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Autore: eltanininfire    17/09/2014    2 recensioni
Bonnie, Stefan, Elena, con tutti i loro amici e Damon, non si aspettavano minimamente di incappare in un segreto più grande ed antico di loro, che abbracciava il mondo intero da oltre 3000 anni, quando decisero di andare in vacanza ad Aprica, in provincia di Sondrio, nell'Italia del Nord.
Probabilmente non sapevano che la loro parentela era più grande del previsto.
ATTENZIONE: CROSS-OVER CON PERCY JACKSON
Pairings principali: PercyXNuovo personaggio; AnnabethXNuovo personaggio; JasonXPiper; MeredithXNuovo personaggio; NicoXNuovo personaggio; BonnieXDamon; ElenaForeverAlone; StefanXAltro personaggio; HazelXFrank; LeoXNuovo personaggio; LauraNonSiInnamora
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore, Elena Gilbert/Stefan Salvatore
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

E, per la gioia di Percabeth7897, pagy94 e SofyCullen, ecco qui il capitolo numero nove. Enjoy!

 

Capitolo 9

 

POV ALEXANDRA

Luka se n’era andato in tutta fretta durante la notte. Aveva pregato suo padre – che odiava Laura – di dargli un mezzo di trasporto qualsiasi ed era arrivato un Hammer* mezzo sgangherato che l’aveva riportato al Campo Mezzosangue.

Un’ora dopo Simon decollò dal giardino sul retro e tornò al Campo Giove.

E così ci lasciarono in due.

-Stiamo meglio senza di loro!- aveva esclamato Nico quando l’aveva saputo, ma io ero divisa tra il dargli ragione – il figlio di Ares aveva distrutto mia sorella per la terza volta – e i sensi di colpa – il figlio di Giove non era obbligato ad andarsene. Jason ci era rimasto male, poverino.

Sospirai. Laura attirava molti sguardi per via dei suoi capelli troppo lisci e degli occhi troppo intensi. Non era alta come me, ma era decisamente affascinante, come una figlia del dio dei morti non era mai stata. Superava persino Hazel, che era considerata la più bella figlia di Plutone mai esistita. Poi era arrivata Laura e l’aveva surclassata. Ma la sorella non le aveva mai portato rancore, anzi, le era grata per averla distolta dall’attenzione di tutti.

Io, con i miei capelli biondi e gli occhi verdi, sembravo la Madonna, soprattutto se mi vestivo di azzurro o di bianco. Perciò evitavo quei due colori, indossando soprattutto il verde e il nero, che non si intonavano con il mio essere figlia del dio del sole.

Ora, Laura non si vedeva dalla sera prima e nemmeno il fratello di Stefan, Damon.

“Ti prego, Apollo, dimmi che non hanno fatto nulla” pensai ardentemente. Anche se a prima vista poteva non sembrare, la mia piccola sorella era sensibile e poteva essere ferita molto facilmente.

Strinsi i pugni. Non sarebbe dovuta andare così.

Improvvisamente la porta principale si aprì e il vampiro maggiore entrò nel salotto. Si fermò sulla soglia, perplesso, lo sguardo fisso su di me.

All’inizio non capivo, ma poi realizzai come dovesse vedermi lui. Una ragazza bionda molto simile a Katherine e ad Elena che camminava senza sosta per tutto lo spazio della sala, soffermandosi di più sulla porta della camera matrimoniale della sorella adottiva, come un’anima in pena.

“Quindi non hanno fatto nulla…”

-Con chi avrei dovuto fare cosa?- chiese il moro, inclinando la testa di lato. Io indietreggiai, presa alla sprovvista.

-Non leggermi nella mente!- sibilai, lievemente piccata dalla cosa.

-L’ho fatto?- domandò, ed io mi chiesi se fosse ubriaco o cosa, perché mi sembrava instabile mentalmente e anche fisicamente, dato che aveva barcollato leggermente quando aveva richiuso la porta dietro di sé.

L’uscio della camera di Laura si aprì, rivelando una figlia di Plutone decisamente arruffata.

Il pigiama era tutto spiegazzato e i capelli erano piegati tutti da una parte, come se avesse dormito in un ciclone.

-Buongiorno- biascicò, trascinandosi fino al piccolo ripiano cottura dove si preparò il solito caffélatte.

Ricadde pesantemente sulla sedia e sorseggiò la bevanda distrattamente, come se fosse lì solo con il corpo e non con la mente.

-Ma che vi è successo?- domandò una voce dietro di me. Non avevo sentito arrivare il nuovo figlio del dio del mare, Stefan, tanto che quasi saltai via dalla sorpresa.

Capii che alludeva a Laura e al fratello maggiore, il quale rispose con un ghigno degno di Ade in persona.

-Beh, sai, fratellino, quando esce, si beve, si fa baldoria, si incontrano delle belle italiane, si fa tardi la sera-

-L’hai Influenzata, non è così? Hai bevuto da lei-

Mi arrabbiai. –Se l’hai fatto, io, Nico, Hazel e il divino Ade ti uccideremo. E anche la titanessa Asteria darà una mano-

-Non l’ho toccata, lo giuro sul sangue che fai versato dal corpo di nostro padre cinquecento anni fa- Rabbrividii.

-È troppo apatica perché sia una cosa naturale- ribattè Stefan.

-Sto bene- affermò lei. Ci mancava solo che iniziasse a sostenere Damon, il quale allargò le braccia, come se stesse per fare un annuncio importantissimo.

-Vedete, sta bene, è in perfetta forma, deve solo carburare! È prima mattina, non pretenderete certo che afferri due pompon e si metta a fare la ruota, vero?-

In effetti aveva ragione. Laura era nota per la sua apatia mattutina, solo che oggi questa sembrava più accentuata del solito.

-Sicura?-

-Sto bene- ripetè con più forza.

Nico spuntò dalla camera che condivideva con Percy e Jason e si diresse verso la sorella, depositandole un lieve bacio sulla testa, per poi servirsi di caffè forte.

-Buongiorno sorellina*- Vidi Stefan e Damon irrigidirsi.

-Sei italiano, per caso?- chiese il minore tra i due.

-Il mio cognome è Di Angelo, sono nato negli anni Trenta del Novecento da Maria Di Angelo, veneziana emigrata a Washington con il padre, ambasciatore italiano negli USA, e Ade, il dio degli Inferi e dei morti- La voce di Nico era ferma e guardava i due vampiri con sfida.

-E come mai non hai qualcosa tipo ottant’anni?- domandò il maggiore.

-Sono rimasto bloccato in un posto dove il tempo scorre più lentamente assieme a mia sorella. Sono stato liberato nove anni fa assieme a lei, ma Bianca è morta in un’impresa- e guardò Percy, che abbassò lo sguardo, colpevole.

-Bianca?- chiese Matt, che si era appena alzato.

-Mia sorella morta a dodici anni in un’impresa che coinvolgeva le Cacciatrici-

-Cacciatrici?- s’inserì Alaric. Probabilmente pensava a Meredith.

-Ragazze vergini che rinunciano ai maschi per una vita pressoché immortale – se non s’innamorano o cadono in battaglia, ma entrambe le opzioni sono praticamente impossibili – e seguono la dea Artemide, la dea della caccia, degli animali selvatici e della luna, nelle sue imprese- rispose Laura con voce cupa.

-Immortali? Nel senso che non possono morire?- Certo che Elena era tarda.

-A meno che s’innamorino o cadano in battaglia, non si ammalano, non provano freddo o caldo eccessivi e sono più forti e più veloci. Più che umane, non so se mi spiego- intervenni io.

-Sono delle vampire- replicò ingenuamente Bonnie, ma Laura scosse la testa.

-Sono umane immortali, non vampire. Non si nutrono di sangue, sono normali sotto quel punto di vista. È in battaglia che non vorresti mai averle contro-

-Hanno sconfitto il Campo Mezzosangue più di sessanta volte di seguito negli ultimi trecento anni. Ovvero tutte le volte che sono venute a trovarci- commentò Percy.

-Bellissime, algide e fredde. Proprio il mio tipo- sorrise Leo con calore. La sua storia con Calipso non era andata a buon fine, ma lui si era ripreso in fretta. La figlia di Atlante non si era più fatta vedere, ma aveva un mondo da esplorare.

-Buh!- esclamò qualcuno, comparendo da un Viaggio nell’Ombra proprio dietro Laura, che sobbalzò.

Era Hazel, che l’abbracciò da dietro ridendo come una pazza.

-Hazel Levesque! Mi hai fatto venire un infarto! Volevi mandarmi nel regno di nostro padre prima del tempo?-

-Scusa, ma è stato troppo divertente!- rise la mia sorella acquisita.

-Non se ne parla nemmeno, mi hai quasi uccisa!- replicò Laura.

Il telefono della mora suonò e lei lo fissò accigliata. –Michael Rowe ha fatto una nuova intervista!- esclamò poi.

 

 

POV BONNIE

Michael chi? Chi diavolo era?

Laura mi sembrava molto presa da ‘sto tizio, ma io non avevo idea di chi fosse.

-Chi è “Michael Rowe”?- chiesi. La figlia di Plutone mi guardò come se fossi un’aliena.

-È semplicemente l’attore più figo che possa esistere nell’universo. Vieni, te lo faccio vedere- e andò a prendere un portatile, accendendolo.

-2x16?- chiese la sorella bionda, e Laura annuì. -È l’episodio in cui compare prima. In teoria c’è ancora prima nella 1x03, ma non era ancora figo come nelle ultime puntate della seconda stagione-

-Ti do pienamente ragione, sorellina-

Il sito caricò il video molto in fretta. La figlia del dio dei morti andò subito verso i dodici minuti e mi spiegò brevemente i personaggi.

-Basta che fai entrare la tua squadra- stava dicendo la Waller.

-La mia squadra?- chiedeva Diggle.

-L’abbiamo chiamata “Task Force X”- gli rispose il capo dell’A.R.G.U.S.

-Dacci un taglio. Questa non è una Task Force, diamo il giusto nome alle cose. Benvenuto nella Squadra Suicida-

La cosa scioccante fu che, mentre il personaggio iniziava a parlare in inglese, Laura ripeté in italiano le stesse identiche parole che vedevo come sottotitoli, sospirando alla fine della frase.

Ancora più sconcertante fu che, nello stesso momento, lo fecero anche Alexandra, Hazel, Piper e Hilarie.

-Lo sappiamo a memoria-

-“Deadshot is a go”!- esclamò Laura, con un sorriso sornione stampato sul viso.

-Ma è tutto tatuato!- notai.

-Si tatua il nome delle sue vittime. Da solo, è inquietante. Sull’avambraccio destro ha scritto “James Holder”, la sua vittima della 1x03. Che fisico!- rispose lei, gli occhi neri che brillavano. Cosa non avrei dato per vedere scintillare così quelli di Damon!

-“We’re going to want popcorn for this”!- disse stavolta la figlia di Plutone, ridendo assieme al cecchino.

-Assomiglia a Damon lì- commentò Elena.

-Floyd Lawton non ha riguardi per la vita umana; ha ucciso il fratello, il padre e la madre – storia lunga –; è un mercenario; ha avuto un figlio, che è morto, e ora ha una figlia. È un padre che deve difendere la propria prole. Con Eddie non ci è riuscito, con Zoe, invece, le sta lontano e tutto ciò che prende lavorando – e rischiando la vita – per l’A.R.G.U.S. va su un fondo fiduciario segreto per lei. Vorrebbe morire facendo qualcosa di onorevole, ma il suo desiderio è superato da quello di salvaguardare la figlia. È dolce, a modo suo-

-Floyd Lawton?- chiese Meredith.

-Il vero nome di Deadshot- spiegò ancora Laura.

-Dì che lo ami e lo vorresti sposare- la sfidò Alexandra.

La sorella la guardò e sorrise. Poi scese dalla sedia e si diresse verso la finestra, spalancandola. Un vento freddo le scompigliò i capelli.

-Io amo Floyd Lawton, a.k.a. Deadshot, interpretato da Michael Rowe in Arrow! E lo vorrei sposare!- gridò alle montagne ed ai pini innevati, ed alle case ancora addormentate.

Quando la richiuse, aveva le guance arrossate, ma sorrideva lievemente stordita dal freddo mattutino.

-Tu sei completamente fuori di testa- commentò Stefan.

-Tutti abbiamo un pizzico di follia. Tutto sta nel tirarlo fuori-

 

POV DAMON

Non l’avevo morsa, ma l’avevo Influenzata per dimenticare. Nessuno mi doveva vedere “umano”, anche e soprattutto una persona che avevo appena conosciuto.

La vidi un po’ intontita, ma si riprese in fretta, tanto da incominciare a parlare a raffica di un certo Michael Rowe e di Deadshot, per poi urlare qualcosa fuori dalla finestra.

Temetti di averle causato un qualche danno permanente. Fissava un po’ tutti con un sorriso imbarazzato che le imporporava leggermente le guance.

-Che ne dite se ci fate vedere che tipo di poteri possiamo avere io e Stefan, dato che siamo stati riconosciuti?- chiese Elena, il mio Angelo.

-Ale, Ed, Pipes, Perce? Per voi va bene?- domandò la castana figlia del dio dei morti. Loro annuirono.

-Stefan, è meglio se io e te andiamo a valle a cercare un fiume- gli disse il figlio di Poseidone.

-Noi invece andiamo al poligono di tiro. E porto la chitarra, Apollo è anche il dio della musica- disse il figlio del dio del sole.

-Io vado con loro e spiego ad Elena cos’è la lingua ammaliatrice- s’inserì la figlia della dea dell’amore.

-E noi?- chiese la streghetta.

-Noi vi faremo vedere i nostri poteri. Nico è molto bravo ad evocare scheletri e a Viaggiare nell’Ombra. Io ad usare l’oscurità a mio favore e ad evocare fantasmi. Hazel a trovare gallerie sotterranee e a riconoscere le pietre preziose. Jason richiama i fulmini e vola-

-Aspetta- la interruppe il biondino. –Io non volo, sfrutto le correnti d’aria per sollevarmi da terra. È diverso-

-Sì, scusami, cugino. Ma sua sorella Thalia, la luogotenente delle Cacciatrici, è molto più potente per quanto riguarda i fulmini-

-Io sono in grado di far scendere la notte anche a mezzogiorno e vedo molto meglio al buio- intervenne la castana figlia di Nyx. –Leo, figlio di Efesto, è in grado di riparare qualsiasi cosa ed evoca il fuoco. Frank, figlio di Marte, ha ereditato la capacità di saper maneggiare bene qualsiasi tipo di arma e la tattica militare. Annabeth, la ragazza di Percy, figlia di Atena, è un’abilissima stratega. Clarisse, figlia di Ares, è molto brava a combattere-

-I figli di Ermes sono eccellenti ladri; quelli di Dioniso e di Demetra sentono una forte connessione con le piante; quelli di Ecate sono letteralmente maghi e streghe, dato che è la dea della magia; quelli di Nike – non le scarpe – vincono sempre, la madre è la dea della vittoria; quelli di Tyche portano fortuna, mentre quelli di Nemesi la equilibrano- elencò Hazel.

-Come dire che portano un’enorme sfiga- borbottò Laura.

-Non c’è un test per sapere di chi sei figlia?- chiese la streghetta.

-Di solito sono gli dei che decidono se e quando riconoscere i figli, ma ultimamente si stanno dando particolarmente da fare, quindi non ci vorrà molto. Per il test, no, generalmente non esiste, ma basta vedere in cosa si è più bravi-

-Percy eccelle nel canottaggio e nella spada- scrollò le spalle Nico.

-Tu sei un emo depresso, fratello- lo rimbrottarono le sue sorelle.

Lui alzò di scatto la testa e sguainò la spada. Era nera come quella della sorella dai capelli più scuri, probabilmente era fatta dello stesso materiale.

Lei sorrise e sganciò il braccialetto. La sua arma si allungò e si appesantì, rivelando la lama scura e lunga circa un metro. L’appoggiò sulla spalla e ghignò al fratello.

-Pronto a perdere, fratellone?-

 

 

POV LAURA

Avevo dormito come un sasso, per questo ero più intontita del solito.

Alla palestra-poligono di tiro, sfidai Nico come al solito, e come al solito vinsi in meno di due minuti.

Lo atterrai con pochissime mosse, puntandogli Tenebræ alla gola.

Nello stanzone a fianco, Elena, Ale ed Edward stavano tirando con l’arco, o meglio, Ed scoccava frecce a volontà ed mia sorella urlava contro la neo-figlia di Apollo qualcosa sulla sua postura.

-Più in su con quel gomito! – Tira bene, altrimenti come pretendi che la freccia si conficchi nel bersaglio? – Il bacino deve essere parallelo all’arco, per fare più forza al colpo!- e così via.

-È l’ennesima volta che ti batto, fratello! Non è che stai diventando vecchio?- lo schernii, alludendo al fatto che era nato negli anni Trenta.

Lui mi rifilò la sua migliore occhiataccia, ma era nulla in confronto alle mie.

-Battiti con me- disse una voce. Percy e Stefan erano ritornati. –Dopotutto, ho sconfitto il miglior spadaccino degli ultimi trecento anni!-

Scappucciò la Bic che era la sua spada e Vortice fece la sua comparsa. Un metro e venti di bronzo celeste rilucevano e mandavano bagliori.

-D’accordo, Perseus- lo presi in giro, posizionandomi in stile greco.

Lui sorrise allo scherzo e si lanciò contro di me. Con Tenebræ bloccai un suo fendente dall’alto e sferrai una stoccata sotto la sua guardia.

Il figlio del dio del mare scartò di lato e mirò al mio braccio sinistro. Scattai all’indietro e deviai la punta della sua spada con la mia.

Vortice fendette l’aria orizzontalmente, come se il suo proprietario volesse decapitarmi, ed io mi abbassai. Sfruttai questo momento in cui Percy aveva abbassato la guardia e mi gettai su di lui, afferrandogli la mano con cui teneva la spada e puntandogli la mia contro il petto, in modo da immobilizzarlo.

-Dicevi, cugino?-

-Mh, anche in stile greco- commentò Ale, che era appena ritornata di qua. –Elena non sarebbe in grado di centrare un bersaglio nemmeno se avesse il dono della telecinesi e scagliasse le frecce con la forza del pensiero- commentò.

-Almeno è brava a cantare- s’inserì Ed.

-Sai come t’aiuta in battaglia. Se ti trovi davanti un Lestrigone cosa fai? Ti metti a cantare “Salvami” di Gianna Nannini e Giorgia?- Ovviamente, essendo Ed americano, non capì il senso della frase, ma io, Nico, Damon e Stefan sì.

-Oppure a declamare versi di poesie?- rincarai la dose, un sorriso stampato in faccia. L’espressione offesa di Elena era impagabile. Stirai ancora di più le labbra.

-Almeno potrei rendermi utile e guarire i feriti, Apollo è anche il dio della medicina-

-La lingua ammaliatrice con me non funziona, legata di Venere. Hai mai partecipato ad una battaglia campale? Da come sono curate le tue unghie, credo proprio di no-

-Che c’entrano le mie unghie?-

-Sono troppo curate perché combattessi in prima persona le tue battaglie- spiegò Piper.

-Anche quelle di Laura sono curate!- ribattè la neo-figlia di Apollo.

-Le mie unghie sono normali, non sono curate. Una volta alla settimana metto un siero allungante ricostituente e basta. Le tue, è evidente, sono frutto di molte manicure-

La bionda strinse in pugni, come se si stesse sforzando di non saltarmi addosso e strapparmi i capelli. Azione infantile, tra l’altro.

Mi scrocchiai il collo e poi le dita, pronta per un’altra sessione di allenamento.

Ma, come le cose migliori, anche questo momento non era destinato a durare. Un simbolo aleggiò sopra la testa di Meredith, una civetta in campo grigio perla.

-Determinata. Ave, Meredith Sulez**, figlia di Atena, dea della saggezza, della conoscenza, della strategia militare e delle arti utili, signora delle civette- proclamò Ale.

 

*Un Hammer è un tipo di veicolo militare, una specie di SUV usato dagli americani impegnati in guerre su terrenti impervi. Se vedete la serie tv Torchwood, è l’auto che guida sempre Jack.

**Non sapevo il cognome nuovo di Meredith, quindi ho usato quello che si conosce sin dal primo libro.

 

Spazietto dell’Autrice:

allora, sono tornata. Ho lasciato in sospeso questa storia perché ho avuto gli esami di maturità e l’ispirazione era andata a farsi un giro.

Comunque ho iniziato e finito questo capitolo nel giro di tre ore prima della pubblicazione, mentre un’altra folle idea mi pervadeva la mente, perciò non so quanto bene sia venuto.

Ed ecco qui un’altra semidea/legata. Piuttosto ovvio questo riconoscimento, ma sto tirando per le lunghe quello di Damon e Bonnie.

Tanto per dirla tutta, qui ci sono i presenti de “Il diario del vampiro” con le rispettive famiglie:

·       Stefan, figlio di Poseidone e legato di Atena (molto alla lontana)

·       Elena, figlia di Apollo e legata di Afrodite

·       Meredith, figlia o legata di Atena

·       Alaric, semplice umano

·       Matt, semplice umano

Penso di aver detto tutto su questo capitolo. Ora che per me inizia l’università non so quando aggiornerò, ma tenterò di essere molto più presente di quest’estate.

Grazie a chi legge e chi ha recensito spingendomi a continuare.

Alla prossima.

Baci,

Fire

   
 
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