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Autore: I promise    17/09/2014    1 recensioni
Lavinia. Bellissima donna italiana, ora aristocratica donna inglese vedova del conte inglese Christopher Knight. Sola, triste, infelice. Una vita senza senso le se spalanca davanti. Un futuro muto e la presunzione di non poter più innamorarsi. Ma lei sa cosa significa un cuore che palpita d'amore. Sarà Max a rapire il suo cuore.
Genere: Drammatico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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Corro su per la scalinata di marmo trattenendo le lacrime. Inghiotto aria in abbondanza e trattengo il fiato; mi mordo il labbro come a voler contenere tutta la rabbia e lo sgomento che pulsano dentro il mio esile corpo, che si sforzano ad uscire ostinatamente mediante gesti, parole, sfuriate come la precedente.
Arrivo in camera. Mi chiudo a chiave. Il bussare insistente di Simon si allinea perfettamente al battere insinuoso del mio cuore stanco, spezzato, insofferente. Apro tutte le finestre e mi affaccio alla terrazza; inspiro profondamente. Nulla di più dolce e rilassante del profumo dei peschi in fiore. Un ricordo troppo vicino e doloroso però si affaccia alla finestra. Chiudo di nuovo tutte le porte di questo passato troppo vicino eppure così sbiadito e poco chiaro. Vorrei ancora ricordarmi quello stridulo colore nocciola dei suoi occhi ad ammorbidire la sua testa color miele perfettamente, come una volta. Rammendare il suo sapore quando mi baciava e mi perdevo in quel fiore di pesco che era la sua bocca così sottile e soffice. A tracciare il profilo del suo naso aspro, segnato da una gobba nel mezzo. Destinati ad un matrimonio felice.
Simon non bussa più: ha rinunciato e si è adattato alla mia sofferenza. Volgarmente mi spoglio, getto gli abiti di Parigi sul letto, disfo la sapiente acconciatura appena creata e mi tolgo ogni gingillo insignificante. Riempo la vasca in rame di acqua fredda e mi ci infilo dentro. Subito delle fitte di dolore, insistenti mi puntigliano tutti gli angoli del corpo ma dopo poco il gemere delle mie membra si calma e posso tornare al mio pensiero di morte. Potrei trattenere il respiro, immergermi protetta in uno scudo di freddo, gelo e sofferenza, dove morire assiderata in fretta, dove il tormento e la mia vita malinconica morirebbero annegati insieme a tutto il resto. Spazzato tutto come un progetto sulla sabbia. Annegato, come una nave poco solida. Una scialuppa in cui non si salva nessuno. E io sono la prima a morire.

 
  
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