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Autore: Chiara188    16/09/2014    1 recensioni
Hogwarts.
Silente non è morto, la sconfitta di Voldemort è ancora molto lontana.
Hermione e Ron stanno insieme e, con Harry, tornano a scuola. Ma per Hermione questo sarà un anno particolare: capirà, insieme a un altro studente, come le circostanze possono cambiare, indipendentemente dalla volontà. E i due dovranno fare delle scelte, che li porterà a dover decidere tra i loro ideali e un eventuale nuovo percorso, che si è creato innanzi a loro.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
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Draco e Hermione avevano appena finito di fare l’amore.
La prima notte a scuola non avevano potuto. Nelle rispettive Sale Comuni, gli studenti avevano pensato bene di non dormire, di fare un’ultima festa dopo Natale. Ed entrambi, in quanto Caposcuola, avevano avuto l’obbligo di placarle.
Quella sera invece, erano usciti per pattugliare i corridoi, ma si erano trovati subito l’uno di fronte all’altro.
Non avevano resistito. Erano corsi nella Stanza delle Necessità.
Lei lo aveva spogliato senza esitare. Gli aveva impresso le unghie nella carne, mentre i rispettivi piaceri si mischiavano. Lui le aveva stretto i fianchi. Lei era ormai il suo ossigeno.
Dopo aver finito, avevano notato la luce delle candele riflettere sulle pareti. Il colore delle lenzuola. Il profumo di quella stanza. Tutto ciò che prima non erano neanche interessati a vedere.
Hermione aveva la testa poggiata sul petto di Draco, sentiva il suo cuore battere, il suo respiro lento.
Lui le accarezza delicatamente i capelli.
Fu lei che, riportata alla logica, ruppe quel momento.
“Voglio sapere cosa hai fatto durante questi giorni.”
“Niente.”, rispose lui, che si aspettava la domanda.
“Puoi venire a letto con me, ma non puoi raccontarmi niente di te?”
Lui sbuffò.
“Ne dobbiamo parlare adesso?”
Lei si alzò di scatto, cercando i suoi vestiti. Lui la fermò. Si sedette accanto a lei.
“Hermione, a costo di litigare, non ti racconterò particolari di questi giorni, perché riguardano la mia famiglia, non te. Una discussione simile già l’abbiamo fatta. Sai chi e che cosa sono.”
“E’ ufficiale: diventerai un Mangiamorte?”
Lui scosse la testa.
“I miei genitori avevano bisogno di me in questi giorni. Non ho fatto nessuna iniziazione. Sei più tranquilla adesso?”
Ma prima che Hermione potesse rispondere, Draco la baciò. Un po’ per farla stare zitta, un po’ perché realmente non riusciva a non farlo.
 
Il pomeriggio dopo, al Club dei Duellanti, i due amanti passarono più tempo a mandarsi sguardi che a controllare gli altri studenti, al punto tale che Rebecca Austen fu mandata in infermeria per una fattura mal riuscita, che loro avrebbero facilmente potuto annullare.
Quando uscirono dall’aula, fu Hermione stavolta a fermare Draco.
“Questo è per te.” e gli diede una spilla d’argento.
Lui rimase sorpreso.
“La puoi indossare, senza che nessuno ci trovi niente di strano. Se non ti piace, basta dirlo.”, aggiunse lei, notando la sua espressione.
Lui la zittì.
“Non me l’aspettavo, mi hai colto alla sprovvista.”
“Tu l’hai fatto a me, io l’ho fatto a te.”, tagliò a corto Hermione.
“Io il tuo lo metto, ma voglio che tu indossi il bracciale.”
Lei annuì.
“E che non te lo togli.”
Lei sorrise.
“Hai mai pensato alla possibilità di lasciarlo?”, le chiese all’improvviso, quasi imbarazzato per la domanda che incautamente gli era scappata.
Lei lo guardò con un’espressione sorpresa.
“Dubito che ti riferisca al fatto che gli faccio del male, vedendomi con te, vero?”
“Di quello non è che mi importi.”
“Tu lasceresti Pansy?”
“Neanche di Pansy non è che mi importi.”
“E poi? Gireremmo insieme per il castello? Ci faremmo vedere mano nella mano? O che magari ci baciamo? Sii serio, Draco: tu lo faresti mai?”
“Io non so cosa farei. So solo che saperti con lui, non mi rende contento.”
“Fa male anche a me vederti con lei.”, ammise Hermione.
I due restarono per qualche secondo in silenzio, fino a che lei non ruppe il silenzio.
“Già volevo lasciarlo perché questa situazione non è giusta nei suoi confronti.”
“E perché sei pazza di me.”, disse lui sorridendo.
Lei rise, ma non negò.
“Quando troverò il momento adatto, lo farò. Ma poi?”
“Io lascio lei e tu lasci lui. E poi si vede.”
Hermione, che ormai conosceva bene Draco, sapeva quelle parole quanto dovessero pesargli e quanto valore avessero. E capì che era giunto il momento di provarci.
“Lo farò.”
 
Quella sera, nella Sala Grande, durante la cena, uno sguardo di approvazione volò dal tavolo dei Serpeverde a quello dei Grifondoro.
A dividere il contatto tra il braccio di Ron e quello di Hermione, vi era un bracciale che risplendeva al polso di quest’ultima.
Lei sorrise allo sguardo di Draco che indugiava sul suo monile e, a sua volta, notò che una delicata spilla d’argento risplendeva sul petto del Serpeverde.
“Che guardi?”, le chiese Ron all’improvviso.
Lei fu colta alla sprovvista.
“Niente”, disse arrossendo.
“E questo bracciale? È nuovo?”, le domandò sgranando gli occhi alla vista di quel piccolo tesoro. “Miseriaccia, deve valere una fortuna!”
“No ce l’ho da un sacco di tempo.”
 
Più tardi, finito di cenare, Ron le chiese di fare un rapido giro in giardino.
“Possiamo parlare?”
Lei, sorpresa, annuì.
“Che ti prende?”
“Che significa?”
“È tornato tutto come prima, vero? Sei tornata ad ignorarmi?”
“Ma di che stai parlando?”
“Ho paura.”, ammise.
E lei provò una tenerezza indescrivibile nei suoi confronti.
“Di che cosa?”
“Quando siamo andati alla Tana, pensavo che tutto si fosse risolto. Non puoi negare che sei stata fredda nei miei confronti per tantissimo tempo. Beh, durante le vacanze ho creduto che fosse tornata la normalità. Ma tu neanche ti avvicini a me. Tu neanche mi guardi.”
Hermione restò colpita da quelle parole. “Ora glielo dico, ora glielo dico.”, pensava. Aprì la bocca, ma non uscì alcun suono. Era la sua occasione, doveva confessargli tutto. Lasciarlo. Ammettere tutto quello che aveva fatto. Mettere un punto a questa storia e aprirne un’altra, che era l’unica che realmente voleva.
“Non dici nulla?”, le chiese Ron. Lei gli accarezzò dolcemente il volto.
“Ti sbagli, Ron.”
“Si? Da quanto non facciamo l’amore?”
“Dalla Tana.”, ammise Hermione.
Lui la guardò dritta negli occhi, cercando conferme.
“Hermione, voglio che tu mi dica la verità. Mi ami?”
Lei restò immobile. Non ce la fece a dirglielo e si comportò ancora una volta da codarda. “Poi glielo dico, poi glielo dico.”, pensò.
“Sì, Ron.”
“Che scena patetica”, disse Pansy Parkinson, che, poco lontana da loro, insieme ad un gruppo di Serpeverde aveva sentito quel pezzo di conversazione. Tra loro, Draco guardava indifferente un punto non definito del parco.
“Andiamocene”, disse Ron  a Hermione, tirandola per il braccio.
Mentre tornavano verso l’ingresso del Castello, lei si voltò a guardare il gruppo dei Serpeverde, che continuavano a schernirli con diverse battute.
Draco non partecipò. Si limitò a mandarle uno sguardo carico di rancore e poi si voltò verso i suoi amici.
 
Il mattino dopo, uscendo dalla Sala Comune, Hermione trovò una spilla d’argento sul pavimento del corridoio.
   
 
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