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Autore: elfin emrys    15/09/2014    2 recensioni
[Iniziai a scrivere questa storia due anni fa, subito dopo aver visto la puntata dell'anime con Ophelia. Non avevo mai letto il manga. Successivamente, alcune cose fra l'opera originale e questa fanfiction hanno cominciato a assomigliarsi, alcune idee erano molto simili se non le stesse... Tuttavia ho mantenuto la trama che mi ero prefissata come era in origine. Spero vi piaccia.]
Boccheggiò, si strinse e si piegò in due, ma ciò non provocò altro che numerose e forti fitte che gli percorsero il corpo arrivando fin dentro alle ossa.
Genere: Angst, Avventura, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Raki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Raki del Risveglio

 

Capitolo cinque

Raki aprì un occhio, vedendo il sole picchiare sul prato vicino al quale aveva sostato. Aveva dormito troppo. Gli ultimi giorni non si era dato un attimo di tregua e non aveva riposato mai. Si allenava, combatteva, cacciava, mangiava mentre camminava verso una nuova meta. Aveva evitato tutti i villaggi. Non sapeva bene quanta strada aveva fatto, sapeva solo che era tanta.

Il giorno prima, salito su una collina, aveva visto una città disabitata non tanto lontano. Aveva deciso di arrivarci per dormire là, ma poi capì che non aveva calcolato bene le ditanze: alla fine la stanchezza aveva avuto la meglio e la forza di volontà non aveva retto.

Raki si alzò, prendendo la spada.

Non si poteva dire che non fosse soddisfatto dei giorni che aveva passato da quando si era messo definitivamente in viaggio. Aveva costruito una buona custodia per la Claymore grazie alle pelli degli animali che aveva cacciato per mangiare, inoltre le sue abilità erano aumentate in maniera esponenziale. A quel punto, non gli serviva altro che un avversario: uno yoma sarebbe stato l'ideale. Per questo aveva scelto quel villaggio fantasma... Se non vi era più nessuno sebbene il terreno lì fosse così fertile, probabilmente era a causa di uno o più yoma.

Raki sapeva che i demoni potevano lavorare anche in gruppo, nonostante fosse straordinariamente raro. In ogni caso, pochissime volte avevano una vera organizzazione e, forse, era per quello che erano una vera prova. Le loro azioni in gruppo spesso e volentieri non avevano alcuna logica di sfondo, quindi erano imprevedibili, anche se goffe.

Inoltre...

Raki sorrise.

Era una teoria quasi ridicola quella che l'aveva spinto a prendere la decisione di usare la carne e il sangue di un essere già risvegliato, ma si poteva dire conento della propria scelta.

Col tempo, aveva iniziato a pensare che il Risveglio di una Claymore arrivasse grazie a delle sostanze rilasciate nel corpo della guerriera (o del guerriero). Non era solo una questione di testa, era anche un fatto puramente fisico: la carne e il sangue dello yoma, anche se agivano sull'animo della singola Strega, agivano principalmente nel suo corpo, trasformandosi, espandendosi, fino a prevalere, poiché avevano un potenziale non sfruttato. Ma se quel potenziale fosse già diventato cosa reale, allora un Risveglio si sarebbe svolto in maniera diversa...

Raki aveva fatto degli esperimenti in quei giorni. Aveva raccolto il coraggio a quattro mani e aveva provato a risvegliare singole parti del corpo. Forse era più difficile che risvegliarsi interamente, ma sicuramente sarebbe stato più facile tornare indietro nel caso avesse perso il controllo.

Ma non c'era stato alcun bisogno di allarmarsi.

La sua teoria pareva giusta.

Aveva dovuto sforzare il suo yoki in maniera abissale, ma, col tempo, stava iniziando a usarlo sempre meglio, in maniera sempre più efficace ed “economica”.

Nonostante fosse un uomo, riusciva a risvegliare parti del corpo e tornare indietro con facilità.

Ormai, era diventato quasi meccanico per lui. Il suo corpo si trasfigurava solo in parti minime e poteva essere ben controllato. Tuttavia, Raki non aveva ancora provato un Risveglio completo. Ancora non si sentiva pronto, probabilmente sarebbe riuscito a lasciarsi andare solo dopo aver acquisito esperienza più pratica.

Raki si basava sulla differenza abissale fra l'abbandonarsi e il “tendersi verso”.

Risvegliarsi era come avere il coraggio di saltare nel vuoto. Era spaventoso, ma piacevole, terribile, certo, ma meraviglioso. Ma Raki non sapeva saltare nel vuoto: Raki si aggrappava alla terra e si lasciava andare verso il fosso senza staccarsi.

E, con stupore, scoprì che non gli serviva la razionalità.

Forse era a causa del suo corpo, forse era così per tutti quanti, ma Raki aveva capito che non serviva buon senso o logica per non risvegliarsi. Gli era venuto quasi da ridere quando se n'era reso conto, ma, in fondo, non tutte le credenze sul Risveglio dovevano essere giuste, no?

Il ragazzo si stiracchiò bene, sgranchendosi le braccia e le gambe e iniziò a camminare.

 

Deirdre aveva messo a tacere il proprio yoki già tempo prima di riuscire a raggiungere il villaggio. Non aveva incontrato nessuno sulla strada. Rise. Meglio così, non avrebbe avuto piantagrane in giro.

La numero 10 si guardò in giro. Non era stata mandata lì per caso. Era vero, non era neppure fra le prime cinque, ma era famosa per sapersela cavare sempre e comunque. A volte, quando le segnalazioni erano ambigue, potevano mandarla a controllare che il demone in questione fosse uno yoma o un risvegliato.

La mandavano da sola.

Le altre avevano paura di lei. La trovavano violenta. Lei non era violenta, era solo particolarmente irascibile. La sua fama era dovuta anche al fatto che era stata assegnata alla zona dove era nata.

Deirdre non si ricordava nulla di quando era stata presa alla madre -una poco di buono- e portata all'Organizzazione. Anzi, non sapeva neppure come aveva fatto a sopravvivere.

La Claymore guardò a terra. Un braccio con ancora della carne attaccata all'osso. Rise e gli diede un calcio, facendolo rotolare. Strano.

Con tutti quegli yoma e un Risvegliato che stava arrivando.

Si girò verso la foresta. L'aveva sentito. Non aveva mai sentito parlare di Risvegliati migranti, ma era esattamente quello che sembrava stesse facendo quello yoki sconosciuto da giorni. E non l'aveva ancora sentita.

Meglio, sarebbe stato più facile da eliminare.

Deirdre scattò verso un vicolo, uno yoma, lo prese dall'alto, lo colpì con un taglio preciso, ma non netto, lo colpì ancora e ancora. Si pulì il sangue dalla spada con fare disgustato. Meno cinque.

 

Note di Elfin:

Avevo detto prima della scuola, lo so, ammetto di essermene dimenticata a causa di alcuni, diciamo, "problemi" di comunicazione con alcuni compagni di classe. In pratica, mi hanno tenuto all'oscuro di dover fare, oltra alla traduzione delle versioni, la sintesi, il commento, l'analisi del periodo scritta, il commento all'Autore, i paradigmi, dovevo scrivere i costrutti particolari e segnalare tutte le figure retoriche. Li ho odiati per qualche istante, ma li ho già perdonati in realtà XD

Dicevo, capitolo piccolo, di passaggio. Come vedete, nel prossimo capitolo... ahahah, si avvvicina una battaglia :D

Kiss

   
 
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