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Autore: lady black    01/10/2008    0 recensioni
Rebecca vuole iniziare una nuova vita, lontano dai suoi fallimenti e da quelli della persona senza la quale non riuscirebbe a vivere... ma ci riuscirà?
Genere: Romantico, Suspence, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2


Rebecca uscì dal bagno.

Si dipinse in volto un sorrisino sorpreso appena un attimo prima che lui la potesse vedere.

Lo guardò avvicinarsi a passo svelto e mettersi in coda per l’imbarco.

Aspetta un attimo…l’imbarco???”

Gli lanciò un’occhiata perplessa, e lui le rispose qualcosa come –Tutto apposto, ti spiego tra un attimo-.

La ragazza si sedette lentamente su una sedia, gli occhi rivolti in basso.

Cosa gli era saltato in mente? Questo rendeva le cose molto più difficili del previsto…

Lo guardò senza farsi notare.

I capelli corti che gli ricadevano in un ciuffo davanti all’occhio destro, quell’aria da finto cattivo, un borsone marrone scuro, le solite converse nere. Quel nasone che lei gli aveva sempre sfottuto…

Ricordi…


-Beh... cos'è questa novità?-

-Nuovo look...-

-Per quella stronza?-

-No, per festeggiare l'addio alla stronza...- disse burbero Francesco sedendosi pesantemente sulla sedia che dava sul giardino.

-Comunque ti fa un po' strano... cioè le borchie, gli stivali...-

-Non sono stivali, sono stivaletti dell'adidas...-

-Vabbè, insomma... tra poco ti farai anche crescere il ciuffo da emo...-

-Ma va!!! Mi credi frocio?-

-Non si sa mai...-

-Ehi bimba vuoi botte??-

-Non dicevo del frocio, dicevo del ciuffo... da frocio!!- disse Rebecca ridendo mentre già scappava verso il grande albero infondo al prato, usando le sue infradito come arma contro un neo-dark, o neo-emo, o neo-scemo.


E pensare che quattro mesi dopo quel ciuffo emo era spuntato... il nuovo Francesco era nato. Un metallaro... o meglio, un ragazzo traumatizzato da una ragazza talmente subdola, doppia e infantile da indurlo prima a diventare metal per dimenticarla, e poi con gli anni a sposarla.

Rebecca guardò più attentamente il viso del ragazzo: gli occhi verdi che di tanto in tanto la scrutavano privi di espressione o con un vago sorriso.

Dieci minuti dopo terminò il suo check-in e la raggiunse.

Rebecca aveva le mani sudaticce e il caldo si era fatto insopportabile, ma nonostante tutto non potè non far caso a quella familiare sensazione di rapimento che la assaliva ogni qual volta lui la raggiungesse sorridente.

-Ehi ciao...- lo salutò lei con una sorpresa a dir poco artificiosa.

Ma lui non disse nulla. Il suo viso aveva assunto un'espressione diffidente -Dove sono le tue amiche?-.

Rebecca si sentì arrossire -Ah... -

-Non ci sono- tagliò corto lui, facendo cadere malamente il borsone ai suoi piedi e troneggiando su di lei.

-No- disse lei – E allora?- aggiunse poi in tono di sfida.

-Pensavo fossi qua con loro, a detta tua...-

-... si lo so, e quindi?-

Il ragazzo si allontanò bruscamente -Oh ma che cazzo hai?-

-Niente-

-Una merda... niente lo dici al tuo cane, non al tuo migliore amico-

-Vabbè. Ho le palle girate-

-Mi sono accorto eh, non serviva che specificassi- disse lui, strappandole mezzo sorriso.

Le si avvicinò di nuovo e si accucciò davanti a lei.

-Mi... mi hanno dato buca all'ultimo momento...- improvvisò lei -Quelle due troie- aggiunse con un colpo da maestro.

Era sempre stata brava a raccontare bugie...


-Reb cos'è quella cosa che hai sul collo?- le chiese lui ad una delle tante veglie di pasqua col clan

-Mi sono bruciata con la piastra...-

-Si? Si si, una bruciatura fatta a succhiotto... sei un'artista...-

-Dai è vero!!-

-Ma certo...- le disse lui picchiandole su una spalla -Birichina...- le sussurrò all'orecchio.


Sorrise inconsapevolmente.

-Cosa ridi?-

-Ah, niente...- rispose lei di getto.

-Beh non ti preoccupare... tanto vengo a Dublino pure io-

Per poco Rebecca non fece un infarto.

Il suo stomaco fece un tuffo impicchiata andando a salutare i suoi talloni.

-Cosa?- gli chiese, semplicemente perchè non sarebbe riuscita a pronunciare più parole di così.

Lui si sedette accanto a lei -Si, vengo pure io... ho pensato che mi avrebbe fatto bene una settimana da solo... l'ultima settimana da scapolo d'oro...-

Mentre lo ascoltava, Rebecca si ritrovò ad osservare il porta ombrelli fuori dalla profumeria dell'aeroporto, e immaginò a quanto sarebbe stato gratificante per lei ficcare su per il deretano del ragazzo uno degli ombrelli che ci stavano dentro.

-Così senza avvisare?- rispose lei brusca

-Se ci fossero state le tue amiche avrei tranquillamente passato la settimana da solo...-

-An, quindi adesso vorresti passarla con me?-

-Beh... se alla nostra testimone di nozze non dispiace....- disse lui con un sorrisetto che le ricordava molto quello che i bambini fanno subito dopo aver fatto un malanno.

Roteò gli occhi con rassegnato disappunto: -Grandioso, e io che volevo passare una settimana di sesso estremo con un irlandese grande e peloso...-

Lui la guardò sconcertato -E io che pensavo fossi contenta....-

-Ma infatti, sono contenta- ribattè lei “Solo che adesso va tutto a puttane... mi scoprirà... oppure dovrò tornare indietro...”.

  
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