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Autore: Shadow writer    15/09/2014    5 recensioni
Fuggo oltre il locale con la musica a palla, fuggo sulle strade buie, fuggo nel vento gelido della notte.
Fuggo dagli altri, dai loro giudizi, fuggo da me stessa e da ciò che provoco.
Corro, con le ali ai piedi, per le strade deserte.
Anzi, ai piedi, ho il vento. Vento che mi spinge, che mi solleva, che obbedisce ai miei ordini come se fossi la sua padrona assoluta.
Faccio un balzo e l'aria mi spinge in alto, oltre le cime degli alberi. M'innalzo contro il cielo nero bagnato di stelle.
Apro le braccia, stringo l'orizzonte tra le mani. Inspiro il freddo della notte e tutti i suoi sapori.
Potente, ecco quello che sono.
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Trasferirsi in un nuovo continente è di certo una cosa grandiosa, ma non mi sarei mai aspettata il genio ribelle, il vecchio misterioso, il giocatore di football, una ragazza che sarebbe diventata come una sorella per me, ma soprattuto qualcosa di molto, mollto più grande di me.
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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La mia settimana è composta da lunedì, libero, martedì e giovedì al centro, mercoledì e venerdì in biblioteca.
Tra le lezioni numerose e lo studio non mi resta molto tempo libero e anche se ne avessi non saprei come occuparlo.
Continuo a pranzare e chiacchierare con Clare nonostante il suo solito magone.
Sabato arriva in fretta e la mattina si rivela nuvolosa e uggiosa.
Devo andare al centro dopo pranzo, così mangio sola soletta nella casa, poi chiudo tutto e mi avvio verso la fermata dell'autobus fuori dal campus.
Mentre aspetto si alza un vento gelido e le nuvole si fanno plumbee. Dopo non molto qualche goccia mi cade addosso, ma non c'è nulla attorno per ripararmi.
Guardo seccata l'orologio. L'autobus è in ritardo.
Un elegante auto affianca il marciapiede e il finestrino si abbassa.
«Vuoi un passaggio?» chiede una voce dall'interno.
Non dovrei accettare passaggi dagli sconosciuti, ma io conosco quella voce.
«Simon?» chiedo confusa.
«Salta a bordo»
«Sto aspettando l'autobus» replico.
«Lo so, ma non passerà tanto presto. È sempre così quando c'è brutto tempo»
"Non può volerti fare del male" 
Ah, sì certo, sono proprio tranquilla ora.
Apro la portiera e m'infilo all'interno con una certa trepidazione.
«Devo andare al centro Orwell» gli dico tormentandomi una ciocca di capelli.
«E non ti piacerebbe fare una deviazione?» mi chiede con un sorriso.
Spalanco gli occhi spaventata e lui ride alla mia reazione:
«Tranquilla, ti porto dove vuoi, era solo una proposta»
«Grazie» mormoro continuando a rigirarmi i capelli.
«Ti ho offerto io il passaggio»
Arriviamo davanti al centro.
«Sei ancora in tempo per cambiare idea» dice Simon lanciando un'occhiata storta alla costruzione grigia.
«No, grazie per il passaggio» replico mentre scendo in fretta dall'auto prima che mi trattenga ancora.
Mi allontano a grandi passi verso il centro.
All'ingresso non trovo nessuno, ma sulla scrivania c'è un foglio:
"Oggi il Centro Orwell è chiuso alle visite. Tornate domani"
Spingo titubante la porta che da sul lungo corridoio.
Trovo un uomo con l'uniforme da guardia che mi chiede:
«Sei qui per la caccia al tesoro?»
Annuisco.
«Sono tutti nella sala grande»
«Grazie» 
Mi allontano in fretta, chiedendomi che cosa debba aver pensato di me.
Non riesco ad impedirmelo, cerco sempre di fare una bella figura con tutti.
Raggiungono la sala grande, che è quella dove si fanno i compiti.
Vedo Brad in piedi su un tavolo con un microfono in mano.
Anche lui nota il mio ingresso e mi fa un cenno di saluto, poi parla al microfono:
«Bene, ora ci siamo tutti. Formate delle squadre, in cui ci deve essere almeno un ragazzo esterno. Avete dieci minuti, poi comincerà il gioco»
Mi guardo attorno. Le squadre sembrano essere già formate, ma tutti sono alla ricerca di un membro "esterno".
«Luna! Dove eri finita?» esclama Marcelo correndomi incontro.
«Scusa, non arrivava più il pullman» replico.
Lui mi prende per un braccio senza ascoltarmi e mi tira verso una destinazione ignota:
«Senza di te non ho potuto formare una squadra perché tutti volevano conoscere prima il membro esterno.»
«Quindi siamo solo io e te?» gli chiedo.
Lui continua a tirarmi:
«No, me ho convinto uno solo. Ma direi che vale più di una squadra numerosa.»
«Cosa intendi?»
«La sua squadra ha sempre vinto la caccia al tesoro» risponde lui mentre addita un ragazzo che ci aspetta appoggiato al muro.
«Finalmente!» ci accoglie Will con un sorriso.
«È lui?» chiedo conferma a Marcelo.
«Puoi anche parlarmi in faccia» ride il ragazzo.
«Sì» conferma quello che mi sta attaccato al braccio «Con lui vinceremo sicuramente»
«Grazie per la responsabilità, così se perderemo è colpa mia» commenta Will, ma sta sorridendo.
Mi chiedo come faccia ad essere sempre così divertito.
«Perché dovremmo vincere con te?» chiedo incerta.
«Perché sono un genio?» replica lui ironico.
«Scherzo, sono gli altri che sono stupidi. Se qualcuno si mette a correre tutti lo seguono come un gregge, ma solitamente la prima idea è quella sbagliata, quindi quando tutti si saranno dispersi potremmo raggiungere il nostro obiettivo»
«Siete tutti pronti?» chiama Brad e i ragazzi volgono lo sguardo verso di lui.
«Allora, so che ci sono dodici gruppi, quindi i percorsi saranno dodici, alcuni con tappe in comune. Sapete quali sono le zone valide, non si può uscire dall'edificio se non nel cortile. Il tesoro è in comune per tutti i gruppi, quindi
affrettatevi. Adesso sta passando tra di voi Theresa con la prima busta, chi la aprirà prima del via sarà squalificato. Ti vedo, Aaron, non provare ad imbrogliare. Avete tutti la busta? Sì? Tre, due, uno, via!»
Marcelo strappa in fretta la carta e prende il foglio all'interno. Lo guarda un po' strizzando gli occhi.
«Allora?» chiedo trepidante. Lui me lo tende con una smorfia:
«Ma è bianco!»
Will lo prende e controlla in controluce. 
«No» dice «È stato scritto con una matita bianca»
«Qualcuno gliel'ha detto che bianco su bianco non si legge?» sbuffa Marcelo seccato.
«Sarebbe troppo noioso se ci fosse solo l'indovinello» ride il ragazzo.
«Potrebbe essere inchiostro simpatico?» chiedo ragionando.
«Ti sembra che abbiamo un fornello a portata di mano?» ribatte Will.
Sbuffo e alzo le mani:
«Allora non so che fare»
«Io sì» replica lui.
«Allora perché non ti sbrighi?!» sbotta impaziente Marcelo.
Il ragazzo estrae un evidenziatore giallo dai pantaloni e lo fa scorrere sul foglio. Appena la carta si colora compaiono delle parole, un indovinello.
«"Salgono, scendono, ma non si muovono mai". Cosa significa?» fa il ragazzino.
Lo ripeto, cambiando la cadenza, rigirandomi le parole nella mente.
«Tu hai qualche idea?» chiede Marcelo. Scuoto il capo, poi alzo lo sguardo.
Will sta sorridendo.
«Tu sai cosa vuol dire, vero?»
Il ragazzo ride:«Certo, voi non ci siete ancora arrivati?»
«Perché non ce lo dici allora?» chiede Marcelo seccato.
«Pensateci, nel parlato diciamo che salgono o scendono, ma in realtà sono oggetti immobili» spiega lui.
Il ragazzino strizza gli occhi, seccato.
«Le scale!» esclamo all'improvviso.
«È giusto?» fa Marcelo.
«Un punto per la signorina Leach!» è la risposta di Will.
«Forza allora!» esclama il ragazzino e afferra le nostre braccia per trascinarci via.
Attraversiamo corridoi che non conosco fino a giungere a delle scale che salgono verso i piani superiori.
«Cercate!»
Ci mettiamo tutti al lavoro, guardando sul corrimano, tra i gradini e sui pianerottoli, ma il biglietto non si trova.
«Siete sicuri che fosse giusto?» domanda Marcelo nervoso.
«Sta calmo» replica Will «La soluzione era di certo le scale.»
"Avete guardato solo in basso" consiglia Voce.
Alzo gli occhi.
«Lassù!»
Sulla parete, a più di due metri d'altezza, è incollata una busta bianca.
«E come ci arriviamo là?» sospiro.
Anche se Will, che è il più alto, saltasse non ci arriverebbe mai, e non abbiamo né scale né sedie per arrivarci.
«Lavoro di squadra» dice il ragazzo alle mie spalle, poi mi sento afferrare per i fianchi.
Lancio un gridolino sorpreso, ma la stretta di Will è salda.
Mi solleva fino a che riesco a staccare la busta dalla parete.
Quando mi rimette a terra piroetto in fretta su me stessa, andando a sbattere contro il suo petto.
«Oh scusa...» mormoro arretrando, ma la mia schiena aderisce al muro.
Marcelo sbuffa:
«La prossima volta ditelo se volete fare coppia solo voi due»
Lo incenerisco con lo sguardo e scivolo via da quella posizione imbarazzante.
Il ragazzino mi scruta impaziente mentre strappo la busta.
All'interno trovo due fogli.
Uno contiene una sorta di storiella, l'altro ha solo la scritta "DIREZIONE" in alto e un rettangolo più o meno al centro del foglio.
«Cosa...» comincio perplessa.
«Questa volta hai intenzione di aiutarci o farai il misterioso?» chiese Marcelo a Will.
Il ragazzo abbozza un sorriso fissando i fogli.
«Ci sto pensando, non lo so neanche io»
Prende quello con il rettangolo e lo guarda per qualche istante.
«Non c'è alcuna freccia, quindi è da dedurre che la direzione è indicata dalla parola stessa»
Tiene il foglio girato in modo tale che "DIREZIONE" si legga nel verso giusto.
Poi prende quello con la storiella e lo mette al suo fianco.
Lo guardo, perplessa, e allungo una mano per far scivolare il primo foglio sopra l'altro.
Il rettangolo sembra contenere delle parole.
Will lo solleva verso la finestra e riusciamo leggere al suo interno: "Bagni del piano terra"
Il ragazzo ride:
«Non è stato difficile»
L'altro lo guarda confuso e mentre ci allontaniamo mi confessa sottovoce:
«Io in realtà non ho capito come ci siate arrivati»
Ridiamo entrambi.
Davanti ai bagni del piano terra troviamo Theresa e un'altra donna che ci accolgono sorridenti.
«Dov'è il resto del vostro gruppo?» chiedono.
«Ehm...veramente siamo tutti qui» rispondo imbarazzata.
Loro si scambiano un'occhiata divertita.
«Che c'è?» chiede Will circospetto.
Il suo sorriso è più spento e sta studiando con attenzione l'ambiente circostante.
«La prossima prova» comincia Theresa «È che due maschi del gruppo si cambino con i vestiti che ci sono all'interno. Solo quando io e Marina daremo l'okay potrete proseguire per la prossima tappa»
«Tocca a noi, campione» dice Will a Marcelo, ma il suo sguardo è ancora attento.
Theresa e Marina li fanno entrare nel bagno, poi chiudono la porta alle loro spalle.
«Che genere di abiti ci sono all'interno?» domando curiosa.
Le due ridono tra di loro.
«Vedrai, vedrai» è la misera risposta.
Sento dei rumori confusi provenire dall'interno e i due sembrano metterci più di quanto mi aspettassi.
«Siete pronti?» chiede Theresa bussando alla porta.
«Marcelo non riesce ad allacciare i miei nastri» dice la voce di Will.
«Può aiutarvi la vostra compagna, venite fuori»
Appena i due compaiono sulla porta rischio di far picchiare il mento a terra.
La mascella cede e mi trovo con la bocca spalancata.
Indossano entrambi degli abiti barocchi femminili, ricchi di fronzoli e decori, lunghi fino a terra.
«Non.dire.niente.»avverte Marcelo.
Will invece sembra divertito.
«Non trovi che io sia molto attraente, Luna?» mi chiede.
«Madamigello, mi concedereste l'onore di questi ballo?» chiedo con un inchino elegante.
«Oh, mi piacerebbe molto mia cavaliere»
«Giuro che la prossima volta vi lascio soli e mi cerco un'altra squadra» commenta Marcelo strizzando gli occhi.
Rido, arrossendo.
«Bene, adesso dovete essere truccati» dice Marina.
Marcelo sgrana gli occhi:
«Ma stai scherzando?!»
«Tranquillo campione, sarà divertente» lo rassicura Will.
Theresa mi tende una trousse di trucchi.
Faccio sedere i miei compagni.
«Se devo essere sincera, non sono molto brava in queste cose» ammetto chinando il capo.
Will sorride, come al solito:
«Ci credi se ti dico che l'avevo capito?»
Lo guardo perplessa, ma lo sbuffo di Marcelo mi impedisce di continuare oltre.
Prendo un rossetto e mi chino verso il ragazzino.
Lui fa una smorfia che non aiuta per niente la mia opera e alla fine risulta tutto sbavato.
«Male» dice Marina «Se non è perfetto non vi faremo passare al prossimo turno»
Il ragazzino mi guarda seccato.
«Scusa» sussurro dispiaciuta e cerco di sistemarlo.
L'effetto finale, con l'ombretto azzurro, è semplicemente terrificante.
Ma fortunatamente non c'è uno specchio a portata di mano e posso illudere Marcelo di aver fatto un buon lavoro con un falso sorriso.
Lui sembra abbastanza soddisfatto, ma aggiunge:
«Adesso tocca a Will, sbrigati!»
Mi avvicino al ragazzo che sta sorridendo divertito.
«Perché tu sei sempre così tranquillo?» gli chiedo sottovoce.
«Vuoi davvero che ti risponda mentre mi stai mettendo il rossetto? I miei denti sembrerebbero quelli di un vampiro»
Non replico fino a che non ho finito di colorargli le labbra.
Sono così vicina che sento il respiro caldo del ragazzo scivolarmi tra le dita.
«Adesso puoi rispondere» faccio notare mentre prendo l'ombretto rosa dalla trousse.
Will sorride e chiude gli occhi:
«Perché non ho motivo di preoccuparmi, quando faccio qualcosa va sempre come previsto»
«Sei un po' sicuro di te stesso» commento.
«La mia non è arroganza, semplicemente non penso ci sia nulla abbastanza complicato da sconvolgere i miei piani»
Era nei tuoi piani essere in prigione? sto per chiedere, ma le parole mi muoiono in gola.
«Hai finito?» mi chiede Marcelo impaziente. Non ha sentito nulla della nostra conversazione.
Mi allontano da Will per ammirare l'effetto finale.
Non so come, ma in qualche strano modo il ragazzo non sembra spaventoso come Marcelo. I suoi occhi appaiono più blu e profondi che mai.
Certo, se si ignora l'ombretto rosa sulle palpebre.
«Bene, la prossima tappa si trova nelle cucine, affrettatevi perché non sarete soli» dice Marina interrompendo la mia contemplazione.
«Come?» replica Will «Nessun codice o indovinello?»
«Sbrigati!» esclama Marcelo e lo afferra per un braccio tirandolo via. «Meglio così»
Li seguo ridendo.
Nelle cucine c'è un altro gruppo, composto da circa una decina di membri.
Due di loro sono vestiti come Marcelo e Will.
«Lennox» ringhia uno dei due «Sei spaventoso anche vestito da donna»
«Non si può dire che il tuo abito ti addolcisca il volto, Aaron» replica il ragazzo tranquillo.
«Davvero credete di avere possibilità di vincere?» chiede Aaron retorico.
«Il bambino, il matto e la brava ragazza»
Will s'irrigidisce e sono già pronta a bloccarlo, ma sul suo volto spunta un sorrisetto derisorio:
«Sinceramente, sono stupito che tu sia riuscito ad arrivare fin qui, anche se dubito che sia stato merito tuo» 
«Attento a quello che dici, Lennox» sibila l'altro.
«Perché se no che fai? Mi picchi? Vuoi che ti ricordi perché sono qui?» replica Will divertito.
«Ragazzi! Niente litigi, ascoltatemi per favore» dice una donna avvicinandosi.
«La prossima sfida sarà per i due travestiti. Dovrete mangiare un brodo il più elegantemente possibile. Giudicherò io i migliori, i quali riceveranno maggiori indizi rispetto agli altri per la prossima meta, intesi?»
Tutti annuiscono.
Tiro Will e Marcelo da parte:
«Non sbrodolate, niente versi strani, la forchetta va alla bocca e non viceversa, intesi?»
«Perché ce lo dici?» chiede il ragazzo corrugando la fronte.
«Perché di solito i maschi sono dei maiali a tavola» replico incrociando le braccia al petto.
«Non se hai una mamma come la mia» Will mi strizza l'occhio, poi va a sedersi con Marcelo.
La sfida ha inizio.
L'altro gruppo incita a gran voce i propri esponenti, io me ne resto zitta in un angolo, con le braccia incrociate al petto facendo un sorriso incoraggiante a Marcelo.
Will non mi guarda neanche, sembra troppo divertito dalla scena circostante.
Il ragazzino guarda il compagno che non accenna a voler cominciare a mangiare, ma sembra preferire divertirsi guardando gli altri.
Quello che il ragazzo chiamato Aaron e il suo amico non hanno capito è che non si tratta di una gara di velocità, ma di eleganza.
Trangugiano il brodo facendo dei suoni raccapriccianti, curvandosi sul piatto come se fossero gobbi.
Will incrocia il mio sguardo e il suo sorriso si allarga.
"Adesso ho capito" mi sillaba nel labiale.
"Cosa?" gli chiedo confusa.
"Maiali" è la risposta.
Mi ritrovo a ridere tra me e me.
«Ehi! Anche voi due dovete mangiare!» esclama la donna che ha consegnato le zuppe.
Will non se lo fa ripetere due volte.
Prende con grazia il cucchiaio e lo infila nel brodo.
Lo solleva senza neanche farlo coccolare, poi se lo infila tra le labbra rosse di rossetto e alla fine lo riporta nel brodo.
Il tutto con la schiena perfettamente dritta, il collo allungato che gli danno un portamento raffinato.
Marcelo tenta di imitarlo, impacciato, ma un rivolo di zuppa gli cola lungo il mento sbavando il rossetto.
La donna tossicchia e gli sguardi di tutti sono su di lei.
«Ehm...» comincia.
Il gruppo avversario esplode in grida ed esclamazioni.
«Direi che è chiaro chi sono i vincitori» scocca uno sguardo eloquente ai miei compagni che si alzano soddisfatti.
Aaron comincia ad inveire contro Will.
«Scusa, non riesco a sentirti, tutto questo successo mi ha dato alla testa e sono diventato uno schifoso arrogante che non ascolta i perdenti» replica il ragazzo e gli fai "ciao" con la mano mentre si avvicina a me.
«Tu non ti arrabbi mai?» gli chiedo perplessa.
«Non ti piacerebbe» replica ammiccando e si allontana, lasciandomi ancora più interrogativa di prima.

Il prossimo indizio è una mappa.
La nostra è più dettagliata di quella dell'altra squadra, ma risulta comunque incomprensibile per me.
Marcelo sembra riconoscere qualche stanza, ma quello che ci guida sicuro è Will.
Percorriamo parecchi corridoi che mi sembrano tutti simili fino a giungere davanti ad una porta chiusa.
Qui ci attende un uomo con l'uniforme da poliziotto.
«Benvenuti» ci saluta con un sorriso a dir poco spaventoso.
«Siete pronti per la prossima prova?»
Io e Marcelo ci guardiamo mentre Will risponde:
«Se sapessimo di cosa si tratta potremmo darti una risposta più esauriente di "sì", "no", "forse"»
Il sorriso dell'uomo si gela sulle sue labbra:
«Allora Lennox, dato che sei così impaziente, perché non cominciate subito?»
Socchiude la porta alle sue spalle, ma all'interno appare tutto buio.
«Che stanza è quella?» chiedo sottovoce.
«La palestra, in teoria» risponde Marcelo nervoso.
Will sorride all'uomo, poi si avvicina in fretta e scompare nelle tenebre.
Avanziamo anche noi, titubanti.
«Dovete accucciarvi» suggerisce l'uomo.
Faccio come ha detto, imitata dal ragazzino e avanzo nel buio più completo.

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Innanzitutto chiedo scusa per il tremendissimo ritardo, ma ho cominciato presto la scuola e sono stata occupata fin da subito (uff). Per la fretta non sono neanche riuscita a correggere perfettamente il capitolo e mi scuso ancora per eventuali errori, inoltre ho litigato con il computer mentre tentavo di pubblicarla!
Anticipo che la storia è ancora agli inizi e non è successo nulla di entusiasmante perché l'azione non è ancora iniziata! Cosa ne pensate? Per favore lasciate una recensione, anche mini, perché è l'unico modo per sapere cosa ne pensate (se volete anche insultarmi fatelo pure :P).
Alla prossima

Lux
 
   
 
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