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Autore: Alektos    01/10/2008    2 recensioni
Non sempre puoi conquistare quel lieto fine a lungo sognato, nemmeno dopo la guerra, nemmeno dopo aver combattuto e lottato anche con i denti. A volte non rimangono che cocci da raccogliere e un cuore gonfio d'amarezza. Ma la vita continua e, a volte, quella parte di te che si è spezzata si può sistemare in maniera insperata.
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Charlie Weasley, George Weasley, Molly Weasley, Nimphadora Tonks
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO TRE

 



Passati un paio di giorni il rapporto tra Bill e sua madre ancora non si era sistemato; a fare da intermediari si alternavano Charlie e suo padre, ma senza ottenere risultati rilevanti. Molly voleva sempre di più essere parte della vita del figlio e più si comportava così, più lui faceva l’esatto opposto.

Quel giorno, Bill aveva detto che avrebbe portato a cena un’ospite e subito il radar di Molly si era messo in funzione e anche la sua parlantina: domande sul genere, “Chi è?”, “Da dove viene?”, “Ma è una ragazza?” venivano ripetute continuamente a tutti, nessuno escluso; l’unico però a sapere chi sarebbe venuto a cena era Bill.

“Ah, ma se si è già trovato una ragazza mi sente!” Molly stava cucinando aiutata da Ginny e da Hermione mentre i baldi uomini stavano preparando la tavola in giardino.

“Mamma!”, la riprese la figlia, “Anche se fosse?”

“Si è lasciato da soli quattro mesi con Fleur, e poi, chi mi dice che anche questa non sia uguale a lei?”

“Ma ha detto che porta a cena la sua nuova fidanzata?”, chiese stupita Hermione, ignara di quanto stesse succedendo alla Tana in quel periodo, mentre pelava alcune patate.

“No, ha detto solamente che avrebbe portato a cena una persona che ci avrebbe fatto piacere rivedere”, specificò Ginny lanciando un’occhiataccia alla madre. “Quindi calmati!”, con le ultime parole si era rivolta direttamente a Molly che sbuffò.

Due schiocchi secchi annunciarono l’arrivo di Bill e dell’ospite a sorpresa. Una volta riconosciuta la figura in lontananza Molly le andò incontro salutandola calorosamente: era poco più di due anni che non si vedevano. Dopo cinque minuti buoni di saluti, abbracci e constatazioni sull’età e su quanto fossero cresciuti e cambiati  i più giovani, si sedettero tutti a tavola.

La cena andò bene. Tonks rimase alla Tana fino a dopo la mezzanotte; per tutto il tempo avevano parlato rinvangando vecchi ricordi: il brutto periodo della guerra e tutti quelli che ora non erano più lì con loro. Al nome di Remus alla ragazza gli occhi divennero leggermente lucidi, reazione perfettamente normale. Dai vecchi tempi a quelli attuali: Molly si informò sulle condizioni di Tonks e dei suoi genitori, sulle sue intenzioni e sulla sua attuale sistemazione; lei rispose cortesemente a tutte le domande, chiedendo a sua volta della situazione della famiglia, tasto dolente. Molly le raccontò tutto, senza evitare qualche occhiataccia. Al contrario di quello che aveva previsto Bill, non fu lui ad essere preso di mira, ma George.

“Si era trovato una così brava ragazza!”

Tonks non poté non ridere a quell’affermazione, conosceva già tutta la storia, gliela aveva raccontata Bill.

“Non ti preoccupare Molly, ce ne sono di brave ragazze in giro.” Nel pronunciare la frase cercò di rimanere il più seria possibile data la faccia molto contrariata di George, fortunatamente nascosta dalla visuale della madre.

“Io vi devo chiedere scusa,” disse Tonks ad un certo punto, quando i ragazzi più giovani si erano seduti in disparte in un angolo del giardino, “Non mi sono fatta sentire per tutto questo tempo e…” Fu però bloccata da Arthur.

“Non devi scusarti, non hai passato un bel periodo. L’importante è che tu ora stia bene… e che ti faccia viva più spesso.”

Bill annuì insieme a Charlie.

“Ciò non toglie che mi sono comportata male, e vi chiedo scusa. Voi mi avete aiutato tanto anni fa e io me ne sono andata così… non sono l’unica ad aver sofferto.”

“Ma basta rinvangare cose tristi. Un’altra fetta di torta?” Chiese Molly.
“Ti vede un po’ deperita,” spiegò George. “Ma non preoccuparti, ha visto deperito anche Charlie che dall’ultima volta che è stato qui ha messo su un buon cinque chili.”

“Saranno al massimo due!” Si offese l’interpellato.

Tonks, che era seduta al suo fianco, scoppiò a ridere di gusto. “Beh, dall’ultima volta che ti ho visto io, sono anche più di cinque…”

Anche gli altri risero; Charlie le si avvicinò all’orecchio.

“È bello vederti ridere di nuovo.”

Tonks lo abbracciò, “Grazie!” Sussurrò al suo orecchio. Charlie non era per niente cambiato: avevano frequentato Hogwarts insieme, stesso anno ma non stessa casa, e tra loro ai tempi della scuola si era instaurato un bellissimo rapporto, deteriorato poi dalla partenza del ragazzo per la Romania.
Quella sera Tonks aveva rivisto in lui l’amico di sempre, una delle persone che ad oggi, nonostante si fosse perso parecchi anni, la conosceva meglio e quella frase ne era stata la prova.

Molly ritornò e posò un po’ troppo violentemente il piatto con la fetta di torta. “Cosa stavamo dicendo?” Chiese.

Un’ora dopo la serata volse al termine e Tonks salutò tutti i presenti, non prima però di aver abbracciato forte Arthur e Molly.

Charlie, scherzosamente, la salutò pronunciando il suo nome a chiare lettere: “Ciao, Ninfadora!”

“Ciao, Charlie”, rispose tranquillamente lei.

Il ragazzo, visibilmente scocciato, sbuffò, “Com’è che non ti arrabbi?”

“Sono cresciuta”, scherzò lei, sorridendo; poi salutò gli altri e si Smaterializzò.

Molly aveva osservato attentamente la scena tra Tonks e il suo secondogenito e la cosa non le era andata a genio. Non aveva capito, però, che quello tra i due ragazzi era stato un saluto scherzoso tra due vecchi compagni di scuola.

“Ah, povera Tonks!” Esordì Molly, sperando che qualcuno le desse un motivo per continuare. Sfortunatamente, però, i suoi figli e suo marito la conoscevano troppo bene per commettere un errore così banale.

“Povera, non riuscirà mai a rifarsi una vita!” Continuò imperterrita.

A questa affermazione, però, Charlie  non riuscì a stare zitto.

“Perché dici questo?”

“Ma caro”, iniziò a spiegare, felice per la domanda del figlio, “Perché vive nell’ombra di Remus, nel suo ricordo, non hai notato che non si è ancora ripresa dalla sua morte? Vive nel suo ricordo e questo le impedirà di amare un’altra persona.”

L’affermazione di Molly era stata molto pesante ma lei era soddisfatta delle sue parole, voleva che i suoi figli sapessero come la pensava, in special modo dopo quello che aveva visto.

“Io non la vedo così.”

“Tu sei troppo giovane, Charlie. Mi spiace solo, nel caso dovesse risposarsi, anche se non credo, per quel povero ragazzo: lei non lo amerà mai.” Molly disse l’ultima frase sconsolata, poi augurò la buona notte e si avviò al piano superiore, lasciando i restanti membri della sua famiglia perplessi.
Arthur era perplesso tanto quanto i figli. George fece finta di augurare la buona notte al padre facendo uno strano gesto ai fratelli.

Quella non era la Molly che loro conoscevano.

Charlie entrò nella sua camera appena dopo Bill sbattendo la porta.

“Perché deve comportarsi così?” Urlò. Il fratello fece appena in tempo ad insonorizzare la stanza.

“È da quando è morto Fred che è cambiata. Poi se ci aggiungi George che la lasciato la sua –Adorata Ashley- e io che ho appena divorziato da Fleur, quando lei, -Lo aveva detto!-” Tentò di spiegare Bill indossando la maglietta del pigiama, sedendosi poi sul letto.

“Comunque, quello che ha detto su Tonks non mi è piaciuto: è come se tu non riuscissi a rifarti una vita perché sei depresso. In fondo, tua moglie ti ha lasciato e il tuo matrimonio è naufragato!”

Bill sorrise, “Grazie per la delicatezza, e per la rima. Il mio caso è un po’ diverso, comunque.”

George si Materializzò nella stanza dei due ragazzi che lo stavano aspettando, il gesto di prima era stato molto eloquente, almeno per loro.

“Scusate l’intrusione, ma veramente non ce la faccio più!” Prese la sedia vicino la scrivania e si sedette. Charlie gli assestò una poco delicata pacca sulla spalla. “Qui urge trovare un rimedio.”

Se c’era una persona che aveva sofferto tantissimo per la perdita di Fred, quello era George. Dalla nascita erano sempre stati insieme, inseparabili, ma si era fatto forza, come Fred avrebbe voluto e stava proseguendo la sua vita, mandando avanti al meglio la loro attività.
Non era stata una cosa facile da affrontare e non lo era tutt’ora. In fondo, tutte le volte che si guardava allo specchio poteva vedere il volto del fratello.

“Non vedo vie d’uscita. Dobbiamo solo aspettare che le passi e sopportare pazientemente,” affermò Bill, convinto.

“Mi chiedo, però, perché si comporti così solo con noi”, sbuffò George.

“Beh, Percy rimane sempre Percy, quello perfetto; Ginny è fidanzata con il salvatore del mondo magico, per cui ha carta bianca; Ron con Hermione, stessa cosa che per Ginny; rimaniamo noi”, spiegò Charlie. 

“Rimaniamo NOI, vorrai dire!” Precisò Bill guardando George che annuì. “Tu te ne stai bello-bello in Romania per la maggior parte dell’anno.”

“Comunque spero le passi presto, sono due anni che è così!”

“Non credo le passerà presto, George”, asserì Bill.

“Per ora credo le basti sapere che nessuno di noi ha mire su Tonks”, scherzò Charlie, “Anche se non la penso come lei.”

“Quelle affermazioni sono state veramente di cattivo gusto” George incrociò le braccia al petto; “Passi che era innamorata di Remus, ma non credo che questo le impedirà di poter essere comunque felice.”

“La botta è stata comunque grande, come lo è stata per tutti noi…”

Dopo la frase di Bill nella stanza calò il silenzio per qualche secondo, poi il ragazzo continuò; “Ancora non riesce a fare le metamorfosi e per quanto riguarda le magie… le riescono solo le più semplici.”

“Io l’ho comunque trovata bene!” Affermò convinto Charlie, “La conosco da tanto e sento di poterlo dire con sicurezza!”

“Sicuro di non avere mire su di lei?” Chiese ridacchiando George: da quando non c’era più Fred si era accorto di sapere molto poco della vita privata dei fratelli, almeno di quelli più grandi, e l’idea che si era insinuata nella mente di Molly per un nanosecondo aveva colpito anche lui, quindi aveva voluto indagare.

“No, lui non ha nessuna mira su Tonks,” intervenne Bill.

Charlie confermò con un cenno di assenso.

“Perché?” Chiese curioso George.

“Perché siamo sempre stati ottimi amici,” intervenne Charlie, “Anzi, spero di poter recuperare un po’ il vecchio rapporto. Lei è sempre stata l’unica capace di tenermi un po’ a freno,” nel dire la frase rise.

“È vero, dopo che vi siete persi di vista sei degenerato!” Confermò Bill.

George non sapeva di queste situazioni ma aveva abbastanza intuito da capire che parlavano di vecchie fiamme di Charlie e che lui non era propriamente famoso per avere rapporti seri e duraturi.

La discussione si protrasse ancora per alcuni minuti, fino a quando, esausti, i tre ragazzi cedettero al sonno; George, prima di crollare, riuscì a malapena a Smaterializzarsi nella sua casa, sopra al negozio di scherzi.

 

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Hola!

Allora, ringrazio le persone che hanno recensito questa storia:

Nina92: grazie per aver recensito entrambi i capitoli!

Isabel Lupin: Grazie!^^ Spero lo sia anche il seguito.

Thiliol: George non è propriamente sereno, ma sta imparando ad andare avanti, come tutti del resto. Sono comunque passati più di due anni, non due mesi… in più il tempo di reazione, se così vogliamo chiamarlo, è diverso da persona a persona. Lo vedrai andando avanti. Intanto grazie mille per la recensione e spero capirai al più presto (Due/tre capitoli massimo) dove la storia andrà a parare.

 

 

  
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