CAPITOLO
TRE
Passati un paio di giorni il rapporto tra
Bill e sua madre ancora non si era sistemato; a fare da intermediari si
alternavano Charlie e suo padre, ma senza ottenere risultati rilevanti. Molly
voleva sempre di più essere parte della vita del figlio e più si comportava
così, più lui faceva l’esatto opposto.
Quel giorno, Bill aveva detto che avrebbe
portato a cena un’ospite e subito il radar di Molly si era messo in funzione e
anche la sua parlantina: domande sul genere, “Chi è?”, “Da dove viene?”, “Ma è
una ragazza?” venivano ripetute continuamente a tutti, nessuno escluso; l’unico
però a sapere chi sarebbe venuto a cena era Bill.
“Ah, ma se si è già trovato una ragazza mi
sente!” Molly stava cucinando aiutata da Ginny e da Hermione mentre i baldi uomini stavano preparando la tavola
in giardino.
“Mamma!”, la riprese la figlia, “Anche se
fosse?”
“Si è lasciato da soli quattro mesi con Fleur, e poi, chi mi dice che anche questa non sia uguale a
lei?”
“Ma ha detto che porta a cena la sua nuova
fidanzata?”, chiese stupita Hermione, ignara di
quanto stesse succedendo alla Tana in quel periodo, mentre pelava alcune
patate.
“No, ha detto
solamente che avrebbe portato a cena una persona che ci avrebbe fatto piacere
rivedere”, specificò Ginny lanciando un’occhiataccia
alla madre. “Quindi calmati!”, con le ultime parole si era rivolta direttamente
a Molly che sbuffò.
Due schiocchi secchi annunciarono l’arrivo di
Bill e dell’ospite a sorpresa. Una volta riconosciuta la figura in lontananza
Molly le andò incontro salutandola calorosamente: era poco più di due anni che
non si vedevano. Dopo cinque minuti buoni di saluti, abbracci e constatazioni
sull’età e su quanto fossero cresciuti e cambiati i più giovani, si sedettero tutti a tavola.
La cena andò bene. Tonks
rimase alla Tana fino a dopo la mezzanotte; per tutto il tempo avevano parlato
rinvangando vecchi ricordi: il brutto periodo della guerra e tutti quelli che
ora non erano più lì con loro. Al nome di Remus alla
ragazza gli occhi divennero leggermente lucidi, reazione perfettamente normale.
Dai vecchi tempi a quelli attuali: Molly si informò sulle condizioni di Tonks e dei suoi genitori, sulle sue intenzioni e sulla sua
attuale sistemazione; lei rispose cortesemente a tutte le domande, chiedendo a
sua volta della situazione della famiglia, tasto dolente. Molly le raccontò
tutto, senza evitare qualche occhiataccia. Al contrario di quello che aveva
previsto Bill, non fu lui ad essere preso di mira, ma George.
“Si era trovato una così brava ragazza!”
Tonks non poté non ridere a quell’affermazione, conosceva già tutta la
storia, gliela aveva raccontata Bill.
“Non ti preoccupare Molly, ce ne sono di
brave ragazze in giro.” Nel pronunciare la frase cercò di rimanere il più seria
possibile data la faccia molto contrariata di George, fortunatamente nascosta
dalla visuale della madre.
“Io vi devo chiedere scusa,” disse Tonks ad un certo punto, quando i ragazzi più giovani si
erano seduti in disparte in un angolo del giardino, “Non mi sono fatta sentire
per tutto questo tempo e…” Fu però bloccata da Arthur.
“Non devi scusarti, non hai passato un bel
periodo. L’importante è che tu ora stia bene… e che ti faccia viva più spesso.”
Bill annuì insieme a Charlie.
“Ciò non toglie che mi sono comportata male,
e vi chiedo scusa. Voi mi avete aiutato tanto anni fa e io me ne sono andata
così… non sono l’unica ad aver sofferto.”
“Ma basta rinvangare cose tristi. Un’altra
fetta di torta?” Chiese Molly.
“Ti vede un po’ deperita,” spiegò George. “Ma non preoccuparti, ha visto deperito
anche Charlie che dall’ultima volta che è stato qui ha messo su un buon cinque
chili.”
“Saranno al massimo due!” Si offese
l’interpellato.
Tonks, che era seduta al suo fianco, scoppiò a ridere di gusto. “Beh,
dall’ultima volta che ti ho visto io, sono anche più di cinque…”
Anche gli altri risero; Charlie le si
avvicinò all’orecchio.
“È bello vederti ridere di nuovo.”
Tonks lo abbracciò, “Grazie!” Sussurrò al suo orecchio. Charlie non era
per niente cambiato: avevano frequentato Hogwarts
insieme, stesso anno ma non stessa casa, e tra loro ai tempi della scuola si
era instaurato un bellissimo rapporto, deteriorato poi dalla partenza del
ragazzo per la Romania.
Quella sera Tonks aveva rivisto in lui l’amico di
sempre, una delle persone che ad oggi, nonostante si fosse perso parecchi anni,
la conosceva meglio e quella frase ne era stata la prova.
Molly ritornò e posò un po’ troppo
violentemente il piatto con la fetta di torta. “Cosa stavamo dicendo?” Chiese.
Un’ora dopo la serata volse al termine e Tonks salutò tutti i presenti, non prima però di aver
abbracciato forte Arthur e Molly.
Charlie, scherzosamente, la salutò
pronunciando il suo nome a chiare lettere: “Ciao, Ninfadora!”
“Ciao, Charlie”, rispose tranquillamente lei.
Il ragazzo, visibilmente scocciato, sbuffò,
“Com’è che non ti arrabbi?”
“Sono cresciuta”, scherzò lei, sorridendo;
poi salutò gli altri e si Smaterializzò.
Molly aveva osservato attentamente la scena
tra Tonks e il suo secondogenito e la cosa non le era
andata a genio. Non aveva capito, però, che quello tra i due ragazzi era stato
un saluto scherzoso tra due vecchi compagni di scuola.
“Ah, povera Tonks!”
Esordì Molly, sperando che qualcuno le desse un motivo per continuare.
Sfortunatamente, però, i suoi figli e suo marito la conoscevano troppo bene per
commettere un errore così banale.
“Povera, non riuscirà mai a rifarsi una
vita!” Continuò imperterrita.
A questa affermazione, però, Charlie non riuscì a stare zitto.
“Perché dici questo?”
“Ma caro”, iniziò a spiegare, felice per la
domanda del figlio, “Perché vive nell’ombra di Remus,
nel suo ricordo, non hai notato che non si è ancora ripresa dalla sua morte?
Vive nel suo ricordo e questo le impedirà di amare un’altra persona.”
L’affermazione di Molly era stata molto
pesante ma lei era soddisfatta delle sue parole, voleva che i suoi figli
sapessero come la pensava, in special modo dopo
quello che aveva visto.
“Io non la vedo così.”
“Tu sei troppo giovane, Charlie. Mi spiace
solo, nel caso dovesse risposarsi, anche se non credo, per quel povero ragazzo:
lei non lo amerà mai.” Molly disse l’ultima frase sconsolata, poi augurò la
buona notte e si avviò al piano superiore, lasciando i restanti membri della
sua famiglia perplessi.
Arthur era perplesso tanto quanto i figli. George fece finta di augurare la
buona notte al padre facendo uno strano gesto ai fratelli.
Quella non era la Molly che loro conoscevano.
Charlie entrò nella sua camera appena dopo
Bill sbattendo la porta.
“Perché deve comportarsi così?” Urlò. Il fratello
fece appena in tempo ad insonorizzare la stanza.
“È da quando è morto Fred che è cambiata. Poi
se ci aggiungi George che la lasciato la sua –Adorata Ashley-
e io che ho appena divorziato da Fleur, quando lei,
-Lo aveva detto!-” Tentò di spiegare Bill indossando la maglietta del pigiama,
sedendosi poi sul letto.
“Comunque, quello che ha detto su Tonks non mi è piaciuto: è come se tu non riuscissi a
rifarti una vita perché sei depresso. In fondo, tua moglie ti ha lasciato e il
tuo matrimonio è naufragato!”
Bill sorrise, “Grazie per la delicatezza, e
per la rima. Il mio caso è un po’ diverso, comunque.”
George si Materializzò nella stanza dei due
ragazzi che lo stavano aspettando, il gesto di prima era stato molto eloquente,
almeno per loro.
“Scusate l’intrusione, ma veramente non ce la
faccio più!” Prese la sedia vicino la scrivania e si sedette. Charlie gli
assestò una poco delicata pacca sulla spalla. “Qui urge trovare un rimedio.”
Se c’era una persona che aveva sofferto
tantissimo per la perdita di Fred, quello era George. Dalla nascita erano
sempre stati insieme, inseparabili, ma si era fatto forza, come Fred avrebbe
voluto e stava proseguendo la sua vita, mandando avanti al meglio la loro
attività.
Non era stata una cosa facile da affrontare e non lo era tutt’ora. In fondo,
tutte le volte che si guardava allo specchio poteva vedere il volto del
fratello.
“Non vedo vie d’uscita. Dobbiamo solo
aspettare che le passi e sopportare pazientemente,” affermò Bill, convinto.
“Mi chiedo, però, perché si comporti così
solo con noi”, sbuffò George.
“Beh, Percy rimane
sempre Percy, quello perfetto; Ginny
è fidanzata con il salvatore del mondo magico, per cui ha carta bianca; Ron con
Hermione, stessa cosa che per Ginny;
rimaniamo noi”, spiegò Charlie.
“Rimaniamo NOI, vorrai dire!” Precisò Bill
guardando George che annuì. “Tu te ne stai bello-bello in Romania per la
maggior parte dell’anno.”
“Comunque spero le passi presto, sono due
anni che è così!”
“Non credo le passerà presto, George”, asserì
Bill.
“Per ora credo le basti sapere che nessuno di
noi ha mire su Tonks”, scherzò Charlie, “Anche se non
la penso come lei.”
“Quelle affermazioni sono state veramente di
cattivo gusto” George incrociò le braccia al petto; “Passi che era innamorata
di Remus, ma non credo che questo le impedirà di
poter essere comunque felice.”
“La botta è stata comunque grande, come lo è
stata per tutti noi…”
Dopo la frase di Bill nella stanza calò il
silenzio per qualche secondo, poi il ragazzo continuò; “Ancora non riesce a
fare le metamorfosi e per quanto riguarda le magie… le riescono solo le più
semplici.”
“Io l’ho
comunque trovata bene!” Affermò convinto Charlie, “La conosco da tanto e sento
di poterlo dire con sicurezza!”
“Sicuro di non
avere mire su di lei?” Chiese ridacchiando George: da quando non c’era più Fred
si era accorto di sapere molto poco della vita privata dei fratelli, almeno di
quelli più grandi, e l’idea che si era insinuata nella mente di Molly per un
nanosecondo aveva colpito anche lui, quindi aveva voluto indagare.
“No, lui non ha
nessuna mira su Tonks,” intervenne Bill.
Charlie
confermò con un cenno di assenso.
“Perché?”
Chiese curioso George.
“Perché siamo
sempre stati ottimi amici,” intervenne Charlie, “Anzi, spero di poter
recuperare un po’ il vecchio rapporto. Lei è sempre stata l’unica capace di
tenermi un po’ a freno,” nel dire la frase rise.
“È vero, dopo
che vi siete persi di vista sei degenerato!” Confermò Bill.
George non
sapeva di queste situazioni ma aveva abbastanza intuito da capire che parlavano
di vecchie fiamme di Charlie e che lui non era propriamente famoso per avere
rapporti seri e duraturi.
La discussione si protrasse ancora per alcuni minuti, fino a
quando, esausti, i tre ragazzi cedettero al sonno; George, prima di crollare,
riuscì a malapena a Smaterializzarsi nella sua casa, sopra al negozio di
scherzi.
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Hola!
Allora, ringrazio le persone che hanno
recensito questa storia:
Nina92: grazie per aver recensito entrambi i
capitoli!
Isabel Lupin: Grazie!^^
Spero lo sia anche il seguito.
Thiliol: George non è propriamente sereno, ma
sta imparando ad andare avanti, come tutti del resto. Sono comunque passati più
di due anni, non due mesi… in più il tempo di
reazione, se così vogliamo chiamarlo, è diverso da persona a persona. Lo vedrai
andando avanti. Intanto grazie mille per la recensione e spero capirai al più
presto (Due/tre capitoli massimo) dove la storia andrà a parare.