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Autore: Hilarie Winfort    16/09/2014    1 recensioni
Non riusciva a spiegarsi il senso di oppressione che sentiva all'altezza del petto, sapeva solo che non significava nulla di buono.
Continuò a camminare a passo lento, sperando di non dare troppo nell'occhio ma in cuor suo sapeva che avrebbe dovuto affrontarli.
Improvvisamente una mano si strinse sul suo gomito facendola sussultare.
Si voltò, preparandosi a colpire.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Violet si svegliò all'improvviso, sudata.
Aveva fatto il solito incubo in cui era inseguita dai demoni, purtroppo l'incubo era la sua realtà, non uno stupido sogno.
Si alzò lentamente. Un dolore lancinante alla testa.
Si accorse di trovarsi su un morbido materasso di un letto a baldacchino.
Come diavolo ci era finita?
Si guardò intorno, era in una comune stanza d'albergo, quasi non si accorse di Adam che sedeva sul letto accanto.
"Finalmente ti sei svegliata"
Si voltò a guardarlo, era intento a pulire con uno straccio quella che a Violet sembrò un'arma.
"Spero non ti dispiaccia questa breve pausa nel nostro viaggio, non riuscivo più a guidare, era meglio fermarsi.
Ho provato a svegliarti ma eri troppo stanca"
Violet sorrise, mormorando un "grazie".
Adam poggiò l'aggeggio in una sacca che teneva in grembo, spostandosi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"C'è del caffe se ti va, e anche qualche ciambella. Questo posto non è il massimo, ma il caffè è buono"
Violet si alzò dal letto, intorpidita, poi si guardò intorno alla ricerca della porta del bagno.
"Il bagno è alla tua destra" disse Adam. Non aveva nemmeno sollevato lo sguardo dalla sacca.
Violet si lavò in fretta, non vedeva l'ora di addentare una di quelle ciambelle che aveva menzionato Adam.
Si pettinò velocemente con la spazzola fornita dall'albergo e uscì dal bagno.
Le ciambelle in questione si trovavano sul tavolo vicino alla finestra.
Violet ne prese una e sbirciò fuori dall'unica finestra della camera, il sole non era ancora sorto e il cielo era costellato da moltissime stelle.
"Che ore sono?" chiese ingurgitando la ciambella in un secondo.
Adam sorrise. "Sono le quattro del mattino e tu sei davvero affamata"
Violet abbassò gli occhi, imbarazzata e decise di bere un sorso di caffè.
Solo in quel momento notò che Adam si trovava a torso nudo, i pantaloni di pelle l'unico indumento.
Il medaglione non l'aveva tolto e brillava incredibilmente sulla pelle nuda.
Il ragazzo si alzò dal letto con un movimento sinuoso, una mano impegnata a districare i capelli e l'altra ad afferrare in fretta la maglietta, buttata sulla poltrona.
Evidentemente aveva notato lo sguardo della ragazza su di sé.
"Credo che sarebbe meglio sbrigarci, ormai non manca molta strada"
Violet annuì, poggiando la tazza sul tavolino.
Recuperò rapidamente la sua borsa e s'infilò alla meglio le scarpe.
Adam la stava già aspettando davanti alla porta, gli stivali ancora aperti sui lati e l'espressione di chi non dorme da tempo.
Violet lo seguì fuori dall'albergo, l'aria gelida della notte la fece rabbrividire e Adam le porse il suo giaccone di pelle.
"prendilo tu" disse nonostante indossasse solo la maglietta a maniche corte.
Violet aprì la bocca per protestare, ma lui la interruppe. "Non c'è tempo da perdere e tu sei infreddolita"
La oltrepassò, accelerando il passo e superando l'auto che li aveva condotti fino a quel punto.
"La macchina è di là" disse Violet facendolo voltare.
"Non proseguiamo con quella. C'è qualcuno che ci sta aspettando.
Ricominciò a seguire il ragazzo, senza proferire parola, finché non fu lui a fermarsi davanti a un palazzo dall'aria tetra.
"Da questa parte" una voce interruppe sul nascere il desiderio di Violet di chiedere spiegazioni.
Adam ricominciò a camminare, attingendosi a seguire la voce.
Violet cominciava a trovare irritante il comportamento del ragazzo ma non poté fare altro che seguirlo.
La voce apparteneva a un ragazzo dall'aria trasandata: capelli biondi arruffati e una barba non proprio accennata a incorniciargli il viso.
Non aveva nulla a che vedere con Adam, forse solo i pantaloni di pelle che nel suo caso erano di un marrone molto scuro.
"Lui è Ian" disse Adam indicando il ragazzo. "Ci porterà a casa"
Ian sorrise, sporgendosi oltre Adam e mi porse una mano.
"E' un piacere bellezza"
poggiai la mano su quella di lui, che chinò la testa sfiorandone il palmo con le labbra.
Adam alzò gli occhi al cielo. "Non farci caso. Ian ci prova con tutte quelle che non hanno ancora avuto la fortuna di scoprire com'è fatto"
Ian scoppiò in una risata fragorosa.
"Amico dovresti lasciare che sia una sorpresa" disse prima di farci segno di seguirlo lungo un vicolo.
Una rossa auto fiammante ad attenderci.

  
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