Il progetto del Signore Oscuro si era concluso, Bellatrix era diventata dura come una roccia, priva di qualsiasi sentimento, proprio come si era prefissato portandosi a letto Narcissa. Tutto era compiuto, dunque. Mancava solo l’ottavo Horcrux, ma per quello occorreva attendere l’arrivo di Piton. Improvvisamente una folle idea illuminò la mente del Mago Oscuro. Sorrise beffardo, mentre Bellatrix si addormentava sul suo petto.
Sarai tu ad aiutarmi” pensò maligno “Sarai tu a darmi l’ottavo Horcrux” disse accarezzandole i capelli con un gesto forzatamente delicato.

***

Narcissa si risvegliò su un comodo divano verde. Codaliscia la osservava da una sedia poco lontano da lei.
“Come ti senti?” chiese in un sussurro “Sei in grado di tornare a casa?”
Narcissa tentò di alzarsi, ma con poco successo.
“Chiamerò Rodolphus, ti curerà lui.”
“Cosa mi è successo?” chiese debolmente Narcissa afferrando la manica di Codaliscia, che stava per allontanarsi.
“Non te lo ricordi?” chiese lui, quasi pietosamente.
La donna scosse la sua chioma bionda.
“Meglio così!” affermò Peter Minus, sparendo nell’oscurità del corridoio.

Il dottor Goodram arrivò dopo qualche minuto. Mise Narcissa in condizioni di alzarsi e di Smaterializzarsi per tornare a casa. Modificò anche leggermente la sua memoria, in modo da farle credere di aver avuto un leggero ed insignificante malessere. Voldemort doveva proteggere la donna che aveva aggredito sua sorella, poiché gli sarebbe servita ancora una volta per raggiungere i suoi scopi.

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