Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: The Sorrow    16/09/2014    3 recensioni
Per quanto tempo dovrò stare qui? Tanto. Il più possibile. Per sempre, se ci riesco. Non voglio uscire, non voglio camminare in mezzo alla gente, non voglio respirare lo smog che pervade l'aria, non voglio stringere la mano a qualcuno.
Non voglio fare niente.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hiki(2cap).



In effetti la colpa è anche un po' mia. Insomma, sono stato proprio uno stupido a pensare che non avrebbero chiamato qualcuno, prima o poi. E adesso che cosa faccio? Non so nemmeno se sono ancora in grado di parlare con una persona vera, in carne e ossa. L'unica rassicurazione è che tra me e lei c'è una porta chiusa, che non si aprirà per nessun motivo.
"Matteo, per favore, ascoltami. Io sono qui per aiutarti".
Ancora questa scusa? Ma perchè sono tutti così fissati con l'aiutarmi? E se io stessi bene così? E se non avessi bisogno di aiuto? No, questa ipotesi non la considerano nemmeno. Io sono un hikikomori, quindi ho bisogno di aiuto. Punto.
"Ti chiedo solo di ascoltarmi, tutto qui. Non devi uscire, puoi stare nella tua stanza".
Questa voce mi piace sempre di meno. È come la favola del pifferaio magico e io sono un topolino. Vogliono attirarmi fuori dalla mia tana e lasciarmi affogare. Ma io non mi farò trarre in inganno. Tuttavia... tuttavia sono curioso di sentire i motivi per cui dovrei abbandonare il luogo dove mi trovo tanto bene. Sì, le darò una possibilità. Resta solo un problema: come faccio ad esprimermi?

Un hikikomori non ha bisogno delle parole e quindi tende a non usarle. Le abbandona, proprio come se fossero degli oggetti inutili. Ho trovato questa frase in un articolo su internet dove si parlava degli autoreclusi, degli hikikomori, delle persone come me, insomma. E devo dire che è assolutamente vera. Vivendo in uno stato di isolamento totale, io non ho bisogno delle parole. Ecco perché adesso sono in difficoltà. So che cosa dovrei dire e anche come dovrei dirlo. Ma non ci riesco, non ci riesco!
"V... v... v...".
Sto balbettando. È normale, dato che non parlo da tanto tempo. Dannazione!
Uscite fuori dalla mia gola, maledette parole.
"V... v... v...va b... b... b...".
"Matteo? Scusa, non ti sento molto bene".
Uscite, maledette parole.
"V... va b... ben...".
Uscite, maledette parole!
"Matteo, è tutto a posto?". La voce di questa tizia mi da sui nervi. Non la sopporto, non la sopporto. 

"VA BENE! VA BENE! VA BENE! VA BENE!".

Sto urlando. Ho tolto il tappo alla mia non-comunicazione e questo è il risultato. Adesso sono come un fiume in piena, non riesco a fermarmi.
"Va bene, parliamo. Illuminami su quello che non so. Convincimi ad entrare nella fossa dei leoni che c'è fuori dalla mia stanza. D'altronde io sono solo uno stupido hikikomori, giusto? Io sono come il protagonista di quel fumetto, Tatsuhiro Sato. E tu sei una sorta di angelo che è venuto a salvarmi, non è così? Allora, raccontami le tue motivazioni. Dimmi perché dovrei uscire. Forza, ti sto ascoltando".
Le frasi adesso stanno uscendo fuori da sole, con la stessa forza di un ciclone. Ed ora che ho finito di parlare c'è solo il silenzio. La quiete prima della tempesta, forse. O forse è tutto finito. Già, è tutto finito. Adesso questa ragazza se ne andrà ed io riprenderò la mia normale vita da diciassettenne hikikomori.
Silenzio...
Passano dieci secondi, poi venti, trenta, un minuto, due minuti. Forse è davvero finita.
"Tu... tu hai diciassette anni, giusto?".
Non si arrende. Vediamo dove vuole andare a parare.
"Sì, ho diciassette anni. Sembri molto informata. Da quale associazione provieni? La New Start? Sei una Rental Sister? Insomma, chi sei? Non ho bisogno di te, a me piace il mio stile di vita".
Adesso riesco a parlare abbastanza normalmente, anche se la mia voce trema un po' e ho paura che se ne sia accorta anche lei.
"Anche tu sei informato, a quanto pare. Comunque no, non faccio parte della New Start, ma possiamo dire che sono una sorta di Rental Sister, come hai detto tu. Sono qui per aiutarti. Ascoltami, lo so che per voi è difficile parlare con una persona che non conoscete. L'ho visto prima, mentre balbettavi e lo vedo anche adesso. Ti trema la voce, sai?".
Merda, l'ha notato. Questa ragazza non mi piace. Ha detto che non fa parte della New Start, ma allora chi è?
"Non hai risposto alla mia domanda. Chi sei? Un'assistente sociale o qualcosa del genere?".
"Diciamo di sì. Faccio parte di un'associazione che si occupa di persone come te. Aiutiamo gli hikikomori italiani a reintegrarsi nella società. A proposito, io mi chiamo Ilaria".
"A me non interessa. Vattene". Era tutto troppo bello per essere vero. Avrei dovuto immaginare che, prima o poi, sarebbe arrivato qualcuno a rompermi le uova nel paniere.
"Tu dici così, ma, secondo me, hai il desiderio di cambiare qualcosa nella tua vita. Come passi le giornate?".
"Dormo, leggo e fisso il soffitto. Mi sembrano attività piuttosto comuni, quindi mi spieghi perché dovrei essere aiutato? A me piace vivere così".
"Ma non è uno stile di vita sano! In questo modo fai male a te stesso".
No, questo è troppo. Io non la reggo più.
"Vattene".
"Ma...".
"HO DETTO VATTENE!".
Urlo. Di nuovo. È la mia risposta a tutto, l'unico metodo che conosco per mettere a tacere qualcuno. O per scappare.
"Ascoltami, tornerò anche domani, alla stessa ora. Sentirò tutto quello che vorrai dirmi, qualunque cosa. Puoi parlare con me, sfogarti, proprio come hai fatto oggi. Fidati, ti sentirai meglio. A domani".
La sento che si allontana. Poi un brusio sommesso: sta parlando con i miei genitori. Quanto vorrei sentire quello che si dicono. Invece riesco solo a carpire qualche parola.

"È abbastanza grave".
"Non so dire se e quando guarirà".
"Verrò domani alla stessa ora e proverò ad instaurare un dialogo".

Adesso sento una voce diversa, più cupa e cavernosa. Papà.

"La ringrazio per il suo sostegno".
"La pregherei di non rispondere ad eventuali domande dei vicini sul motivo della sua visita e di quelle successive".
"Non vorrei che si sappia in giro, quindi le chiedo la massima discrezione".

Mio padre... sempre lo stesso. Non vuole che venga sparsa la notizia che suo figlio sia un hikikomori. Insomma, lui è il grande avvocato Giulio Ferrara, ha una sua dignità e questa dignità andrebbe in frantumi se i suoi colleghi, i suoi vicini scoprissero che cosa sono io.
Non l'ho mai capito. Io non ritengo che l'hikikomori sia una cosa di cui vergognarsi. Non esco da più di un anno, è vero, ma è per mia scelta. E ne vado fiero.

So che gli hikikomori usano spesso il computer. Di tanto in tanto, sui giornali online, vengono fuori titoli come "Passa più di dieci ore davanti al PC. Nuovo caso di hikikomori in Italia".
Questo paese non smetterà mai di stupirmi. Ma non hanno ancora capito che hikikomori e dipendenza da internet sono due cose totalmente differenti? Il fatto che gli hikikomori usino spesso il computer non li rende tecno-dipendenti.
Io, comunque, non vado spesso su internet. Sono isolato sia fiscamente sia mentalmente. Eppure... eppure la prospettiva di un videogioco online mi affascina. Fino ad ora non avevo mai provato giochi simili ma adesso l'idea mi stuzzica. Sarà per la noia? Sarà perché, dopo un anno di isolamento, ho bisogno di nuovi stimoli? Sì, deve essere per questo motivo. Ma gli stimoli non posso certo andarli a cercare fuori, quindi ben venga questa nuova esperienza. Giusto qualche settimana fa ho ritrovato, sepolto dal disordine che domina la mia stanza, il gioco "Final Fantasy XIV: A Realm Reborn". Non ricordo perché l'avevo comprato, forse per curiosità, ma fatto sta che non l'ho nemmeno installato.
Fisso il disco per qualche secondo.
Perchè no?
Accendo il computer e mi preparo a giocare. Stranamente, ho il cuore che batte ad un ritmo accellerato.
Deve essere il brivido dell'ignoto.
Forse.
O forse no.



















Note:

Tatsuhiro Sato: personaggio protagonista del manga/anime "Welcome To The N.H.K". È anche lui un hikikomori.

New Start: organizzazione no profit, con sede principale in Giappone e sedi secondarie in Italia, in Australia e nelle Filippine. Il compito principale della New Start è quello di aiutare i ragazzi e le ragazze con problemi di integrazione, in particolar modo gli hikikomori, favorendo una loro reintegrazione nella società.

Rental Sisters: letteralmente "Sorelle in prestito". Si tratta di ragazze che lavorano per associazioni, come la già citata New Start. Il loro compito è quello di andare a trovare personalmente l'hikikomori a casa sua (spesso sono chiamate dai genitori dell'hikikomori o dai suoi parenti) e convincerlo ad uscire e seguire un percorso terapeutico. Il contatto può avvenire a voce, tramite cellulare oppure attraverso delle lettere passate sotto la porta. Non sempre questo metodo va a buon fine e possono servire numerose visite prima che l'hikikomori decida di uscire. Sono sempre di più quelli che, invece, decidono di rimanere nella loro stanza.

Final Fantasy XIV: A Realm Reborn: gioco di ruolo online (MMORPG) appartenente alla famosa serie di giochi di ruolo Final Fantasy. È il secondo MMORPG (acronimo di Massive Multiplayer Online Role-Playing Game, ovvero gioco di ruolo in rete multigiocatore di massa) della serie dopo Final Fantasy XI.





  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: The Sorrow